Inchiesta sul mondo del lavoro nella Toscana del Nord (Parte seconda)

 

Con questo numero proseguiamo nel lavoro di inchiesta (iniziato nel n.7) sul mercato del lavoro nella Toscana del Nord, focalizzando l'analisi sui dati relativi alla forza-lavoro impiegata nella provincia di Lucca.

L'indagine, curata dal Centro Statistica Aziendale di Firenze per conto della Amministrazione provinciale, dichiara uno stato di salute complessivamente buono del mercato del lavoro lucchese e dedica a ciascun settore economico locale, Piana di Lucca - Valle del Serchio - Versilia, una separata analisi.

L'impressione che ne traiamo noi, invece, risulta non così confortante. Tutt'altro.

 

Partiamo dall'offerta di lavoro in Piana di Lucca, Versilia e Valle del Serchio.

Il tasso di attività registrato in Provincia - ossia l'indice che misura il livello di partecipazione della popolazione al mercato del lavoro e che si ottiene dal rapporto fra la forza lavoro e il totale della popolazione - è pari al 46% ed è frutto di valori molto differenziati tra i diversi settori economici locali presi in esame.

Si passa dal 51,2% della Piana, al 43,8% della Valle del Serchio per finire con il 42% della Versilia.

 

Mentre nella Piana si registra una crescita, il tasso di attività nella Valle del Serchio - e soprattutto in Versilia - evidenzia complessivamente una diminuzione, rivelando ancora una volta la scarsa partecipazione della popolazione provinciale al mercato del lavoro.

Come già sottolineato nel precedente articolo (Pm n.7) cresce significativamente la partecipazione femminile al mercato del lavoro provinciale.

Nello specifico, la Piana vanta il tasso di attività femminile più elevato (45,3%), seguita dalla Valle del Serchio con il 32,3% e dalla Versilia con solo il 29%.

 

Si conferma, d'altra parte, la tendenza in atto ormai da tempo che vede la componente maschile della forza lavoro arretrare ancora in provincia di Lucca. Nello specifico, si passa (nell'intera provincia) da un tasso di attività maschile del 59,6% del luglio 2003 al 57% del luglio 2004, ultimo dato fino ad oggi a disposizione.

In generale, la componente giovanile della forza lavoro (quella compresa tra i 15 ed i 29 anni) registra una riduzione, ormai in atto già dalla precedente rilevazione statistica che, ricordiamo, ha carattere semestrale.

L'indagine rileva, inoltre, una diminuzione della cosiddetta “non forza lavoro” (o popolazione inattiva), che è l'insieme della popolazione che non rientra nelle forze di lavoro.

Rispetto al luglio 2003 si riduce notevolmente sia il numero delle casalinghe (- 7.300) sia quello dei ritirati dal lavoro (-200). A fronte di ciò si evidenzia un aumento tendenziale degli studenti (+ 8,4%) e un balzo delle persone “in altra condizione” (+ 4.600 unità).

Continua, invece, l'ascesa delle cosiddette forze di lavoro potenziali, ossia coloro che dichiarano di cercare un lavoro ma che, a successiva domanda, risultano non aver compiuto azioni di ricerca attive nelle ultime quattro settimane o non essere immediatamente disponibili (entro due settimane) ad accettare un eventuale impiego qualora venga loro offerto.

Rispetto al luglio 2003, questa categoria è più che raddoppiata, passando da 4.500 unità alle 9.800 dell'anno successivo, e concentrandosi in modo più evidente in Versilia.

Passando ad analizzare il versante dell'occupazione relativo al mercato del lavoro nella provincia di Lucca, si registra un leggero incremento (+ 1,7%) degli occupati complessivi.

 

L'indagine condotta per conto dell'Amministrazione Provinciale parla di “segnali incoraggianti” e di “vivacità del mercato del lavoro provinciale”. Più precisamente, si fa cenno ad un processo di “emersione di una quota via via crescente di posizioni non completamente regolari” e ad una “crescita occupazionale indotta dalle nuove forme contrattuali che a Lucca stentava a decollare”.

Nello specifico, l’aumento dell'occupazione risulta esclusivamente da attribuirsi alla componente femminile (+ 6.100 unità in dodici mesi).

 

L’area che registra i migliori risultati, in termini occupazionali, è quella della Piana di Lucca. Tale crescita è sostenuta prevalentemente dal settore primario e dal terziario, mentre l'industria perde circa 600 addetti.

La Valle del Serchio guadagna 800 unità in tutti i comparti, ad eccezione dell'industria, che perde ben 1000 occupati.

La situazione in Versilia risulta stagnante, con perdite nell'agricoltura (-700 addetti) e nei servizi (-1.600 unità).

Con riguardo alla composizione della forza di lavoro nella provincia lucchese, si registra un notevole aumento dei lavoratori autonomi (+3.300 unità rispetto al luglio 2003).

In termini percentuali, il numero dei lavoratori autonomi si assesta al di sopra del 30% sul totale degli occupati.

Per contro, si riduce il numero dei dipendenti (-0,8%). Tale categoria di lavoratori cresce in tutti i sistemi economici locali, tranne che in Versilia, dove appare difficile “intercettare” i lavoratori, in particolare quelli delle imprese familiari.

Il numero dei lavoratori dipendenti registra una flessione sia nella Piana che nella Valle del Serchio, mentre cresce di 800 unità in Versilia. I tale quadro, si evidenzia il calo dei “colletti blu” (-5.600 rispetto al luglio 2003); un recupero degli impiegati e un arretramento di quadri e direttivi di ben 3.400 unità.

 

Ma ecco che, “finalmente”, l'indagine di cui stiamo riportando le stime, sottolinea come l'aumento degli occupati registrato rispetto al luglio del 2003, risulti determinato dalla categoria dei “collaboratori a progetto” o “coordinati e continuativi” (+2.300 unità), raggiungendo un peso sul totale occupazionale pari al 3,2%.

Il peso dei contratti a tempo indeterminato sul totale degli occupati diminuisce.

Diminuiscono i contratti di apprendistato (-2.000) mentre sale il numero dei lavoratori a termine (+800).

L'area del lavoro a tempo parziale (part-time) recupera posizioni passando dal 2,7% al 5,8% dell'occupazione totale (il riferimento è al luglio del 2003). Tra le donne tale categoria rappresenta l'11%, mentre per gli uomini si raggiunge solo il 2,2%.

Tra i giovani compresi tra i 15 ed i 29 anni rivestono una quota di rilievo le forme contrattuali maggiormente flessibili come le collaborazioni ed i contratti a termine.

L'ultimo dato significativo che l'inchiesta sul mercato del lavoro nella provincia di Lucca riporta è la già evidenziata crescita occupazionale femminile, che registra un aumento tendenziale di 6.100 unità (+11,3%).

La componente maschile dell'occupazione a livello provinciale flette del 3,9% rispetto a dodici mesi prima, registrando una lievissima crescita solo nella Valle del Serchio.

L'aumento dell'occupazione femminile soprattutto nella Piana e in Versilia ha guadagnato in particolare nel terziario e, per quanto riguarda la posizione professionale, grazie a posizioni impiegatizie e alle lavoratrici in proprio.

 

Questo il panorama generale del mercato del lavoro nella provincia di Lucca.

In sintesi, nell'arco di un anno, il complessivo aumento dell'occupazione risulta lievissimo, quasi completamente assorbito dalle donne e relativo ai nuovi tipi contrattuali precari e flessibili. Diminuiscono le garanzie e gli ormai “sorpassati” contratti di lavoro a tempo indeterminato, aumentano lo sfruttamento e il precariato, soprattutto tra le donne e i giovanissimi.

Giudicate voi quanto possa essere “confortante” il quadro relativo al mercato del lavoro nella provincia lucchese che i dati riportati in questa inchiesta hanno contribuito a ricostruire.

 

Redazione versiliese di PM