Opinioni...

 

E’ sbagliato, io credo, confidare in attrezzi, in special modo le canne, che oggi più che mai promettono prestazioni strabilianti con lanci dai nomi favolosi, osannando materiali e procedimenti di costruzione degni della NASA, quasi a pensare che con un colpo di polso la coda si animi di vita propria e si posi nel posto giusto al nostro comando. E’ la mano il vero prodigio nel lancio della coda di topo, d’accordo, le canne non sono tutte uguali, c’è la morbida e aristocratica per il classico fiume inglese, la rapida e scattante per il torrente di fondo valle o la sbarazzina tutto fare per il torrente di montagna ma questa o quella canna, anche non tenendo conto delle preferenze personali di ognuno, messa nelle mani giuste sanno trasformare un lancio in magia. Se però una canna comincia ad essere difficile allora c’è qualche cosa che non và. E’ giusto che un pescatore viva in modo sereno la sua giornata di pesca senza avere lo stress per non essere riuscito ad infilare la sua mosca sotto un dato albero dove aveva individuato qualche cosa di interessante o per aver sbattuto maldestramente la coda in un lancio ravvicinato proprio sul muso del pesce. Sono cose che succedono e ci devono essere sempre punti difficili da esplorare e soprattutto punti impossibili : senza di questi non si sviluppa l’ingegno e l’astuzia dentro di noi.

Non posso immaginare allora le mie giornate di pesca condizionate dalle caratteristiche di una canna che è capace magari di raggiungere con agilità i 25 o 28 metri, anche se non so chi sia capace di vedere a una distanza simile una moschetta su amo del 18, che però mi impaccia non poco in un lancetto di 4 o 5 metri. Siamo onesti, oggi se mettiamo nelle mani giuste una “vecchia” 8 piedi Phantom di Hardy, o una PPP di Pezon et Michel per fare un paio di esempi, e sto parlando di attrezzi di Bamboo, queste sono capaci di cose ottime che non tutti conoscono perché forse non le anno mai usate. Al pescatore attento poco interessa che la sua canna racchiuda prestazioni missilistiche anzi se ne guarda bene e sceglierà una canna più modesta che però assista generosamente il suo carattere e la sua filosofia e non ultime le sue capacità. Se invece sceglie la canna top di gamma dalle caratteristiche a dir poco fantastiche, (i costruttori credetemi per vendere se ne inventano delle belle,io ci ho parlato), allora il pescatore si troverà in difficoltà perché questi attrezzi sono senza dubbio dedicati ad altre persone; ai fanatici del lancio i quali si allenano sul prato quando non sono sul fiume, e quando lo sono mi pare che trovino più soddisfazione nell’ eseguire volteggi e pose senza dubbio di alta qualità che far salire una bella trota che bolla a pochi metri da loro. Magari come piace a me e non solo, cioè avvicinandosi anche più del necessario per vedere quella meraviglia della natura ingannata dalla nostra imitazione e che per ricompensa a quello spettacolo unico al mondo le viene ridata la libertà. Trovo ingiusto che chi si avvicina alla pesca a mosca debba pescare con degli attrezzi  che sono il meglio sul mercato ma sono adatti solo a esperti e provetti lanciatori. Passare del tempo a imparare a pescare è una cosa, perdere del tempo per  riuscire ad usare un attrezzo difficile è un’ altra.

Riconosco di essere un po’ di parte per il fatto che mi ritengo un cultore della canna in Bamboo Refendu, ma devo dire che possedendone un nutrito numero e di varie tipologie queste mi soddisfano in modo completo in ogni situazione di pesca anche per questo motivo di queste canne moderne super tecnologiche non saprei proprio cosa farne. In più dovrei allarmarmi durante certi temporali, momenti che io ritengo speciali, per non rimanere arrostito da qualche fulmine. Queste mie parole non vogliono essere veicolo di polemica sull’ argomento, è soltanto una mia considerazione per dire che non condivido per niente il fatto che oggi per pescare a mosca bisogna assolutamente avere con sé un’ attrezzatura superlativa; io penso che la pesca sia un’ altra cosa, chi vuol capire capisca!

 

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