Ricordi d'estate

 

Giugno è il mese che riesce a partorire momenti magici. Un tranquillo pomeriggio mi vede sbirciare qua e là tra alberi e cespugli difficili alla ricerca di una sagoma o una bollata vera; il torrente sgorga dalle rocce formando un laghetto, ne escono due bracci che si incontrano pochi metri dopo, acqua limpida , ricca di microfauna, insetti a volontà e tanti gamberi.

Mancano dieci minuti alle 18:00, decido di andare nel bosco, il “bosco” in questo caso è un caratteristico tratto di questo torrente, completamente incastonato in un ombrello di alberi che procura ombra a tutte le ore e dove è già d’ impaccio una 7’6’’. Comincio a risalire la sponda guardando attentamente quei punti che ben conosco, non entro in acqua perché qui è tra 80 e 160 cm circa; fatti 7-8 metri poco più su vedo una decisa bollata poi un’ altra qualche metro più a monte, poi niente più. Attendo immobile e poco dopo vedo la trota quasi davanti a me che riprende a bollare risalendo per almeno 10-12 metri poi torna a valle e ricomincia. Fa le vasche, come diciamo tra noi pescatori. Allora quando sono fuori vista mi posiziono in un punto dove stando in ginocchio riesco a raggiungere 2 o 3 metri del suo passaggio. A sua disposizione ha un’ infinita di insetti ma lei ne prende uno o due percorrendo un metro. Decido di provare subito con una mosca decisamente più grande in modo di offrire un boccone appetitoso. Bisogna cogliere il momento, la cadenza delle bollate.

In certi momenti sono abituato a sganciare la bobina del mio Marquis e srotolare i metri di coda che mi servono silenziosamente, quel giorno feci così ma dopo un paio di passaggi vedo la mia bobina finire in acqua proprio davanti a me, mi ero scordato di riagganciarla, e non era la prima volta, con grande calma e attenzione dovetti recuperarla tirandola su per la coda-baking, riagganciarla e riavvolgere.

Nel frattempo la trota continuava tranquilla. Dopo alcuni tentativi la vedo prendere però la mia mosca, una may fly su amo del 12, conto fino a tre e ferro bene. Inizia una lotta furibonda, fughe di 10-15 metri a monte per finire in un’ esplosione di salti poi punta verso il punto più fondo, io con calma se cosi si può dire, la assecondo e via via la scena si ripete.

Dopo 12 minuti eccola ormai stanca venire verso il guadino. Splendida è un’iridea di 49 cm.

 

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