Il compito dei nostri
eletti è nostra convinzione sia quello di garantire in prima
persona una ottimale gestione della spesa sociale, cosi molta
parte della nostra attività di partito se non tutta è spesa in quel
campo.
Ma ora la economia della provincia e del sud in generale è messa in
crisi dalla delocalizzazione, possiamo quindi pensare che il
"sociale" sia tanto importante o potrà prescindere dalla
difesa dei posti di lavoro?
Pensare che sarà sufficiente
limitarsi ad esorcizzare o cantare lodi alle varie finanziarie che si
succederanno non servirà a niente!
Per ridistribuire il reddito prodotto
non basta che qualcuno lo produca ma anche che lo produca dove è
possibile tassarlo per finanziare la spesa sociale.
La delocalizzazione aggravia la
spesa sociale e sottrae reddito alla tassazione e
contribuzione, è inevitabile quando chiudono le
fabbriche, quando i servizi vengono spostati all'estero:
in una parola se diminuisce il reddito tassabile prodotto nel
territorio qualsiasi governo di qualsiasi colore è costretto a
tagliare la spesa sociale e non, da qui la scelta: è
nostro compito ripensare il modo di fare politica, di stare
nelle istituzioni, rimodulare la nostra comunicazione, avanzare
nuove proposte.
La scelta:
o l'estremismo, l'infantilismo, la
rissa, gli opposti estremismi ecc ecc
o la scesa in campo ora e
subito in difesa e al fianco del mondo del lavoro
A noi comunisti compete d'obbligo la
seconda scelta, quindi con gli operai della Teleco, delle
industrie ITV e di tutte quelle aziende piccole, medie, artigianale
che sono colpite dalla delocalizzazione e dai prodotti del
lavoro schiavista che arriva dai paesi ex sovietici dall'asia e
dalla cina.
Dobbiamo spiegare il nostro no allo statuto europeo, la necessità di
consistenti aumenti salariali, le nostre proposte per nuove
nazionalizzazioni, dobbiamo spiegare il razzismo della
Bolkestein, la nocività della politica economica di Bruxelles e
gli effetti dell'Euro a favore solo delle lobby. altre proposte
verranno dagli operai, come sempre quando si lotta e si
dialoga...
Questo vuol dire che non dobbiamo
fidarci della CGIL? no, ma anzi occorre aiutare i compagni
del sindacato con il sostegno delle nostre iniziative, senza
appiattimenti ne nostro ne loro nell'Unione nel controllo della
comunicazione per nascondere le malefatte di alleati inaffidabili come
Prodi o Rutelli o Mastella.
Le prossime Feste di Liberazione sono
di già un primo momento per affiancare ai dibattiti sul sociale
altrettanti dibattiti sullo stato dell'occupazione per riaprire
noi per primi due irrisolte questioni quanto mai di tragica
attualità, :
1- la questione meridionale
2- la tematica della disoccupazione
giovanile
Abbiamo già vissuto tali stagioni di
lotta e sappiamo come batterci, troveremo gli stessi ostacoli:
clientelismo, sfiducia, scoramento, derisione, troveremo
nuovi alleati, abbiamo nuovi contenuti, meno illusioni e più
certezze ...
A meno che non crediamo davvero che
le statistiche sono veritiere, che gli stipendi e i salari e le
pensioni sono congrui, che la occupazione aumenta, che i consumi delle
famiglie non diminuiscono, che la delocalizzazione sia
ineluttabile e che la cina ancora maoista....... |