Il MESSAGGERO 16 MARZO 2006 di LILLI MANDARA
PESCARA
Con che
faccia andranno adesso in giro per l’Abruzzo a spiegare che dovranno
tagliare 745 posti letto?
Non con la sua certo dice Maurizio Acerbo, nè
con quella di Angelo Orlando o con quella di Betti Mura che dalla giunta è uscita sbattendo la porta, quelle delibere mai e poi mai le
avrebbe votate.
Invece sono passate lo stesso: e il governo di
centrosinistra guidato da Ottaviano Del Turco ieri ha registrato un
nuovo strappo sulla gestione della Sanità.
A puntare il dito contro
governatore, assessore Bernardo Mazzocca «e il resto della corte» è
Rifondazione, alleato di governo che ha deciso di non tapparsi la bocca
perchè una cosa è l’impegno di tutti a sconfiggere Berlusconi, «un’altra fare le berlusconate».
Nel mirino due delibere per l’accreditamento di 183 posti letto, 63 al centro residenziale ”Il
giardino” di Popoli e altri 120 al centro di riabilitazione Villa
Dorotea dell’Aquila, all’interno di Villa Letizia.
Alla faccia dei tagli negli ospedali pubblici, alla faccia del deficit della sanità.
Un putiferio: in serata si riunisce il gruppo Ds e decide all’unanimità di
chiedere a Del Turco la revoca immediata delle due delibere portate fuorisacco in giunta (una delle quali accredita una struttura privata
nuova di zecca) e votate regolarmente dagli assessori della Quercia, «per distrazione», a quanto pare.
Scelte elettoralistiche, secondo
Rifondazione che a Del Turco aveva chiesto di discutere delle due delibere nella commissione Sanità e in consiglio regionale: invece l’hanno avuta vinta «le lobby aquilane e gli amici degli amici della
politica pescarese».
Due sponsor, insomma, dietro le due delibere
votate martedì mattina che premiano due strutture private che vanno a
pallino ai maggiori partiti dell’Unione: i Ds
aquilani per Villa Dorotea e un patto Margherita-Ds per Popoli, «con un asse formato da
Comune, Lega Coop e imprenditori della sanità». Basta leggere la visura
camerale, suggerisce Orlando: della società ”Residenza il giardino spa”
costituita il 13 gennaio del 2000, fanno parte tra gli altri Luigi
Pierangeli e Lorenzo Spatocco (amministratori delegati), Giorgio D’Ambrosio sindaco di Pianella e candidato della Margherita (presidente
del collegio sindacale), il diessino Rocco Buttari (presidente del
consiglio di amministrazione).
E critiche arrivano anche dalla Uil,
«invece di una riduzione di posti letto in un quadro di programmazione,
veniamo messi di fronte ad un aumento degli stessi al di fuori di una
qualsiasi programmazione».
Chiede la revoca delle delibere anche la
Cgil che «esprime preoccupazione e sconcerto per la decisione assunta
dalla giunta di autorizzare e accreditare un nuovo soggetto privato che
opererà in affitto presso Villa Letizia, nel settore della riabilitazione.
Una decisione grave che penalizza ancora una volta la
sanità pubblica a favore di quella privata».
Si lamenta anche l’assessore alla Cultura Betti Mura: «Il mio settore ha subito tagli
proprio a causa del deficit della spesa sanitaria». «Non si capisce il
senso di un’operazione - ha spiegato Orlando - che attribuisce 183
posti a due strutture, al di fuori delle linee guida del nuovo piano
sanitario regionale.
Decisioni completamente slegate dalla
programmazione regionale proprio nel momento in cui il direttore dell’Agenzia sanitaria Francesco Di Stanislao, sta lavorando su parametri
precisi per definire i criteri degli accreditamenti».
Ricatti e regali
elettorali: «Qui si va avanti con la stessa logica del centrodestra - ha detto Acerbo - che concedeva accreditamenti sotto i ricatto degli
imprenditori che minacciavano il licenziamento del personale».
Si difende l’assessore Bernardo Mazzocca, «non sono posti letto per la
diagnosi e cura ma posti per la riabilitazione, tra l’altro senza
budget», che significa nessun aumento di spesa per le casse pubbliche.
«Ho solo dato corso a un preciso ordine del giorno del consiglio
regionale che mi invitava a dare risposte a Villa Letizia, che nel
frattempo ha revocato i licenziamenti».
Ma la grana affaristica-sanitaria è scoppiata, proprio alla vigilia delle elezioni.
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