Storia di Salini raccontata da Di Pietro

By Anonimo

L’INTERVISTA
Storia di Salini raccontata da Di Pietro
Antonio Di Pietro ci concesse questa intervista (rimasta nel nostro cassetto) lo scorso settembre, durante la campagna per le primarie dell’Unione. Innalzava il vessillo della legalità, come anche in questi giorni.

Onorevole Di Pietro, lei pare isolato (anche) a sinistra nella sua crociata per la giustizia...
«Vedo che Mastella sta facendo una battaglia sulla moralità. Curioso...».

Perché?
«Ma sapete chi è Rocco Salini?».

No, ce lo dica.
«Racconto di lui, ma potrei tirare fuori altri mille casi come il suo. Salini è un uomo ormai attempato, ha fatto politica per tanti anni, era potente consigliere in Abruzzo per la Dc, gran “signore delle tessere”, poi governatore regionale (’90-’92). È stato arrestato e condannato con sentenza definitiva passata in giudicato: corruzione. In base alla legge regionale, chi è condannato in via definitiva decade dalla carica di consigliere».

Quindi Salini s’è dimesso...
«È rimasto al suo posto, né il Consiglio ha fatto nulla. È intervenuto il giudice che, applicando la norma, lo ha dichiarato decaduto per indegnità».

Poi che è successo?
«Nel 2001 è andato ad Arcore e Berlusconi l’ha candidato al Senato, facendolo pure eleggere. Il centrosinistra non ha gridato allo scandalo, perché nello stesso periodo candidava e faceva eleggere tra le proprie file Augusto Rollandin, valdostano, altro consigliere regionale, che si trovava nella medesima situazione. Si sono seduti non sul banco degli imputati, ma su quello del Parlamento».

Mal comune, mezzo gaudio. Storia finita?
«No. A Salini non bastava fare il senatore: alle elezioni regionali puntava a diventare candidato della Cdl per la presidenza dell’Abruzzo. Però non c’è riuscito e ha improvvisato un suo partito, raccogliendo le firme per candidarsi autonomamente».

Tradimento...
«Prima che le liste fossero depositate, Berlusconi l’ha però chiamato, spiegandogli che così facendo avrebbe fatto perdere il centrodestra e garantendogli, se fosse sceso a più miti consigli, un posto da sottosegretario nel governo. Salini ha accettato, ha ritirato la sua candidatura e la lista: al primo rimpasto è stato premiato col sottosegretariato alla Salute. Era l'11 marzo 2005. Il bello è venuto dopo».

Ci racconti.
«Il 3 e 4 aprile si sono svolte le elezioni regionali: nonostante il ritiro di Salini, la Cdl in Abruzzo ha perso nettamente. Berlusconi poco dopo ha varato il nuovo governo e il 22 aprile, furioso, ha mandato Salini a casa: niente più sottosegretariato, dopo soli 42 giorni!».

Un colpo di scena.
«Già. Salini si è a sua volta arrabbiato e sa che ha fatto?».

Lo immagino.
«È passato col centrosinistra! Qualche giorno fa ha spiegato ai giornali: «Ho ritrovato casa mia». È entrato nell’Udeur di Mastella, quindi nell’Unione, quindi è mio alleato. Se lo candidano, dovrei andare nel suo collegio a fare campagna elettorale per lui».

Lo farà?
«No, no! Guardi, piuttosto me ne torno in Valtellina».

Esito, sei mesi dopo: Salini è candidato di Mastella, al secondo posto in Abruzzo dopo lo stesso leader Udeur. Ha chances di entrare in Parlamento. Di Pietro non ci risulta sia in Valtellina. (Ca.P.)

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