Rifondazione
al 7,4%: Fotografia di un successo guadagnato nelle città e nelle
piazze
Oggi, alle 13,30, la direzione di Rifondazione Comunista si riunirà per
analizzare i risultati delle elezioni. Sul tavolo ci sarà il 7, 4%
ottenuto al Senato e il 5, 8% alla Camera, ottime basi per la
discussione.
Nella vittoria di misura dell’Unione un elemento è infatti evidente e
innegabile: lo straordinario successo del Prc. Aumentate ovunque le
percentuali di voto nei seggi, quasi raddoppiate in molti casi,
Rifondazione è stata la la lista che più ha guadagnato in termini di
scranni in parlamento: 52 in più rispetto al 2001. Va beh che con la
nuova legge elettorale il paragone è improprio, ma passare da 12
deputati di inizio legislatura a 41 e da 4 senatori a 27 può
tranquillamente essere etichettato come un “boom”. Con delle
particolarità che meritano una sottolineatura, come la Basilicata che
per la prima volta nella storia elegge un senatore, anzi una senatrice,
Anna Maria Palermo. O come la Sardegna, dove lo scarto rispetto a 5 anni
fa è superiore al 100%: 8,2 contro 4%.
Leggendo le tabelle del Viminale non si incontra un segno meno nel gioco
delle differenze con il 2001. Il Prc cresce ovunque, dal Piemonte con il
suo 8, 1% alle isole dove dal 5, 1% passa al 7, 4% (5, 2% a Palermo):
««In Sicilia per la prima volta nella storia del partito avremo 2
senatori e 2 deputati - dice Rosario Rappa, segretario regionale in
Sicilia - Siamo il terzo partito del centrosinistra e cresciamo sia
rispetto alle precedenti politiche ed europee».
Come già scritto ieri, sono le zone del paese dove il Prc ha affiancato
le lotte sociali e di lavoro a premiare dirigenti e militanti. Oltre
alla già citata Val di Susa, una menzione a parte la meritano i campani
Pomigliano d’Arco e Acerra, il primo perché luogo dove i dipendenti
Fiat hanno in più riprese combattuto le decisioni dell’azienda, il
secondo per la lotta cittadina, vinta, contro l’inceneritore. Ebbene,
qua Rifondazione ha ottenuto rispettivamente il 16, 3% e il 14%. Il
capoluogo di regione, Napoli, non è comunque da meno con il suo 9,7%:
«E’ la dimostrazione che è possibile interpretare il ruolo di
governo in forte connessione con le lotte sociali, che è quello che
abbiamo fatto in questi anni a Napoli - è l’analisi del segretario
provinciale Peppe De Cristofaro - è il caso della vertenza dell’acqua
che ha visto il nostro partito impegnarsi insieme a tante realtà
sociali e politiche fino all’importante vittoria». E ad aggiungere un
altro record, arriva il neo deputato (campano) del Prc, Gennaro
Migliore: «Abbiamo raggiunto, eleggendo 3 senatori e 4 deputati il
massimo storico della rappresentanza nella nostra regione».
Iscrizione in questo particolarissimo guinness dei primati anche per
Bologna dove i numeri sono 5, 35 alla Camera e 6, 5% al Senato, quasi
31mila voti in tutto, il triplo delle regionali del 2005 e «miglior
risultato dal 1998, anno della scissione» con quelli che ora sono i
Comunisti italiani, sottolinea in una nota Tiziano Loreti, segretario
provinciale. Un risultato riconosciuto anche dal sindaco Sergio
Cofferati e riconducibile anch’esso, secondo Loreti, alla vicinanza
alle problematiche della società bolognese: «Eravamo nelle lotte dei
metalmeccanici, in quella per il ripristino dei vecchi orari della
biblioteca di Sala Borsa, nelle iniziative con i precari di Iperbole,
Seribo e assieme agli insegnanti e agli studenti per il mantenimento dei
corsi professionali alle scuole Aldini».
L’ufficio elettorale di viale del Policlinico, alle prese in queste
ore con le centinaia di dati che arrivano dai seggi, nota subito un
altro elemento: nelle aree metropolitane i risultati sono stati
straordinari. Nelle grandi città e nelle zone limitrofe il Prc ha fatto
passi da gigante, tanto che in molti casi si posiziona come secondo
partito dell’Unione, sorpassando la Margherita. E’ successo a Roma,
con il 9, 4% di preferenze al Senato (7, 9% alla Camera): «Nella nostra
amministrazione stiamo combattendo varie battaglie che vanno dal diritto
all’abitazione a quello di un lavoro stabile. Evidentemente i
cittadini romani hanno apprezzato questo impegno» commenta Adriana
Spera, consigliere del Prc nella giunta Veltroni. Margherita sorpassata
anche in diverse città del centro, dove il risultato è quasi sempre a
2 cifre. Qualche esempio: Livorno supera il 18%, Firenze l’11%, Pisa
il 12%, Perugia e Lucca il 10%. Ad Arezzo, dove il Prc ha avuto un ruolo
da protagonista nella denuncia di Variantopoli che ha fatto cadere il
sindaco di Forza Italia Luigi Lucherini, le urne hanno assegnato un
ottimo 10,5%: «Siamo andati avanti in voti e in percentuali e lo
straordinario risultato al Senato dimostra le immense possibilità di
crescita che la proposta politica del nostro partito ha in città»
riflette Alfio Nicotra, capogruppo uscente del Prc aretino. A Torino e
Genova Rifondazione si è guadagnata il 9, 3% delle preferenze, a Milano
l’8, 4%. Non male in due regioni (Lombardia e Piemonte) in mano alla
destra: «Se qualcuno può dirsi soddisfatto siamo noi - scrive in un
comunicato stampa Ezio Locatelli, segretario regionale lombardo - e il
risultato appare particolarmente significativo se consideriamo il quadro
di una regione in cui il centrodestra partiva assolutamente in vantaggio».
Scendi lo stivale e arrivi in Puglia, governata da Nichi Vendola, uno
dei fondatori di Rifondazione. A livello regionale il centro-sinistra
non ha vinto, ma ha sicuramente migliorato rispetto al 2001 (e il Prc è
al 6,6%): «E’ un dato molto bello, comunque questa era la prima volta
che non ero candidato io forse per questo il partito è andato molto
bene» scherza Vendola che poi si fa serio nel respingere l’ipotesi
che il voto sia stato un referendum sulla giunta regionale: «Queste
erano le politiche» taglia corto. Anche in Calabria la falce, il
martello e la sinistra europea sono saliti al secondo posto
nell’Unione «e dopo una campagna elettorale quasi ignorata dai media,
ma sempre a contatto con il popolo ed entrando con rispetto ed umiltà
nei luoghi del lavoro» precisa il segretario regionale Rocco Tassone.
Ultimo dato di questa carrellata, che forse susciterà qualche curiosità.
E’ quello di Venezia, dove al Senato Rifondazione ha preso l’8, 4%
delle preferenze, mentre alla Camera si è fermata all’1,9%. Sempre
che non sia sbagliato il sito internet del Viminale...
Queste elezioni politiche del 2006, che sicuramente passeranno alla
storia per più di un motivo, a viale del Policlinico saranno ricordate
a lungo, con la speranza di migliorare sempre. Lo ha detto il segretario
Bertinotti, se ne rallegra anche Claudio Grassi, neo senatore e
coordinatore di “essere comunisti” componente di minoranza del
partito: «Si è chiuso uno dei capitoli più bui della nostra storia
repubblicana» e il risultato «è complessivamente positivo, perché
eccellente al Senato e soddisfacente alla Camera, del Prc»; per
Salvatore Cannavò invece, eletto alla Camera e portavoce di “Sinistra
critica” «Prodi ha fallito perché l’Unione non ha battuto il
berlusconismo e il governo si annuncia fragilissimo: o recupera
radicalità di contenuti oppure non durerà. Il Prc cambi linea»; più
tranciante la posizione di Marco Ferrando: «La vittoria di strettissima
misura conferma quanto “progetto comunista - Sinistra del Prc” ha
sottolineato nelle settimane scorse: Romano Prodi si è fatto mettere
con le spalle al muro dalle destre. I lavoratori hanno poco da
festeggiare».
Andrea Miliuzzi
Liberazione, 12 aprile 2006
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