Organari & Organi

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Roberto Maria Cucinotta    

Organista  Clavicembalista  Compositore
Via San Rocco 12   Verderio Superiore  23878  (Lecco)  Italia E                                         Phone Line:+39 347 3235328    Cell.   +39 347 3235328

Organista Onorario  dello Storico Organo Romantico Orchestrale della Collegiata Insigne Matrice di S.Ambrogio in Alassio,  Restaurato nel 1996 da Francesco Zanin (Codroipo)

Nella Foto a lato:                                                                                                                                                                      Roberto Maria Cucinotta all'Organo meccanico Mascioni della Chiesa Cattolica di Camorino  CH-Ti Svizzera

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16/11/2007

 

 

                          Organari Europei

Matthieu Garnier

Facteur d'Orgues   -    Sengoku 2-9-2  Bunkyo-Ku  Tokyo 112-0011  -   Les Orgues Garnier

    

Organari Italiani

Beniamino Giribaldi di Montegrazie Imperia

                     

 1996 Inaugurazione del nuovo organo di S.Matteo                  2002 Giribaldi Accorda l'Organo di Borghetto S.S.                   La consolle dell'Organo di S.Matteo a Borghetto S.S.

L'organaro Beniamino Giribaldi è nato nel 1942 a Montegrazie, un piccolo borgo del Comune di Imperia, immerso nella quiete degli olivi, dove tutt'ora risiede. La passione per questo strumento risale all'epoca dell'infanzia, quando, seduto alla tastiera dell'organo della Chiesa Parrocchiale  costruito dal celebre organaro pavese Lingiardi, accompagnava le sacre funzioni domenicali. Forse è grazie alle luminose sonorità dei flauti ed al ripieno cristallino del Lingiardi, attualmente ancora in perfette condizioni di autenticità, che Giribaldi si forma un "gusto" genuino sull'estetica dell'antica arte organaria italiana.   Decisivo è stato l'apporto formativo di Celestino Gandolfo, organaro di Olivastri (IM), scomparso all'età di 103 anni, dal quale ha appreso, oltre all'arte dell'intonazione e dell'accordatura, la rivalutazione e l'importanza del recupero del patrimonio organaro nel puro rispetto degli ideali sonori conseguiti dagli autori del passato.  Successivamente ha lavorato diverso tempo presso il laboratorio dell'organaro Formentelli di Pedemonte Veronese, apprendendo e perfezionando alcune metodologie sul restauro filologico e partecipando ai lavori di restauro dell'organo "Giosuè Agati" della Parrocchiale di Taggia (IM).  In seguito Giribaldi si è interessato all'arte organaria toscana ottocentesca, compiendo uno studio particolareggiato sulle misure delle canne e sull'estetica sonora degli Agati, presenti in gran numero nel ponente ligure, contribuendo alla schedatura e catalogazione di parte del patrimonio organario della provincia di Imperia.  Esperto riparatore di armonium, è stato invitato a restaurare un raro strumento costruito dal francese Alphonse Mustel, in occasione dell'incisione dell'integrale dell'opera "L'organiste" di Cesar Franck.  In veste di consulente tecnico, ha partecipato per diversi anni,ai lavori della Commissione per la tutela degli antichi organi presso la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Liguria. 

Giribaldi è stato coadiuvato nella sua attività di restauratore da Giorgio Carrara di Rumo (TN) espletanto  in maniera artigianale l'attività di restauratore di organi, pianoforti, harmonium ed altri strumenti da tasto, continuando e perpetuando la tradizione dell'antica arte organaria italiana, con lusinghieri apprezzamenti del pubblico, intenditori e organisti.

L'organo della Chiesa Parrocchiale di San Matteo nel Comune di  Borghetto Santo Spirito è stato costruito dall'organaro Imperiese Beniamino Giribaldi nell'anno 1996, su progetto e indicazioni organologiche del Dott. Giampaolo Mela Conservatore Onorario del Monumentale Complesso Organario della Collegiata Insigne Matrice di Sant'Ambrogio in Alassio.  Lo strumento estremamente versatile presenta caratteristiche foniche uniche per timbro, intonazione e brillantezza dei registri. E' uno strumento che ben rispecchia la consolidata tradizione organaria italiana con il recupero della migliore tradizione  che ha reso grande l'arte di edificare gli organi nel nostro paese  nei secoli scorsi.

Lo strumento è stato inaugurato nel 1996 con una serie di due concerti tenuti rispettivamente il 24 febbraio da Roberto Maria Cucinotta, Organista Onorario dello Storico Organo Romantico Orchestrale della Collegiata Insigne di Sant'Ambrogio in Alassio, che ha composto appositamente una Suite Inaugurale per mettere in evidenza le caratteristiche timbriche della preziosa fonica di questo specifico strumento.

Numerosi i restauri effettuati da Benimino Giribaldi già titolare della Bottega Organaria "Fiffaro" tra questi gli organi storici di Aquila d'Aroscia (IM), Doceacqua (IM), Pairola (IM), Rocca Nervina (IM), Duomo di Borgio Verezzi (SV), Parrocchia di Perinaldo (IM), Chiesa di Latte di Ventimiglia,  ecc.

I Fratelli Giorgio e Cristian Carrara di Rumo (Trento)

  Giovani Artigiani Organari di provato Valore e di Sicuro  Avvenire

        

Specializzati nella costruzione e restauro di organi a trasmissione meccanica, e clavicembali.  Giorgio nato nel 1967 si è  formato per la parte costruttiva nella bottega artigiana dell'organaro Bartolomeo Formentelli di Pedemonte (Vr) dove, per 9 anni, ha lavorato con assiduità e passione al restauro e alla ricostruzione di numerosi organi antichi, imparando direttamente sul campo questa difficile arte.   A contatto diretto con gli strumenti, ha appreso i geniali segreti artigianali, gli intelligenti criteri costruttivi e le abili soluzioni tecniche degli antichi costruttori. Durante questi anni di lavoro nella ditta (1985-1994) ha avuto incarichi di grande responsabilità per l'allestimento di organi nuovi o restaurati in molte località della Francia, in Belgio  In nove anni di lavoro nella bottega artigiana, ha collaborato ai lavori di restauro di decine di organi antichi e alla costruzione di molti nuovi strumenti. Dal 1995 ha aperto un Laboratorio a MIONE DI RUMO in Val di Non (Trento - Italia)  Per verificare con sè stesso la preparazione raggiunta, ha costruito un clavicembalo in legno di noce, copia di strumento francese del 1780, a due tastiere e tre registri. Lo strumento, inaugurato nell'estate del 1993, è stato molto apprezzato venendo anche utilizzato a Venezia presso la prestigiosa Accademia di S.Rocco.  Collabora con Giorgio Carrara il fratello Cristian e formatosi anch'egli per un periodo di 6 anni nella stessa bottega organaria artigiana e divenuto oggi prezioso collaboratore.     I fratelli Carrara collaborano con altri organari per numerosi lavori di costruzione e restauro di organi storici. ( Beniamino Giribaldi di Imperia, Francesco Zanin di Codroipo-Udine e Rudy Jacques di Hastiere-Belgio).  Collaborano inoltre con la Soprintendenza ai Beni Culturali della Liguria per  interventi professionali di particolare impegno artistico. Nel laboratorio di Rumo è presente un clavicembalo e un organo positivo disponibili anche per noleggi in occasione di concerti e manifestazioni musicali. Presentandosi con queste credenziali concrete, i fratelli Giorgio e Cristian Carrara si aprono al mondo dei musicisti, degli organisti, dei liturgisti, ai responsabili della conservazione e del restauro degli organi, antichi strumenti talvolta assai preziosi per qualità e bellezza d'arte e artigianato, che ancora numerosi aspettano in silenzio interventi seri e rispettosi che restituiscano loro il suono e l'aspetto originale. La Bottega organaria Carrara offre la propria artistica disponibilità unitamente alla seria preparazione e passione di organari artigiani a quanti sono interessati alla difficile arte del restauro, del ripristino o della ricostruzione, ma anche a chi pensa alla progettazione e costruzione di nuovi organi meccanici o clavicembali, concepiti secondo la sensibilità artistica e i criteri costruttivi degli antichi maestri artigiani.Attualmente i fratelli Carrara sono impegnati in diversi lavori organari per diverse chiese in Liguria e Trentino.                                                                                                                           Per eventuali visite al Laboratorio dei Fratelli Carrara è possibile prendere contatto direttamente ai recapiti:   

Laboratorio Fratelli CARRARA  38020 Rumo  frazione Corte Inferiore  Trento Italia  telefono 0463/530071                      e-mail: info@laboratoriofratellicarrara.it      webspace: http://www.laboratoriofratellicarrara.it/main.htm

Il principio di lavorazione organaria si ispira alla scuola  di Dom Francois Bedos de Celles (1709-1779) che con la sua grandiosa opera in due volumi: “L’Arte del Costruttore di Organi” pubblicata in Francia nel 1776 e tradotta in Italia agli inizi degli anni ’90, illustra un percorso teorico-pratico completo per la costruzione di organi a canne di scuola francese.

Il  criterio di lavoro conserva e rilancia lo stile e le tecniche degli Organi a trasmissione meccanica, ispirandosi alla scuola organaria antica. Da essa si sviluppa anche con una  personale ricerca, aperta a nuove soluzioni sia tecniche che musicali, ma sempre nel solco di questa tradizione che a nostro avviso rimane ancora la più valida e che nessun altra ha saputo sostituire in meglio.

A partire dalla fine dell’800 e per tutto l’ultimo secolo, si cercarono e si praticano tuttora altre strade stilistiche con criteri operativi d’altra natura, meno rigorosi, per adattarsi a nuove sensibilità e rincorrere esigenze nuove dei tempi, fino a trasformare l’artigianato organario in una vera e propria industria. Così l’organo fu e viene spesso inteso come un qualsiasi elettrodomestico, sia pure speciale: un prodotto fatto in serie almeno nelle sue parti distinte e poi “assemblato”; una macchina sofisticata, magari imponente e ricca di complicati congegni elettrici ed elettronici, buona per tutti gli ambienti, formata e vestita di materiali sintetici morti purché appariscenti.  Il piacere del tocco, proprio di una trasmissione meccanica di tipo “sospeso”, ma soprattutto la qualità di un suono “vivo”, l’anima di un canto vero che solo canne costruite e lavorate a mano una ad una sanno esprimere, e molte altre caratteristiche costruttive della tradizione artigianale antica ineguagliabili per bellezza, rischiano, purtroppo, di andare perdute con la diffusione dei metodi costruttivi industriali applicati anche agli organi. Il nostro modo di lavorare è, quindi, conseguente a questa poetica: interamente manuale per quanto riguarda la costruzione delle canne, della meccanica e delle altre parti che compongono lo strumento. L’organo è pensato e progettato come un pezzo unico destinato a quel luogo specifico nel quale si deve inserire in modo armonico con l’insieme del tutto architettonico.     

I materiali impiegati sono il legno massiccio nelle sue diverse essenze: dall’abete al rovere, al noce al faggio, al castagno al pioppo e tiglio, bosso ed ebano, stagionato secondo i tempi lenti della natura, scelto e lavorato con criteri non casuali, sempre naturale (sono banditi i truciolati, panforti o altri “surrogati” simili, come pure le plastiche). Anche i metalli sono selezionati con cura: il ferro lavorato alla forgia, l’ottone crudo, lo stagno e il piombo per le canne. Le canne vengono costruite in Laboratorio partendo dal foglio di stagno e piombo combinati secondo la lega prevista per i diversi registri e piallato a mano. Sono “formate” con cura una ad una, saldate e preintonate. Il suono che da esse nasce è il risultato, oltrecché di assetti costruttivi fedeli ai diagrammi della tradizione, anche di un minuzioso lavoro di precisione attorno alla bocca, all’anima, ai labbri e a tutto il corpo sonoro, alla ricerca di quel “canto” il più vicino possibile all’originale, per gli organi storici in restauro, e per i nuovi fino a raggiungere le sonorità specifiche da noi cercate con un’intonazione che nell’insieme fa nascere un suono al massimo livello possibile di qualità. I mantici (polmoni che forniscono la quantità giusta del vento) sono costruiti a mano in legno di abete o castagno e con le pieghe incollate sempre a caldo.

I somieri (cuore dell’organo) sono anch’essi progettati con estrema cura costruiti a mano in legno di rovere o noce e impellati con pelle di agnello bianca.

I tasti sono in abete rivestito di bosso ed ebano e la trasmissione è a meccanica sospesa: sistema insuperato e perfetto per prontezza di attacco e leggerezza di tocco.

Anche i registri sono a sistema meccanico, normalmente. Per esigenze stilistiche o funzionali, sono preferibili talvolta, alla trasmissione elettrica.

Nel  laboratorio viene progettato e costruito tutto lo strumento: anche la cassa che, solitamente in accordo col committente, viene disegnata di volta in volta sui profili architettonici della chiesa. Sempre di legno naturale massiccio, viene molto curata nei particolari e talora anche arricchita con fregi in foglia d’oro e decorazioni opportune a richiesta. Lucidature in cera d’api o lacche naturali. Insomma il discorso si riassume in questo: intendiamo lo strumento come un qualcosa in cui tutto deve essere “vero” e “bello”, in ogni sua parte, non finto! E' anche un atto di rispetto per un manufatto destinato a una chiesa: il luogo in cui Dio e uomo si incontrano nella “verità” del loro essere. Queste erano le regole che guidavano la sensibilità che animava gli antichi organari. Essi hanno saputo produrre capolavori stupendi di bellezza e musicalità ancor oggi insuperati! Lo stesso criterio è stato fatto proprio dai fratelli Carrara nelle loro opere organarie, così come in ogni strumento in passato l’artigiano ha messo se stesso, la sua anima, la sua sensibilità di uomo e di artista.. Nel restauro occorre quindi cercare le tracce rimaste e di capire ciò che l’artigiano antico ha fatto. Il rispetto assoluto, il tentativo di avvicinarsi il più possibile alle caratteristiche originali, al gusto, alle tecniche degli antichi sono le linee portanti dello stile di lavoro di questi validissimi e promettenti artigiani. Lo stesso gusto, la stessa prassi esecutiva, gli stessi criteri vengono impiegati  per la costruzione degli strumenti nuovi

       

Bellissima la recente ricostruzione con nuovi e ampliati criteri del grande organo "Mola" della Chiesa di Sant'Agostino a Ventimiglia. Trasformato in meccanico  e ultimato nel 2004 è uno strumento in cui risulta evidente la sapiente prassi costruttiva e la cristallina intonazione fonica, rispettosa della tradizione organaria dello strumento originale, ampliato e reso estremamente versatile sia dal punto di vista fonico che trasmissivo ed estetico, con la trasformazione da pneumatico a meccanico e con la costruzione dell'imponente cassa in massello e il recupero della mostra di facciata. I lavori di intonazione sono stati effettuati da Giorgio Carrara in collaborazione con l'Organaro Imperiese Beniamino Giribaldi e con la supervisione organologica riferita al progetto fonico e generale del Dott. Giampaolo Mela. I concerti inaugurali si sono tenuti nella seconda metà del 2004 con riscontro molto positivo della Committenza e del Pubblico oltre a quello dei concertisti impegnati nei diversi appuntamenti concertistici.

NEWS

In costruzione il nuovo grande Organo barocco  a tre manuali, trasmissione meccanica per la Cattedrale di XX Miglia Imperia, ad opera dei Fratelli Giorgio e Cristian Carrara di Rumo TN.

 

 

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