LA MADONNA DI QUINTILIOLO
La Sacra icona
della Madonna di Quintiliolo è decorosamente conservata all’interno di una
nicchia nella parete absidale.
Il quadro
raffigura la Vergine seduta in trono, che regge sulle ginocchia il bambino
benedicente con un piccolo libro in mano, simbolo di sapienza.
La mano sinistra della Madonna è
appoggiata sulla spalla del bambino. La mano destra invece è in atto di
indicare il Figlio ai fedeli, secondo un antico modello di icona mariana,
definito Hodighitria (colei che indica la via).
La Madonna veste una tunica
rossa, coperta da una casula ornata a motivi floreali e cruciformi. Un pallio
turchino le circonda delicatamente il viso e scende sulla persona sottoforma di
fine mantellina. Sul petto della vergine compare un giglio, che ricorda da una
parte il cuore immacolato di Maria, dall’altra la sua opera di protettrice
delle campagne tiburtine.
In un certo qual modo si richiama
dunque quel passo del Vangelo in cui Gesù dice: "Osservate come crescono i
gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche
Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro" (Mt 6,28-29)
Il capo è
circondato da un’aureola, mentre al collo e al polso compaiono rispettivamente
una collana e un braccialetto di perle.
Le corono
d’oro, poste sul capo della Madonna e del bambino, sono state donate dai
fedeli nel 2006, in occasione del 250° anniversario dell’incoronazione, in
sostituzione di quelle precedenti rubate nel 1968.
Ai piedi di Maria, lateralmente,
sono inginocchiati i due committenti: a destra una figura maschile in abito
monastico, in atto di stringere supplice il piede destro della Madonna; sul lato
opposto una figura femminile in abito monacale, inginocchiata,.
Al di sotto, infine, la firma
dell’autore. Purtroppo di essa è andata perduta la prima parte contenente il
nome dell’artista. Vi si legge solo, verso destra, la T di fecit e HOC OPUS
(fece quest’opera).
Il dipinto si fa risalire ai primi decenni del XIII
secolo. Alcuni sostengono sia opera di un’artista di ambito locale. Altri
affermano che sia invece di provenienza sublacense, considerando il fatto che il
santuario di Quintiliolo, custodito dai benedettini, si trovava in quell’epoca
sotto la giurisdizione di Subiaco, dove operavano numerosi artefici della scuola
romana di
maniera bizantineggiante.
Icona della Madonna di Quintiliolo
PREGHIERA
Madonna di Quintiliolo,
Tu sei la Madre santissima di
Gesù e la protettrice della città di Tivoli.
Il tuo santuario è tutto
immerso nel verde, nella quiete delle campagne.
Sei seduta sul trono che ti ha
preparato Gesù,
poiché tu avevi a lui
preparato una degna dimora sulla terra,
il tuo stesso corpo, il tuo
grembo purissimo, il tuo cuore immacolato.
E da questo trono regale, posto
davanti alla città di Tivoli,
hai sempre dispensato le
grazie necessarie alla buona salute
materiale e spirituale dei
tuoi figli.
Madonna di Quintiliolo, ogni
anno questa città ti acclama con fervore, con fede
e con amore, quando
all’inizio del mese di maggio lasci il tuo santuario e ti metti in cammino
per raggiungere le nostre
case, per accomodarti nella
cattedrale, come vuole l’antica tradizione conservata dal popolo tiburtino.
Tutto rifiorisce, o Maria, al
tuo dolce sorriso,
tutte
le tempeste si placano al tuo amore di madre,
tutto
si rinnova al tuo passaggio, tutte le paure svaniscono,
perché
ci porti la nostra pace, il Signore Gesù.
Resti
con noi per tre mesi fecondi di grazia.
E
quando torni alla tua piccola casa,
dal
tuo trono sempre clemente, continui a benedirci e ad attirarci a te.
Prendici in braccio, Madonna cara, come Gesù e troveremo il nostro dolce paradiso!
(Paolo Marguccio)
Una pia leggenda locale, vuole
che il quadro sia stato rinvenuto tra le rovine della villa di Quintilio Varo,
ove era stato nascosto per salvarlo dalle persecuzioni iconoclaste.
Si narra che un agricoltore
locale, identificato dalla tradizione con sant’Isidoro, arasse con i propri
buoi il terreno situato nei dintorni della chiesuola , quando le bestie ad un
tratto si fermarono e non andarono più avanti. Allora il santo nel vedere il
vomere incastrato con qualcosa sotto il terreno scavò e rinvenne l’immagine
della Madonna. Non appena il quadro fu tratto fuori dal terreno la leggenda
vuole che i buoi si inginocchiassero, in segno di venerazione e rispetto per la
vergine.
Si spiega così la devozione degli agricoltori locali, i Butteri, alla
Madonna di Quintiliolo.
L’icona attraverso i secoli ha
subito un progressivo deterioramento, lungo i margini, a causa dell’azione dei
tarli, per cui è impossibile identificarne la forma originaria. In un periodo
imprecisato un modesto restauratore provvide a spalmare della cera sulle parti
mancanti del dipinto e ad applicare lateralmente due pezzi di legno facendoli
combaciare con la tavola originaria alla quale diede la forma di un rettangolo.
Attualmente il quadro della
Madonna è costituita solo dalla parte di dipinto originale.
Per l'eventuale utilizzo dei testi e delle fotografie presenti in questo sito contattare l'autore all'indirizzo procav@jumpy.it