LA VITTORIA NELLA GRANDE GUERRA
Il 1918 è l'anno della Vittoria: l'esercito austroungarico perde l'appoggio delle divisioni tedesche dirottate sul fronte francese; durante i mesi di febbraio e marzo entra in crisi di vettovagliamento; l'industria bellica italiana, con 900.000 addetti, produce a pieno ritmo e la ricostituzione dell'esercito avviene più rapidamente del previsto.
L'Alto Comando italiano adotta finalmente alcuni accorgimenti per alzare il morale dei soldati: turni in trincea meno gravosi, licenze meno rare, trattamento più umano da parte degli ufficiali, posti di ristoro dietro le linee, distribuzione di giornali editi dalle armate.
Nel frattempo anche gli Stati Uniti sono entrati in guerra il 6 Aprile 1917 contro la Germania e il 7 Dicembre successivo contro l'Austria-Ungheria.
Dal 15 al 23 Giugno si combatte la Battaglia del Piave, o del Solstizio; lo schieramento è questo:
- 7^ Armata (dallo Stelvio al Garda): 4 Divisioni in linea, 2 di riserva
- 1^ Armata (dal Garda all'Astico): 8 Divisioni in linea, 1 di riserva
- 6^ Armata (dall'Astico al Brenta): 7 Divisioni in linea (2 britanniche, 1 francese), 3 di riserva (1 britannica, 1 francese)
- 4^ Armata (Monte Grappa): 8 Divisioni in linea, 2 di riserva
- 8^ Armata (Montello): 4 Divisioni in linea
- 3^ Armata (Basso Piave): 6 Divisioni in linea, 1 di riserva
- 9^ Armata (Riserva del Comando): 5 Divisioni, 1 di riserva (cecoslovacca)
Alle 56 divisioni alleate, con 5.104 pezzi d'artiglieria, gli austroungarici oppongono 59 divisioni (37 in linea e 22 di riserva), con 5.473 pezzi d'artiglieria; la battaglia ha inizio il 15 Giugno con l'attacco dell'ala sinistra dell'XI Armata austriaca contro il Grappa e della VI Armata austriaca contro il Montello; l'attacco, portato in tutto da 5 divisioni è dispersivo e non ottiene il successo sperato.
Il 24 Ottobre ha inizio l'offensiva finale italiana, con la "Battaglia di Vittorio Veneto"; l'8^ Armata italiana, con ben 14 divisioni e 2.708 pezzi d'artiglieria, funge da ariete ed è coadiuvata dalla neocostituita 10^ Armata su 4 divisioni (di cui 2 britanniche); per agevolare l'attacco la 4^ Armata deve attaccare per prima ed inizia così il suo calvario.
Il giorno 26 il Piave è in piena e continua a piovere, ma i genieri varano ugualmente i ponti di barche; l'azione simultanea del XVIII e dell'VIII Corpo d'Armata, appartenenti all'8^ Armata sfonda in profondità lo scheramento austriaco.
L'Alto Comando italiano lancia il Corpo di Cavalleria, con le sue 4 divisioni a cavallo, all'inseguimento del nemico.
Ricordiamo anche il II Corpo d'Armata, con la 3^ e l'8^ Divisione, che combatte sul fronte francese, il XVI Corpo d'Armata, con 13^, 36^ e 38^ Divisione di stanza in Albania e la 35^ Divisione rinforzata che si trova in Macedonia.
Alle 18,40 del 3 Novembre gli austroungarici firmano l'armistizio a Villa Giusti in Abano, sede dell'Alto Comando italiano, con il cessate il fuoco previsto per le ore 15.00 del giorno 4 (vedi "L'Esercito Italiano nel 1918"); in queste ore le truppe italiane entrano vittoriose a Trento e a Trieste: è l'ultimo atto del Risorgimento che completa l'unità nazionale.
L'ultima battaglia costa agli italiani 36.498 caduti, feriti e dispersi; sono catturati 24 generali, 10.634 ufficiali, 416.116 militari di truppa, 6.818 bocche da fuoco e interi depositi di armi e di materiali di ogni tipo austroungarici.
La Germania capitola l'11 Novembre, e il generale Ludendorff attesta: "...ancora una volta sul fronte italiano rintrona il colpo mortale!"
Il 4 Novembre 1918 l'esercito della più giovane e povera nazione europea tra quelle belligeranti riporta una grande vittoria; in 41 lunghi mesi deve però pagare il prezzo di 650.000 morti e 950.000 feriti e mutilati. Per quanto concerne il mantenimento delle promesse fatte da inglesi e francesi col Trattato di Londra ... beh, questa è un'altra storia. (E' la base per la nascita del Fascismo!)
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