XIX SECOLO
1801 Abukir (3^): gli inglesi del generale Abercromby, sbarcati in Egitto, infliggono una dura sconfitta alle truppe francesi di Friant.
1805 Ulma: il 6 ottobre la Grande Armèe di Napoleone raggiunge il Danubio, in Germania, e separa le truppe del generale austriaco Mack da quelle del generale Kienmayer; 150.000 francesi avvolgono il nemico che si ritira dentro Ulma; il 20 ottobre 27.000 austriaci si arrendono e consegnano 60 cannoni.
1805 Trafalgar: la flotta britannica di Nelson blocca quella francese di Villeneuve e quella spagnola di Gravina, alleate, nella base di Cadice; il 21 ottobre la forza navale alleata lascia la base diretta in Mediterraneo, inseguita dalle navi britanniche; gli inglesi hanno 27 vascelli e 6 fregate con 2.164 cannoni contro 33 vascelli e 7 fregate franco-spagnole con 2.920 cannoni; l'ammiraglio Villeneuve e il suo stato maggiore sono catturati, l'ammiraglio Gravina, ferito, morirà alcuni giorni dopo, i franco-spagnoli hanno una nave affondata e 17 catturate; gli inglesi subiscono la perdita del loro comandante, ammiraglio Nelson, e gravi danni alle loro navi.
1805 Durnstein: l'11 novembre la cavalleria francese di Gioacchino Murat si lancia su Vienna, lasciando isolato il Corpo del generale Mortier; 40.000 uomini del contingente russo attaccano i francesi di Mortier, che sono solo 5.000; il generale francese resiste fino all'arrivo dei soccorsi guidati dal generale Dupont e, insieme, respingono i russi in Moravia.
1805 Austerlitz: il 2 dicembre, nella Moravia cecoslovacca, si affrontano 75.000 francesi di Napoleone contro 86.000 austriaci di Francesco II e russi di Alessandro I; lo scontro, divenuto famoso come "Battaglia dei Tre Imperatori", vede i francesi isolare l'ala sinistra del nemico e distruggerne l'ala destra; solo il calare del buio impedisce ai francesi di inseguire il nemico in rotta.
1806 Jena: l'ultimo sovrano del Sacro Romano Impero, Francesco II d'Asburgo-Lorena, sotto l'egida di Napoleone trasforma il suo titolo in Francesco I imperatore d'Austria; ciò induce Federico Guglielmo II di Prussia a dar vita ad una quarta coalizione antifrancese (Prussia, Inghilterra, Svezia, Russia); il 14 ottobre la Grande Armèe, con 128.000 fanti, 28.000 cavalieri e 256 cannoni si schiera su tre colonne; l'esercito della Quarta Coalizione, guidato dal duca di Brunswick è più numeroso; Napoleone attacca il nemico al centro, sulla destra e sulla sinistra poi, al momento opportuno, lancia in campo la cavalleria di Murat e la Guardia Imperiale; le truppe nemiche, sconcertate, sono sbaragliate e abbandonano in disordine il campo di battaglia.
1807 Friedland: il 14 giugno Napoleone, con 70.000 uomini, infligge una sanguinosa sconfitta a 67.000 Russo-Prussiani del generale Benningsen nella Prussia Orientale.
1808 Bailèn: il 19 luglio 18.000 spagnoli sconfiggono l'armata napoleonica intervenuta in Spagna per sostenere l'insurrezione popolare fomentata dall'Inghilterra; l'errore dei francesi consiste nell'avanzare con 3 corpi separati.
1809 Wagram: nella notte sul 5 luglio, 150.000 francesi di Napoleone oltrepassano il Danubio e si scontrano con 160.000 austriaci a Nordest di Vienna; il mancato arrivo dei rinforzi e le condizioni delle truppe costringono l'arciduca austriaco Carlo a ordinare un ripiegamento verso Nord; i francesi, stremati, rinunciano ad inseguire i nemici.
1810 Almeida: tra luglio e agosto la fortezza di Almeida, protetta da 8.000 inglesi e 5.000 portoghesi, resiste per circa un mese agli assalti delle truppe del generale francese Ney, poi capitola.
1810 Lissa (1^): il 22 ottobre la divisione navale franco-italiana di Dubordieu sbarca truppe nell'isola dalmata, cattura diverse navi inglesi e ne brucia altre.
1811 Lissa (2^): il 13 marzo la divisione navale franco-italiana di Dubordieu, con 10 navi, torna lungo la costa dalmata per ripetere l'impresa dell'anno prima, ma viene attaccata dalla divisione navale inglese di Hoste e perde 4 navi.
1812 Borodino: il 7 settembre 120.000 soldati francesi della Grande Armèe napoleonica si scontrano con 130.000 russi sulla Moscova; ai francesi occorre tutta la giornata per avere ragione dei russi che difendono una serie di fortini atta a proteggere la strada per Mosca.
1812 Beresina: il 19 ottobre la Grande Armèe napoleonica in Russia riceve l'ordine di ritirarsi; i suoi resti vengono attaccati dal 26 novembre per tre giorni, mentre attraversano la Beresina; è una totale disfatta: la colonna lunga un chilometro e larga 400 metri viene ripetutamente fatta segno dai cannoni russi; Napoleone abbandona il campo e cerca di tornare a Parigi in carrozza lasciando in mano ai russi anche la sua corrispondenza personale.
1812 Detroit: i reparti americani del generale Hull, investiti da forze britanniche appoggiate da truppe indigene, sono costretti a trincerarsi nella città, poi a cedere le armi al generale inglese Brook il 17 agosto.
1813 Lutzen (2^): il 2 maggio Napoleone, con la Grande Armèe ricostituita dopo la campagna di Russia con 120.000 giovani leve, è deciso a ricacciare i russo-prussiani oltre l'Elba; il maresciallo prussiano Von Blucher, con 270.000 uomini, si scaglia sul Corpo del maresciallo Ney, cogliendolo di sorpresa; Napoleone, con la Guardia, contrattacca e mette in fuga il nemico, ma non l'insegue per mancanza di cavalleria.
1813 Lipsia: l'11 agosto Inghilterra, Austria, Prussia, Svezia e Russia formano la Sesta Coalizione; dal 16 al 19 ottobre, in Sassonia si svolge la battaglia detta anche dei Giganti o delle Nazioni; la Grande Armèe di Napoleone, con 130.000 uomini e 700 cannoni riceve una pesante sconfitta dalle forze della coalizione, che dispongono di 270.000 uomini, e si ritira oltre il Reno, segnando la fine del grande impero napoleonico.
1813 Hanau: dopo la sconfitta di Lipsia, Napoleone decide di asserragliarsi sul Reno, ma il 30 ottobre 50.000 austro-bavaresi gli tagliano la strada per la ritirata; l'imperatore con soli 17.000 superstiti di Lipsia (10.000 dei quali però sono della Guardia) batte il nemico e si apre la strada.
1814 Parigi (1^): 150.000 soldati austriaci, tedeschi e russi inseguono Napoleone in patria; nonostante la coraggiosa resistenza dei difensori, i generali Mortier e Marmont, con 26.000 soldati e 12.000 guardie nazionali, Parigi capitola il 29 marzo; due giorni dopo i vincitori entrano nella città ed il 2 aprile Napoleone viene dichiarato decaduto dal titolo di imperatore di Francia e lo inviano in esilio nell'isola d'Elba, con una scorta personale di 1.000 suoi soldati.
1815 Ligny: Napoleone, fuggito dall'isola d'Elba, riunisce 200.000 veterani della Grande Armèe contro 800.000 soldati della Settima Coalizione (Inghilterra, Austria, Prussia, Russia); egli progetta di battere il nemico separatamente e, il 16 giugno, assale i prussiani di Von Blucher in Belgio, mettendoli in fuga; l'abile manovra non impedisce però che i prussiani tornino, due giorni dopo, sul campo di battaglia di Waterloo.
1815 Waterloo: dopo aver battuto i prussiani a Ligny il 16 giugno, i francesi del maresciallo Groucy perdono contatto col nemico in ritirata; nel Belgio Meridionale, Napoleone, con 112.000 soldati, si trova di fronte Wellington, con 80.000 a Nord e Blucher, con 117.000 a Est; ; il 18 giugno Napoleone intende inserirsi tra Wellington e l'unica via da cui poteva giungere Blucher; i francesi, però, non riescono a sbaragliare gli inglesi prima dell'arrivo dei prussiani e sono costretti a ripiegare; l'imperatore è costretto ad impegnare la Vecchia Guardia che resiste epicamente in tre quadrati, ma poi è costretta a cedere; i prussiani inseguono i francesi in fuga e Napoleone torna a Parigi; dopo aver tentato invano di salpare per l'America, gli inglesi lo catturano e lo confinano a Sant'Elena, nell'Atlantico Meridionale.
1815 Algeria: forze navali statunitensi catturano le navi dei pirati algerini che terrorizzano il Mediterraneo.
1820 Palermo (2^): il 25 settembre la città insorge sotto la guida di Guglielmo Pepe e reclama una costituzione liberale; l'esercito e la flotta del re delle Due Sicilie, Ferdinando, agli ordini di Florestano Pepe (fratello di Guglielmo) intervengono per affrontare i rivoltosi, ma sono costretti a scendere a patti; il re concede la Costituzione, che in seguito viene revocata.
1821 Rieti: il 7 marzo i volontari di Guglielmo Pepe, usciti da Napoli dopo i moti liberali, sono assaliti e dispersi dalle superiori forze austriache del generale Frimont, accorse a sostenere i pontifici.
1823 Trocadero: il 31 agosto le truppe francesi del duca d'Angouleme, accorse in Spagna in difesa del re Ferdinando VII, investono la fortezza di Trocadero, nella baia di Cadice, occupata dai rivoluzionari liberali che tengono in ostaggio il re spagnolo; nell'attacco si distingue il principe Carlo Alberto di Savoia; Ferdinando VII viene liberato e ordina feroci rappresaglie: il colonnello Riego, uno dei capi storici rivoluzionari, viene fucilato.
1825 Sfacteria (2^): le forze turche del pascià egiziano Mohamed Alì, accorse a domare i moti indipendentistici greci, assediano il presidio dell'isola Ionica, 1.000 uomini con 15 cannoni al comando dell'ammiraglio Tamados; il 19 maggio viene sferrato l'assalto finale e l'isola è conquistata dai turchi; nel combattimento muore Santorre di Santarosa, duca di Savigliano, sostenitore dell'indipendenza greca.
1826 Missolungi: durante la Guerra d'Indipendenza greca, il 25 aprile, 4.000 insorti greci resistono all'assalto di 30.000 turchi nella cittadina del Golfo di Patrasso; i ribelli sopraffatti, pur di non arrendersi, appiccano il fuoco alle polveri e, nello scoppio, periscono insieme a 3.000 cittadini e molti turchi; 800 sopravvissuti diventano schiavi.
1827 Navarino: lo tzar russo Nicola II si dichiara protettore dei cristiani oppressi dai musulmani e si schiera con i greci, sperando di ottenere uno sbocco sul Mediterraneo; anche Francia e Gran Bretagna appoggiano, sia pure non apertamente, i patrioti greci dell'Impero Ottomano; il 20 ottobre nella baia di Navarino una squadra navale anglo-franco-russa, con 10 vascelli, 10 fregate e alcune navi minori, incrocia la flotta turco-egiziana, che dispone di 3 vascelli, 19 fregate e 43 unità minori; in una furiosa battaglia durata 5 ore la flotta turco-egiziana viene pressochè distrutta.
1830 Algeri (2^): Carlo X di Francia inizia la conquista dell'Africa Settentrionale; il 5 luglio la città assediata si arrende ai francesi.
1830 Bruxelles: il Congresso di Vienna del 1815 toglie il Belgio alla Francia e lo annette ai Paesi Bassi; quando nel luglio 1830 scoppia la rivoluzione in Francia, la città di Bruxelles insorge contro gli olandesi; 10.000 soldati olandesi non riescono a bloccare gli insorti e il 18 novembre viene proclamata l'indipendenza del Belgio.
1831 Rimini: il Governo Provvisorio delle Provincie Unite si trasferisce da Rimini ad Ancona, sotto la minaccia austriaca; il capo del governo provvisorio offre al generale Zucchi il comando degli insorti; la sera del 25 marzo le truppe di Zucchi, che proteggono la ritirata del governo, sono attaccate dalle avanguardie austriache del generale Geppert; il generale fa piazzare l'artiglieria in prima linea e martella gli austriaci; le forze italiane hanno così il tempo di ritirarsi in buon'ordine.
1831 Varsavia: il 7 novembre 1830 la Polonia insorge provocando l'intervento dei russi; dopo una violenta preparazione d'artiglieria 80.000 russi attaccano la guarnigione di Varsavia, formata da 28.000 regolari e 10.000 ausiliari; l'8 settembre 1831 i difensori sono costretti ad abbandonare la città e l'insurrezione è soffocata.
1836 Terapegui: dopo la morte di Ferdinando VII di Spagna, il fratello Carlos aspira al trono che va, invece, alla figlia di Ferdinando, Isabella II; l'esercito governativo, comandato dal generale Espartero, appoggiato dalla Legione Spagnola di stanza in Gran Bretagna, dalla Legione Straniera francese e da truppe portoghesi, ottiene una prima vittoria contro le milizie carliste, guidate dal generale Zumalacarregui.
1837 Huesca: i costituzionalisti spagnoli ottengono una seconda e decisiva vittoria e allontanano i Carlisti dal paese.
1838 Fiume di Sangue: i boeri olandesi si spostano dal capo meridionale dell'Africa verso Nord per sottrarsi al dominio britannico; un villaggio viene attaccato dagli zulù e 500 boeri sono massacrati; il 16 dicembre i boeri sgominano gli zulù uccidendone 3.000 e l'acqua del fiume Buffalo diventa rossa per alcuni giorni.
1843 Montevideo: il partito politico dei Blancos, allevatori, mercanti e clero, assedia gli oppositori Colorados a Montevideo, in Uruguay per otto anni; Giuseppe Garibaldi, in esilio, è uno dei difensori della città; l'intervento dell'Argentina costringe gli assedianti a desistere.
1844 San Giovanni in Fiore: il 16 giugno i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, ufficiali italiani della Marina Austriaca, partono da Corfù con 20 compagni e sbarcano in Calabria alla foce del Neto per soccorrere gli insorti calabresi, ma non trovano segni d'insurrezione popolare; i contadini di borgo San Giovanni, scambiandoli per la banda del brigante Meluso, li affrontano e chiamano le guardie borboniche; nello scontro muoiono due patrioti e gli altri vengono catturati; i fratelli Bandiera sono processati e condannati a morte insieme a 7 compagni, gli altri 11 ricevono pene minori.
1846 Cracovia: ispirati dalla Repubblica di Cracovia, istituita alla fine delle guerre napoleoniche da Austria, Prussia e Russia, i polacchi fomentano l'insurrezione della confinante Galizia, mirando all'autonomia dell'intera Polonia; i russi soffocano la rivolta occupando Cracovia che cessa di essere uno stato indipendente.
1848 Milano (1^): il 18 marzo il podestà guida l'assalto al palazzo del governo, i milanesi insorgono e le truppe austriache si barricano nel Castello; il 22, dopo le "Cinque Giornate", gli austriaci sgomberano la città e si ritirano nel Quadrilatero (Mantova, Peschiera, Verona, Legnago).
1848 Venezia: il 22 marzo i veneziani insorgono contro le truppe austriache; i patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo vengono liberati dalla prigionia e gli insorti proclamano l'annessione al Piemonte il 5 luglio; dopo la sconfitta piemontese di Custoza, Venezia proclama la Repubblica di San Marco e 5.000 patrioti difendono la città contro 30.000 austriaci; Guglielmo Pepe, alla guida dei volontari napoletani, giunge in soccorso dei veneziani; il 2 aprile 1949 l'Assemblea decreta la resistenza a oltranza della Repubblica; a fine mese giunge il maresciallo Radetzky con truppe di rinforzo e occupa Porto Marghera; a Venezia i viveri scarseggiano e si riscontrano casi di colera; Daniele Manin, investito di pieni poteri, il 24 agosto sottoscrive la resa della città.
1848 Goito (1^): dopo le "Cinque Giornate" in cui i milanesi cacciano gli austriaci, il Piemonte dichiara guerra all'Austria il 23 marzo; è la I Guerra d'Indipendenza italiana; l'8 maggio il I Corpo dell'Armata Sarda del re Carlo Alberto sconfigge gli austriaci a guardia del ponte di Goito sul Mincio.
1848 Monzambano: il 9 aprile gli austriaci distruggono il ponte sul Mincio e iniziano il tiro delle artiglierie; una compagnia di bersaglieri e 3 battaglioni di fanteria piemontesi, riattato il passaggio, costringono il generale nemico Strassoldo a ripiegare su Verona.
1848 Peschiera: il 13 aprile, il duca di Genova, con le Brigate "Piemonte" e "Pinerolo", assedia la fortezza, nella quale si trovano gli austriaci del generale Rath che, il 30 maggio, alzano bandiera bianca.
1848 Pastrengo: il 30 aprile, il II Corpo d'Armata piemontese del generale De Sonnaz, che sta avanzando in Veneto, sconfigge la divisione austriaca Wocher; lo squadrone carabinieri a cavallo del maggiore Sanfront carica il nemico.
1848 Curtatone e Montanara: il 29 maggio reparti regolari toscani e napoletani e volontari universitari di Firenze, Pisa e Siena, agli ordini del generale De Laugier affrontano le forze austriache del maresciallo Radetzky presso Mantova; sono costretti alla ritirata, ma il loro sacrificio ritarda la marcia degli austriaci che, in seguito, vengono sconfitti dai piemontesi.
1848 Goito (2^): grazie alla resistenza di Curtatone e Montanara e all'assedio della fortezza austriaca di Peschiera, Carlo Alberto raggiunge gli austriaci sul Mincio il 30 maggio e sfonda la loro ala sinistra; gli austriaci, anzichè eseguire l'ordine di ritirarsi, si danno alla fuga disordinatamente.
1848 Custoza (1^): il 23 luglio, presso Verona, 40.000 piemontesi guidati dal re Carlo Alberto e appoggiati da volontari di varie regioni italiane, si scontrano con 70.000 austriaci del maresciallo Radetzky; l'atteggiamento rinunciatario dei generali piemontesi consente agli austriaci una vittoria decisiva con la rioccupazione del Veneto.
1848 Milano (2^): il 4 agosto le truppe piemontesi di Carlo Alberto, dopo la sconfitta di Custoza, si ritirano a Milano; a ridosso dei bastioni cercano di bloccare tre colonne austriache, ma vengono sconfitti e devono ritirarsi oltre il Ticino.
1849 Roma (4^): il 9 febbraio è istituita la Repubblica Romana; ad aprile sbarcano a Civitavecchia 28.000 fanti, 3.200 cavalieri e 76 cannoni, inviati dalla Francia a protezione del papa Pio IX, fuggito a Gaeta; le milizie repubblicane guidate dal generale Roselli contano 20.000 fanti, 180 cavalieri e 108 cannoni e sono appoggiate da circa 5.000 garibaldini; fallite le trattative, il generale francese Oudinot attacca nel mese di giugno; il 26 giugno la posizione tenuta da Giacomo Medici diventa drammatica e il 29 Garibaldi non può arginare l'assalto nemico; il giorno 30 i francesi, che hanno ricevuto rinforzi, entrano in città; la breve vita della Repubblica Romana è finita, nello scontro muoiono Dandolo, Manara, Masina, Daverio, Paolini e viene ferito Bixio; Garibaldi, con alcune centinaia di Camicie Rosse, tenta di raggiungere Venezia e perde la moglie Anita, incinta, presso Comacchio.
1849 Novara (2^): il 23 marzo, il generale polacco Chzarnowsky concentra le truppe piemontesi presso Novara; quando il maresciallo austriaco Radetzky ordina l'attacco generale i piemontesi ripiegano in disordine entro le mura della città; gli austriaci, che hanno subito dure perdite, rinunciano all'inseguimento del nemico; i generali piemontesi Perrone e Passalacqua cadono in combattimento; il generale Ramorino, che contrariamente agli ordini abbandona Cava, viene fucilato nella Cittadella di Torino; il re Carlo Alberto abdica a favore del figlio Vittorio Emanuele II.
1849 Brescia: il 22 maggio la città insorge contro gli austriaci costringendoli a ritirarsi nel castello; i rinforzi imperiali giunti da Padova e da Mantova soffocano l'insurrezione il 2 aprile.
1854 Sebastopoli (1^): durante la Guerra di Crimea, nel mese di settembre, truppe inglesi e francesi assediano la città difesa dai russi; il 12 settembre dell'anno successivo la città viene occupata; è la prima guerra di posizione combattuta con concetti moderni.
1854 Balaklava: durante la Guerra di Crimea, il 25 ottobre, la Brigata di Cavalleria Leggera di lord Cardigan, incaricata di recuperare i cannoni presi dai russi ai turchi, per un'errata interpretazione dell'ordine si lancia in una carica frontale contro le linee russe; la brigata, con circa 600 tra cavalleggeri e lancieri, viene quasi completamente distrutta; anche i russi lasciano sul terreno circa 500 uomini.
1855 Cernaia: il 16 agosto un contingente piemontese di 17.000 uomini, al comando del generale Alfonso Ferrero della Marmora, giunge in Crimea in appoggio a francesi, inglesi e turchi che combattono i russi; le truppe piemontesi, che adottano una formazione moderna: 5 brigate miste (reggimento fanteria, battaglione bersaglieri, batteria artiglieria, compagnia genio), bloccano la sortita dei difensori russi di Sebastopoli sul fiume Cernaia; il generale Alessandro Ferrero della Marmora, fratello del comandante della spedizione e fondatore dei bersaglieri, muore di colera.
1857 Sapri: il 25 giugno Carlo Pisacane salpa da Genova con 22 compagni; a Ponza libera 323 detenuti, di cui solo 12 politici, che si uniscono ai rivoltosi; la sera del 28 sbarca a Sapri, nel Golfo di Salerno; Pisacane divide le forze in 3 compagnie: una al suo comando, una agli ordini di Giovanni Nicotera e la terza al comando di Falcone; intanto navi borboniche catturano la nave dei rivoltosi e mandano 4 compagnie al loro inseguimento; il 1° luglio, presso Padula, tre colonne borboniche accerchiano Pisacane e i suoi: solo in 60 riescono a fuggire; all'alba del 2, presso Sanza, i contadini del villaggio si gettano sui rivoltosi: Pisacane dà ordine di non reagire e si spara; solo l'arrivo di un distaccamento borbonico pone fine allo scempio dei cadaveri; si salva solo Nicotera, creduto morto, che viene condannato a morte, pena poi commutata in ergastolo, e che sarà liberato dai garibaldini 4 anni dopo.
1859 Montebello: durante la II Guerra d'Indipendenza italiana, il 20 maggio, la cavalleria piemontese di De Sonnaz e la cavalleria francese di Forey caricano il V Corpo austriaco di Stadion; malgrado la superiorità numerica di 3 a 1 gli austriaci sono respinti oltre il Po.
1859 San Fermo: il 27 maggio Garibaldi, con 3.500 Cacciatori delle Alpi, affronta presso Como 8.000 austriaci del generale Urban; lo slancio con cui i cacciatori attaccano di fronte e di fianco riesce a sopraffare i nemici; la stessa notte Garibaldi entra a Como e il generale austriaco si rifugia a Monza.
1859 Palestro: il 30 maggio la divisione piemontese del generale Cialdini, rinforzata da un reggimento di zuavi francesi, è condotta alla vittoria da Vittorio Emanuele II; il re sconfigge gli austriaci e, il giorno successivo, resiste all'urto di un intero corpo d'armata nemico; Vittorio Emanuele II viene acclamato dagli zuavi "caporale onorario" per l'ardimento dimostrato.
1859 Magenta: il 4 giugno prendono parte allo scontro: il Corpo francese di Mac Mahon, la Guardia francese di Regnaud, reparti del III e IV Corpo francesi e la 2^ Divisione piemontese di Fanti contro I, II, III e VII Corpo austriaco più la Divisione di Cavalleria Mensdorff; comandano gli opposti schieramenti Napoleone III e il maresciallo austriaco Gyulai; Mac Mahon e Fanti occupano Magenta e gli austriaci si ritirano nel quadrilatero; Napoleone III rinuncia ad inseguire il nemico preferendo recarsi a Milano a ricevere gli onori.
1859 San Martino: la mattina del 24 giugno, l'Armata Sarda di Vittorio Emanuele II e l'Armèe d'Italie di Napoleone III, con 118.600 fanti, 10.500 cavalieri e 300 cannoni, marciano contro gli austriaci; la 1^ e la 2^ Armata di Franz Joseph, con 120.000 fanti, 6.500 cavalieri e 411 cannoni, marciano contro i franco-piemontesi a Ovest del Mincio; avviene la classica battaglia d'incontro: si ha un primo scontro tra Solferino e Castiglione e un secondo tra San Martino e Madonna della Scoperta; nel pomeriggio i francesi conquistano Solferino ed i piemontesi occupano San Martino; a sera l'esercito austriaco è in rotta, ma le perdite sono ingenti per tutti.
1860 Calatafimi: il 15 maggio un migliaio di "camicie rosse", guidate da Garibaldi, sbarca a Marsala e raggiunge Calatafimi presidiata da 25.000 borbonici del generale Landi; l'avanguardia borbonica, 2.000 uomini comandati dal maggiore Sforza, si scontra coi garibaldini, ma viene sconfitta.
1860 Milazzo (3^): alle 7 del 20 luglio 4.500 volontari al comando del generale Garidaldi si scontrano con 4.600 borbonici del generale Bosco; nel pomeriggio i garibaldini pressano il nemico che indietreggia verso la cittadina; la corvetta Tukory, con a bordo un battaglione di volontari palermitani, cannoneggia i borbonici dal mare e, alle 17, i volontari penetrano nella cittadina e stringono d'assedio il nemico asserragliato nel castello; il 25 luglio le truppe borboniche abbandonano il castello e si imbarcano per Napoli.
1860 Napoli (1^): dopo aver occupato la Sicilia, i garibaldini attraversano lo Stretto di Messina; risalita vittoriosamente la Calabria, Garibaldi entra a Napoli il 7 settembre, accolto con manifestazioni di gioia dalla popolazione, ed il re Francesco II si rifugia nella fortezza di Gaeta.
1860 Castelfidardo: il 18 settembre le truppe dell'Armata Sarda, agli ordini del generale Cialdini, sbaragliano nella zona di Ancona le milizie pontificie del generale Lamorciere, formate da zuavi francesi e mercenari stranieri, e occupano Marche e Umbria.
1860 Volturno: usciti durante la notte dalla fortezza di Capua, 20.000 soldati borbonici affrontano altrettanti garibaldini il 1° ottobre presso il Volturno; i borbonici sembrano prevalere e Garibaldi è costretto a mandare in campo le sue riserve; in seguito Garibaldi ordina un contrattacco e mette in fuga gli avversari; l'arrivo da Napoli del 1° Reggimento Fanteria di linea e del I Battaglione Bersaglieri dell'esercito regolare taglia la ritirata ai borbonici che vengono catturati al completo; è la battaglia conclusiva della Spedizione dei Mille; il re di Napoli, Francesco II, lascia Gaeta e si rifugia a Roma presso il papa, da dove organizzerà la guerriglia (passata alla storia sotto il nome di "brigantaggio") per i 5 anni successivi, col proposito di riconquistare il suo regno.
1861 Bull Run (1^): durante la Guerra Civile americana, il 21 luglio presso il fiume della Virginia, 30.000 Confederati sconfiggono 35.000 Unionisti.
1861 Pontelandolfo e Casalduni: il 7 agosto a Pontelandolfo i filoborbonici proclamano un governo provvisorio; l'11 agosto 40 soldati e 4 carabinieri del nuovo Regno d'Italia, al comando del tenente Bracci, sono inviati a Casalduni per cacciare i "briganti", ma vengono uccisi; il 14 agosto, una colonna comandanta dal generale De Sonnaz composta dal 36° Reggimento Fanteria del colonnello Negri e dal XVIII Battaglione Bersaglieri del maggiore Melegari, per rappresaglia circonda i due paesi, brucia tutte le case e spara su centinaia di civili inermi.
1862 Aspromonte: il 29 agosto 5 battaglioni di fanteria e 2 di bersaglieri del neonato Esercito Italiano muovono per bloccare 500 volontari di Garibaldi sbarcati in Calabria; questo perchè la Francia ha annunciato che difenderà la Roma di Pio IX con la forza; Garibaldi, ferito al piede destro, ordina ai suoi di cessare il fuoco e si lascia condurre al Forte Varignano della Spezia in stato di arresto.
1862 Hampton Roads: durante la Guerra Civile Americana, la mattina dell'8 marzo la fregata corazzata sudista "Virginia" tenta di forzare il blocco navale imposto da 5 fregate nordiste; speronata la "Cumberland" e distrutta a cannonate la "Congress", la fregata sudista riesce a fuggire; il giorno dopo torna a cercare le superstisti 3 fregate nordiste, ma si trova di fronte la nave corazzata "Monitor" e inizia un lungo duello nel quale nessuno dei contendenti ha il sopravvento sull'altro.
1862 Pittsburg: il 6 aprile, nello stato nordista della Pennsylvania, le truppe sudiste del generale Johnston attaccano quelle nordiste del generale Grant; questi dispone di 45.500 soldati e 102 cannoni, Johnston di 45.000 soldati e 114 cannoni; i sudisti attaccano di sorpresa, ma la morte del loro generale e l'arrivo di rinforzi nordisti li induce a ripiegare.
1862 Bull Run (2^): il 26 agosto, 80.000 Sudisti comandati dal generale Lee sconfiggono 150.000 Nordisti del generale Pope.
1862 Fredericksburg: l'11 dicembre l'Armata Nordista del Potomac (50.000 effettivi e 100 cannoni) oltre a 30.000 uomini e 100 cannoni della guarnigione cittadina, affronta l'Armata Sudista della Virginia (75.000 effettivi e 250 cannoni); il generale nordista Burnside manda ripetutamente all'attacco i suoi soldati seguendo una tattica suicida, finchè i suoi aiutanti lo dissuadono; le perdite nordiste sono ingenti, quelle dei sudisti, guidati dal generale Lee, sono inferiori.
1863 Vicksburg: il 18 maggio il generale nordista Grant dirige l'offensiva sulla città del Mississippi; le truppe sudiste del generale Johnston si barricano nella città; gli assedianti sono circa 78.000 contro 32.000 della guarnigione assediata; il generale sudista Lee viene sconfitto il 3 luglio a Gettysburg e non riesce ad alleggerire la pressione su Vicksburg che capitola il 4 luglio.
1863 Chattanooga: il 23 novembre le truppe federali del generale Grant (72.000), sconfiggono i confederati del generale Bragg (51.000).
1864 Centralia: il 27 settembre una banda di confederati guidati da William Anderson ("Bloody Bill"), comprendente i fratelli Jesse e Frank James, compie un'incursione nella cittadina del Missouri, assalta una diligenza, rapina e incendia un treno unionista e annienta ben tre compagnie di soldati dell'Unione giunte sul posto.
1864 Richmond: dopo sette mesi di guerra di trincea le forze sudiste nella valle di Shenandoah sono annientate dai nordisti del generale Sheridan; il 25 marzo 1865 il comandante sudista Lee cattura Fort Stedman, a Sud dell'Appomattox, e tenta di aprirsi un varco nello schieramento nemico, ma viene respinto e deve sgomberare il forte; il 29 marzo le forze di Sheridan si congiungono a quelle di Grant: 115.000 unionisti affrontano 60.000 confederati presso Richmond in Virginia; l'ala destra del fronte sudista crolla e la guerra può considerarsi terminata.
1866 Custoza (2^): il 24 giugno, durante la III Guerra d'Indipendenza italiana, 5 divisioni su 12 dell'Armata del Mincio comandata dal La Marmora, si scontrano con gli austriaci; intanto l'Armata del Po, con 8 divisioni comandata dal Cialdini, sosta inerte a Sud del fiume; La Marmora ordina la ritirata prematuramente e abbandona il campo agli austriaci che pure hanno subito perdite decisamente superiori a quelle degli italiani; la battaglia viene ricordata come una sconfitta, anche se l'esito dello scontro è molto incerto.
1866 Bezzecca: tre colonne austriache convergono su Bezzecca, occupata dai Cacciatori delle Alpi di Garibaldi il 20 luglio; il generale, manovrando arditamente la sua artiglieria, mette in fuga gli astriaci il 21, anche se subisce perdite maggiori di quelle del nemico.
1866 Lissa (3^): il 16 luglio la flotta italiana con 31 navi, di cui 12 corazzate, al comando dell'ammiraglio Persano lascia Ancona; il 18 inizia a cannoneggiare i forti di Lissa; il 20 giunge la squadra navale austriaca dell'ammiraglio Tegetthoff con 27 navi, di cui 7 corazzate; la flotta italiana, in manovra per assumere la formazione da battaglia, viene investita da quella austriaca con formazione a cuneo e non riesce a sostenerne l'urto; prima di mezzogiorno lo scontro ha termine e nessuno dei contendenti pensa di riprenderlo: gli italiani perdono 2 corazzate e Persano finisce sotto processo.
1866 Sadowa: il 3 luglio, in Boemia, gli austriaci del generale Benedeck affrontano i prussiani del generale Von Moltke; l'esito della battaglia resta incerto fino all'ultimo, poi lo schieramento austriaco viene sconvolto e Benedeck ordina la ritirata.
1867 Villa Glori: 76 volontari garibaldini, guidati dai fratelli Enrico e Giovanni Cairoli, giungono a Roma per aiutare gli insorti, ma la ribellione popolare non scoppia e le truppe pontificie costringono i garibaldini a raccogliersi nel parco di Villa Glori, a Nord di Roma; il 23 ottobre una compagnia di zuavi francesi e una della Legione Straniera uccidono molti volontari e catturano i superstiti; Enrico Cairoli spira tra le braccia del fratello Giovanni, anch'egli ferito.
1867 Mentana: il 3 novembre, dopo il fallito tentativo dei fratelli Cairoli di sollevare Roma, Garibaldi attacca i mercenari pontifici del generale Kanzler, ma al sopraggiungere di 6.000 rinforzi francesi del generale De Failly sbarcati a Civitavecchia, deve cedere il campo; i garibaldini subiscono 150 morti, 240 feriti e oltre 900 prigionieri.
1867 Queretaro: nel 1864 il presidente messicano Juarez viene deposto dalla coalizione anglo-franco-spagnola e Napoleone III proclama l'arciduca Massimiliano d'Asburgo imperatore del Messico; gli Stati Uniti non vedono di buon'occhio la presenza francese in Messico e nel 1867 armano un esercito di repubblicani juaristi; il 6 marzo i ribelli marciano su Città del Messico e Napoleone III, per non compromettersi, ritira le truppe francesi; Massimiliano, rimasto con pochi soldati fedeli, si difende a Queretaro per 71 giorni e il 15 maggio si arrende; processato e condannato viene fucilato il 19 giugno, nonostante eminenti personalità, tra cui Garibaldi, intervengano a suo favore.
1870 Roma (5^): il IV Corpo d'Armata italiano, con 5 divisioni al comando del generale Cadorna per un totale di 60.000 uomini, assedia la città; i difensori sono 15.000 mercenari pontifici, fra i quali molti soldati francesi; la mattina del 20 settembre Cadorna ordina l'attacco dell'11^ Divisione sulla via Salaria e della 12^ Divisione sulla via Nomentana; l'artiglieria italiana apre una breccia di circa 30 metri presso Porta Pia entro la quale penetra il XII Battaglione Bersaglieri; il generale Kanzler, comandante dei mercenari, si arrende il mattino seguente; il 2 ottobre Roma viene proclamata capitale del Regno d'Italia al posto di Firenze; solo la "legge delle guarentigie" del 13 maggio 1871, però, regola i rapporti stra stato e chiesa e Vittorio Emanuele II entra nella nuova capitale il 2 luglio.
1870 Sedan: il 1° settembre la 3^ Armata del principe di Sassonia e la 4^ Armata del principe di Prussia, con 220.000 prussiani, obbligano l'armata del generale Mac Mahon, con 110.000 francesi, e l'imperatore Napoleone III a chiudersi nella città sulla Mosa; il giorno dopo le truppe francesi capitolano.
1870 Parigi (2^): i parigini proclamano la Terza Repubblica, ma 250.000 prussiani del principe Federico Carlo, guidati dal maresciallo Von Moltke, assediano la città il 17 settembre; il 28 gennaio la popolazione affamata (550.000 persone) chiede la resa.
1877 Plevna: la Russia invia 12.000 uomini, al comando del generale Krudener, in appoggio ai ribelli greci ribellatisi all'Impero Ottomano, contro il forte di Plevna; Osman pascià, con 20.000 turchi e 60 cannoni accorre per difendere la città; Krudener, ricevuti altri 35.000 uomini e appoggiato da olre 50.000 romeni, assedia la città difesa da 45.000 turchi; l'11 settembre l'attacco russo viene respinto, ma a dicembre Osman Pascià si arrende agli ormai 150.000 assedianti; la caduta di Plevna porta alla fine del conflitto.
1885 Khartoum: nel 1881 il Mahdi, appoggiato dai Dervisci, proclama la Guerra Santa contro il governo egiziano del Sudan; il governo britannico non vuole impegolarsi nell'impresa e invia, il 26 gennaio 1885, il generale Gordon a titolo privato a Khartoum; i Dervisci cingono d'assedio la città, mentre un convoglio inglese dal Cairo scende molto lentamente il Nilo; la resistenza è infranta, i musulmani irrompono nel palazzo del governo e uccidono Gordon pascià con un colpo di lancia; la sua testa sarà portata dal Mahdi.
1887 Dogali: il 26 gennaio in Eritrea, la colonna italiana del tenente colonnello De Cristoforis, circa 500 uomini, partita da Monkullo per portare rifornimenti al Forte di Saati, cade in un'imboscata tesa da 10.000 guerrieri abissini di ras Alùla; dopo 8 ore di strenua resistenza la colonna viene massacrata.
1894 Armenia (1^): gli armeni cercano di conquistare l'indipendenza dall'Impero Ottomano provocando disordini in diverse città; il sultano Abdul Hamid II ordina per rappresaglia di massacrare gli armeni; diverse nazioni intervengono e nel 1897 i massacri vengono temporaneamente sospesi; le vittime sono circa 250.000.
1896 Adua: il 1° marzo 16.700 italiani e coloniali erirei si spingono in territorio abissino; le 4 brigate che compongono il Corpo di Operazione, al comando del generale Baratieri, perdono contatto tra loro e vengono assalite una ad una da circa 115.000 guerrieri abissini del negus Menelik: è una disastrosa sconfitta.
1898 Santiago de Cuba: dopo la misteriosa esplosione della nave da guerra americana "Maine" nel porto di l'Havana, che costa la vita a 260 marinai e marines, gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Spagna il 25 aprile; la squadra navale spagnola (4 incrociatori corazzati e 2 cacciatorpediniere) viene bloccata nel porto di Santiago dalla forza navale americana dell'ammiraglio Sampson (4 corazzate, 2 incrociatori corazzati, 1 torpediniera e 2 panfili armati); la mattina del 3 luglio le navi spagnole, guidate dall'ammiraglio Cervera, tentano di lasciare il porto ma, sotto il fuoco delle più potenti navi statunitensi, sono tutte affondate.
1899 Pechino: la società segreta dei Boxer, sostenuta dall'imperatrice Tzu-sih dà il via ad una rivolta contro le missioni straniere e i cinesi filoccidentali; nel marzo 1900 la rivolta si estende alla zona di Tien Tsin; in giugno le legazioni straniere vengono assediate; in luglio Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Stati Uniti, Russia e Giappone inviano corpi di spedizione per un totale di 16.000 uomini; le forze internazionali occupano Tien Tsin e la Città Proibita di Pechino; l'imperatrice fugge nel Nord della Cina ed è costretta a firmare il Protocollo dei Boxer, col quale le nazioni straniere impongono dure sanzioni alla Cina.
1900 Paardeberg: il 17 febbraio il generale boero Cronje, con 4.000 uomini male armati, attende gli inglesi presso il fiume Modder, in Sudafrica; il maresciallo inglese Roberts, con molti più uomini e 50 cannoni, attacca e induce alla resa i boeri, ma perde 1.600 effettivi.
XX SECOLO
1904 Port Arthur: nella notte sul 9 febbraio le torpediniere giapponesi dell'ammiraglio Togo attaccano la flotta russa di Port Arthur danneggiando 3 corazzate; la 2^ e la 3^ Armata giapponesi sbarcano nella penisola di Liaotung e assediano la città; il 10 agosto le navi russe tentano una sortita, ma vengono danneggiate e costrette a rientrare; i russi si arrendono estenuati ai primi di gennaio del 1905.
1905 Tsushima: il 27 maggio la 2^ Squadra Navale russa dell'ammiraglio Rojestvensky (11 corazzate, 1 incrociatore corazzato, 10 incrociatori, 9 cacciatorpediniere), salpata dal Baltico e diretta a Vladivostok per liberare Port Arthur dai giapponesi, viene intercettata nello Stretto di Tsushima dalla flotta giapponese dell'ammiraglio Togo (4 corazzate, 8 incrociatori corazzati 16 incrociatori, 21 cacciatorpediniere, 57 torpediniere); i cannonieri giapponesi, meglio addestrati, risultano subito più efficaci; alla fine della battaglia i russi hanno visto affondare 7 corazzate e 5 cacciatorpediniere e catturare 4 corazzate e 1 cacciatorpediniere, mentre i giapponesi perdono solo 3 cacciatorpediniere.
1906-1909 Guerra del Maiale: la Serbia cerca di ridurre la dipendenza dall'Austria-Ungheria e acquista munizioni in Francia; l'Austria, per ripicca, non compra più carne di maiale serba; la Russia appoggia la Serbia e un conflitto tra russi e austro-ungarici è scongiurato solo dall'intervento della Germania; la Serbia però semina zizzania in Bosnia e in Erzegovina contribuendo allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
1909 Armenia (2^): nel mese di aprile circa 50.000 armeni vengono uccisi dai turchi in Cilicia; le potenze mondiali intervengono per mettere fine al massacro.
1911 Ciudad Juarez: durante la Guerra Civile Messicana, il 9 maggio, le forze rivoluzionarie contadine di Francisco "Pancho" Villa, in tre giorni di combattimenti contro le forze governative del dittatore Porfirio Diaz, occupano la città.
1911 Tripoli (1^): il 5 ottobre 1.700 fanti di marina italiani, agli ordini del capitano di vascello Cagni, sbarcano a Tripoli, dopo due giorni di cannoneggiamento dei forti turchi da parte della 2^ Squadra Navale italiana dell'ammiraglio Faravelli; l'11 ottobre giunge la 1^ Divisione del generale Pecori Giraldi, poi l'intero Corpo di Spedizione; il 23 ottobre i turchi contrattaccano, ma a dicembre ogni minaccia diretta contro il presidio viene eliminata.
1911 Derna: il 17 ottobre le truppe italiane sbarcano in Cirenaica e il giorno dopo occupano la città; nel febbraio-marzo 1912 i turchi contrattaccano, ma vengono respinti; il 16 maggio 1913 la guarnigione italiana di Derna attacca il campo nemico, ma viene sconfitta; nel mese successivo gli italiani piombano sul nemico ed eliminano definitivamente la minaccia che incombe su Derna.
1911 Bengasi: il 20 ottobre le forze italiane del generale Ameglio occupano il presidio di Bengasi; il 25 dicembre un corpo di spedizione arabo-turco tenta invano di riprendere la città.
1912 Adrianopoli (3^): il 25 ottobre, durante la Guerra Balcanica, i Serbo-Bulgari cingono d'assedio la città, presidiata dai Turchi, che capitolano il 26 marzo dell'anno successivo;
1912 Monastir: il 15 novembre l'armata serba del principe Alessandro prosegue l'offensiva verso Sud; i turchi di Zekki pascià, dopo tre giorni di resistenza e la perdita di 8 generali, volgono in fuga.
1912 Salonicco: il 9 novembre greci, serbi, bulgari e montenegrini accerchiano la città difesa dalla guarnigione turca di Hasan Pascià; i turchi chiedono la resa ai greci.
1914 Ardenne (1^): il 22 agosto, la 4^ e la 5^ armata tedesca attraversano la foresta delle Ardenne, in Francia, e prendono la strada per Verdun; la 3^ e la 4^ Armata francesi le colgono di sorpresa, ma l'esito della battaglia resta incerto.
1914 Charleroi: il 22 agosto la 5^ Armata francese, di soli 25.000 effettivi, subisce l'attacco della 2^ Armata tedesca, molto più forte, e viene sopraffatta.
1914 Tannenberg (2^): il 26 agosto, nella Prussia Orientale, l'8^ Armata germanica del generale Von Hindenburg accerchia la 1^ Armata russa del generale Rennenkampf e la 2^ del generale Samsonov; il 30 le forze russe si arrendono e Samsonov si suicida; i caduti russi sono 50.000, i prigionieri 92.000.
1914 Marna (1^): il 6 settembre la 6^ Armata francese, costituita di recente e posta agli ordini del generale Gallieni, attacca la 1^ Armata tedesca sul fianco; nel varco aperto tra 1^ e 2^ Armata tedesca penetrano la 5^ Armata francese e il Corpo di Spedizione britannico, prendendo il nemico alle spalle; intanto 3^ e 4^ Armata francesi arrestano l'avanzata di 3^, 4^ e 5^ Armata tedesche; il 9 settembre il Comando Supremo germanico ordina una ritirata generale sul fiume Aisne.
1914 Laghi Masuri: il 7 settembre, l'8^ Armata tedesca del generale Von Hindenburg sconfigge la 1^ Armata russa, poi la insegue fino al giorno 14; i russi perdono 70.000 uomini, 45.000 prigionieri e molto materiale bellico.
1914 Aisne (1^): tra il 13 e il 22 settembre la 6^ Armata francese e il Corpo di Spedizione Britannico attaccano la 1^, la 7^ e la 2^ Armata tedesche sul fiume francese, ma senza ottenere un successo dominante; anche il contrattacco tedesco non ha successo.
1914 Ypres (1^): il 18 ottobre i tedeschi occupano la posizione strategica; il 2 novembre i francesi contrattaccano e formano un saliente in territorio tedesco; il 22 aprile 1915 i tedeschi usano, per la prima volta nella storia, il gas asfissiante (chiamato in seguito "yprite") contro le linee francesi.
1914 Kolubara: il 22 novembre due armate austro-ungariche attaccano le forze serbe costringendole a ritirarsi dietro il fiume serbo; il 2 dicembre occupano Belgrado, ma una controffensiva serba riconquista la capitale il 9.
1914 Falkland (1^): l'8 dicembre la squadra navale tedesca dell'ammiraglio Von Spee viene affondata dalle navi britanniche dell'ammiraglio Sturdee presso le isole Falkland, nell'Atlantico Meridionale.
1914 Przemysl (1^): la piazzaforte sul confine polacco-ukraino tenuta dagli austro-ungarici viene assediata in settembre dalla 2^ Armata russa; la controffensiva per liberare la fortezza è vana ed i 120.000 difensori capitolano il 22 marzo 1915.
1915 Suez (1^): il 2 febbraio le truppe turche di Kemal pascià attaccano il Canale da tre diverse direzioni; il presidio britannico del generale Maxwell reagisce e mette in fuga i turchi; il 4 agosto truppe turco-tedesche, al comando del generale Bey, effettuano un altro attacco, nuovamente respinto dagli inglesi; nel 1916 gli inglesi iniziano l'avanzata in Palestina; si mette in luce il colonnello Lawrence (in seguito detto "d'Arabia") che guida bande di guerriglieri arabi contro i turchi.
1915 Armenia (3^): il 20 aprile i rivoluzionari armeni assediano la fortezza turca di Van; riconquistata la fortezza nel mese di agosto il governo turco ordina il massacro di tutto il popolo armeno; circa 1.000.000 vengono uccisi subito, altri 600.000 muoiono di stenti mentre fuggono nei deserti della Siria e dell'Irak; nel 1940 Hitler dirà: "Oggi più nessuno ricorda il massacro degli Armeni, tra qualche decennio nessuno ricorderà lo sterminio degli Ebrei."; l'attuale governo turco nega spudoratamente che il massacro sia realmente avvenuto.
1915 Dardanelli (3^): Francesi e Inglesi con 19 corazzate, 2 incrociatori corazzati e 11 incrociatori leggeri, più numerose navi minori, al comando dell'ammiraglio Carden cannoneggiano i forti turchi per 20 giorni; il 25 aprile 400.000 inglesi e australiani e 80.000 francesi sbarcano a Gallipoli, ma sono costretti a rimanere sulla spiaggia dal fuoco turco; solo il 9 gennaio 1916 arriva l'ordine di ritirarsi, posticipato per salvaguardare il prestigio a scapito dell'elevatissimo numero di caduti e feriti (oltre 150.000).
1915 Przemysl (2^): la sera del 30 maggio 11^ Armata tedesca attacca la fortezza, tenacemente difesa dalla 3^ Armata russa; il 4 giugno agli attaccanti si unisce la 3^ Armata austro-ungarica ed i russi evacuano il presidio.
1915 Isonzo (1^): il 24 maggio l'Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria; gli austriaci sono costretti a dirottare sul nuovo fronte italiano parte delle truppe impegnate in Francia e in Russia; l'Esercito Italiano, privo di grandi mezzi offensivi, si adatta ad una guerra di logoramento in trincea; nella Prima Battaglia dell'Isonzo (23 giugno-7 luglio) gli italiani portano l'offensiva contro le teste di ponte nemiche di Tolmino e Gorizia e nel saliente del Carso.
1915 Asiago (1^): offensiva italiana per impossessarsi di una serie di forti austriaci; gli sforzi della 34^ Divisione italiana protrattisi da giugno a dicembre però falliscono.
1915 Isonzo (2^): nella Seconda Battaglia (18 luglio-3 agosto) le truppe italiane conquistano Monte Rosso al prezzo di oltre 6.000 morti e 30.000 feriti.
1915 Isonzo (3^): Terza Battaglia (18 ottobre-4 novembre): l'obiettivo è Gorizia, ma l'assalto italiano produce solo lievi progressi; circa 10.500 morti e 44.500 feriti rappresentano il prezzo pagato.
1915 Isonzo (4^): nella Quarta Battaglia (10 novembre-2 dicembre) lo sforzo italiano è esercitato tra Gorizia e il Carso Settentrionale, ma l'esito è negativo; le perdite ammontano a 7.500 morti e 34.000 feriti circa.
1916 Isonzo (5^): tra il 14 e il 24 gennaio gli austriaci occupano una linea avanzata sul fronte italiano; ha luogo la Quinta Battaglia (11-19 marzo) con obiettivo Oslavia, motivata dall'obbligo di alleggerire la pressione austriaca sui fronti alleati; le perdite italiane non superano i 2.000 morti.
1916 Verdun (2^): il 21 febbraio le armate tedesche attaccano la città fortificata francese difesa dalla 2^ Armata del generale Nivelle; il 1° luglio la tenace resistenza fa desistere il nemico dai suoi propositi; il 24 ottobre i francesi iniziano la controffensiva che si arresta il 18 dicembre, ma viene ripresa nell'agosto 1917; i francesi perdono complessivamente 442.000 uomini, i tedeschi 278.000.
1916 Dublino: il 24 aprile l'I.R.A. (Irish Republican Army) organizza contro la Gran Bretagna una rivolta che, per mancanza di coordinazione, resta limitata alla sola capitale; gli irlandesi autoproclamano la repubblica e chiedono l'appoggio della Germania, in guerra contro la Gran Bretagna; gli inglesi, anche se colti di sorpresa, domano la rivolta in una settimana e giustiziano i capi dell'I.R.A.; nel 1919 gli irlandesi proclamano un governo autonomo, non riconosciuto dalla Gran Bretagna, la quale però concede un parlamento irlandese autonomo; il paese viene diviso: 6 contee danno vita all'Irlanda del Nord, che fa parte del Regno Unito, le altre 26 contee formano l'E.I.R.E., stato libero all'interno del Commonwealth; lo stato di guerriglia tra irlandesi cattolici e inglesi protestanti, però, dura ancora oggi.
1916 Asiago (2^): il 20 maggio il III Corpo austriaco tenta un'offensiva nel Trentino, chiamata Strafexpedition ("Spedizione Punitiva"), ma la 1^ Armata italiana del generale Pecori Giraldi ricaccia il nemico sulle proprie posizioni entro il 24 giugno.
1916 Jutland: il 31 maggio l'ammiraglio inglese Beatty incrocia, senza aspettarselo, la squadra navale tedesca dell'ammiraglio Hipper che precede la flotta dell'ammiraglio Scheer, nello stretto dello Skagerrak; 150 navi britanniche affrontano 111 navi tedesche in quello che appare un duello all'ultimo sangue; gli inglesi subiscono gravi perdite, ma l'arrivo della flotta britannica dell'ammiraglio Jellicoe ribalta la situazione; ora tocca ai tedeschi, accerchiati, ritirarsi dietro un proprio campo minato; le perdite sono ingenti da ambo le parti.
1916 Somme (1^): nel mese di luglio la 6^ Armata francese e la 4^ Armata britannica mettono in atto un piano di sfondamento delle linee tedesche lungo 70 chilometri di fronte; a metà novembre le truppe sono esauste e l'avanzata si arresta; la Prima Battaglia della Somme porta ad un guadagno di soli 12 chilometri di terreno nemico, a fronte di ben 500.000 perdite franco-inglesi e 340.000 tedesche!
1916 Isonzo (6^): Sesta Battaglia dell'Isonzo, o Battaglia di Gorizia (6-16 agosto): il 6 agosto il contrattacco italiano travolge le difese austriache dei Monti Sabotino e San Michele; dopo un attacco diversivo su Monfalcone, nel quale cade in combattimento Enrico Toti, le truppe italiane conquistano Gorizia, l'8 agosto un gruppo di arditi innalza il Tricolore sulla stazione ferroviaria e occupa l'intera città il 14; le perdite sono ingenti: 6.300 morti, 33.000 feriti e oltre 12.000 dispersi.
1916 Isonzo (7^): la Settima Battaglia (14-17 settembre) è la prima di tre spallate italiane dal Vipacco al mare; non si ottengono risultati soddisfacenti, ma si contano 2.500 morti, 15.750 feriti e oltre 3.000 dispersi.
1916 Isonzo (8^): Ottava Battaglia (10-12 ottobre): è la seconda spallata italiana effettuata nella pianura di Gorizia e costringe gli austriaci a ripiegare sulla seconda linea; le perdite sono di circa 3.000 morti, 15.000 feriti e 6.000 dispersi.
1916 Isonzo (9^): Nona Battaglia (1-4 novembre): terza spallata delle truppe italiane che ottiene maggiori risultati delle precedenti; l'esercito è alle porte di Castagnevizza, ma le perdite ammontano a circa 5.000 morti, 20.000 feriti e oltre 9.000 dispersi.
1917 Aisne (2^): i francesi sferrano una formidabile offensiva dal 16 aprile al 5 maggio, ma le armate tedesche resistono; l'alto numero di perdite causa ammutinamenti; il promotore dell'attacco, generale Nivelle, è sostituito da Petain.
1917 Isonzo (10^): Decima Battaglia (12-28 maggio): l'offensiva italiana ha lo scopo di costituire una testa di ponte oltre il Medio Isonzo, per preparare successive avanzate; i morti sono 13.500, i feriti 74.000, i dispersi 24.500.
1917 Ypres (2^): il 31 luglio le truppe britanniche del generale Haig, aiutate da Francesi e Belgi, attaccano la 4^ Armata tedesca; il 10 novembre i tedeschi sono respinti sulle posizioni antecedenti al 1914.
1917 Isonzo (11^): nell'Undicesima Battaglia, o Battaglia della Bainsizza, il 19 agosto gli italiani costruiscono ponti sull'Isonzo a avanzano verso l'altopiano; l'ala sinistra (XXVII Corpo d' Armata) viene fermata dagli austriaci, ma il centro (XXIV Corpo d'Armata) e l'ala destra (II Corpo d'Armata) il 12 settembre occupano tutto l'altopiano.
1917 San Pietroburgo: il 24 ottobre 1917 reparti della Guardia Rossa, soldati della guarnigione di San Pietroburgo e marinai della flotta russa del Baltico, sotto la guida di Trotskij, assaltano il Palazzo d'Inverno dello tzar Nicola II; l'edificio è difeso da un battaglione di allievi ufficiali dell'esercito imperiale e da un battaglione femminile; i morti sono solo 15 e l'episodio diventa simbolo della rivoluzione bolscevica; la città assume il nome di Pietrograd.
1917 Isonzo (12^): la Dodicesima Battaglia dell'Isonzo è l'ultima in questo settore; il 27 ottobre un imponente concentramento di forze scelte austro-tedesche, favorito anche dal crollo delle truppe russe, rompe il fronte italiano nel settore più debole, quello del XXVII Corpo d'Armata comandato dal generale Badoglio (che non è presente al suo posto di comando!) a Caporetto in Friuli; profughi civili fuggono nella pianura padana, la nazione viene investita da un'ondata di panico, ma la resistenza delle truppe italiane sulla linea Monte Grappa-Montello-Piave è tenace; l'onta della disfatta ricade invece sul capo di stato maggiore, generale Cadorna, responsabile di troppe perdite subite dai soldati, che viene sostituito dal generale Diaz.
1917 Asiago (3^): il 1° novembre, in conseguenza della ritirata di Caporetto, gli austriaci lanciano un'offensiva anche in Trentino; nonostante la resistenza di XX, XXII e XXVI Corpo d'Armata e del Comando Truppe Altipiani Italiani viene perduta tutta una serie di cime il 7 dicembre.
1917 Monte Grappa (1^): dopo la disfatta di Caporetto le Prealpi Venete formano la linea difensiva italiana; il 10 novembre la 4^ Armata del generale Di Robilant viene spinta indietro da 9 divisioni austriache e tedesche del generale Krauss poi, attestatasi sulle nuove posizioni, resiste a violenti assalti fino al 21 dicembre.
1917 Piave (1^): il 12 novembre la 44^ Divisione austriaca oltrepassa la linea difensiva del Piave, creando una piccola testa di ponte presso Zenson; al di là di piccoli successi locali la progressione austriaca a occidente del Piave, il 31 dicembre è nulla; le operazioni italiane sono note come "Battaglia di arresto".
1917 Gerusalemme (4^): l'8 dicembre il generale Allemby, al comando delle truppe alleate inglesi, francesi e italiane, espugna la città sottraendola ai turchi; gli ottomani, già cacciati dall'Egitto, vengono allontanati anche dalla Palestina.
1917 Cuba: il presidente conservatore viene rieletto vincendo sull'avversario liberale, ma i voti risultano maggiori dei votanti; i liberali iniziano una rivolta; un contingente di marines statunitensi sbarca a Cuba; il governo cubano ristabilisce l'ordine e dichiara guerra alla Germania; gli U.S.A. mantengono una presenza nell'isola fino al 1923.
1918 Buccari: l'11 febbraio 3 M.A.S. al comando di Costanzo Ciano forzano il porto austriaco, affondano un mercantile nemico e lasciano messaggi derisori, scritti dal poeta Gabriele D'Annunzio.
1918 Somme (2^): il 24 marzo i tedeschi attaccano: tre armate agli ordini del principe di Baviera avanzano per 80 chilometri in territorio francese travolgendo la 3^ e la 5^ Armata britannica; l'arrivo della 1^ e della 3^ Armata francesi arresta l'offensiva tedesca nella Seconda Battaglia della Somme.
1918 Aisne (3^): dal 27 maggio al 6 giugno le armate tedesche arrivano fino alla Marna, poi l'offensiva si esaurisce.
1918 Monte Grappa (2^): il 15 giugno la 4^ Armata italiana del generale Giardino contrattacca e, in tre giorni, recupera le posizioni perdute l'anno prima.
1918 Piave (2^): la Seconda Battaglia del Piave vede l'esercito italiano, con 35 divisioni, reggere bene l'offensiva austriaca portata da 60 divisioni dal 15 giugno al 5 luglio, e poi passare al contrattacco; le perdite ammontano a circa 90.000 morti.
1918 Marna (2^): il 15 luglio la 1^ e la 3^ Armata tedesche iniziano l'offensiva a Est e Ovest di Reims; la 7^ Armata tedesca avanza per 24 chilometri respingendo la 6^ Armata francese; la 10^ Armata francese attacca senza preparazione d'artiglieria e coglie di sorpresa la 9^ Armata tedesca, costringendola ad un profondo arretramento; la 6^ Armata francese contrattacca la 7^ tedesca e il Comando Supremo germanico è costretto a ordinare la ritirata.
1918 Monte Grappa (3^): la 4^ Armata italiana muove all'offensiva il 24 ottobre; il 31 ottobre libera Feltre; l'avanzata in Cadore si conclude con l'armistizio del 4 novembre.
1918 Vittorio Veneto: il generale Diaz decide di lanciare l'offensiva finale contro gli austro-ungarici; il 24 ottobre la 4^ Armata italiana attacca sul Grappa per attirare su di sè la reazione nemica mentre la 12^, l'8^ e la 10^ Armata italiane oltrepassano il Piave; il 30 ottobre l'occupazione di Vittorio Veneto spezza in due tronconi le forze austriache; il 31 ottobre crolla la difesa austriaca del Grappa e la 6^ Armata avanza in Trentino; l'8^, la 10^ e la 3^ Armata italiane avanzano rapidamente verso Est, precedute dal Corpo di Cavalleria che insegue il nemico in fuga; il 3 novembre le truppe italiane entrano a Trento e a Udine, mentre Trieste viene occupata da navi da guerra della Marina; la carica del reggimento "Cavalleggeri di Aquila", il 4 novembre, conclude la Battaglia di Vittorio Veneto costata all'Italia 37.000 morti; lo stesso giorno viene firmato l'armistizio e sono catturati 300.000 prigionieri e 5.000 cannoni.
1919 Scapa Flow (1^): alla fine della Prima Guerra Mondiale la Flotta d'Alto Mare tedesca di Von Reuter (11 corazzate, 5 incrociatori da battaglia, 8 incrociatori leggeri, 48 cacciatorpediniere) viene internata a Scapa Flow; il 21 giugno le navi si autoaffondano.
1919 Fiume: nel novembre 1918 gli abitanti di Fiume, città dalmata, chiedono l'annessione all'Italia; il presidente del consiglio Orlando si mostra indifferente, l'opinione pubblica italiana invece si entusiasma e D'Annunzio sfrutta la situazione occupando la città il 12 settembre 1919 con la Marcia di Ronchi 8che diventerà Ronchi dei Legionari); respinte le intimidazioni di Roma, il poeta proclama lo Stato indipendente di Fiume, spalleggiato dalle sue Camicie Nere; il 25 dicembre 1920 (il "Natale di Sangue") la città viene bombardata per ordine del nuovo presidente del consiglio Giolitti; nel 1922, grazie all'avvento del fascismo, Fiume è annessa all'Italia.
1922 Marcia su Roma: il 28 ottobre 25.000 camicie nere, guidate dai Quadrumviri Balbo, Bianchi, De Bono e De Vecchi, partono da Perugia e giungono a Roma; il presidente del consiglio Facta dichiara lo stato di assedio, ma re Vittorio Emanuele III rifiuta di firmare il decreto e Facta si dimette; Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista, giunge a Roma in treno da Milano il giorno dopo e viene acclamato vincitore dalle sue camicie nere che nei giorni successivi aumentano notevolmente di numero.
1922 Azizia: il 30 aprile circa 5.000 ribelli libici si radunano ad Azizia e assediano le truppe italiane a Tripoli; il generale Graziani organizza due colonne, attacca e sconfigge i libici costringendoli alla ritirata.
1922 Afium Kara Hissar: durante la Guerra Greco-Turca, l'esercito greco forte di 180.000 uomini viene sconfitto da 120.000 Turchi in un combattimento che ha inizio il 26 agosto e termina il 20 settembre.
1923 Putsh della birreria: l'8 novembre i nazisti di Adolf Hitler tentano di rovesciare il governo repubblicano tedesco, ma il loro tentativo fallisce.
1928 Sceneiscen: il 30 giugno le truppe italiane del generale Mezzetti compiono un'operazione di polizia a vasto raggio nel gebel cirenaico contro i guerriglieri di Omar el Muchtar; i ribelli, dopo un accanito combattimento, vengono dispersi.
1930 Taizerbo: il 31 luglio i ribelli libici della Cirenaica si raccolgono presso l'oasi di Cufra, sotto la guida di Omar el Muchtar; due colonne italiane convergono sull'oasi; una, al comando del generale Ronchetti, con 1.500 uomini, l'altra, agli ordini del maggiore Torelli, con 400 uomini e una squadriglia aeroplani; 4 velivoli, guidati dal tenente colonnello Lordi, bombardano i ribelli annientandoli completamente.
1931 Goaxing: l'armata comunista di Mao Ze-dong si scontra, unica volta in campo aperto, con l'armata nazionalista del generale Chang Kai-shek; sconfitta, si ritira a Sud nel Kiang-si e inizia la "lunga marcia": 200.000 uomini e donne percorrono 5.000 chilometri in 368 giorni, valicano 18 catene montuose, superano 24 corsi d'acqua e attraversano 62 villaggi scontrandosi spesso con le truppe provinciali; i superstiti sono 100.000, 50.000 dei quali si sono aggregati durante il cammino, e fondano, nel 1935, la Repubblica dello Yenan nella regione Shensi.
1934 Ual Ual: la località eritrea al confine con l'Etiopia, ricca di pozzi d'acqua, è in possesso degli italiani dal 1930; la presidiano i dubat (turbanti bianchi) somali al comando del capitano Cimmaruta; il 5 dicembre truppe etiopiche, agli ordini del fitaurari Shifferà, arrivano e chiedono di occupare i pozzi d'acqua; invano il capitano italiano cerca di risolvere la questione pacificamente; gli abissini attaccano e, malgrado l'accanita resistenza dei dubat, occupano Ual Ual; la provocazione dà il via alla Guerra Italo-Etiopica.
1936 Tembien (1^): il 20 gennaio il Corpo d'Armata Eritreo del generale Pirzio Biroli (1^ e 2^ Divisione Eritrea, 2^ Divisione Camicie Nere "28 Ottobre") attacca l'armata abissina di ras Cassa nella regione montuosa dell'Etiopia Settentrionale; il corpo d'armata viene messo in difficoltà dal contrattacco di una massa di guerrieri abissini, ma le perdite subite fanno interrompere l'azione degli etiopi; il comandante in Africa Orientale, maresciallo Badoglio, già pensa a una ritirata verso la costa quando la tenace resistenza delle Camice Nere della "28 Ottobre" scongiura ogni pericolo.
1936 Tembien (2^): il 27 febbraio il Corpo d'Armata Eritreo del generale Pirzio Biroli muove verso Sud, mentre il III Corpo d'Armata del generale Bastico muove verso Nord con l'intento di accerchiare le armate abissine di ras Cassa e di ras Sejum; il 29 febbraio gli etiopi vengono accerchiati e, lasciati numerosi morti sul campo, i pochi superstiti fuggono verso il fiume Tacazzè.
1936 Addis Abeba: il 5 maggio la colonna motorizzata di Starace entra nella capitale etiopica.
1936 Alcazar di Toledo: il 20 luglio 1.369 nazionalisti spagnoli (ufficiali e cadetti della scuola militare e guardie civili), 560 donne e 50 bambini si asserragliano nell'Alcazar; il colonnello Moscardò rifiuta di arrendersi alle milizie repubblicane; una colonna di soccorso, agli ordini del colonnello Yague sostiene un duro scontro con i repubblicani il 26 settembre ed il 28 libera gli assediati.
1937 Malaga: il 5 febbraio tre colonne del Corpo Truppe Volontarie italiano, agli ordini del generale Roatta, attaccano di sorpresa le truppe governative sulla Sierra Nevada impadronendosi della cresta; l'8 febbraio entrano a Malaga e il 10 tutta la provincia spagnola è occupata.
1937 Bilbao: il 31 marzo la capitale dei Paesi Baschi è difesa da 62 battaglioni repubblicani; il loro schieramento viene rotto da 6 brigate nazionaliste, dalla divisione italiana "Frecce Nere" e dal raggruppamento italiano "23 Marzo"; l'appoggio aereo tedesco si rivela prezioso per la caduta della città che avviene il 19 giugno.
1938 Ebro: il 25 luglio le truppe repubblicane del generale Miaja, appoggiate da 60.000 volontari internazionali, attaccano il fronte nazionalista, superando il fiume per 15 chilometri; il generale Franco, distolte truppe da altri fronti, riesce a ricacciare i repubblicani oltre il fiume.
1939 Durazzo: il 7 aprile un Corpo di Spedizione italiano, agli ordini del generale Guzzoni, sbarca in Albania su 4 colonne, di cui la principale è diretta a Durazzo; superata una debole resistenza albanese, l'intero paese viene occupato in tre giorni.
1939 Polonia: il 1° settembre 2 gruppi d'armate hitleriane attaccano la Polonia, difesa da 6 armate polacche; il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania, ma di fatto si limitano a presidiare le frontiere: inizia la Seconda Guerra Mondiale! Il 17 settembre l'U.R.S.S. invade la Polonia da Est ed i polacchi si arrendono a Varsavia il 27 settembre.
1939 Scapa Flow (2^): il 14 ottobre il sommergibile tedesco "U-Boot 47", al comando di Gunter Prien, penetra nella base inglese e affonda la corazzata "Royal Oak", poi riesce a fuggire e a rientrare in Germania dove è accolto trionfalmente.
1939 Suomissalmi: il 31 dicembre truppe sovietiche attaccano per tagliare in due la Finlandia; l'8 gennaio 1940 gli sciatori finlandesi manovrano avvolgendo l'avversario e, spesso combattendo all'arma bianca, respingono i sovietici infliggendo loro gravi perdite; l'insuccesso induce il comando sovietico ad aumentare le forze d'invasione fino a 600.000 uomini, appoggiate da una potente aeronautica, contro i 300.000 finlandesi del maresciallo Mannerheim; il 12 marzo la Finlandia è costretta a trattare la resa e a cedere vasti territori all'U.R.S.S.
1940 Katyn: nel 1943 i tedeschi che avanzano verso Est scoprono, nella foresta polacca di Katyn, fosse comuni contenenti 14.500 cadaveri di militari polacchi. Nel 1939 l'U.R.S.S. alleata della Germania aveva invaso la Polonia da Est e catturato circa 15.000 tra ufficiali e soldati dell'esercito polacco; dapprima imprigionati, sono poi segnati sull'elenco dei dispersi e solo 448 di essi vengono rintracciati.
1940 Francia: dopo 7 mesi di temporeggiamento dalla dichiarazione di guerra, il 10 maggio 71 divisioni tedesche, di cui 10 corazzate, lanciano l'offensiva nelle Fiandre e nelle Ardenne contro 81 divisioni francesi e britanniche; il 10 giugno anche l'Italia attacca la Francia da Sud Est; il 14 giugno cade Parigi senza combattere; il 24 il governo francese chiede l'armistizio.
1940 Dunquerque: aggirata la linea Maginot, l'esercito tedesco, preceduto dalle formazioni corazzate, spinge il Corpo di Spedizione britannico del generale Gort verso la Manica; dal 23 maggio al 3 giugno 225.000 inglesi e francesi vengono evacuati in Gran Bretagna; l'operazione riesce in quanto Hitler ordina di non infierire sulle truppe inglesi perchè spera in un loro futuro appoggio nella guerra contro i bolscevichi sovietici.
1940 Inghilterra: l'8 agosto inizia la Battaglia d'Inghilterra: la Luftwaffe del maresciallo Goering martella la Gran Bretagna, difesa dalla Royal Air Force; i tedeschi operano massicci bombardamenti sulle città inglesi, mentre la R.A.F. mette in campo, senza riserve, tutte le squadriglie da caccia di cui dispone; alla fine di ottobre gli attacchi tedeschi vengono drasticamente ridotti a causa delle perdite elevate subite; il piano di Hitler di invadere l'Inghilterra, del quale il bombardamento aereo è la premessa, fallisce.
1940 Kalamas: alle ore 6 del 28 ottobre le truppe italiane in Albania (1 divisione corazzata, 3 di fanteria, 1 alpina e 1 di cavalleria), al comando dell'ambizioso generale Visconti Prasca, varcano il confine greco confidando in una sommossa popolare che però non avviene; il 1° novembre l'esercito greco (14 divisioni di fanteria e 1 di cavalleria), guidato dal generale Papagos inizia la controffensiva e blocca gli italiani sul fiume Kalamas, che corre parallelo al confine; a metà novembre le unità italiane hanno ripiegato nell'Albania Meridionale.
1940 Tepeleni: bloccata l'offensiva italiana nel mese di novembre, l'esercito greco punta sul porto albanese di Valona; gli italiani resistono a Tepeleni, perno della difesa, e il 9 marzo 1941 l'VIII Corpo d'Armata del generale Gambara contrattacca spingendo indietro i greci; in seguito vengono costituite la 9^ e l'11^ Armata italiane che, con l'appoggio delle divisioni corazzate tedesche provenienti dalla Jugoslavia, occupano l'intera Grecia il 23 aprile.
1940 Taranto (1^): nella notte sul 12 novembre 11 aerosiluranti e 9 cacciabombardieri britannici, decollati dalla portaerei "Illustrious" che naviga nel Canale d'Otranto, attaccano la flotta italiana nella sua base principale ; le corazzate "Littorio", "Duilio" e "Cavour" vengono seriamente danneggiate; intanto 3 incrociatori e 2 cacciatorpediniere britannici di scorta alla portarei, affondano 4 mercantili scarichi in rientro a Brindisi e danneggiano la torpediniera "Fabrizi"; gli inglesi perdono solamente 2 velivoli.
1940 Capo Teulada: il 27 novembre un convoglio di 3 piroscafi, scortato dalla squadra navale dell'ammiraglio Sommerville (1 corazzata, 1 portaerei, 4 incrociatori, 9 cacciatorpediniere e 4 dragamine), esce da Gibilterra per raggiungere Malta e Alessandria; la squadra navale italiana dell'ammiraglio Campioni (2 corazzate, 3 incrociatori pesanti, 2 incrociatori leggeri, 12 cacciatorpediniere e 4 torpediniere) esce da Napoli e Messina; giunte a contatto balistico le due formazioni si scambiano cannonate per una decina di minuti; sono danneggiati solo un incrociatore britannico e un cacciatorpediniere italiano, ma gli inglesi riescono a sviare le navi italiane dal loro convoglio; dopo la battaglia l'ammiraglio Sommerville finisce sotto inchiesta e l'ammiraglio Campioni viene sostituito dall'ammiraglio Iachino.
1940 Bardia (1^): il 15 dicembre, durante la prima offensiva britannica in Cirenaica, l'8^ Armata del generale Wavell circonda la piazzaforte italiana appoggiata dalla R.A.F. e dalla squadra navale di Alessandria; i 45.000 uomini del generale Bergonzoli capitolano il 5 gennaio dell'anno successivo.
1940 Tobruch: a fine dicembre le truppe britanniche investono la città difesa da 27.000 uomini del generale Pitassi Mannella; il 23 gennaio 1941 la guarnigione italiana, sottoposta a violenti bombardamenti aerei, si arrende; l'11 aprile 1941 le truppe italo-tedesche di Rommel accerchiano Tobruch, difesa dalla 9^ Divisione Fanteria australiana; solo nel giugno 1942 colonne motocorazzate riescono a penetrare nella città e catturano 25.000 prigionieri, tra cui 5 generali.
1941 Baia di Suda: nella notte sul 26 marzo 6 barchini esplosivi della Xª Flottiglia M.A.S., al comando del tenente di vascello Faggioni, penetrano nella base navale inglese, affondano 1 incrociatore pesante e 2 grossi mercantili, e danneggiano 1 petroliera.
1941 Jugoslavia (1^): la Jugoslavia rifiuta di entrare a far parte dell'Asse e perciò viene attaccata il 6 aprile dagli italiani (2^ Armata dal Friuli e 9^ Armata dall'Albania) e dai tedeschi (12^ Armata dall'Ungheria); gli jugoslavi mettono in campo 28 divisioni di fanteria e 3 di cavalleria; il 17 aprile l'esercito jugoslavo, accerchiato e demoralizzato, cede le armi.
1941 Bardia (2^): il 12 aprile le forze italo-tedesche di Rommel riconquistano il presidio perduto il 5 gennaio.
1941 Sollum: il 15 giugno il generale Wavell, sollecitato da Churchill, ordina un attacco dell'8^ Armata presso la frontiera libico-egiziana; le forze italo-tedesche, guidate dal maresciallo Rommel, contrattaccano e infliggono gravi perdite ai britannici, costringendoli a ritirarsi su Marsa Matruh; Churchill, deluso, sostituisce Wavell con Auchinleck.
1941 Leningrado: il 14 luglio il Gruppo d'Armate "Nord" tedesco dirige su Leningrado, ma l'accerchiamento viene completato solo l'8 settembre; dopo 28 mesi d'assedio la città russa viene liberata il 12 febbraio 1944, nel corso dell'offensiva sovietica scatenata su tutto il fronte.
1941 Dnepr (1^): nel mese di luglio il Gruppo d'Armate "Sud" tedesco, il Gruppo d'Armate romeno e il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.) attaccano la "linea Stalin" sovietica; il 19 settembre le truppe dell'Asse hanno occupato l'intera Ukraina.
1941 Stalino: il 20 ottobre il C.S.I.R. del generale Messe investe Stalino; sotto la pioggia che rende il terreno impraticabile, le truppe italiane conquistano la stazione e l'importante nodo ferroviario mentre truppe tedesche penetrano nell'abitato della città.
1941 Sebastopoli (2^): il 14 novembre, l'11^ Armata tedesca di Von Manstein, con 200.000 uomini, pone l'assedio alla città della Crimea difesa da 125.000 sovietici al comando del generale Petrov, e dalla Flotta del Mar Nero; la piazzaforte, munita di potenti sistemi difensivi, resiste fino al 30 giugno 1943, quando i tedeschi riescono a penetrarvi.
1941 Passo Halfaya: il 18 novembre, mentre le truppe dell'Asse si ritirano dalla Cirenaica, la Divisione di fanteria "Savona" resta isolata; la divisione resiste agli assalti della 4^ Divisione fanteria indiana, poi sostituita dalla 2^ Divisione fanteria sudafricana, da 1 brigata carri e da 1 brigata di francesi liberi e si arrende solo il 17 gennaio 1943 per mancanza di acqua potabile e viveri.
1941 Pearl Harbour: il 7 dicembre oltre 200 aerei giapponesi decollati da 6 portaerei, che si trovano 370 miglia a Ovest delle Hawaii, attaccano di sorpresa la base aeronavale americana che ospita 96 navi e 394 aerei; una trentina di sommergibili giapponesi partecipano all'azione; i radar americani registrano l'arrivo degli aerei, ma li scambiano per americani; gli USA subiscono 2.403 morti e 1.128 feriti, 18 navi da guerra sono gravemente danneggiate; 188 aerei sono distrutti e 161 danneggiati; è forte il sospetto che i servizi segreti americani siano al corrente dei piani nemici, ma che vengano zittiti dal presidente Roosevelt, il quale vuole far uscire gli Stati Uniti dall'isolazionismo; i giapponesi, nella preparazione del piano, studiano accuratamente l'attacco britannico su Taranto.
1941 Hong Kong: la guarnigione britannica, 12.000 uomini al comando del generale canadese Lawson, è attaccata l'8 dicembre dai Giapponesi e costretta alla resa il 25.
1941 Luzon: l'11 dicembre i Giapponesi sbarcano sulla costa settentrionale dell'isola filippina; 2 corpi americani si ritirano nella penisola di Bataan, poi nell'isola fortificata di Corregidor, arrendendosi il 6 maggio 1942; il 9 gennaio 1945 la 6^ Armata americana batterà l'accanita resistenza giapponese ed il 27 giugno completerà l'occupazione dell'isola.
1941 Indonesia: nel dicembre 1941 il Giappone inizia la conquista delle Indie Orientali Olandesi e nel gennaio 1941 del Borneo Occidentale Britannico; Hong Kong è già caduta e le Filippine sono state neutralizzate; in febbraio le forze navali alleate di Gran Bretagna, Stati Uniti e Olanda presenti nella zona vengono distrutte; il 14 febbraio i giapponesi si aviolanciano su Sumatra; l'8 marzo le truppe olandesi del generale Poorten chiedono la resa e il 9 le Indie Olandesi sono completamente in mano ai giapponesi.
1941 Sirte (1^): il 17 dicembre la squadra navale italiana dell'ammiraglio Iachino (4 corazzate, 2 incrociatori pesanti, 3 incrociatori leggeri, 20 cacciatorpediniere), prende il mare per scortare un convoglio in Libia; contemporaneamente la squadra navale britannica di Alessandria d'Egitto, al comando dell'ammiraglio Vian (5 incrociatori e 13 cacciatorpediniere) sta scortando un convoglio per Malta; giunte a contatto balistico le due squadre si scambiano cannonate per una decina di minuti, poi il buio fa interrompere le ostilità; il convoglio italiano raggiunge indenne la Libia; la squadra navale britannica incappa in un banco di mine perdendo un incrociatore e un cacciatorpediniere, altri 3 incrociatori sono danneggiati.
1941 Alessandria d'Egitto: durante la notte sul 19 dicembre 6 operatori italiani della Xª Flottiglia M.A.S. a bordo di 3 siluri a lenta corsa ("maiali") si introducono nella base navale britannica, affondano 2 corazzate e danneggiano 1 incrociatore e 1 petroliera, ottenendo un successo di rilevante importanza!
1942 Singapore: ai primi di febbraio i giapponesi attaccano la fortificata base aeronavale britannica; il 9 incursori nipponici disattivano le mine antisbarco e le navi da guerra pongono il blocco; il 15 febbraio i generali britannici Percival e Simmons chiedono la resa ed i prigionieri sono 70.000; il 3 settembre 1945, quando ormai il Giappone si è già arreso, ma alcuni presidi isolati resistono ancora, reparti britannici sbarcano sull'isola; il 12 settembre successivo il generale giapponese Itagaki firma la resa.
1942 Sumatra: il 14 febbraio paracadutisti giapponesi prendono terra presso Palebang; il giorno 16 ricevuti rinforzi dal mare occupano la città, difesa da 10.000 olandesi, indonesiani e un piccolo contingente britannico; il giorno 17 tutta l'isola è in mano giapponese.
1942 Sirte (2^): il 21 marzo la squadra navale italiana dell'ammiraglio Iachino (1 corazzata, 2 incrociatori pesanti, 1 incrociatore leggero, 8 cacciatorpediniere) muove per intercettare un convoglio britannico partito da Alessandria d'Egitto e scortato dalla squadra navale britannica dell'ammiraglio Vian (4 incrociatori e 11 cacciatorpediniere); nel pomeriggio avviene il contatto balistico e un incrociatore bitannico è danneggiato; la squadra navale britannica stende una cortina di fumo e si ritira; il convoglio britannico viene in seguito attaccato da aerei italo-tedeschi che affondano 4 mercantili; la squadra navale italiana, in rientro, perde 2 cacciatorpediniere a causa di una violenta tempesta.
1942 Tokyo: il 18 aprile 16 bombardieri americani, guidati dal tenente colonnello Doolittle, vengono lanciati dalla portaerei "Hornet" in navigazione a 668 miglia da Tokyo, bombardano la città e poi atterrano in Cina; 8 piloti sono catturati dai giapponesi, 1 atterra in territorio sovietico e 3 muoiono durante l'atterraggio; il regista John Ford riprende la scena della partenza dei velivoli dalla portaerei.
1942 Mar dei Coralli: il 7 maggio una squadra navale americana guidata dall'ammiraglio Fletcher (2 portaerei, 11 incrociatori, 13 cacciatorpediniere) affronta una squadra navale giapponese (2 portaerei, 4 incrociatori pesanti, vari incrociatori leggeri, numerosi cacciatorpediniere); lo scontro avviene tra le aviazioni delle opposte formazioni; il Giappone perde 2 portaerei, gli Stati Uniti una sola.
1942 Izjum: ai primi di giugno, la 1^ Armata Corazzata tedesca di Von Kleist e la 6^ Armata Corazzata di Von Paulus chiudono le 2 armate sovietiche del generale Timoshenko in una sacca; l'offensiva tedesca, alla quale partecipano reparti del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, fa a pezzi le armate sovietiche che subiscono 5.000 morti, 70.000 dispersi, 241.000 prigionieri e la distruzione di oltre 300 carri armati.
1942 Midway: il 3 giugno la squadra navale giapponese dell'ammiraglio Kondo (2 corazzate, 1 portaerei, 4 incrociatori, 8 cacciatorpediniere) e la squadra navale dell'ammiraglio Kurita (4 incrociatori, 2 cacciatorpediniere) tentano l'invasione delle Isole Midway, appoggiate dalla squadra navale dell'ammiraglio Yamamoto (3 corazzate, 1 portaerei, 13 cacciatorpediniere) e dalla squadra navale dell'ammiraglio Nagumo (4 corazzate, 4 portaerei, 12 cacciatorpediniere); la squadra navale americana dell'ammiraglio Fletcher (3 portaerei, 8 incrociatori, 15 cacciatorpediniere), non avvistata, lancia i suoi velivoli e affonda 4 portaerei e 1 incrociatore della squadra di Nagumo.
1942 Alamein: raggiunta Alamein, ad un centinaio di chilometri da Alessandria d'Egitto il 30 giugno, l'A.C.I.T. (Armata Corazzata Italo Tedesca) di Rommel esaurisce l'offensiva per mancanza di rifornimenti; dopo aver subito tre pesanti attacchi dell'VIII Armata britannica di Montgomery, il 4 novembre inizia la ritirata verso Ovest che si concluderà in Tunisia, con la perdita dell'intera Libia italiana.
1942 Don: il 5 luglio le divisioni corazzate del generale tedesco Von Paulus raggiungono il fiume; a fine mese l'Armata Italiana in Russia del generale Gariboldi si affianca ai tedeschi; il 18 novembre ì russi sferrano un contrattacco ed il 7 dicembre il contingente italiano è costretto ad arretrare; il 19 gennaio 1943 inizia la tragica ritirata del Corpo d'Armata Alpino italiano del generale Nasci, rimasto isolato dal resto dell'ARM.I.R.
1942 Ivanovka: all'alba del 14 luglio il 3° ed il 6° Reggimento Bersaglieri italiani, dopo tre ore di duro combattimento, occupano la cittadina ukraina.
1942 Iagodnij: il 22 agosto il Reggimento "Lancieri di Novara" del colonnello Pagliano carica e arresta le truppe russe che hanno sfondato presso il villaggio ukraino.
1942 Isbushenskij: il 24 agosto il Reggimento "Savoia Cavalleria" del colonnello Bettoni carica vittoriosamente i russi.
1942 Stalingrado: il 28 luglio la 6^ Armata Corazzata tedesca di Von Paulus attacca i sovietici a 60 chilometri da Stalingrado; solo il 23 agosto, però, i panzer germanici raggiungono il Volga; il 19 settembre i russi contrattaccano e accerchiano la 6^ Armata e parte della 4^ Armata tedesche, rimaste al loro posto per ordine diretto del Fuhrer; il 2 febbraio 1943, dopo una disperata resistenza, i tedeschi si arrendono: 91.000 superstiti, su 285.000 uomini, vengono fatti prigionieri.
1942 Guadalcanal (1^): la mattina del 7 agosto la 1^ Divisione Marines americana sbarca a Guadalcanal, protetta dalla forza navale dell'ammiraglio Fletcher (1 corazzata, 3 portaerei, 5 incrociatori pesanti); l'aeroporto viene subito occupato, ma i combattimenti si protraggono per 6 mesi; gli ultimi giapponesi abbandonano l'isola l'8 febbraio 1943.
1942 Dieppe: il 19 agosto 5.000 fanti e 1.000 marinai britannici, americani e francesi tentano uno sbarco nella Francia occupata dai tedeschi; il piano, voluto da Churchill, fallisce e le truppe da sbarco sono costrette a ritirarsi lamentando forti perdite.
1942 Salomone: il 23 agosto gli aerei della forza navale americana di Fletcher (1 corazzata, 2 portaerei, 2 incrociatori) attaccano la squadra navale giapponese di Hara (1 portaerei, 1 incrociatore, 2 cacciatorpediniere), impegnata a proteggere lo sbarco a Guadalcanal, e affondano la portaerei giapponese.
1942 Serafimovich: in agosto l'ARM.I.R. del generale Gariboldi viene attaccata da soverchianti forze sovietiche in Ukraina; l'energico contrattacco italiano elimina ogni avamposto sovietico ad Ovest del fiume Don.
1942 Tunisia (1^): l'8 novembre 290 navi anglo-americane sbarcano 110.000 soldati in Marocco e in Algeria, superando una breve resistenza delle truppe coloniali francesi; come reazione gli italo-tedeschi sbarcano truppe in Tunisia, mentre l'armata italo-tedesca di Rommel è in ritirata lungo la costa libica e diretta in Tunisia; l'11 novembre le truppe del generale americano Clark, sbarcate a Bona in Algeria, avanzano su Biserta e Tunisi, ma a 30 chilometri dall'obiettivo vengono respinte dagli italo-tedeschi del generale Nehring.
1942 Guadalcanal (2^): dall'11 al 15 novembre la squadra navale nipponica (2 corazzate, 1 incrociatore, 11 cacciatorpediniere), che ha l'ordine di cannoneggiare l'aeroporto dell'isola, si scontra con quella statunitense (2 incrociatori pesanti, 3 incrociatori leggeri, 8 cacciatorpediniere); la battaglia navale termina a favore degli americani.
1942 Bataan: il 26 dicembre 15.000 americani e 65.000 filippini si attestano a difesa nella penisola filippina; il 9 aprile dell'anno successivo il generale King, comandante delle truppe alleate, si arrende ai giapponesi.
1943 Tunisia (2^): nel mese di gennaio, mentre gli italo-tedeschi attaccano le postazioni inglesi, americane e francesi nella Tunisia Settentrionale, l'armata italo-tedesca di Rommel, in ripiegamento, raggiunge la Tunisia Meridionale, inseguita dall'8^ Armata britannica di Montgomery; il 15 febbraio le forze alleate di Alexander si scontrano con le forze dell'Asse di Rommel: a Ovest la 1^ Armata americana del generale Anderson affronta la 5^ Armata tedesca del generale Von Arnim, a Sud l'8^ Armata britannica del maresciallo Montgomery si scontra con la 1^ Armata italiana del generale Messe; l'11 maggio il generale Von Arnim si arrende, il 13 si arrende anche il generale Messe.
1943 Kasserine: il 14 febbraio, dopo la lunga ritirata che lo porta da Alamein, in Egitto, attraverso la Libia italiana in Tunisia, il generale tedesco Rommel si attesta al passo di Kasserine; lo fronteggiano forze americane e francesi che hanno poca esperienza di combattimento; l'offensiva italo-tedesca ha un grande successo iniziale per la penetrazione in territorio nemico, per le perdite inflitte e per il numero di carri nemici distrutti, ma l'arrivo di reparti corazzati britannici fa terminare lo scontro con gravi perdite da entrambe le parti, irrimediabili per gli italo-tedeschi.
1943 Sicilia: il 10 luglio il XV Gruppo d'Armate alleato del generale Alexander sbarca in Sicilia; la 7^ Armata americana del generale Patton prende terra tra Licata e Gela, mentre l'8^ Armata britannica del maresciallo Montgomery sbarca tra Pachino e Siracusa; inizialmente vengono impiegati 160.000 uomini (che poi aumentano fino a 470.000), 14.000 veicoli e 1.800 cannoni, appoggiati da 2.775 navi trasporto e 280 navi da guerra, al comando dell'ammiraglio britannico Cunningham, e da 4.000 velivoli del maresciallo britannico Tedder; la difesa dell'isola è affidata alla 6^ Armata italiana del generale Guzzoni e al XIV Corpo tedesco del generale Hube, in totale circa 200.000 uomini; il 17 agosto gli americani, provenienti da Palermo, e gli inglesi, provenienti da Siracusa, si ricongiungono a Messina; il 18 agosto le superstiti forze italo-tedesche si sono ritirate in Calabria, ma lasciano 159.000 prigionieri in mano alleata; l'opinione pubblica italiana è demoralizzata e le alte sfere iniziano a pensare all'armistizio.
1943 Salerno: il 3 settembre l'8^ Armata britannica del generale Montgomery, sbarca in Calabria; l'8 settembre viene reso noto l'armistizio firmato il 3 dall'Italia, ed i tedeschi restano soli a difendere la Penisola; il 9 la 5^ Armata americana, del generale Clark, sbarca a Salerno; inizia la campagna d'Italia che avrà termine nell'aprile 1945 con l'occupazione Alleata di tutta la Penisola e la ritirata delle forze tedesche oltre il Brennero.
1943 Taranto (2^): il 9 settembre la 1^ Divisione aerotrasportata britannica sbarca presso Taranto senza contrasto; l'obiettivo è costituire una testa di ponte per la successiva occupazione e utilizzazione degli aeroporti pugliesi.
1943 Napoli (2^): il 28 settembre, in seguito al bando tedesco per il servizio di lavoro obbligatorio, i contrabbandieri del porto di Napoli danno il via all'insurrezione della città; per diversi giorni un migliaio di insorti, appoggiati da tutta la popolazione, tengono in scacco le truppe germaniche costrette a ritirarsi al campo sportivo; il 16 ottobre, quando giungono gli americani del X Corpo, trovano la città già liberata.
1943 Dnieper (2^): il 6 novembre il Gruppo d'Armate sovietico del generale Zukov libera Kiev, supera il Dnieper e costringere le truppe dell'Asse a ritirarsi dietro il Bug.
1943 Tarawa: il 20 novembre il 5° Corpo americano del generale Smith sbarca nell'atollo occupato da circa 5.000 giapponesi al comando dell'ammiraglio Shibasaki; appoggiano lo sbarco: la 5^ Flotta dell'ammiraglio Spruance (6 corazzate, 6 portaerei, 6 incrociatori) e la 5^ Flotta Anfibia dell'ammiraglio Turner (6 corazzate, 8 portaerei, 5 incrociatori); gli aerei americani impiegati sono circa 1.300; il 23 solo 146 giapponesi feriti vengono catturati, tutti gli altri cadono in combattimento o si suicidano.
1944 Anzio: il 22 gennaio inizia lo sbarco Alleato ad Anzio e Nettuno presso Roma; il generale Lucas guida il VI Corpo con la 1^ Divisione britannica e la 3^ Divisione americana; solo il 23 maggio però le forze sbarcate si possono congiungere al II Corpo del generale Clark proveniente da Salerno.
1944 Cassino: il 24 gennaio le truppe Alleate che risalgono la Penisola italiana tentano di aggirare il monte Cassino, baluardo della difesa tedesca; il 15 febbraio inizia il bombardamento aeroterrestre dell'abbazia; il 15 marzo un massiccio bombardamento aeroterrestre distrugge la cittadina; solo il 17 maggio le truppe del generale britannico Alexander riescono a sfondare la linea tedesca Gustav.
1944 Normandia: il 6 giugno (D-day) ha inizio lo sbarco Alleato nella Normandia occupata dai tedeschi; il XXI Gruppo di Armate alleato di Montgomery, con la 1^ Armata americana di Bradley e la 2^ Armata britannica di Dempsey, appoggiato dalle forze navali britanniche di Ramsey, dalle forze aeree tattiche americane di Mallory e dalle forze aeree strategiche congiunte di Spaatz, affronta il Gruppo d'Armate "B" tedesco di Rommel, che comprende la 7^ Armata di Dollmann e la 15^ Armata di Salmuth; 4.126 navi trasportano attraverso il Canale della Manica 150.000 soldati, appoggiate da 700 navi da guerra; 2.300 velivoli da trasporto lanciano 27.000 paracadutisti, appoggiati da 10.000 aerei da combattimento; dopo un'accanita resistenza, il 10 giugno, Rommel è costretto a ripiegare.
1944 Leyte: il 20 ottobre la 6^ Armata U.S.A. del generale Krueger sbarca nell'isola filippina, protetta dalla 7^ Flotta dell'ammiraglio Kinkaid e dalla 3^ dell'ammiraglio Halsey; i giapponesi tentano invano di impedire la manovra.
1944 Surigao: il 25 ottobre la squadra navale alleata dell'ammiraglio Ollendorf (6 corazzate, 6 incrociatori, 14 cacciatorpediniere) attende nello Stretto di Surigao la squadra navale giapponese dell'ammiraglio Nishimura (2 corazzate, 5 incrociatori, 4 cacciatorpediniere) e l'affonda a cannonate; sopraggiunge l'ammiraglio giapponese Shima con 3 incrociatori e 7 cacciatorpediniere ma, attaccato da aerei e motosiluranti alleati, perde 1 incrociatore e si ritira; la battaglia navale è l'ultima combattuta a colpi di cannone tra navi avversarie.
1944 Ardenne (2^): gli Alleati, dopo lo sbarco in Normandia, avanzano verso la Germania, ma i Tedeschi preparano loro una brutta sorpresa: il 16 dicembre dalla foresta delle Ardenne irrompono la 5^ e la 6^ Armata e la 7^ Armata Corazzata con 8 panzerdivisionen costringendo gli Alleati a ripiegare fino al 30 gennaio dell'anno successivo.
1944 Bastogne: il 19 dicembre la 101^ Divisione Aerotrasportata americana si lancia su Bastogne, importante crocevia delle Ardenne, ma le truppe motocorazzate tedesche la circondano e la Luftwaffe la bombarda; solo il 28 dicembre la 3^ Armata di Patton, accorsa in aiuto ai paracadutisti, costringe i tedeschi alla ritirata.
1944 Grecia: il 3 dicembre i comunisti tentano di prendere il potere nel paese occupato da truppe britanniche, ma sono sconfitti in sei settimane; nel maggio 1946, dopo che le elezioni hanno riportato al potere la monarchia, i ribelli comunisti appoggiati da Albania, Bulgaria e Jugoslavia occupano parte del paese; il governo chiede aiuto agli U.S.A. e nel 1947 i comunisti sono cacciati lungo il confine settentrionale; a fine agosto 1949 l'ultima roccaforte ribelle viene catturata e la guerra civile termina ufficialmente il 16 ottobre.
1945 Iwo-Jima: il 19 febbraio la 3^, la 4^ e la 5^ Divisione Marines degli Stati Uniti sbarcano sull'isola, potente base aerea del Giappone; la guarnigione dei difensori, 21.000 uomini, vive in 26 chilometri di gallerie scavate nelle pendici del Monte Suribachi; la mattina del 23 marzo i marines issano la bandiera degli U.S.A. sulla cima del monte, ma gli scontri proseguono ancora a livello individuale.
1945 Okinawa: il 1° aprile truppe della 10^ Armata americana, appoggiate da navi americane e britanniche, tutte al comando del generale Mac Arthur, sbarcano sull'isola giapponese; i nemici cercano di contrastarli in ogni modo, ma la perdita della supercorazzata "Yamato" (ben 72.800 tonnellate) distoglie la flotta giapponese dallo scontro; il 21 giugno l'isola è interamente in mano agli americani, ma le perdite sono gravi per entrambi i contendenti.
1945 Berlino (2^): il 16 aprile 180 divisioni sovietiche, delle quali molte corazzate, avanzano verso la città; i difensori sono circa 100.000, tra cui molti adolescenti; la strenua resistenza termina con il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria avvenuto il 1° maggio e l'occupazione dell'intera città il giorno seguente.
1945 Trieste: verso la fine della 2^ Guerra Mondiale, il comandante della Xª Flottiglia M.A.S., Borghese, ha elaborato un piano per resistere in Istria contro le truppe titine fino all'arrivo degli alleati; Churchill preme affinchè le truppe alleate sbarchino nel Golfo di Trieste, ma il governo U.S.A. non vuole urtare gli alleati sovietici e lo sbarco non avviene; il 1° maggio le truppe jugoslave entrano a Gorizia, Trieste e Pola e commettono gravi eccidi contro la popolazione italiana; il 14 maggio Londra e Washington invitano Tito a sgomberare Trieste e Pola e le città vengono presidiate dalla 2^ Divisione neozelandese; il 10 novembre 1947 viene creato il Territorio Libero di Trieste, suddiviso in zona A (Gorizia, Trieste e una fascia a Est dell'Isonzo) amministrata dagli anglo-americani, e zona B (parte orientale della provincia di Gorizia e Istria) amministrata dagli jugoslavi; il 5 ottobre 1954 la zona A viene restituita all'Italia, mentre la zona B diventa bottino di guerra della Jugoslavia; solo nel 1975 il Trattato di Osimo definirà le garanzie verso le minoranze etniche, quando ormai migliaia di italiani, donne e bambini inclusi, saranno già stati gettati nelle foibe (grotte naturali) dai comunisti jugoslavi!
1945 Hiroshima: il Giappone ignora l'ultimatum americano dopo la perdita di Okinawa; il B 29 "Superfortress" chiamato "Enola Gay" dal suo comandante, colonnello pilota Tibbets, alle ore 8,15 del 6 agosto sgancia sulla città la bomba atomica U 235 "Little Boy" (molto probabilmente catturata dagli americani ai nazisti in Germania); degli 840.000 abitanti della città ne muoiono subito oltre 100.000 e, per un raggio di 800 metri, tutte le abitazioni sono rase al suolo.
1945 Nagasaki: il 9 agosto una seconda bomba atomica, la PU 239 "Fat Man" (realizzata negli U.S.A. dagli scienziati tedeschi catturati), viene sganciata sulla città giapponese dal B 29 "Superfortress" chiamato "Bock's Car" dal suo comandante, maggiore pilota Sweeney; l'ordigno, fatto esplodere a 4.500 metri da terra, provoca subito 35.000 morti su 200.000 abitanti e distrugge un terzo della città; il Giappone capitola e chiede la resa che verrà ratificata il 2 settembre a bordo della corazzata americana "Missouri".
1945 Indonesia: il 17 agosto le Indie Orientali olandesi si proclamano indipendenti col nome di Indonesia; truppe olandesi e britanniche sbarcano a Batavia; nel 1946 l'Olanda riconosce la Federazione Indonesiana, ma sottoposta alla corona olandese; nel settembre 1948 i comunisti indonesiani insorgono contro il governo; i Paesi Bassi concedono l'indipendenza nel 1949; nel 1957 i militari insorgono contro il governo autoritario del presidente Sukarno; nel 1959 il governo sopprime la ribellione ed inizia una dittatura di sinistra; 40.000 olandesi sono allontanati ed i loro beni espropriati; paracadutisti olandesi arrivano in Nuova Guinea Occidentale e lì si battono contro paracadutisti indonesiani armati dall'Unione Sovietica; il 15 agosto 1962 i Paesi Bassi cedono la Nuova Guinea Occidentale all'O.N.U. che poi la passerà all'Indonesia; nel 1963 Sukarno rifiuta di riconoscere la Malaysia come stato sovrano; inizia una guerra basata su colpi di mano con l'Indonesia appoggiata dall'U.R.S.S. e la Malaysia appoggiata dalla Gran Bretagna; nel 1966 il generale Suharto sostituisce Sukarno alla guida dell'Indonesia ed inizia le trattative di pace con la Malaysia.
1946 Bolivia: il 21 luglio il popolo cattura e impicca il presidente Villaroel, salito al potere tre anni prima con un golpe militare; nel 1951, per evitare che salisse al potere il Movimento Nazionale Rivoluzionario, il presidente rassegna le dimissioni e assegna il governo ad una giunta militare; ne segue una rivluzione popolare che rovescia la giunta; nel 1964 i militari rovesciano il governo, già screditato in ambito internazionale; due anni dopo Ernesto "Che" Guevara entra clandestinamente in Bolivia; l'8 ottobre 1967 il "Che" viene catturato e fucilato; nel 1971 una breve rivolta vede il basso ceto contrapposto a quello medio-alto.
1946 India: dal 16 al 20 agosto musulmani e indù si scontrano e giungono al grande massacro di Calcutta; il 14 agosto 1947 il Pakistan diventa autonomo; il 16 agosto scoppia la guerra civile nel Punjab e si estende in tutta l'India; il premier indiano non consente alle truppe britanniche di intervenire; nel 1947 si arriva alla guerra tra India e Pakistan; il capo spirituale indiano Ghandi cerca di ristabilire l'armonia, ma viene assassinato il 30 gennaio 1948; ad aprile l'intervento dell'O.N.U. porta ad un armistizio; nel 1958 un generale prende il potere in Pakistan e si allea alla Cina aumentando l'ostilità indiana; dal 9 al 30 aprile 1965 si hanno nuovi scontro tra forze indiane e pakistane; il 6 settembre l'intero esercito indiano, forte di ben 900.000 uomini, sferra un triplice assalto; il 27 settembre un cessate il fuoco imposto dall'O.N.U. pone fini alle ostilità ed evita l'intervento diretto della Cina; la mediazione statunitense e sovietica porta al Congresso di Tashkent da cui scaturiscono proposte di cooperazione tra i due paesi rivali; il 3 dicembre 1971 velivoli pakistani attaccano aeroporti indiani nel Kashmir; l'India reagisce attaccando il Pakistan e occupando il Bangladesh, poi il 17 dicembre proclama unilateralmente il cessate il fuoco; il Pakistan esce sconfitto dalla guerra con l'economia al collasso e la popolazione dimezzata; il Bangladesh, già regione pakistana, diventa ufficialmente stato indipendente.
1948 Birmania: quando la nazione ottiene l'indipendenza, karen, shan e altre minoranze si ribellano al governo per ottenere l'autonomia.
1948 Colombia: il 9 aprile è assassinato il capo della sinistra liberale; inizia un clima di guerriglia che in dieci anni porta all'uccisione di oltre 200.000 individui; nel 1976 il governo conservatore di destra dichiara lo stato d'assedio; nel 1980 i guerriglieri comunisti rapiscono alcuni diplomatici dominicani; nel 1982 viene eletto un nuovo presidente che tenta di migliorare le condizioni di vita del ceto più basso; le azioni di guerriglia diminuiscono, ma le "squadre della morte" governative continuano a perseguitare i simpatizzanti comunisti.
1948 Costa Rica: Ulate vince le elezioni presidenziali, ma il congresso le invalida; la Legione Caraibica sostiene Ulate e si scontra con le truppe governative e guerriglieri comunisti; l'8 novembre 1949 Ulate, anche grazie all'intervento dell'Organizzazione degli Stati Americani, viene confermato alla presidenza; nel 1953 viene eletto presidente Ferrer, già comandante della Legione Caraibica; il dittatore nicaraguense Somoza varca il confine con le sue truppe, ma Ferrer si rivolge all'O.A.S. e nel 1956 il confine tra Costa Rica e Nicaragua viene sorvegliato di comune accordo dai due paesi.
1948 Salvador: il 12 dicembre i giovani ufficiali dell'esercito depongono il presidente Castaneda ed il maggiore Osorio lo sostituisce; nel 1977 le fazioni di destra e di sinistra si scontrano apertamente; il 24 marzo 1980 il vescovo Romero è assassinato in chiesa da un terrorista di destra; "squadre della morte" di destra e guerriglieri di sinistra appoggiati da cubani e nicaraguensi operano in tutto il paese; nel 1986 le vittime sono quasi 50.000.
1948 Gerusalemme (5^): il 14 maggio, mentre viene proclamato lo Stato di Israele con a capo Ben Gurion, la Lega Araba (egiziani, siriani, giordani, libanesi e iracheni) invade la Galilea e attacca la Città Vecchia, ma non riesce a penetrare nella Città Nuova, tenacemente difesa dagli israeliani; respinti gli arabi, gli ebrei occupano il deserto del Negev.
1949 Nanchino: nel 1947 gli americani tentano una mediazione tra i nazionalisti cinesi del generale Chang Kai-shek ed i comunisti di Mao Ze-dong; nell'ottobre 1948, 300.000 soldati governativi si arrendono in Manciuria alle truppe comuniste; due mesi dopo ben 66 divisioni nazionaliste nella Cina Centrale passano agli ordini di Mao; il 29 aprile 1949 i comunisti lanciano una grande offensiva su Nanchino e invadono la Cina Meridionale; il 1° ottobre viene proclamata la Repubblica Popolare Cinese ed il governo nazionalista di Chang Kai-shek si rifugia a Taiwan (isola di Formosa).
1950 Corea: nel mese di giugno la crisi coreana porta all'intervento militare degli U.S.A. che, durante la II Guerra Mondiale, avevano occupato il paese a Sud del 38° Parallelo; la Corea del Nord è appoggiata dall'U.R.S.S.; le truppe dell'O.N.U., per il 90 % americani al comando del famoso generale Mac Arthur, vengono respinte fino all'estremità meridionale della Penisola Coreana; in settembre la controffensiva americana sospinge i Nordcoreani fino al fiume Yalu al confine con la Cina, la quale mette a loro disposione un'armata; gli schieramenti contrapposti restano a fronteggiarsi lungo il 38° parallelo fino alla fine della guerra, il 27 luglio 1953.
1954 Dien Bien Phu: durante la Guerra d'Indocina, il 13 marzo, il generale Giap capo dei Viet-Min attacca la roccaforte francese difesa da 10.000 legionari e soldati regolari; dopo 56 giorni d'assedio il generale De Castries si arrende.
1954 Guatemala: il 18 giugno 1954 una forza di 2.000 anticomunisti provenienti dall'Honduras e armati dagli U.S.A. invade il paese; a fine giugno il capo degli anticomunisti forma una giunta militare per governare e in seguito viene eletto presidente.
1955 Vietnam del Sud: gli U.S.A. appoggiano la creazione di uno stato indipendente nel Vietnam del Sud; nel 1957 scoppia una rivolta rurale sostenuta dal Vietnam del Nord; nel 1960 i ribelli comunisti sudvietnamiti, i Vietcong, ottengono molti successi e gli Stati Uniti decidono di intervenire militarmente; nel 1963 il dittatore sudvietnamita Ngo Dinh Diem viene assassinato durante un golpe appoggiato dagli U.S.A.
1956 Suez (2^): nel mese di luglio il presidente egiziano Nasser nazionalizza il Canale; Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti si accordano segretamente e danno carta bianca a Israele; il 29 ottobre l'esercito israeliano attacca le truppe egiziane, siriane e giordane alleate, conquista il Sinai e la fascia di Gaza; il 6 novembre gli anglo-francesi bombardano Porto Said e lanciano paracadutisti nella zona del Canale col pretesto di "normalizzare" la situazione; l'U.R.S.S. minaccia un intervento diretto, costringendo gli anglo-francesi al ritiro; contingenti internazionali dell'ONU prendono in consegna Porto Said, il Sinai ed i territori di Gaza; il Canale viene riaperto alla navigazione il 7 marzo 1957.
1956 Cuba: Fidel Castro Ruz, già esiliato in Messico, rientra clandestinamente nel suo paese insieme a 81 seguaci con una nave carica di armi; dopo uno scontro con le truppe del caudillo Fulgencio Batista, i castristi si ritirano sulle montagne a attuano un'efficace guerriglia alla quale prende parte il medico argentino Ernesto "Che" Guevara; il 1° gennaio 1959 Batista fugge nella Repubblica Dominicana e, due giorni dopo, Castro entra vittorioso all'Havana e assume la guida del paese.
1956 Budapest: il 23 ottobre gli ungheresi insorgono reclamando la democrazia e il ritiro delle truppe sovietiche; l'intervento delle truppe corazzate sovietiche doma l'insurrezione in cinque giorni di scontri.
1958 Algeri (3^): il 13 maggio i musulmani algerini del Fronte di Liberazione Nazionale insorgono contro la dominazione francese; la Francia risponde pesantemente mobilitando i reparti d'elite della Legione Straniera; solo nel 1960 De Gaulle, divenuto primo ministro, propone al popolo algerino di autopronunciarsi sull'indipendenza dell'Algeria mediante un referendum.
1959 Tibet: nel 1951 la Repubblica Popolare Cinese di Mao Ze-dong invade il Tibet e inizia una sistematica distruzione dei monasteri lamaisti; nel marzo 1959 scoppia una rivolta dei montanari tibetani, guidati dal Dalai Lama; in una settimana truppe terrestri e reparti aerei cinesi schiacciano la guerriglia; il Dalai Lama fugge in India con alcune migliaia di seguaci.
1959 Cina: i cinesi costruiscono una strada in territorio indiano non riconoscendo i confini tracciati dai britannici; il governo indiano invia le proprie truppe ed inizia una serie di duri scontri; nel 1962 gli indiani sono duramente battuti e i cinesi si ritirano ben oltre i vecchi confini.
1959 Paesi Baschi: insieme al partito nazionalista E.T.A. (Ezkadi ta Askatasuna: Patria e Libertà) nasce in Spagna il movimento per l'indipendenza delle Provincie Basche, 4 delle quali sono in Spagna e 3 in Francia; il 28 dicembre 1970 sei capi dell'E.T.A. sono processati e condannati a morte (pena commutata in 30 anni di reclusione dal generale Franco); il 20 dicembre 1973 i terroristi compiono un attentato contro Carrero Blanco, successore di Franco; nel 1979 mettono bombe nella stazione e nell'aeroporto di Madrid; uno statuto di preautonomia, concesso all'E.T.A. nel 1981, non interrompe la serie di attacchi terroristici.
1960 Leopoldville (oggi Kinshasa): il 30 giugno la Repubblica del Congo diventa indipendente dal Belgio; l'11 la regione mineraria del Katanga dichiara la propria indipendenza dal governo; intervengono paracommando belgi e truppe dell'O.N.U. e, 30 mesi dopo, il Katanga si riunisce al Congo; nel giugno 1964 le forze dell'O.N.U. lasciano il paese e il 20 marzo 1965 mercenari bianchi catturano l'ultimo capo della guerriglia; nel 1967 i mercenari sono licenziati e si rivoltano contro il governo congolese, infine il 4 novembre si ritirano in Rwanda.
1961 Luanda: il 4 febbraio l'M.P.L.A. (Movimento Popolare per la Liberazione dell'Angola) assalta le carceri della capitale per liberare i detenuti politici; inizia così la guerriglia contro il governo colonialista portoghese di Salazar; l'azione termina in un massacro, ma la guerriglia contro i portoghesi va avanti fino al 1976 appoggiata dallo Zambia, quando il nuovo governo angolano viene riconosciuto in ambito internazionale; nel 1981-1982 si verificano numerose incursioni sudafricane; nel 1991 l'O.N.U. interviene e l'anno dopo l'M.L.P.A. va al governo, ma la fazione rivale U.N.I.T.A. (Unità Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola) riprende la guerriglia.
1961 Baia dei Porci: il 7 aprile 1.500 esuli cubani addestrati e armati in Florida sbarcano nella baia cubana; viene a mancare l'appoggio aereo americano per questioni diplomatiche e i ribelli vengono in parte uccisi e in parte catturati; i rapporti tra Stati Uniti e Cuba si deteriorano definitivamente.
1961 Eritrea: provincia autonoma dell'Etiopia dal 1952, l'Eritrea inizia la guerriglia nel 1961 avendo come base strategica il Cairo; nel 1970 tre fazioni di ribelli eritrei operano nel Corno d'Africa; nel 1974 cade il governo etiopico; nel 1978 etiopi, sovietici e cubani vengono duramente sconfitti ad Asmara.
1962 Guinea-Bissau: a fine anno i guerriglieri attaccano le basi militari portoghesi; nel 1973 hanno il controllo dei due terzi del paese; nel 1974 il nuovo governo portoghese, salito al potere con un golpe, concede l'indipendenza alla Guinea-Bissau e alle isole di Capo Verde.
1963 Cipro: il 16 agosto 1960 Cipro ottiene l'indipendenza dalla Gran Bretagna; la popolazione è per tre quarti greca e per un quarto turca; alla fine del 1963 i turco-ciprioti iniziano a combattere; nel marzo 1964 l'O.N.U. invia una forza di pace; nell'agosto 1964 l'aeronautica turca attacca i greco-ciprioti; nel 1973 il presidente cipriota di origine turca subisce un attentato di stampo greco; a luglio del 1974 i gendarmi greco-ciprioti destituiscono il presidente; il 22 luglio l'O.N.U. impone il cessate il fuoco.
1963 Santo Domingo: i dominicani sono furiosi con gli haitiani perchè permettono ai seguaci dell'ex dittatore dominicano Molina di usare Haiti come base operativa terroristica; la Dominicana minaccia di invadere militarmente Haiti; l'intervento dell'O.S.A. (Organizzazione degli Stati Americani) e due uragani che colpiscono i Caraibi pongono fine alle ostilità.
1963 Dominicana: il 25 settembre i militari depongono il presidente socialista Bosch; il 24 aprile 1965 soldati dissidenti e simpatizzanti di sinistra rovesciano il governo di Santo Domingo; il 28 aprile intervengono paracadutisti statunitensi ed il 5 maggio l'O.S.A. intima il cessate il fuoco; nella primavera 1966 Bosch è sconfitto alle presidenziali da Ballaguer, un centrista, e in ottobre vengono ritirati i 20.000 soldati U.S.A. presenti nel paese.
1963 Somalia: autonoma dal 1960 la Somalia inizia nel 1963 a scontrarsi con l'Etiopia a causa della linea di confine che assegna l'Ogaden all'Etiopia; nel 1973 la scoperta del petrolio in Ogaden accentua il conflitto; nel 1978 etiopi, sovietici e cubani cacciano gli ultimi somali dall'Ogaden, ma piccole azioni di guerriglia continuano.
1964 Golfo del Tonchino: il 2 agosto 3 torpediniere Nordvietnamite attaccano, in acque internazionali, un cacciatorpediniere degli Stati Uniti; il 3 altri 2 cacciatorpediniere americani vengono fatti segno di colpi; il 7 un caccia ricognitore mitraglia un altro cacciatorpediniere degli U.S.A.; il presidente Johnson risponde alle aggressioni inviando truppe in Vietnam e dando il via al conflitto.
1965 N'Djamena: scoppia una guerra civile tra le tribù del Nord e quelle del Sud; nel 1975 un golpe porta i militari al governo; nel 1978 i guerriglieri dell'opposizione controllano l'80 % del paese; la Legione Straniera francese giunge in appoggio ai governativi; nel 1979 il governo militare viene deposto; nel 1980 truppe libiche occupano N'Djamena e proclamano l'unione tra Ciad e Libia; nel 1981 i libici si ritirano e il paese è diviso: nel Nord operano i guerriglieri finanziati dalla Libia, nel Sud il governo filoccidentale è appoggiato dalla Francia.
1967 Eilath: nel mese di maggio il presidente egiziano Nasser ordina il blocco navale del Golfo di Aqaba, su cui si affaccia Eilath, unica via di accesso israeliana al Mar Rosso; il 5 giugno l'aeronautica israeliana attacca improvvisamente, per ordine del ministro della difesa Moshe Dayan, gli aeroporti egiziani distruggendo l'intera aeronautica nemica (oltre 400 velivoli); le forze terrestri israeliane prendono il controllo della città vecchia di Gerusalemme, della fascia di Gaza e delle alture del Golan; il 10 giugno l'O.N.U. impone il cessate il fuoco.
1967 Yurro: nell'autunno 1966 il medico argentino Ernesto "Che" Guevara de la Serna, ex maggiore dell'esercito castrista, entra clandestinamente in Bolivia con 20 compagni e inizia la guerriglia; egli pensa che la rivoluzione in Bolivia porterà all'insurrezione dell'intero Sudamerica; l'esercito cubano crede di avere di fronte un grosso contingente di cubani e il 9 luglio, col sostegno degli U.S.A. che inviano i loro "Berretti Verdi", compie un'azione di controguerriglia appoggiata dall'aviazione; l'8 ottobre un gruppo di ribelli, guidato da Guevara, è accerchiato presso il fiume Yurro; il capo guerrigliero, ferito e afflitto dall'asma, viene catturato; il giorno dopo viene ucciso in circostanze misteriose; dopo la sua morte la guerriglia nelle campagne rallenta, ma si incrementa l'attività dei "tupamaros", guerriglieri comunisti, formatisi in Uruguay nel 1963, che operano nelle città.
1968 Praga: con la nomina di Dubcek a capo del Partito Comunista cecoslovacco inizia il processo di liberalizzazione definito "Primavera di Praga"; l'U.R.S.S. ritiene minacciata la sua influenza e, nella notte sul 21 agosto, le truppe del Patto di Varsavia penetrano in Cecoslovacchia; Dubcek viene arrestato e tutte le sue riforme abolite.
1969 Filippine: indipendenti dagli U.S.A. dal 1946 le Filippine sono scosse da ostilità ideologico-religiose contro il governo di Manila dal 1954 al 1985.
1969 Guerra del Football: il 14 luglio la nazionale honduregna è sconfitta da quella salvadoregna; nascono disordini tra honduregni e immigrati salvadoregni; per quattro giorni aerei salvadoregni bombardano l'Honduras e truppe penetrano nel paese; aerei honduregni compiono rappresaglie in Salvador, poi l'O.S.A. persuade il Salvador a ritirare le truppe e si giunge ad un armistizio; 2.000 vittime restano sul terreno.
1970 Phnom Penh: il principe cambogiano Sihanouk tollera infiltrazioni dei comunisti vietnamiti sul suo territorio, attraverso il sentiero Ho Chi-minh; quando ritira il proprio appoggio, il Vietnam del Nord gli aizza contro gli Khmer Rossi del partito comunista cambogiano; nel mese di marzo il filoamericano generale Lon Nol va al potere con un golpe e Sihanouk va in esilio a Pechino; nordvietnamiti e khmer cambogiani avanzano sulla capitale, la bombardano e l'assediano più volte fino al 16 aprile 1975 quando, nonostante il ponte aereo americano, la città cade in mano ai Khmer Rossi.
1970 Giordania: il re di Giordania decide di distruggere le pericolose forze terroristiche dell'O.L.P. di Yasser Arafat presenti nel paese; il 16 settembre ("settembre nero") dichiara la legge marziale e circonda i campi di addestramento dei guerriglieri palestinesi; i combattimenti proseguono fino al 1971 quando i terroristi si spostano in Libano.
1971 Ceylon: la nazione ottiene l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948; gli attriti tra la maggioranza singalese buddista e la minoranza indù tamil portano alla ribellione nel mese di aprile del 1971; il governo singalese comunista viene appoggiato da Unione Sovietica, India, Pakistan e Gran Bretagna e gli oppositori nazionalisti tamil sono domati; nel 1972 il paese assume il nuovo nome di Sri Lanka ("paese splendente").
1971 Pakistan: il 25 marzo 60.000 soldati sono inviati nel Pakistan Orientale, che rifiuta di pagare le tasse, e aprono il fuoco sui civili; il giorno dopo l'intero Pakistan Orientale si dichiara indipendente dal governo centrale; 10 milioni di profughi raggiungono la regione indiana del Bengala; gli Stati Uniti attribuiscono all'India la responsabilità della guerra civile pakistana; il 3 dicembre l'aeronautica pakistana attacca gli aeroporti indiani del Kashmir; l'esercito indiano interviene nel conflitto e, dopo una guerra lampo, costringe alla resa le truppe pakistane penetrate in Bangladesh (allora regione indiana).
1973 Cile: l'11 settembre le forze armate cilene attuano un golpe contro il presidente comunista Salvator Allende Gossens (non si esclude l'intervento della C.I.A. americana); Allende è assediato, poi ucciso, nel palazzo presidenziale della Moneda di Santiago; al potere va il generale Pinochet Ugarte.
1973 Yom Kippur (o Sinai): l'8 ottobre, durante la guerra tra arabi ed israeliani, l'esercito egiziano conquista una testa di ponte di 7 chilometri nel deserto del Sinai; il 15 ottobre gli israeliani effettuano il contrattacco, raggiungono il Canale, e una brigata paracadutisti forma una testa di ponte in territorio egiziano; il 25 ottobre 3 divisioni israeliane, costruiti ponti sul Canale, piombano nelle retrovie della 3^ Armata nemica; gli egiziani si arrendono.
1975 Beirut: il 13 aprile musulmani sciiti libanesi e palestinesi si scontrano con falangisti cristiano maroniti; ciò crea di fatto una divisione del Libano: il Nord è controllato dai siriani intervenuti nel conflitto, mentre Israele compie attacchi di rappresaglia nel Sud; nel settembre 1977 l'O.N.U. invia forze di pace, ma nel 1982 gli israeliani tornano ad invadere il paese; l'accordo di Damasco del 1985 compone, ma solo parzialmente, le divergenze; solo la mediazione della Lega Araba, nel 1989, porta ad una cessazione del fuoco.
1975 Saigon: nel gennaio 1968 i Vietcong (comunisti nordvietnamiti) iniziano l'offensiva del Tet; nel maggio 1969 le forze statunitensi iniziano ad abbandonare il Vietnam; nel gennaio 1975 inizia l'attacco conclusivo dei Vietcong e gli americani evacuano Saigon, ultimo baluardo di resistenza; il 30 aprile il Vietnam del Sud si arrende e Saigon diventa Ho Chi-minh Ville; il 2 luglio 1976 viene proclamata la Repubblica Socialista del Vietnam.
1975 Timor Orientale: nell'isola dell'arcipelago malese due fazioni si contendono il potere, mentre una terza è favorevole al dominio portoghese; in agosto scoppia la guerra civile; il 7 dicembre truppe indonesiane, equipaggiate dagli Stati Uniti, occupano la capitale; il 17 luglio 1976 l'Indonesia proclama l'annessione di Timor Est (Timor Ovest le appartiene già dal 1950).
1976 Entebbe: negli anni '70 l'O.L.P. (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) di Arafat (che nel 1994 riceverà il premio Nobel per la pace!) compie una serie di attentati terroristici spettacolari contro gli israeliani; nel 1970, 430 passeggeri israeliani di un velivolo dirottato ad Amman, in Siria, sono tenuti prigionieri; nel 1972 la squadra israeliana che partecipa alle Olimpiadi di Monaco di Baviera viene massacrata; il 27 giugno 1976 un aereo francese è dirottato a Entebbe in Uganda: i passeggeri vengono lasciati liberi, tranne 96 israeliani; il raid delle forze speciali di Israele libera gli ostaggi, causando però 4 vittime.
1978 Nicaragua: il Fronte di Liberazione Sandinista (da Augusto Sandino, capo guerrigliero assassinato dai governativi nel 1933) occupa il palazzo del governo di Somoza, la cui famiglia governa il paese dal 1937; il 17 luglio 1979 Somoza ripara negli Stati Uniti; dal 1983 gli antisandinisti, equipaggiati dagli U.S.A. e partendo dall'Honduras, effettuano numerose incursioni in Nicaragua; nel 1984 regolari elezioni portano al potere il sandinista Ortega che avvia un processo di normalizzazione.
1979 Cina: anche se la Cina aveva appoggiato il Vietnam del Nord nella guerra contro Vietnam del Sud e U.S.A., quando il nuovo Vietnam unificato e appoggiato dall'U.R.S.S. invade Laos e Cambogia, il 17 febbraio 120.000 soldati cinesi passano il confine; dopo aspri combattimenti la Cina si ritiene soddisfatta della spedizione punitiva e a fine marzo ritira le sue truppe.
1980 Kabul: il regime comunista afghano di Taraki è avversato dalla guerriglia islamica; nel mese di giugno truppe sovietiche intervengono a favore del governo; i guerriglieri, appoggiati da Stati Uniti e Pakistan, con le loro tattiche mettono in difficoltà 100.000 soldati dell'U.R.S.S., ma gli antagonismi tra le fazioni di mujahiddin vanificano i successi; nel febbraio 1989, per ordine di Gorbaciov, le forze sovietiche lasciano l'Afghanistan; il 25 aprile 1992 Kabul cade in mano ai guerriglieri ed inizia una lotta fra gruppi rivali per il controllo del potere.
1980 Ustica: la sera del 27 giugno il leader libico Kheddafi è in procinto di partire, col suo aereo personale, per Varsavia, dove deve incontrare alcuni esponenti dell'Unione Sovietica; i servizi segreti bulgari lo avvisano che sta per cadere in una trappola degli Occidentali e lo convincono a inviare, lungo la rotta che avrebbe dovuto seguire il suo aereo, alcuni caccia (con insegne dell'Aeronautica Libica, ma forniti dall'U.R.S.S. e pilotati in maggioranza da "consiglieri militari" russi); nel cielo di Ustica i velivoli vengono intercettati da una formazione mista di caccia americani, inglesi, francesi e, con ogni probabilità, israeliani che li scambiano per la scorta dell'aereo presidenziale libico; si svolge una vera e propria battaglia aerea e un DC 9 dell'Itavia con 81 civili a bordo viene abbattuto per errore; ancora oggi non è chiaro se un missile ha colpito l'aereo civile per caso o se il DC 9 è stato scambiato, dal velivolo radar della N.A.T.O. che dirige le operazioni alleate, per il vero obiettivo: l'aereo con a bordo Kheddafi; alcuni giorni dopo, insieme ai resti del DC 9 viene trovato in mare un serbatoio supplementare fabbricato in U.S.A.; il relitto di un caccia libico viene rinvenuto pochi giorni dopo sulla Sila.
1980 Shatt el Arab: Shatt el Arab è la foce comune dei fiumi Tigri ed Eufrate, nel Golfo Persico, su cui sorgono il porto petrolifero iraniano di Abadan e quello iracheno di Bassora; il 21 settembre truppe e aerei iracheni di Saddam Hussein invadono l'Iran e affondano le motovedette iraniane nel Golfo; l'ayatollah Khomeini mobilita l'Iran e i pasdaran, le guardie rivoluzionarie che nel 1979 hanno abbattuto il governo dello scià Reza Pahlavi; benchè molto più numerosi gli iraniani sono tenuti a bada da 500.000 iracheni; nel 1987 prima gli Stati Uniti, poi le forze NATO intervengono nel Golfo a protezione delle petroliere del Kuwait; l'O.N.U. ordina la cessazione delle ostilita, ma l'Irak, forte degli aiuti ricevuti dai paesi occidentali, prosegue l'offensiva fino al 1988, usando anche armi chimiche contro il popolo Curdo.
1981 Sirte (3^): il 17 agosto la 6^ Flotta statunitense compie un'esercitazione nel Golfo della Sirte come atto di forza nei confronti del leader libico Kheddafi; il 19 agosto cacciabombardieri libici, forniti dall'Unione Sovietica, ingaggiano una battaglia aerea con i caccia americani; la vittoria favorisce i piloti U.S.A.; la crisi tra Stati Uniti e Libia ha avuto inizio il 2 dicembre 1979 quando una folla inneggiante a Khomeini assalta e incendia l'ambasciata americana di Tripoli.
1981 Honduras: migliaia di salvadoregni, nicaraguensi antisandinisti e indios si rifugiano in Honduras; questo rende i simpatizzanti di sinistra ostili al governo; i guerriglieri marxisti, addestrati e armati a Cuba, iniziano la guerriglia; gli U.S.A. appoggiano il governo honduregno; i ribelli nicaraguensi, partendo da basi in Honduras, attaccano il Nicaragua e tra i due paesi nascono tensioni.
1982 Falkland (2^): il 2 aprile 20.000 soldati di leva argentini occupano le isole da loro chiamate Malvinas; l'intervento di O.N.U. e U.S.A. non produce risultati; il premier britannico Thatcher invia una task force navale agli ordini dell'ammiraglio Woodward; l'aeronautica argentina affonda 2 cacciatorpediniere e 2 fregate inglesi e abbatte molti aerei nemici; la flotta argentina, dopo aver perso un incrociatore, è bloccata in porto dai sottomarini nucleari inglesi; il 21 maggio i Royal Marines britannici occupano Port San Carlos e penetrano nell'interno costringendo gli argentini alla resa.
1983 Grenada: il 19 settembre il generale filocubano Austin va al potere mediante un golpe; gli U.S.A. decidono di intervenire a tutela dei circa 1.000 americani residenti a Grenada (quasi tutti studenti di medicina); il 25 ottobre sbarcano 7.000 marines e si fronteggiano con il piccolo esercito locale (operai e contadini armati), gli alleati cubani e i consiglieri sovietici; dopo 2 giorni il conflitto termina, ma l'assedio americano permane fino a metà dicembre, quando le elezioni sono vinte da un nuovo partito filoamericano.
1986 Tripoli (2^): il presidente americano Reagan, sostenuto dal premier britannico Thatcher, decide per un atto dimostrativo nei confronti del leader libico Kheddafi; il 15 aprile bombardieri dell'U.S. Air Force di stanza in Inghilterra effettuano un raid su Tripoli e Bengasi, ma il colonnello libico si salva; la Libia risponde lanciando due missili tattici contro l'isola italiana di Lampedusa, sede di stazioni radar americane; i missili, per fortuna o per calcolo, esplodono ad una cinquantina di metri dalla costa senza fare danni.
1989 Panama: il 20 dicembre un corpo di spedizione statunitense invade il paese di sorpresa per tutelare gli interessi americani e instaurare la democrazia; il generale Noriega, capo delle forze armate panamensi, viene processato negli U.S.A. per traffico di droga.
1989 Tien An-men: il 27 aprile oltre 100.000 studenti cinesi sfidano le forze governative di Deng Xiao-ping sfilando per le vie di Pechino; ai primi di maggio la rivolta si estende anche ad altre città; nella notte sul 4 giugno i carri armati annientano con brutalità la rivolta studentesca provocando circa 7.000 morti; il 21 viene eseguita pubblicamente la condanna a morte dei capi ribelli.
1989 Timisoara: in dicembre migliaia di persone che dimostrano nella città romena contro il dittatore Ceausescu vengono attaccate dall'esercito; le forze di opposizione al governo, dopo una dura battaglia in tutta la Romania, conquistano il potere; il dittatore e la moglie sono fucilati.
1990 Golfo Persico: il 2 agosto truppe irachene invadono il piccolo, ma ricco Kuwait; una forza multinazionale, comandata dal generale americano Norman "Bear" Schwarzkopf, prende posizione in Arabia Saudita; il 17 gennaio 1991, visto che gli iracheni non hanno rispettato l'intimazione dell'O.N.U. di abbandonare il Kuwait, inizia l'attacco aereo; il 24 febbraio, dopo che Saddam Hussein ha fatto incendiare 650 pozzi petroliferi per rappresaglia, le truppe multinazionali varcano il confine iracheno e, in soli 4 giorni, costringono l'Irak alla resa.
1991 Somalia: il 4 gennaio il presidente Siad Barre si dichiara disposto a trattare con i ribelli, ma questi assaltano il palazzo presidenziale il 27; Siad Barre fugge da Mogadiscio e le due fazioni ribelli iniziano un duro conflitto per il potere; nel dicembre 1992 l'O.N.U. dà il via libera alle truppe statunitensi (16.000 marines e 12.000 soldati), appoggiati da aliquote della Legione Straniera francese e da reparti speciali italiani; lo scopo è garantire l'arrivo degli aiuti umanitari alla popolazione e requisire armi ai ribelli, ma le forze internazionali sono subito coinvolte nel conflitto; 2 elicotteri d'attacco americani lanciano razzi contro tre autocarri armati somali, due guerriglieri somali sono subito uccisi dai legionari francesi, solo gli italiani del Battaglione "San Marco" mantengono i nervi a posto e ottengono il rispetto dei somali; l'arrivo di nuove forze internazionali provoca violente reazioni: il il 27 dicembre viene assalita le sede O.N.U. di Mogadiscio, il 30 i parà italiani della Brigata "Folgore" sono attaccati con lanci di razzi; un abbraccio tra i capi delle due fazioni ribelli, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, offre effetti positivi sul conflitto, ma gli attentati, anche contro troupe televisive, proseguono per tutto il 1993.
1991 Jugoslavia (2^): il 25 giugno, la separazione di Slovenia e Croazia dalla Jugoslavia, ottenuta mediante referendum, origina un conflitto tra croati e serbi, i quali adducono il pretesto di salvaguardare la loro minoranza in Croazia; il 1° marzo la Bosnia-Erzegovina proclama l'indipendenza e subito esplode una cruenta guerra tra bosniaci serbi e bosniaci croati; sull'onda indipendentista anche Macedonia, Montenegro e Kossovo proclamano l'indipendenza dalla Federazione Jugoslava, ormai ridotta a Serbia e Voivodina; l'odio etnico contro i musulmani peggiora le cose e provoca l'intervento delle forze multinazionali dell'O.N.U. presenti ancora oggi nella tormentata regione balcanica.
1996 Monrovia: nel mese di aprile la capitale della Liberia ripiomba nella guerra civile; i Marines americani e la forza multinazionale africana non sono in grado di mediare tra le fazioni in lotta.
XXI SECOLO
2001 Twin Towers: l'11 settembre, nel primo anno del XXI secolo, nonchè del Terzo Millenio (anche se alcuni considerano erroneamente il 2000 come primo anno, ma gli anni si contano da 1 a 10 e non da 0 a 9), un attacco suicida dei terroristi musulmani di Osama bin Laden distrugge le Twin Towers di New York e danneggia la sede del Pentagono, provocando migliaia di vittime civili; è solo il primo di una serie di attentati che colpiscono vigliaccamente gli Stati Uniti, la Spagna, la Grecia e la Gran Bretagna mettendo in stato di allarme tutte le nazioni industrializzate; forze militari multinazionali penetrano in Irak, arrestano Saddam Hussein (che verrà processato e giustiziato nel 2007). Il 1° maggio 2011 le forze speciali statunitensi uccidono bin Laden in uno scontro a fuoco poco a nord della capitale pakistana Islamabad.