LE FORTIFICAZIONI ITALIANE DEL DOPOGUERRA


LA FRONTIERA ORIENTALE

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Trattato di Pace ratificato dall'Italia e dagli Alleati prevedeva che "...tutte le fortificazioni e le installazioni permanenti italiane esistenti lungo la frontiera italo-jugoslava, ivi compresi i loro armamenti, saranno distrutte o rimosse...nel limite di una distanza di 20 chilometri dalla frontiera..."

Nei primi anni '50 il timore di un'invasione proveniente da Est porta alla costruzione di un nuovo sistema fortificato permanente alla frontiera orientale; le opere vengono realizzate e ultimate verso la metà degli anni '60 anche per mezzo di contributi ricevuti dalla N.A.T.O.

In questi anni un acceso dibattito divide le opinioni favorevoli alle costruzioni da quelle contrarie che adducono come motivazioni il fallimento delle Linea Maginot francese e la recente introduzione delle armi atomiche.

Per presidiare le nuove opere difensive sono appositamente costituiti i nuovi Reparti d'Arresto che ereditano le tradizioni della Guardia alla Frontiera prebellica; nascono così reggimenti di fanteria d'arresto, di alpini d'arresto e anche del genio d'arresto.

Nel 1953 sono operativi 4 Raggruppamenti di Frontiera: il I a Vipiteno (Bolzano), il II a San Candido (Bolzano), il III a Tolmezzo (Udine) ed il IV a Paluzza (Udine); l'anno successivo sono trasformati in XI Raggruppamento di Frontiera, su 3 gruppi di sbarramenti, a Brunico (Bolzano), XII Raggruppamento di Frontiera, su 2 gruppi di sbarramenti a San Candido (Bolzano), XXI Raggruppamento di Frontiera, su 3 gruppi di sbarramenti a Paluzza (Udine) e XXII Raggruppamento di Frontiera, su 2 gruppi di sbarramenti a Gemona (Udine); esistono anche 3 battaglioni genio pionieri d'arresto; una decina d'anni dopo i reparti vengono trasformati in 11° Reggimento Alpini d'Arresto, sui Battaglioni "Val Chiese", "Val Brenta" e "Val Cismon", 12° Reggimento Alpini d'Arresto, sui Battaglioni "Val Tagliamento", "Val Fella" e "Val Natisone", 52° Reggimento Fanteria d'Arresto "Alpi", su 3 battaglioni, a Tarcento (Udine), 53° Reggimento Fanteria d'Arresto "Umbria" su 3 battaglioni, 1° e 3° Reggimento Genio Pionieri d'Arresto, su 3 battaglioni ciascuno.

Le fortificazioni vengono suddivise in due categorie: la categoria A comprende le opere destinate al pronto impiego, presidiate in modo permanente da reparti dell'esercito e dotate di una scorta di munizioni pronte all'uso; la categoria B comprende le opere che di norma non sono presidiate, ma che regolarmente sono ispezionate e mantenute in efficienza.

Le installazioni sono costruite in casamatta o in caverna, dispongono di corridoi d'accesso distribuiti su più livelli, e sono armate di cannoni controcarri e mitragliatrici, nonchè di alcune torrette tolte a vecchi carri armati (tecnica efficacemente usata durante la guerra specialmente in Africa Settentrionale).

In dettaglio le armi comprendono:

  • mitragliatrici Breda 37 calibro 8 mm (ex Regio Esercito)
  • mitragliatrici MG 42/59 calibro 7,62 mm (standard N.A.T.O.)
  • cannoni Mekar calibro 90/32 mm (di costruzione belga)
  • cannoni calibro 47/40 mm (in torretta di carro M15/42)
  • cannoni calibro 75/21 mm (di costruzione italiana)
  • cannoni calibro 75/34 mm (di costruzione italiana)
  • cannoni 17 pounder calibro 76/55 mm (in torretta di carro M 4 "Sherman")
  • cannoni calibro 90/50 mm (in torretta di carro M 26 "Pershing")
  • cannoni calibro 105/25 mm (prodotti in Italia per il semovente M 43)


La difesa N.B.C. è affidata unicamente a sistemi individuali; le opere di fortificazione sono poi integrate da campi minati, attivati in caso di emergenza; un accurato lavoro di mascheramento e mimetizzazione rende le intallazioni invisibili alla ricognizione nemica ed il segreto militare viene accuratamente mantenuto per molti anni.

Viene messo in preventivo dallo Stato Maggiore che, in caso di guerra, le Truppe d'Arresto si sacrifichino all'interno di casematte e carri armati in postazione fissa, con perdite pari o superiori al 90 %; la linea di resistenza è il Tagliamento e, nel peggiore dei casi, il Piave.

I REPARTI D'ARRESTO NEL 1986

Brunico (Bolzano): Battaglione Alpini d'Arresto "Val Brenta"/Brigata Alpina "Tridentina"

Vipiteno (Bolzano): Battaglione Alpini d'Arresto "Val Chiese"/Brigata Alpina "Orobica" (in posizione quadro)

Brazzano (Gorizia): Distaccamento/53° Battaglione Fanteria d'Arresto "Umbria"

Farra d'Isonzo (Gorizia): Distaccamento/63° Battaglione Fanteria d'Arresto "Cagliari"

Fogliano Redipuglia (Gorizia): 33° Battaglione Fanteria d'Arresto "Ardenza"/Divisione Meccanizzata "Folgore"

Lucinicco (Gorizia): Distaccamento/63° Battaglione Fanteria d'Arresto "Cagliari"

San Lorenzo Isontino (Gorizia): 63° Battaglione Fanteria d'Arresto "Cagliari"/Brigata Meccanizzata "Gorizia"

Arzene (Pordenone): 73° Battaglione Fanteria d'Arresto "Lombardia"/Divisione Corazzata "Ariete"

                                        74° Battaglione Fanteria d'Arresto "Pontida"/Divisione Corazzata "Ariete" (in posizione quadro)

Udine: 1° Battaglione Genio Guastatori "Garda"

             3° Battaglione Genio Guastatori "Verbano"

Attimis (Udine): 52° Battaglione Fanteria d'Arresto "Alpi"/Brigata Meccanizzata "Isonzo"

Grupignano (Udine): Distaccamento/52° Battaglione Fanteria d'Arresto "Alpi"

Ipplis (Udine): 120° Battaglione Fanteria d'Arresto "Fornovo"/Divisione Meccanizzata "Mantova"

Latisana (Udine): Distaccamento/73° Battaglione Fanteria d'Arresto "Lombardia"

Pavia di Udine (Udine): 53° Battaglione Fanteria d'Arresto "Umbria"/Divisione Meccanizzata "Folgore"

Perteole (Udine): Distaccamento/33° Battaglione Fanteria d'Arresto "Ardenza"

Purgessimo (Udine): Distaccamento/120° Battaglione Fanteria d'Arresto "Fornovo"

Tolmezzo (Udine): Battaglione Alpini d'Arresto "Val Tagliamento"/Brigata Alpina "Julia"

N O T A