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ROCKER T "IF YU LUV LUV SHOW YA LUV"

 

Leggi l'intervista esclusiva a Rocker T

Quando decidemmo di ritagliare uno spazio su questo sito ai dischi da (ri)scoprire, avevamo in mente proprio lavori come questo. Rocker T, infatti, con questo suo album intitolato ‘If yu luv luv show ya luv’ uscito nel 1999 si è rivelato al pubblico reggae americano come una delle sorprese piu’ gustose del parco dancehall extra-giamaicano al punto che all’importantissimo appuntamento annuale Reggae on the River (la piu’ rilevante reggae-manifestazione americana) l’artista che tutti attendevano e di cui tutti parlavano non era la solita meteora del ragga giamaicano ma bensì lui. Nulla di strano, in fin dei conti, se non fosse che questo singjay di Brooklyn che si acconcia come un bobo (con tanto di  turbante) e che con tale passione si dichiara devoto a Jah Rastafari e all’uso sacro della ganja è in realtà bianco e biondissimo. Chiariamoci, non è qui nostra intenzione aprire l’annoso (e noioso) dibattito sull’autenticità o meno del reggae “bianco” ma ci preme solo segnalare che succede raramente di vedere un artista reggae non di colore immerso così profondamente nell’implicazione ideologico religiosa rastafariana. Noi qui in Italia recentemente abbiamo apprezzato un artista concettualmente simile, il nostro Hobo, ma il ciclone-Rocker T è cosa diversa dato che l’eclettico deejay di New York nello stile musicale mette in pratica rigorosissimamente la lezione dei campioni del dancehall roots giamaicano. Difatti, lo stile vocale del buon Rocker Tobias è un singjaying molto appassionato e molto melodico,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

una via di mezzo tra lo stile di Sizzla e quello del grande Garnett Silk, una forza dirompente a tratti dolcissima a tratti very tuff. In alcuni punti , va detto, la delivery del nostro è un po’ sopra le righe e il suo patwa un po’ troppo accentuato ma d’altronde tutto cio’ rientra nel suo identikit vale a dire quello di un grande appassionato della musica reggae che suona e canta musica reggae. Va precisato infatti che Rocker T è da anni un esponente della cultura (o sottocultura) underground della metropoli statunitense e che questo suo disco rappresenta forse la summa e il culmine  d tutto il suo percorso artistico che lo ha visto militare in gruppi ska come gli Skadanks, rappare in giro per vari sound systems di NY fra cui il suo Jah Warrior Shetlter Hi Fi, capeggiare gruppi roots come Cannabis Cup Band e Version City Rockers e infine diventare uno dei punti di riferimento della scena Hip Hop Ragga newyorkese al pari di Jamalski e Mad Lion. Pertanto, questo suo lavoro è la risultante di tutti questi suoni e stili che formano il suo background: si va infatti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

dal new roots style della bella “Turn Yer Face” e dell’intensa “Jah Souljah” all’incalzante stile dancehall di ‘Tru Ganjaman’ la perla del disco che è anche il suo brano piu’ conosciuto, per poi arrivare al ragga hip hop della potente “Talk a talk”.Da segnalare sono inoltre “Jah is Real” dal feel RB, “One More” caratterizzata da una forte sezione fiati ska, “Sesso yes” e “Baggy pants” entrambi in classico dancehall style; a chiudere l’album troviamo poi un dolcissimo e meditativo inno nyabinghi intitolato “Jah is Luv”. Va aggiunto che l’infaticabile Rocker T suona molti degli strumenti del disco, dalle percussioni nyabinghi alla melodica. Alla base di tutto c’è la sapiente produzione di Stand Out Selector che ha fatto uscire il disco per la sua Positive Sound Massive Recordings, etichetta da tempo impegnata in un discorso di contaminazione del reggae con l’hip hop come veicolo di una efficace diffusione delle positive vibes in territorio Statunitense. In conclusione possiamo dire di trovarci di fronte ad un disco molto piacevole e molto ben fatto, nominato disco reggae dell’anno dal periodico americano dedicato alla ganja High Times e che merita sicuramente attenzione anche qui da noi in Italia.

RasWalter

(un grazie a Stand Out Selector)