A.D.S. S.PAOLO (San Teodoro -ME )
La Storia

Campioni del Mondo

S. Teodoro, 28 settembre 1961
Un flash d'altri tempi
Due pali da muratori, una traversa di esile corda, una varietà pittorica di divise testimoniano l'attaccamento allo sport dei giovani santeodoresi (il campetto era allora sotto la pirrera)

Polisportiva San Teodoro (La storia....)

Noi ragazzi del prima e dell’immediato dopoguerra, eravamo un pò come i ragazzi delle favelas brasiliane: giocavamo per strada, davanti alle porte, in piazza, con tutto ciò che, di rotondo, ci capitava tra le mani. Palle di stoffa, palle di carta, palle di gomma.
E quando ci capitava un pallone - di quelli con la camera d’aria che si sgonfiava a ogni chiodo o a ogni grossa spina - dalla foggia aperta che occorreva chiudere attraverso un laccio intrecciato - era gran festa.
E quante volte in piazza Roma, al chiano della chiesa nova, al chianu du monucu, arrivavano le guardie municipali Aurelio Bua o Vincenzo Riccobuono invitandoci amabilmente a smettere, oppure ci avrebbero sequestrato il pallone.
I nostri primi rudimentali campi sportivi furono o uno spiazzo sotto la pirrera, oppure uno spiazzo sotto la circonvallazione che chiamavamo u ‘margiu a mula (dieci mesi l’anno era un vero pantano). Passando da San Teodoro, una sera del giugno 1958, l’onorevole Ferdinando Stagno D’Alcontres della Democrazia Cristiana (il parlamentare che poi lanciò in politica anche l’onorevole Vincenzo Leanza) regalò 50.000 lire - equivalenti ad almeno 2500 euro del 2005 - utilizzate per dare subito l’incarico al concittadino Mario Lipari, di spianare con la sua ruspa (l’unica allora esistente), un ampio tratto dello spiazzo che incominciò ad ospitare regolari partite; oppure in quello spiazzo dove c’è l’attuale campo sportivo, che noi chiamavamo aria di mastru Brasi, oppure ancora nel campo in basso sotto il grande ponte che si trova sulla destra scendendo per Cesarò dove, almeno dal 1950 al 1960 venivano organizzate grandissime sfide tra San Teodoro (l’impulso arrivava spesso dai fratelli Gaetano e Nino Virzì contro Cesarò (sotto il frequente impulso dei fratelli Pettinato) o San Teodoro - Cerami (auspice Gianni Anello originario di Cerami) e San Teodoro - Troina, in cui contatti erano tenuti da parenti di troinesi, uomini e donne, diventati familiari di Santeodoresi oppure vicini di campagna.
Il pubblico arrivava o attraverso i viottoli che scendevano direttamente dallo stradale San Teodoro - Cesarò oppure dal tratto che si apre nei pressi del canale.
Nell’archivio del “Giornale di Sicilia di Palermo, nell’edizione del 28 settembre 1961 ho trovato pubblicata pure una vecchia foto, in cui si intravede lo spiazzo sotto lapirrera, pieno di ragazzini che, quale porta, avevano messo due pali da muratori e, quale traversa, un’esile corda.
Il che comunque dimostrava l’attaccamento allo sport dei giovani Santeodoresi. Un attaccamento così forte che già in quel 1961, davanti al notaio Isola di Bronte, nacque una prima bozza di Associazione Sportiva, con quest’organigramma: presidente, il veterinario Calogero Virzì; segretario, il medico condotto Giuseppe Virzì; cassiere, il farmacista Speranza Longhitano.
Consiglieri: Vincenzo Leanza, Catania Michelangelo, Gaetano Zingale, Giuseppe Zingale. Ma l’associazione non poteva che avere poco sprint, non per mancanza di buona volontà, ma perché mancavano i giovani che ne portavano avanti innanzitutto l’ordinaria amministrazione e soprattutto le pubbliche relazioni con i giovani dei paesi vicini.
Scusatemi dunque se a questo punto devo storicamente citarmi. Il fatto è che nacque da una mia “intuizione” durante una delle frequenti vacanze estive, tra l’entusiasmo e l’appoggio incondizionato di vari professionisti casaloti, tra cui il professor Gaetano Virzi e il geometra Antonio Famiani, la nascita di quella Polisportiva, tuttora in vita e davvero operativa, grazie all’impegno di vari giovani e che, in un certo senso può considerarsi l’anticamera dell’attuale Pro Loco, visto che quando ancora non c’era la Pro Loco, toccava alla Polisportiva espletare alcune incombenze. Durante l’infanzia e l’adolescenza molti di noi ascoltavano “i grandi” che si tramandavano echi di sport da padre in figlio, da nonno in nipote, relativi soprattutto al Catania.
Pur mancando ancora a San Teodoro un vero campo sportivo, erano comunque tempi in cui il tifo ormai dilagava nel petto di noi giovani casaloti non solo per il Catania, ma anche per il Palermo. Ricordo negli anni della mia infanzia che da San Teodoro e da Cesarò, passando per Troina e Cerami, venne addirittura organizzato un pullman per godersi alla Favorita un grande incontro di cartello Palermo - Inter: oltre a Catania Michelangelo e ad altri, come Nino Famiani e Giuseppe Pittalà, che assolutamente di pallone non volevano sentire parlare, a San Teodoro sull’autobus salirono altri dieci “grandi” magari con la semplice scusa di una gita a Palermo, ma fu quel pomeriggio che alcuni diventarono interisti sfegatati, in un’epoca in cui altri diventavano juventini o milanisti, contagiando reciprocamente amici e compagni di scuola.  Ma erano anche tempi in cui, se uno non era interista, milanista o juventino, nei bar e nei circoli già si sentiva dire: “Statti mutu tu!”
Ho raccontato tutto questo solo per dire come la Polisportiva San Teodoro, ebbe come anticamera scenari di grande tifo per il calcio e come, prima di nascere, ebbe decenni di gestazione, ma alla fine riuscimmo a mettere insieme un nucleo compatto.
L’autore di questo libro parti nella nuova Polisportiva come presidente onorario e poiché, come tale, le cariche onorarie sono a vita e non a termine, per otto anni, esattamente dal 22 agosto 1976 al 7 dicembre 1984 fu anche presidente a tutti gli effetti, gratificando sostanzialmente l’associazione (allora con sede in affitto in piazza Roma, nell’ex casa del maestro Ciro Oriti, ora acquistata dal tandem Gliozzo&Di Marco) di una donazione annuale di 250 mila lire dell’epoca che, non esagero, potrebbero corrispondere a 2000 euro del 2006.
E suo braccio destro - che può testimoniare sul puntuale versamento della somma nell’organizzazione e nel mantenimento dei contatti, fu sempre Salvatore Mileti, prima del suo trasferimento per lavoro al Teatro Greco di Taormina. Quando poi il presidente onorario incominciò a crescere nella sua attività giornalistica e ad invadere di cartoline illustrate molti circoli e tante case di San Teodoro, fu anche obbligato a diradare le sue vacanze estive in paese.
Cosicché, giustamente, correttamente e senza alcuna polemica da parte sua, anche l’Associazione Sportiva dovette darsi una nuova struttura, portando così altri nella carica di presidente:Carmelo Lipari dal 7 dicembre 1984 al 23 giugno 1986 (sindaco ancora Vincenzo Leanza), Salvatore Agliozzo dal 23 giugno 1986 al 28 giugno 1992 (sindaco sempre Leanza); Salvatore Savoca dal 28 giugno 1992 al 15 giugno 1993 (sindaco Leanza); Gilberto Caridi dal 15 giugno 1993 al 25 giugno 1994 (sindaco Franco Antibo); Salvatore Chinnici dal 25 giugno 1994 al 28 giugno 2000 (sindaco Franco Antibo); Gilberto Caridi dal 28 giugno 2000 ad oggi (sindaco Salvatore Sirna).
La prima maglia del San Teodoro, scelta con Salvatore Mileti da Zaccà Sport era verde, poi diventò gialloverde, poi blu, poi ancora granata.
Il San Teodoro si è affiliato alla Federazione Italiana Gioco Calcio dal 12 luglio 1985 ed ha sempre avuto una squadra iscritta in terza categoria a partire dalla stagione calcistica 1985-1986.

Nel campionato 1987/88 in III° Categoria si classificò all’8° posto;
Nel campionato 1988/89 in III° Categoria si classificò all’8° posto;
Nel campionato 1989/90 in III° Categoria si classificò al 4° posto;
Nel campionato 1990/91 in III° Categoria si classificò al 2° posto;
Nel campionato 1998-1999 e nel campionato 1999-2000 ha giocato in seconda categoria.

 
Tratto dal libro "San Teodoro perla dei Nebrodi"
Autore Enzo Catania