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La pioggia che cade sulle Prealpi veronesi penetra nel sottosuolo fino a 3 km di profondità, raggiungendo i 200° per effetto della pressione ed arricchendosi di sali minerali, per sgorgare dopo circa 20 anni a Montegrotto Terme ad una temperatura attorno gli 87°.
Quest'acqua termale viene utilizzata prevalentemente per la maturazione, conservazione e rigenerazione del nostro fango termale, ineguagliabile per le sue proprietà terapeutiche.
Sebbene la medicina ufficiale sia da sempre diffidente verso questo genere di terapia, nonostante che l'utilizzo dell'acque e del fango termale in questo luogo risalga a diversi secoli prima di Cristo, oggi tale terapia è definitivamente uscita dalla sua fase empirica.
Studi scientifici hanno infatti dimostrato che il fango termale, formato da argilla e dall'acqua termale, esplica la propria azione non soltanto attraverso il calore e gli elettroliti in soluzione, ma soprattutto per il rilascio di sostanze dotate di elevata capacità anti-infiammatoria prodotta da micro-organismi presenti nel fango stesso.
Batteri, microalghe e protozoi formano ammassi gelatinosi organici durante il contatto dell'argilla con l'acqua termale per almeno due mesi: sulla superficie del fango in fase avanzata di maturazione si forma una pellicola verdastra, costituita da Cianoficee filamentose unite a Protozoi ciliati e Diatomee.
Per un approfondimento in materia segnaliamo il sito www.studitermali.org, dove tra l'altro potrete trovare ampia letteratura scientifica internazionale.
L'acqua termale di Montegrotto è classificata salso-bromo-iodica e dunque impiegata direttamente nella balneoterapia e nella terapia inalatoria oltreché, come detto, per la maturazione di fanghi per la cura di patologie a carico dell'apparato osseo, c.d. fangoterapia.
Analisi dell'acqua termale
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