Miti          

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Il mito è’ una narrazione orale , senza fondamento nella realtà. Nella cultura greca, il mito si contrappone al logos «discorso razionale logico». Gli studiosi individuano varie categorie di mito :
- Il mito naturalistico che spiega l‘origine dei fenomeni naturali;
- Il mito metamorfico , che spiega la trasformazione  da uno stato a un altro ( per esempio un uomo trasformato in fiume);
- Il mito culturale che spiega le origini di un popolo,  di una religione.

La narrazione mitica presente molte caratteristiche ricorrenti:
- il riferimento a un tempo indeterminato;
- l’ambiente delle storie in luoghi immaginari;
- la presenza di personaggi soprannaturali (dèi, eroi, spiriti);
- la funzione educativa, il ruolo di memoria collettiva delle tradizioni, dei riti e delle usanze di un popolo.
Il mito è molto vicino alla fiaba, al sogno e alla poesia .

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Atena e Aracne

Il rapimento di Persefone  

Le nozze di Zeus ed Era

Eco e Narciso

Orfeo ed Euridice

Re Mida

 

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Atena ed Arnacne

                                                                           

  Molte volte anche le Divinità  come ogni qualunque mortale soffrono di molti dolori . Come il gran dolore  provato da Giove ,  grande Padre degli Dei, alla testa alla nascita di Atena . Questa Dea divenne anche la protettrice di Atene ; dopo poco tempo divenne molto famosa per la sua saggezza e la sua conoscenza delle armi . Atena era anche molto abile a tessere la tela . Tanto che Era decise di farle tessere la sua tunica nuziale per il matrimonio con Zeus . Come tutte le Dee Atena aveva un difetto : credeva che non esistesse nessuno più brava di lei a tessere . Ma molto sfortunatamente c’ era una donna mortale che non la pensava così . Questa si chiamava Aracne e veniva da un piccolo villaggio chiamato Colofone . Quando Atena sentì che Aracne aveva detto che era più brava persino della grande Dea Atena a tessere la tela  , decise di organizzare una gara contro lei . Quando Atena annunciò la sfida ad Aracne ella accettò e quando il lavoro fu finito la tela di Aracne era molto più bella di quella di Atena .  Atena essendo gelosa di Aracne la trasformò in un ragno cosicché potesse tessere la tela per sempre senza essere ammirata da nessuno perché si rompeva subito .

 

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                  Il Rapimento di Persefone

 

Ade era talmente brutto che tutte le donne lo respingevano. Un giorno decise di andare sulla Terra per cercare moglie; qui vide delle ragazze che giocavano a palla. Una di queste lo attrasse tanto da fargli credere che fosse figlia di una dea. In quell'istante le ragazze scapparono; rimase solo Persefone. Ade escogitò un piano per rapirla; egli fece spuntare un fiore. Questo fiore era tanto bello che Persefone lo colse. Tirandolo si creò una voragine e cadde dentro. Ad un tratto si sentì afferrare e, aprendo gli occhi, vide che c'era Ade e gridò. Demetra, la madre di Persefone, si accorse che la figlia era scomparsa e convocò i servi, gli schiavi, le guardie e le ancelle per cercarla. Un giorno Demetra incontrò Trittolemo e gli chiese se avesse visto Persefone; lui disse che aveva visto una ragazza chinarsi per raccogliere un fiore e poi scomparire. Demetra cercò di fargli ricordare il fiore che aveva raccolto ed egli disse che era un asfodelo, il fiore sacro ad Ade. Demetra si precipitò da Zeus per chiedergli perchè avesse permesso  ad Ade di prendere sua figlia ed  egli   rispose che era stato il fato a deciderlo.Ermes, che era presente , disse che Persefone sarebbe rimasta  sei mesi negli inferi e poi sarebbe tornata per il resto dell'anno sulla terra.Demetra fu daccordo su questo e , si dice, che i trasferimenti di Persefone sopra e sotto la terra avrebbero determinato l'alternarsi delle stagioni.

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Le nozze burrascose di Zeus ed Era

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 Zeus, il grande padre degli Dei, anche se divinità, aveva tutte le caratteristiche di un  qualunque mortale Questa grande Divinità aveva un debole per le belle ragazze che conquistava per poi popolare il suo regno. Zeus corteggiava una Divinità che però stranamente lo rifiutava ; questa Divinità si chiamava Era, sua sorella, che ogni giorno veniva riempita di regalie e lettere d’amore dal suo corteggiatore Zeus che Era rifiutava continuamente. Zeus ,sapendo che sua sorella andava a fare delle brevi passeggiate nel bosco, scagliò uno dei suoi potenti fulmini, fece  scatenare una tempesta e si trasformò in un cuculo. Era mentre andava a ripararsi vide quel povero cuculo trascinato dal vento lo prese e lo strinse sul seno per riscaldarlo. Quando il cuculo riprese le sue sembianze,  le altre Divinità videro Era che stringeva tra le braccia Zeus che fu  poi  costretta a sposarlo per non essere disonorata. Il   viaggio di nozze  durò trecento anni. Era e Zeus ebbero tre figli Zeus ,con un ennesimo tradimento verso Era , divenne anche il padre di Elena di Troia .

 

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Eco e Narciso

Eco era una ninfa dei boschi che riposava sulle sponde di un fiume. Ad un tratto sentì delle risate cristalline che si sentivano oltre una duna;  per curiosità lentamente si avvicinò e scorse una ninfa, sua amica, in compagnia di Zeus. Lentamente si allontanò e gli apparve innanzi  Era, la regina degli dei, che le chiese se avesse visto suo marito. Ella per guadagnare tempo le chiese chi fosse suo marito. Era rispose che era Zeus, il re degli dei. Ella disse che aveva vagato per tutto il bosco senza vedere nessuno. Era credendo alla ninfa ritornò sull'Olimpo, ma da lassù scorse Zeus abbracciato alla ninfa. Era non si arrabbiò per il tradimento del marito ma perché la ninfa le  aveva mentito e le diede la punizione di ripetere tutte le ultime parole che ascoltava. Eco, condannata per sempre a ripetere tutto quello che ascoltava, si avvicinò al fiume e vide Narciso. Narciso la respinse ed Eco ripeté. Poi Narciso si allontanò e vide il suo volto riflesso nell'acqua, tentò di baciarlo ma non vi  riuscì.Disperata per il rifiuto prese il pugnale e se lo ficcò nel cuore.Del sangue che uscì dal suo corpo si impregnò il terreno, e da lì nacque un fiore che prese il suo nome.

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Orfeo ed Euridice

 

Orfeo, figlio di Eagro re di Tracia, veniva onorato dal suo popolo per il suo talento nel fare il cantore. Orfeo oltre ad essere molto bravo a fare il cantore era anche sposato con una bellissima donna chiamata Euridice. Un giorno essendo perseguitata da Aristeo figlio di Apollo, Euridice inciampò e sbatté la testa su una pietra. La botta fu così forte da far morire Euridice. Quando  suo marito, Orfeo la trovò morta decise di scendere nell’Averno per chiedere al dio della morte, Plutone di rimettere in vita Euridice. Orfeo, quando arrivò da Plutone gli disse tutto. Dopo poco tempo Plutone si convinse di rimettere in vita Euridice a patto che ,  nel cammino, Orfeo non si sarebbe voltato fino a quando non fosse   arrivato alla luce. Ma Orfeo,quando arrivò alla luce, si voltò verso Euridice che ancora non era arrivata  . E così Orfeo non potè  vedere sua moglie mai più.

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RE MIDA  

    Una cosa così non si era mai vista : un infinito numero di   formiche  si erano incamminate su nella culla e andavano a deporre ciascuno un chicco di grano fra le labbra  del bimbo  appena nato. Nessuno, neppure i più famosi oracoli, sapeva come interpretare quel fenomeno; solo un' indovina  macedona si azzardò a pronosticare che il piccino sarebbe diventato l’uomo più ricco della terra.
Mida, crescendo, si sentì ripetere quella storia tante volte, da convincersene egli stesso, al punto che il suo carattere cambiò: tanto prima era stato generoso, tanto divenne avido. Tuttavia le sue condizioni economiche non cambiarono. Mise da parte qualche soldo, ma molti dei pastori e dei mercanti della zona erano infinitamente più ricchi di lui. Divenne il re di Bromio in Macedonia, ma il suo scettro era puramente formale: tutti i re di cui aveva sentito parlare erano infinitamente più potenti di lui ! E in apparenza re Mida si rassegnò ad essere quel che era; ma soltanto in apparenza perché nel fondo del suo cuore continuava a covare il sogno inoculato in lui dalla profezia. Il caso condusse alla sua reggia il satiro Sileno, che era considerato uno dei più valenti maestri dell’antichità, accompagnato da un suo giovane allievo, Dioniso, che era un dio di una certa importanza . Il re trattenne i suoi ospiti per una intera settimana con il rispetto dovuto e, nonostante la sua avarizia, fu prodigo di vini  squisiti e manicaretti  prelibati. In realtà Mida aveva fatto conto sull’usanza dell’epoca, secondo cui gli ospiti, partendo, per sdebitarsi lasciavano dei doni  munifici; e degli esseri divini si sarebbero mostrati certamente molto generosi. Infatti Sileno non deluse il re.

_ Dimmi cosa desideri di più al mondo _ gli chiese.
Mida, che su questo aveva riflettuto giorni e giorni, aveva  la risposta pronta:
_Che qualunque cosa io tocchi si tramuti in oro.
Il saggio Sileno rimase perplesso e con qualche cauto ammonimento tentò di far cambiare idea all‘altro :
_ Ti rendi conto di che cosa ciò comporterebbe ?Arrivi a immaginare quali sarebbero le conseguenze del tuo desiderio ?
 
Mida arrivava ad immaginare soltanto come sarebbe stata bella la sua reggia quando fosse stata interamente d‘oro ; e poi immaginava che la possibilità di disporre di tutto l ‘ oro che avesse voluto lo avrebbe reso il re più ricco e potente della terra. Insistette nella sua richiesta   e Dioniso che , essendo un dio , non poteva ritirare la parola data , concesse a Mida il singolare privilegio . La prima cosa che divenne d‘oro fu la tunica che il re indossava . L‘abito si fece rigido e pesante , tanto che dovettero essere chiamati i maniscalchi per toglierglielo di dosso ; ma intanto erano diventati d ‘ oro il trono , lo scettro il martello del maniscalco… Mida si divertì per un pezzo a correre dentro e fuori la reggia , toccando tutto ciò che vedeva e si lasciava dietro tavoli d’oro , aratri d‘oro tende d'oro , giovenche d‘oro… Senonché quando cominciò a sentir fame , divennero d‘oro anche l‘arrosto e la frutta e persino gli schiavi che lo servivano .Nell’animo del re cominciò a serpeggiare la paura; dagli occhi uscironodue lacrime, che caddero sul pavimento e rotolarono via sotto forma di gocce d’oro.
Mida era in preda alla disperazione quando si presentò alla reggia la stessa indovina che gli aveva predetto il destino quando era ancora nella culla.
- Se vuoi liberarti dal sortilegio – gli disse stavolta la donna – và a bagnarti nelle acque del fiume Patroclo. Re Mida corse al fiume e si tuffò. Guarì immediatamente, se così si può dire; fatto è che una volta tornato alla reggia, prese a donare al primo che gli capitava davanti tutto ciò che si trovava a portata di mano. La legenda precisa che le acque del Patroclo, non appena il re vi si fu bagnato e purificato, si riempirono di pagliuzze e di pepite d’oro .Innumerevoli cercatori d’oro hanno tentato di scoprire quel magico fiume, ma pultroppo ancora oggi nessuno sa dove si trova.