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Il canto e gli strumenti

L'educazione e l'arte

La forma della tragedia greca

Il Teatro

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Il canto e gli strumenti 

I Greci praticarono il canto sia come espressione solistica sia come manifestazione corale.
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Monodico ( cioè solistico ) fu il canto dei poemi epici ( Omero ), della poesia melica ( nella quale emersero fra altri i poeti Archiloco, Alceo, Saffo, Anacreonte ) e delle epoche alessandrina e romana.  
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Il canto corale prevalse invece nei sec. dal V11 al V  a. C. I cori greci cantavano all’unisono e all’ottava. Più tardi pare che fossero ammessi gli intervalli di quinta  e quarta, usati, l’uno e l’altro, in procedimenti paralleli. Le forme più usate della lirica corale furono:  
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Il ditirambo ( canto religioso in onore di Dioniso ) ; il peana ( canto religioso in onore di  Apollo ) ; l’epitalamio e l’imeneo ( canti  Nuziali); il partenio ( canto di fanciulle ); l’epinicio ( canto dedicato ai vincitori dei giochi ); il treno ( canto funebre ); lo scolio ( canto conviviale) etc. I maggiori cultori della lirica corale furono i poeti Alcmane, Stesicoro, Simonide, Bacchilide, Pindaro. Anche i cori delle tragedie furono Eschilo, Sofocle, Euripide. Lo strumento più comune dei Greci  era la cetra, a corde pizzicate. Di origine ellenica, era perciò sacra ad Apollo e considerata lo strumento nazionale per eccellenza. Terpandro( VII sec. A. C. )né ordinò le 7 corde nello spazio dell’ottava; successivamente il numero delle corde fu portato a 8, 9, 11, 12.Varietà della cetra erano la lira( più piccola), la formix( degli aedi), la pectus( lidia), la magadis. Fra gli strumenti a fiato il più importante era l’aulos, ad ancia doppia, importato dall’Oriente e sacro al culto di Dioniso. Di uso più comune era l'aulos doppio, a due canne e con doppia imboccatura. Altri strumenti a fiato erano la siringa( simile al nostro flauto), il flauto di Pan o policalamo, la salpinx( tromba). Gli strumenti a percussione erano i cimbali( piatti), crotali, i sistri.

Arpa

Corno

 

Aulos doppio


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L'educazione e l'arte

La musica occupa un posto molto importante nella vita delle città greche e nell’educazione dei cittadini, perché si reputava che essa avesse fondamento etico e la capacità di influire sulla volontà e le azioni degli uomini. Per questo,    nei secoli di maggior fulgore della civiltà Greca, la musica era al servizio della religione e dello Stato ; ad Atene, a Sparta, a Tebe la musica costituiva materia importante nell’educazione dei giovani. Il pensiero musicale dei Greci era basato sopra l’osservazione degli effetti che la musica produceva nell’animo dell’uomo. Essi formularono una dottrina psicologica che raggruppava gli elementi del linguaggio musicale secondo l’ethos, cioè secondo l’efficacia psichica, la qualità emotiva di ognuno di essi. Modi, generi, strumenti, ritmi, ognuno aveva il proprio ethos, e tutti erano raggruppati in tre ethoi principali: 
-diastaltico, che invita all’azione e all’eroismo, ed era proprio della tragedia;
-sistaltico, che favorisce lo sviluppo della volontà e delle forze soggettive, ed era proprio della lirica modica; 
-esicastico, che suscita l'equilibrio nella facoltà dell'animo, ed era proprio della lirica corale religiosa. Il filosofo Platone (427-347 a.C) espresse le sue idee sulla musica principalmente nella Repubblica, un trattato svolto in forma di dialogo nel quale è delineata la formazione di uno stato ideale. In tale Stato uno dei compiti principali è l'educazione dei giovani; persino l'importanza e il valore delle arti si misurano sulla loro importanza e valore nel processo educativo.Fra le arti la musica ha un posto preminente, essa non dever mirare al divertimento, ma a formare armopniosamente la personalità dei futuri cittadini temperandone le passioni. Aristotele   (384-322 a.C) ammette invece che la musica abbia un posto , oltre che nell'organizzazione sociale dello Stato, anche nella vita individuale. A tale scopo Aristotele espone la teoria della cataarsi, cioè liberazione dell'animo dall'oppressione degli affanni che l'arte e, specialmente la musica, sono in grado di conseguire.

Forma della tragedia classica

   La tragedia classica è estremamente semplice , e narrativa  e rispetta sempre le tre unità di “tempo” di ”azione” e di “luogo” : tali unità vengono chiamate regole aristoteliche, dal nome del filosofo Aristotele. All‘ inizio, la tragedia presentava un prologo, che esponeva l’antefatto. Quindi entrava in processione il coro, questa parte si chiamava pàrodo. Seguivano quindi gli episodi, nei quali gli attori dialogavano tra loro e col coro (nel qual caso si avevano i còmmoi). Tra un episodio e l ’altro venivano intercalati dei cori, stasimi. In fine il coro usciva e si aveva l’esodo. Le parti dialogate potevano anche essere accompagniate dagli strumenti (melodici)

 

       

Il teatro

Nel IV, V secolo a.C nacque la più grande delle creazioni artistiche greche: il Teatro, nel quale vengono racchiuse le 3 arti: musica, danza e poesia. La prima creazione artistica del ditirambo (canto religioso in onore di Dioniso) in precedenza era soltanto un canto sregolato. Il ditirambo veniva intonato durante il sacrificio di un capro (tragos) su un altare (temele) da un sacerdote. Nel 536 a.C per opera di Tepsi il sacerdote venne sostituito da un corifeo che rappresentava Dioniso. Mentre il corifeo predicava, il coro eseguiva le parti lirico/corali. Il coro invaso dalle profonde emozioni del suo racconto, partecipava a finzione con esclamazioni, domande, risposte e commenti. Così nacque la tragedia (da tragos – capro e ode – canto). La tragedia venne divisa in varie parti:

  • Prologo (esposizione del soggetto fatta da un personaggio)
  • Parodos (entrata del coro guidato dal corifeo e seguito dalla Auleta)
  • Kommoi ( vari episodi di tragedia)
  • Stasimi (canti corali che intercalati tra i vari episodi )
  • Esodo ( scena finale)

Il Teatro era formato da uno spazio circolare ; una sua metà era detta (Koilon) mentre l’ altra (Skenè). La koilon era riservata agli spettatori mentre la Skenè agli attori.

Gli attori avevano il viso coperto da una maschera (Coturno) . Lo spazio mediale (l’orchestra) era occupata dal coro. In mezzo all’orchestra c ‘ era la timele , l’area sacrificale che ricordava le origini religiose. Quasi contemporaneamente alla tragedia, nacque la commedia. Anch’essa nacque dalle feste Dionisiache. Era simile alla tragedia e la parte musicale non era molto sviluppata.