A 19 anni Agostino studia un libro che cambia molte cose nel suo modo di sentire
Nel 373, durante il corso normale di studi, Agostino legge l'Ortensio di
Cicerone, del quale è un grande ammiratore. Quel libro, che contiene un incitamento alla filosofia, cambia il modo di sentire e suscita in Agostino nuove aspirazioni e nuovi desideri, lo infiamma d'amore per la conoscenza e la filosofia.
Agostino è desideroso di apprendere, comprendere e scegliere. Nell'Ortensio Cicerone trascrive una discussione intorno al valore della
filosofia. Il libro riflette lo stato d'animo dell'autore disilluso dei beni fuggevoli, convinto che la vera felicità sia da perseguire nella ricerca della sapienza. Cicerone nell'Ortensio sostiene che tutti vogliamo essere felici. Ma in cosa consiste la felicità? Nel fare e possedere ciò che si desidera, o nel piacere dei sensi, che è piuttosto un turbamento, causa danni al corpo e allo spirito? Oppure nelle ricchezze, negli onori mondani, nel lusso, nella salute?
Cicerone ritiene che il non ottenere ciò che si desidera è un male minore del conseguire quello che non conviene; poiché una cattiva volontà reca più male che bene.
Piuttosto la felicità consiste nei beni che non periscono, ma sono assoluti, come la sapienza, la verità, la virtù. Per Agostino la lettura di questo libro rappresenta il primo passo verso il
cambiamento. Come lui stesso dice nelle Confessioni: "effettivamente dipende molto da chi si incontra nella vita, specialmente da
giovani".