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![]() A 3846 metri d'altezza, inseriti nel paesaggio di un altipiano desertico delle Ande, sono situati i resti di un antico impero preincaico, avvolto da leggende e misteri, probabilmente uno dei siti archeologici più controversi del mondo
Guardando i monumenti di Tiahuanaco, si rimane impressionati dalla
perfezione e dalla maestosità di queste costruzioni monolitiche che
da migliaia di anni resistono stoicamente al vento e al gelo.
La parte più suggestiva di Tiahuanaco è il tempio di Kalasaya. E' un tempio aperto, elevato su una enorme piattaforma. Fondamenta, mura, scalinate e arcate sono costituite da giganteschi blocchi monolitici. Kalasaya fu probabilmente un osservatorio, poiché la sua costruzione segue delle linee astronomiche.
Vi
si trovano tre importanti opere: il monolito di Ponce, quello del
sacerdote e la famosa Porta del Sole, arco massiccio tagliato da un
unico pezzo di andesite. Gli intagli sulla facciata costituiscono
l'espressione più elaborata dell'arte tiahuanaco.
Nel XVI secolo il missionario Diego de Alcobaso scrisse: "Su una piattaforma vidi una colonna di splendide statue, così reali da sembrare vive. Uomini e donne, alcuni in piedi, altri seduti in pose quotidiane. Alcune donne avevano bambini sulle ginocchia o sulle spalle." Oggi la maggior parte di quelle statue purtroppo è scomparsa.
Nel suo centro si trovano alcuni monoliti, di cui uno "barbuto". Un enigma per gli archeologi, perché rappresenta una persona con barba folta, mentre è risaputo che agli indios non cresce la barba.
LE ORIGINI
Una teoria coinvolge
navigatori celtici (spiegando così la barba del monolito), giunti
imponendosi agli indigeni.
IL SITO
Tiahuanaco è un sito archeologico esteso su 450.000 mq. e sembra presenti le tracce di cinque città sovrapposte, più volte distrutte da terremoti. Si trova a 30 Km dalle sponde del lago d’acqua dolce più grande del mondo: il Titicaca, lungo 222 chilometri, largo 112, situato a 3.660 metri sul livello del mare. Una striscia bianca formata dai depositi calcarei di alghe in mostra sulle rocce circostanti e la presenza di creature marine nelle sue acque - fra cui i cavallucci - testimoniano la sua appartenenza al mare.
I MISTERI
UN CITTA' PORTUALE A 4.000 MT DI ALTEZZA
Al di là delle leggende restano le ciclopiche rovine di una città portuale: cinque banchine, moli e un canale diretto verso l’entroterra; il tutto a più di 4.000 metri sul livello del mare. Nel 1967, per verificare la veridicità dei racconti dei pescatori del Titicaca, secondo i quali nei periodi di grande siccità era possibile toccare i tetti dei "palazzi sommersi" sotto le acque del lago, furono organizzate alcune spedizioni subacquee. Sul fondo, immerse nella melma, i sub videro poderose muraglie. Sotto costa rinvennero dighe, strade lastricate; blocchi squadrati combacianti fra di loro con estrema precisione che formavano una trentina di massicciate parallele, unite da una costruzione a forma di mezzaluna. Un grande porto con i suoi moli, ove potevano attraccare centinaia di navi, fra cui, forse, anche quella di un dio bianco, barbuto, giunto dal mare con una nave che "si muoveva senza far uso di remi": Kon Tiki Viracocha, raffigurato con un tridente come Nettuno.
LE PIETRE
Una città costruita con pietre talmente grandi e pesanti dalle 100 alle 200 tonnellate (alcune più di 400 tonnellate), da destituire di fondamento ogni supposizione inerente il loro taglio, trasporto, nonché collocazione, visto che le cave più vicine distano ben 60 chilometri.
Nel rileggere i
resoconti dei conquistadores spagnoli ci rendiamo conto, dallo
stupore che traspare, quali meraviglie contemplarono i loro occhi:
e, al centro, sorgeva presumibilmente una piramide a gradoni. In base a calcoli astronomici quell’area era un grosso calendario di pietra usato per scandire il tempo, precisamente i mesi in un anno. Ciò che più sorprendeva è che esso funzionava bene con una particolare inclinazione dell’asse terrestre, corrispondente a quella che doveva essere 15000 anni prima!
I DIPINTI
Sulla Porta del Sole sono raffigurati un toxodonte e un proboscidato che ricorda il "Cuvieronius", estinti entrambi 12.000 anni fa.
Il Prof. Arthur Posnansky notò che due punti di osservazione nel recinto del Kalasasaya indicavano i solstizi d’inverno e d’estate e, servendosi di una tavola astronomica, dedusse che la costruzione risaliva al 15.000 a.C. Passò per eccentrico fino a quando il Dr. Ralph Muller rielaborò i calcoli e convenne che la data poteva essere il 4.000 o il 10.500 a.C. Su questa data concordano anche Graham Hancock e l’astronomo Nel Steede.
LA PORTA DEL LEONE - Magistrale progettazione
Il tempio consisteva di quattro immense piattaforme fatte di massicci lastroni di arenaria, alcuni del peso di 130 tonnellate, tenuti insieme con una speciale malta e morsetti metallici.
È stato appurato che
questi morsetti furono realizzati gettando metallo fuso nei solchi,
negli incavi scavati allo scopo nei blocchi di pietra adiacenti". E
ancora, il Moscoso: "La cultura di Tiahuanaco è indubbiamente una
delle più importanti nella regione andina e la sua influenza è
evidente in altri gruppi culturali posteriori. Fiorirono
architettura, produzioni artistiche in ceramica, sculture e metalli
preziosi. L’alto grado di perfezione raggiunto nella scienza
metallurgica permise di forgiare e amalgamare metalli. Il rame,
metallo principale, era usato comunemente allo stato nativo.
All’inizio limitatamente alla manifattura personale e negli oggetti
domestici, più tardi per ottenere il bronzo. Dato che per ricavare
quest’ultimo occorre seguire una procedura complicata si dimostra
l’alto grado della metallurgia raggiunto dalla cultura di Tiahuanaco".
Graham Hancock scrive,
nel suo "Lo Specchio del Cielo", che un esame condotto con un
microscopio a scansione elettronica ha dimostrato come, in effetti,
il metallo venisse versato fuso nei canaletti predisposti allo
scopo. Ciò rendeva necessario l’uso di un forno portatile e quindi
un livello tecnologico di gran lunga superiore a quello immaginato.
Dal canto suo, il Prof. Escalante afferma: "Dal tempo antico la
cultura pre-ispanica conosceva come fondere il rame e più tardi
imparò a mescolarlo con altri metalli. Questo sviluppo tecnologico
rese possibile l’invenzione di attrezzi di metallo quali scalpelli,
stampi, punzoni, seghe, asce, ecc. permettendo di poter lavorare su
pietre e altri materiali e raggiungendo un grado sofisticato di
perfezione.
CRISTALLI DI QUARZO
Dodicimila anni fa si faceva largo uso in tutto il mondo di granito contenente cristalli di quarzo.
Come gli antichi "Omphalos", ombelichi, ossia pietre erette dagli Annunaki (esseri provenienti dal pianeta Nibiru, ndr.) come semplici dispositivi di comunicazione, note nei miti come "Pietre Parlanti", fatte anche di granito.
Il più antico radioricevitore usava cristalli di quarzo, per cui il termine "cristallo fisso". Oggi, in una semplicissima costruzione, i cristalli fissi sono ancora venduti in forma di corredo e svolgono benissimo la loro funzione.
Furono usate pietre di
granito per comunicazioni terrestri e interstellari con sistemi
simili a quelli di Carnac in Britannia? Perché furono usate grandi
pietre di granito nell’apice della Grande Piramide, sopra la Camera
del Re, chiamate "Pietre Parlanti"? Perché oggi vengono impiegati
molti cristalli, sia naturali che manufatti, in tutti i computer,
nelle attrezzature elettroniche e nei satelliti? Nei testi antichi è ampiamente descritto che i cristalli sono stati usati dettagliatamente e che erano probabilmente, e lo potrebbero ancora essere, un grande potente generatore di energia, nonché radiofonico.
LA MICA
Non
lontano da Teotihuacan si trova la piramide detta della mica,
poiché al suo interno sono stati rinvenuti due strati di tale
materiale di ben 27 centimetri quadrati, nascosti sotto un
pavimento, evidentemente con una precisa funzione.
INSPIEGABILI ARTEFATTI
Nel 1991-1993, cercatori d’oro sul piccolo fiume Narada, lato est dei monti Urali, hanno trovato insoliti oggetti per lo più lavorati a spirale. Le loro
misure variano da un massimo di cm. 3 (81/2 pollice), fino ad un
incredibile mm. 0,003 (circa 1/10.000 di pollice). Gli scienziati immaginano di poter costruire microsonde impiegabili in medicina, per eseguire operazioni all’interno di vasi sanguigni, non possibili con le odierne tecniche chirurgiche.
Rapido il collegamento con Giza. Entrambi i siti risalgono a 12.000 anni fa e si ergono su una serie di camere sotterranee ove sembra sia custodito il messaggio di un’antica civiltà.
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