Burano per gioco

Quest’isola che emerge dalle barene della laguna di Venezia sembra finta, cosi piccola e palpitante dì colori. Vista dall'alto del campanile di Torcello, avvolta dalla nebbia che piano piano il vento spazzola via, Burano si mostra in veste fantastica, cambiandosi in un’illustrazione di un libro per bambini.Noi che la visitiamo possiamo pensare che Burano sia stata ideata da una mente bambina, che l’ha voluta ornare con case dai mille colori, che ha voluto strade senza auto e gatti sornioni che dormono sui muretti al sole. Ci accorgiamo subito che questo è un posto diverso e che diversamente si deve guardarlo, calandosi nel suo essere arcobaleno, andando a caso per le sue piccole calli fìancheggiate da case al mirtillo e alla menta, odorando iI profumo di ammorbidente che i panni, stesi ad asciugare, liberano nell’aria.E ogni tanto, portato dal vento, l’odore del salmastro ci ricorda che il mare è tutto intorno. Può capitare dopo un po', dì rimanere affascinati dagli svariati giochi di luce ed ombra che il sole proietta sulle case, esaltando un blu o incendiando un rosso. O ancora, dai chiaroscuri che si rincorrono per metri di spigoli ed angoli di muro. Cosi catturati, viene voglia di fetografarlo come paesaggio di pure forme geometriche: angoli - piani inclinati - triangoli –parallelepipedi.Rettangoli dì muro diventano improbabili bandiere, mentre i passanti rimangono sfumati da un diaframma che li vuole solo comparse e non protagonisti, su questo fondale che va bene per tutte le fiabe del mondo.

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