Le "Lucerne": sacralità
e ritualità
Il Rito delle lucernelle, meglio conosciuto come la Festa delle
Lucerne, è una tradizione singolare che si svolge nei primi
giorni del mese di agosto tra i vicoli del Borgo Medioevale del
Rione Casamale, centro storico di Somma Vesuviana.
Qui, nella cittadella murata di epoca aragonese, migliaia di piccole
lucerne ad olio di terracotta illuminano, in un fantasmagorico gioco
di luci, l'antico borgo, proiettandolo in un'atmosfera di misteriosa
sacralità. Nei profondi e stretti vicoli le tremolanti fiammelle
vengono disposte, in lunghe prospettive, su impalcature lignee di
determinate forme geometriche: quadrate, triangolari, romboidali,
rotonde, e da qualche anno anche ovoidali ed esagonali.
Al termine dell'originale apparato, un gioco di specchi prolunga
le fioche luci sceniche prospettive profonde, creando penombre e
chiaroscri dagli straordinari effetti magici.
Lunghi festoni di felci intrecciate e giovani rami di castagno (albero
dal quale si realizza la famosa "pertica") ornano gli
ingressi dei vicoli: rammentano la vegetazione che rigogliosa cresce
sulle balze del monte e simboleggiano l'abbondanza e la rigenerazione
dei cicli stagionali. Dinanzi ad ogni vicolo uno spazio esiguo viene
destinato all'allestimento di quadretti familiari: fantocci e uomini
travestiti da donne che banchettano intorno a tavole imbandite con
ogni ben di Dio e vino che viene tracannato in abbondanza nel tentativo
di allontanare magicamente siccità e carestie. La Festa delle
Lucerne è un rito unico tramandato da secoli, aveva cadenza
annuale e da sempre realizzata nel mese di agosto che, per la comunità
agricola, rappresentava la fine del ciclo estivo in cui erano state
spese tutte le proprie energie nella fatica del raccolto; bisognava,
però, esorcizzare il futuro incerto affinché la terra,
con materna protezione, benevolmente accordasse raccolti copiosi.
Oggi la manifestazione ha cadenza quadriennale, dovuto, più
che altro, all'eccessivo e faticoso lavoro per l'allestimento dei
tanti vicoli. Sull'origine e sul significato di questo inconsueto
spettacolo sono fonte numerose ipotesi: talune fantasiose, altre
verosimili, altre ancora tese a corrompere, forse, l'originale verità.
Ne riporteremo qui di seguito alcune frutto dello studio di eminenti
ricercatori a mò di esempio.
"La Festa della morte delle
stagioni"
L'etnomusicologo Prof. Roberto De Simone leggendone il sistema
della messa in scena indica non a caso questo rituale come una festa
che richiama la rappresentazione arcaica del termine del ciclo vitale
della Natura, adducendo una serie di ipotesi a sostegno ditali tesi.
"La presenza nei mezzi tini di oche richiamerebbero il culto
di PRIAPO (dio del sesso) o il banchetto con l'assoluto divieto
da parte dei presenti viventi di partecipare alla distribuzione
dei cibi; perchè a quel banchetto possono mangiare solo gli
uomini/maschere o le maschere, cioè le larve assunte come
referenti dei morti.
Inoltre il nucleo, accompagnato da ulteriori segni, della struttura
di questo rito di agosto che avvalora il senso di morte lo si evince
nella presenza incredibile delle lucerne di terracotta, indiscussi
segnali funebri, in cui si consuma nello spazio di poche ore un
fuoco tremulo e fioco".