L' ETA' MODERNA
FINO AL 1800

 

 

LE DOMINAZIONI STRANIERE

 

L’ ITALIA DISUNITA

Alla fine del 1400 l’Italia e’ ricca di tesori d’arte, di risorse agricole e di una fiorente attivita’ bancaria e artigianale. E’ pero’ molto debole dal punto di vista politico e militare. Infatti l’Italia e’ divisa in tanti piccoli stati sempre in lotta tra loro per estendere il proprio dominio a spese degli altri. Questo stati non hanno eserciti propri ma si servono di truppe mercenarie, poco affidabili perche’ combattono per denaro. L’Italia per la sua posizione nel Mediterraneo favorevole ai commerci con l’Oriente, diviene una preda ambita e territorio di conquista di Francia e Spagna, due stati militarmente forti. Nel 1494 Carlo VIII re di Francia scende in Italia con l’intento di impossessarsi del Regno di Napoli. Ha quasi raggiunto Napoli quando, I principi italiani resisi conto del pericolo, si uniscono in una lega (come nel lontano 1167 a Pontida avevano fatto I comuni che si erano uniti nella lega lombarda per combattere il Barbarossa), e battono Carlo VIII che deve tornarsene in Francia. Piu’ tardi nel 1525, Pavia, diviene teatro di guerra tra i Franchi,tornati in Italia con Francesco I e gli Spagnoli, con Carlo V re di Spagna , che gia’ occupano meta’ dell’Italia. Questa guerra dura circa 40 anni. Carlo V si serve, per vincere questa guerra, dei famosi Lanzichenecchi, un esercito di mercenari tedeschi forti e feroci. Questi dovunque passano saccheggiano case , chiese, conventi, palazzi. E’ rimasto famoso il “sacco di Roma”, cioe’ il saccheggio di Roma. Il Papa di deve rifugiare a Castel Sant’Angelo e poi si arrende. La Spagna estende cosi’ il suo dominio su gran parte dell’Italia: Lombardia, Italia Meridionale, Sicilia, Sardegna. Il resto viene diviso in tanti piccoli stati. Scrive un inglese nei primi del 1500 a proposito della Lombardia:” E’ davvero una pena vedere come e’ ridotta questa regione, in alcuni luoghi non si incontrano ne’ uomini, ne’ cavalli, e le migliori citta’ sono distrutte e abbandonate. Le campagne tra Vercelli e Pavia, un tempo ricche di grano e di vigneti, sono cosi’ devastate che non abbiamo incontrato anima viva.”

 

SIAMO NEL 1400- META’ 1500

 

Gia’ nel 1054 la Chiesa Cattolica subisce il primo scisma, quando la Chiesa Cristiana d’Oriente non vuole piu’ riconoscere nel Papa il suo capo, si stacca pertanto dalla Chiesa di Roma, fondando la cosidetta Chiesa Greco- Ortodossa, c’e’ ora qualcosa di nuovo. Nel corso del Medioevo la Chiesa Cattolica e’ diventata una grande potenza, Papi, Cardinali e Vescovi sono troppo occupati ad aumentare ricchezze e potere, invece di svolgere la loro missione. Per ammucchiare denaro, al fine di poter costruire la Basilica di  Pietro, membri del clero, battono le campagne tedesche vendendo indulgenze. Il primo esponente di un movimento culturale che condanna lusso e mondanita’ della Chiesa e’ Erasmo da Rotterdam che. nel suo “elogio alla pazzia”, esalta l’importanza della fede e della carita’. Egli e’ il precursore delle tesi del Luteranesimo. I Cristiani della Germania infatti, piu’ tardi, si ribellano alla Chiesa Romana, inviando le loro proteste all’Imperatore Carlo V, per questo sono chiamati Protestanti. Martin Lutero, monaco tedesco, e’ interprete di questa protesta ed emette 95 tesi personali sul cattolicesimo: la Chiesa di Roma (nel 1545 al Concilio di Trento) dichiara eretiche quelle tesi e riorganizza il Tribunale  dell’Inquisizione per combattere eresie ed eretici. Ormai pero’ in Germania il Protestantesimo dilaga. Nel 1534 anche l’Inghilterra si separa dalla Chiesa Romana attuando lo “scisma anglicano”, piu’ per motivi politici, pero’, che religiosi, come invece  e’ stato per il luteranesimo in Germania. Enrico VIII Re d’Inghilterra non ha eredi maschi dal suo matrimonio con Caterina d’Aragona, cosi’ cheide al Papa l’annullamento del suo matrimonio, per poter sposare l’irlandese Anna Bolena. L’allora Papa Clemente VII non puo’ contrariare Carlo V, nipote di Caterina d”Aragona, e dopo un tentennamento, fa intendere ad Enrico VIII la sua risposta negativa. Da qui la rottura: con “l’atto di supremazia” si attua lo scisma anglicano, la nuova Chiesa fa capo al re inglese e, per esso, ad un vicario: l’arcivescovo di Canterbury. A questo punto la Chiesa di Roma attua una “controriforma”, nell’esigenza ormai diffusa di rinnovamento. Nascono in questo periodo molti nuovi ordini religiosi: Gesuiti, Cappuccini, congregazione delle Orsoline ecc. Da questo sforzo di rinnovamento, anche se ormai I protestanti tedeschi e gli anglicani britannici sono persi, la Chiesa Romana conserva e migliora le sue posizioni nell’Europa Mediterranea ed Occidentale. Cosi’ questa e’ la situazione religiosa alla meta’ del 1500: Inghilterra, Olanda, Germania centro-sett.,Paesi Scandinavi passano a diverse confessioni protestanti; Spagna, Francia, Baviera. Austria, Italia restano cattoliche

 

1500 - 1600

LE SCOPERTE SCIENTIFICHE

 

Fino al 1500 l’uomo crede nella cosidetta teoria Tolemaica , da colui che la sviluppo’: Tolomeo, vissuto nel II secolo dC in Egitto. La teoria Tolemaica e’ detta anche teoria geocentrica (dal greco geo = terra e Kentron = centro). Secondo questa teoria la Terra e’ immobile nonche’ centro dell’universo e tutti gli altri corpi celesti, Sole compreso, le girano intorno. Ma nel 1500, un astronomo polacco, Nicolo’ Copernico, rivoluziona tale teoria.  La sua teoria conosciuta con il nome di teoria eliocentrica (dal greco elios = sole e Kentron = centro) oppure rivoluzione copernicana asserisce definitivamente che il Sole e’ immobile e la Terra e tutti gli altri pianeti girano attorno ad esso. Questo nuovo credo ha tale potenza da rivoluzionare completamente il pensiero e le azioni dell’uomo.

La teoria eliocentrica

da: “delle rivoluzioni dei corpi celesti - di Copernico”
Dopo lunghe ricerche mi sono convinto che il Sole e’ una stella fissa, circondata da pianeti che girano intorno ad essa e di cui essa e’ il centro, che la Terra e’ un pianeta principale, che il ritorno delle stagioni, I mutamenti del
clima sono I risultati della rotazione della Terra intorno al suo asse e del suo movimento periodico intorno al Sole.”

CURIOSITA’

Il Sole e’ la stella piu’ vicina alla Terra, dalla quale dista circa 150 milioni di Km. Con la sua luce e calore mantiene la vita sulla Terra. Tutti I pianeti che, come la Terra, ruotano attorno al Sole, non emettono luce propria ma la riflettono. Anche il Sole si sposta nell’universo, ma il suo moto e’ cosi’ lento che e’ impercettibile.   Per la forza rivoluzionaria intrinseca nella nuova teoria , che minaccia prima di tutto la potenza della Chiesa, questa teoria e’ contrastata e chi la sostiene viene considerato eretico e condannato dal tribunale dell’Inquisizione. Dobbiamo aspettare il 1610 per avere la prova della veridicita’ della teoria tolemaica. Un grande scienziato italiano, Galileo Galilei, perfeziona il cannocchiale. Con esso osservando gli astri, scopre che Giove, il piu’ grande dei pianeti, possiede 4 satelliti che gli girano intorno come lune. Con questo sconfessa la teoria tolemaica, infatti se Giove ha I suoi satelliti, la Terra non puo’ piu’ essere il centro di tutti I corpi celesti. La Chiesa, con il Tribunale dell’Inquisizione, continua a perseguitare queste teorie e gli scienziati che le professano. Per salvarsi dal rogo degli eretici, anche Galileo Galilei e’ costretto ad abiurare. Ormai pero’ e’ fatta. Nemmeno la Chiesa potra’ negare per lunog tempo ancora, ;’evidenza degli esperimenti. Sono questi infatti il nuovo metodo elaborato dagli attuali scienziati, che non si basano piu’ su semplici teorie, ma su fatti provati dagli esperimenti.

In questo periodo:

- e’ chiaramente un epoca di decadenza, da cui in futuro, il Risorgimento vorra’ riscattarsi.
-Venezia rimane il piu’ forte ed importante Stato della Penisola, indipendente dagli Spagnoli e dallo Stato Pontificio.
- Genova e’ alleata con gli Spagnoli, che occupano, oltre al Meridione, la Lombardia.
- E’ il periodo delle eresie, degli eretici, delle streghe, dei martiri, dei morti sul rogo.  

 

IL 1700

 

L’ILLUMINISMO

Durante il secolo XVII e XVIII  si e’ diffusa la borghesia capitalistica, questa classe tende ormai , a questo punto, (nel 1700) ad abbattere il privilegi dell’aristocrazia e del clero, per porsi a poco a poco alla guida dello Stato. Le idee e le aspirazioni della borghesia si manifestano nel 1700 con quel movimento di pensiero definito illuminismo. Questo movimento si propone di illuminare il mondo con la luce della ragione liberandolo dalle tenebre dell’ignoranza e della superstizione. Le nuove idee diffuse da illuministi ed enciclopedisti creano una vasta eco che si traduce in nuove esperienze:
1) in campo politico: limitazione dell’assolutismo, negazione dell’origine divina del re in nome del nuovo principio
della sovranita’ popolare.
2) in campo economico: piu’ giusta distribuzione delle tasse, soppressione del latifondo, eliminazione di dazi interni.
3) in campo culturale: assoluta liberta’ di stampa, lotta all’analfabetismo.
Continuano intanto nel 1700 le scoperte scientifiche gia’ iniziate nel 1600:
- vaccinazione antivaiolosa ( medico Inglese E. Jenner)
- parafulmine ( Americano B. Franklin)
- l’aerostato ( f.lli Francesi Montgolfier)
- l’elettricita’ ( Italiano L. Galvani e A. Volta)
- si attua la rivoluzione industriale con l’invenzione di macchine sempre piu’ specializzate nell’industria.
L’Inghilterra piu’ di ogni altro usufruisce  e guadagna benefici dalla rivoluzione industriale. Nasce qui la prima metropolitana.

L’AMERICA

 

I primi colonizzatori Europei giunti sulle coste settentrionali dell’America, sono gli Inglesi nel 1583 che, in nome della regina Elisabetta, colonizzano : Terranova e la Virginia. Ai primi coloni se ne aggiungono altri nel XVII secolo. Sono profughi che abbandonano l’Europa per sfuggire alle persecuzioni politiche e religiose nel vecchio continente. Un gruppo di purituani , I Pilligrim Fathers, a bordo della Mayflower, sbarcano a Plymouth nel Novembre del 1620. I Pilligrim Fathers fondano via via 13 colonie sotto la sovranita’ inglese. Le colonie hanno caratteri diversi, al Nord: ha impulso l’industria e il commercio; al Sud: per il terreno e il clima si sviluppa l’agricoltura, si afferma l’aristocrazia terriera, che sfrutta il lavoro degli schiavi neri importati dall’Africa, condannati a lavorare in condizioni disumane in campi di tabacco e cotone. Il governo Inglese impone tasse e obbliga I coloni ad importare le merci solo dall’Inghilterra, questo inaccettabile sopruso, sfocia nella sottoscrizione, da parte dei coloni, della Dichiarazione d’indipendenza redatta da Thomas Jefferson. Il regnante inglese scende per questo in guerra contro I coloni ma, in seguito ad una missione diplomatica in Europa, di Benjamin Franklin, dove l’eco degli ideali di liberta’ suscitano una profonda eco,  Francia, Spagna e Olanda intervengono a fianco dei coloni e il regnante inglese , Re Giorgio III, firma l’indipendenza delle 13 colonie: e’ il 3 settembre 1783 e nascono gli Stati Uniti D’America, che si danno una loro costituzione tutt’oggi valida. Il loro primo presidente e’ George Washington. Gli Stati Uniti si allargano verso Ovest; le nuove terre che conquistano I cosi’ detti pionieri (I primi coloni che sono venuti in contatto con gli indiani che qui abitano) sono chimate FAR WEST. gli indiani (detti anche Pellirosse per il colore della loro pelle), prima dell’arrivo dei coloni bianchi, vivono in enormi prateria, praticano la caccia al bisonte che e’ la prima fonte del loro sostentamento. Essi accettano , all’inizio, di buon grado l’arrivo dei coloni e concedono loro terre, che I coloni recintano e coltivano, uccidendo pero’ il bestiame che,  procura effettivamente danno alle loro coltivazioni, ma sterminano I bisonti in maniera incontrollata ed esagerata. Col tempo I coloni sono sempre piu’ numerosi, vogliono sempre piu’ terre e non rispettano gli usi e costumi degli indiani. E’ cosi’ che inevitabilmente scoppia la guerra tra bianchi ed indiani. Molte guerre si succedono, ma I bianchi, meglio equippaggiati in armi ed organizzazione, sconfiggono ripetutamente gli indiani, tanto che intere tribu’ vengono sterminate o costrette a vivere in territori limitati e sotto la sorveglianza dei bianchi, le cosidette Riserve Indiane. Ancora oggi la maggior parte dei Pellirossa vive in riserve del Nord America. Le loro principali risorse sono: turismo e artigianato. Cosi’ un capo Indiano, Giacca Rossa, racconto’ il dramma del suo popolo ad un missionario: “Un brutto giorno i tuoi antenati sono venuti su questa terra. Si consideravano amici e ci chiamavano fratelli. Demmo loro un po’ della nostra terra, ma essi ne volevano sempre di piu’. Scoppiarono delle guerre e molti dei nostri furono uccisi. Fratello, le nostre terre un tempo erano vaste e le vostre piccolissime. Voi ora siete diventati un grande popolo e noi abbiamo appena lo spazio per stendere le nostre coperte.”

 

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CURIOSITA’

Giuramneto dei padri pellegrini

“Abbiamo deciso di affrontare questo viaggio per coltivare le terre della colonia e per promuovere la fede Cristiana, l’onore del nostro Re e della Patria. Ci impegniamo solennemente davanti a Dio ad unirci tutti insieme in una civile societa’ politica per raggiungere I suddetti fini. (11.11.1620)

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Nel 1621 per laprima volta I Pilligrim Fathers celebrano la festa del Ringraziamento (Thanksgiving) per ringraziare Dio di aver concesso un abbondante raccolto. Da allora, ogni anno, il quarto giovedi’ di novembre, nelle famiglie americane si prepara il tradizionale pranzo a base di tacchino farcito per festeggiare il giorno del Ringraziamento.

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La bandiera Americana “Stars and stripes” (stelle e strisce) e’ formata da 13 strisce , che rappresentano le 13 colonie originarie, e da 50 stelle, che rappresentano gli stati che oggi compongono gli Stati Uniti D’Aemrica. 
Nei primi 50 anni del 1700 abbiamo in Europa le tre guerre di successione
- quella per la succesione al trono spagnolo
- quella per la successione al trono polacco
- quella per la successione al trono austriaco.
Le guerre finiscono nel 1748 con il trattato di Aquisgrana ed esso segna:
la fine del predominio spagnolo in Italia, l’inizio della dinastia sabauda in Piemonte
l’inizio dell’egemonia inglese nel Mediterraneo il primo affermarsi della potenza prussiana in Germania
Ecco come si presenta l’Europa nel 1748

 

SIAMO SEMPRE NEL 1700 - TORNIAMO IN EUROPA

 

Lo Stato piu’ importante e’ ora la Francia che, sotto Re Luigi XIV (detto Re Sole) , attua il governo dell’assolutismo monarchico: la volonta’ del re e’ legge. E’ la Francia il primo Stato che si mette sulla via tracciata in America dai coloni: e’ in  Francia, dove piu’ che altrove, e’ ancora presente la societa’ di tipo feudale. Esistono nella societa’ francese tre classi sociali:
- nobilta’
- clero
- terzo stato
I primi due hanno tutti I privilegi e i diritti parlamentari, l’ultimo, che e’ la stragrande maggioranza della gente,
e’ il piu’ oppresso dai tributi ed e’ escluso dalla vita pubblica. Il terzo stato e’ composto da contadini, artigiani ed operai nonche’ dalla borghesia cittadina, cioe’ industriali, professionisti, intellettuali ecc... Sensibili alle teorie illuministe sull’uguaglianza e sovranita’ popolare, il terzo stato conia una frase che serpeggia in tuttal la Francia:” che cos’e’ il terzo stato? - tutto - Cos’e’ stato fin’ora?
- Nulla - Che vuole essere? - tutto -”
Oltre a questa disastrosa situazione sociale in Francia, precipita la situazione economica, aumenta la disoccupazione, in piu’ I regnanti, Luigi XVI e la moglie austriaca Maria Antonietta, sono mal sopportati dal popolo.
Il malessere tra le classi sociali aumenta a dismisura. Il re convoca gli Stati Genrali , un’assemblea di origine medioevale con competenza in materia tributaria. E’ l aprima capitolazione dell’assolutismo monarchico Francese. Il terzo stato con questa assemblea, a cui cambiano nome in Assemblea Nazionale, si propone di dare alla Francia una nuova costituzione. Gli animi si accendono: da un parte re e corte, dall;altra il popolo. Si arriva al 14 Luglio 1789, il re crea un nuovo governo e i Parigini assalgono la Bastiglia, antica prigione, simbolo della tirannia e del dispotismo, dove sono rinchiusi I prigionieri politici. E’ scopiiata la rivoluzione, il terzo stato approva la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’ UOMO E DEL CITTADINO, che proclama I principi di liberta’ uguaglianza e fraternita’. Da Parigi i disordini e le rivolte si allargano in tutto il paese. Re Luigi XVI chiede aiuto ad altre nazioni che, preoccupati che la rivoluzione francese si estenda ai loro paesi, muovono guerra alla Francia. I rivoluzionari pero’ sconfiggono Il nemico a Velmy, il re viene deposto e, lui e i nemici della rivoluzione sono mandati a morire ghigliottinati. Nel 1792 viene proclamata la Repubblica Francese. Ma lotte e disordini continuano. Anche all' interno degli stessi rivoluzionari. Cosi’ il Comitato di salute Pubblica (organo di politica interna ed estera) , di cui fanno parte: Danton e Robespierre, deve prendere provvedimenti atti a frenare e soffocare le rivolte dei girondini (ricca borghesia). A sua volta il Tribunale Rivoluzionario intensifica la sua attivita’ ed inizia il periodo del terrore. Fra le vittime del terrore la regina Maria Antonietta, molti girondini, membre della convenzione, che, sotto l’accusa di eccessiva moderazione, vengono arrestati e uccisi, pochi riescono a sfuggire rifugiandosi nelle province contrarie alla rivoluzione, perche’ sostenitrici della monarchia e dei cattolici (Vandea, Tolone, Marsiglia, La Bretagna). Per resistere alla controrivoluzione, alla paralisi del commercio e industria , per mantenere le conquiste fatte era necessario un Governo forte e cosi’ I rivoluzionari sono riusciti a tenere testa alla situazione. A questo punto la Francia si spacca : da un aparte gli oppositori alla rivoluzione e quelli piu’ moderati sostenitori di Danton, dall’altra i rivoluzionari cappeggiati da Robespierre,. Esce comunque vincitore Robespierre, che elimina gli oppositori e da’ inizio ad una vera e propria dittatura, che sfocia  in un numero impressionante di condanne: 1376 persone in un mese e mezzo vengono ghigliottinate sulla base di semplici indizi o sospetti. Questo continuo clima di terore pero’ non puo’ durare e finalmente la Convenzione (Parlamento) si ribella, si giunge all’arresto e condanna a morte di Robespierre e di conseguenza termina il periodo del terrore (1794). La borghesia ri[rende praticamente il potere e la Francia Repubblicana fa un passo indietro: viene eliminato il suffragio universale, unico principio che viene conservato e’ la divisione dei poteri , esecutivo, legislativo, giudiziario tra tre diversi organi. Ancora pero’ regna il malcontento, e’ di nuovo terrore, detto bianco questa volta, in seguito allo spirito vendicativo dei girondini, monarchici e controrivoluzionari.  

 

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE NELLA SECONDA META’ DEL 1700

 

James Watt, scozzese, scopre lapotenza del vapore prodotto dall’acqua bollente. Nasce cosi’ la macchina a vapore. Watt, con la sua invenzione, riesce a mettere il motore a telai e filatoi metallici . Il vapore con la sua energia aziona decine di macchine: 1 solo operaio puo’ ora seguire 840 fili, prima ogni filatoio aveva bisogno di  1 operaio  e produceva 1 solo filo. Una caratteristica della lavorazione industriale e’ la divisione del lavoro. Ecco come nel 1776 in Inghilterra viene diviso il lavoro in una fabbrica di spilli. “un operaio tira il filo di ferro, un altro lo raddrizza, un terzo lo taglia, un quarto lo appuntisce, un quinto lo arrota alle esremita’ dove si deve apporre la testa. Il fare la testa richiede altri 2 operazioni, il montarla costituisce un’operazione a se’ stante.” La macchina a vapore viene utilizzata anche nei trasporti: vengono costruiti battelli e locomotive a vapore, che favoriscono un rapido scambio delle merci ed e’ piu’ facile viaggiare. E’ cominciata l’eta’ industriale. E’ ammesso il lavoro minorile:”i ragazzini devono avere almeno 8 anni. Da 8 a 12 anni non possono lavorare piu’ di 8 ore al giorno divise da un riposo. Un adulto lavora 13 ore al giorno” (da una legge Francese del 1841) Nasce il proletariato, cioe’ la classe formata dagli operai che lavorono nell’industria. Col tempo gli operai si riuniscono in associazioni sindacali, al fine di difendere I loro diritti. Lo stato che per primo usufruisce dei benefici della rivoluzione industriale e’ l’Inghilterra.

NAPOLEONE BONAPARTE

 

Seguace di Robespierre, riesce comunque ad ottenerela fiducia del successivo governo. Capo dell’Armata d’Italia, entrato in Italia con il suo esercito sconfigge gli Austriaci, li caccia dalla Lombardia, relegandoli nel Veneto ma, non contento attraversa la Repubblica di Venezia e punta direttamente su Vienna. Gli Austriaci chiedono ed ottengono cosi’ un armistizio (detto di Campoformido). E’ il 1797 e con la firma dell’armistizio questa e’ la situazione: la Francia ottiene l’annessione del Belgio e della Lombardia e cede agli Austriaci Veneto, Istria, Dalmazia, togliendo cosi’ con un abuso e a dispregio di tutti I principi di liberta’ e democrazia, l’indipendenza a Venezia. Questo determina un profondo  senso di amarezza e sdegno nei patrioti Italiani che speravano di usufruire dei benefici degli ideali rivoluzionari. Primo fra gli italian Ugo Foscolo  che, nella sua opere “le ultime lettere di Jacopo Ortis”, esprime il suo dolore per la Patria tradita e per gli ideali calpestati da Napoleone. Dice il Foscolo “il sacrificio della Patria e’ consumato:tutto e’ perduto e la vita, se pure ci sara’ concessa,  non ci restera’ che per piangere le nostre sciagure e la nostra infamia.” Intanto Napoleone spedisce in Francia carichi pieni di tesori, opere preziose, oggetti d’arte, tutto sottratto da musei, biblioteche, chiese. Napoleone consegna alla guardia nazionale la bandiera tricolore che e’ tutt’ora la nostra bandiera. E’ il 1796 Napoleone crea 2 repubbliche (comunque vassalle della Francia): la repubblica Cispadana (al di qua del Po) che diviene poi Cisalpina (al di qua delle Alpi) con capitale Milano In seguito vengono create: la Repubblica Romana a Roma, Ligure a Genova, Partenopea a Napoli: sono tutte repubbliche sotto il controllo Francese. Nel 1799 vengono pero’ smantellate, prima dallo stesso popolo che, piu’ che ideali di uguaglianza e liberta’, ha visto con Napoleone ruberie, saccheggi *, poi dalla seconda coalizione. Questa coalizione e’ nata tra: Inghilterra (eterna nemica della Francia), Turchia, Austria, Russia, preoccupate dell’espansionismo francese. Napoleone infatti sta effettuando la campagna d’Egitto, dove pero’, presso le piramidi viene sconfitto dall’ammiraglio inglese O. Nelson. In Italia allo scioglimento delle repubbliche e ripristino dei precedenti governi, segue un periodo di violenze e condanne a morte, di persecuzioni contri I giacobini italiani (sostenitori della rivoluzione francese e dei suoi ideali). Nel 1799 Napoleone torna in Francia (dall’Egitto), attua un colpo di stato, si proclama console: muore cosi’ la repubblica francese, sostituita praticamente dalla dittatura di Napoleone. Acquistato il potere, velocemente Napoleone riattacca gli Austriaci a Milano che capitolano, gli Inglesi stanchi del- le guerre, firmano un trattato di pace. E’ il 1802 finalmente in Europa torna la pace, ma solo temporaneamente.

* 1796.

Il direttorio ordino’ a Napoleone”L’Italia deve in gran parte alle belle arti la sua fama e le sue ricchezze. Il direttorio vi invita dunque a cercare, a raccogliere, e a far trasportare a Parigi gli oggetti piu’ preziosi di tal genere” Napoleone risponde:” Sarebbe bene che mi mandaste tre o quatrro artisti ben noti, perche’ scelgano quali opere d’arte convenga prelevare per inviare a Parigi”. Ormai Napoleone e’ potente, e con atto supremo il 2 Dicembre 1804, alla presenza del Papa Pio VII, si incorona personalmente Imperatore. Personalmente a significare che e’ imperatore per volere del popolo, non di Dio. Napoleone cerca sempre di ottenere il riconoscimento delle sue azioni attraverso “plebisciti” che pero’ hanno scarso valore dato l’esiguo numero di persone che hanno diritto al voto. Di fatto e’ una nuova forma di assolutismo, sostenuto da un potente e disciplinato esercito, da una borghesia piegata ai voleri del dittatore per amore dei buoni affari e tranquillita’ politica, e da una nuova nobilta’, principi, conti, duchi ecc saliti ai gradi alti per motivi militari. A questo punto (1811) l’Italia viene trasformata in Regno d’Italia al Nord, ed il suo re e’ naturalmente Napoleone, il Regno di Napoli al Sud.

L’Inghilterra e’ ancora la grande nemica di Napoleone, padrona del mare, continua a combattere Napoleone, lo sconfigge a Trafalgar, dove Nelson muore, ma si assicura con questa vittoria il predominio sul mare.

Napoleone cerca allora di rovinare l’Inghilterra economicamente. Occupa lo Stato Pontificio imprigionando Papa Pio VII. Questo gesto offende I cattolici e da’ un duro colpo alla sua popolarita’. Intanto e’  riuscito pero’ a creare un vasto Impero in mezza Europa distribuendo a parenti vari regni  Europei, tramite consegna vera e propria o matrimonio, per cui I regni che non sono assoggettati alla Francia  sono  imparentati (es. Regno di Napoli e Regno di Spagna) Divorziato da Giuseppina, che non gli ha dato figli, sposa la figlia dell’imperatore d”Austria, (gioco politico), al loro figlio da il titolo di re di Roma, quasi a significare la sua volonta’ di diventare grande come I Romani. Ma il malcontento dilaga: troppe guerre, troppi morti, quindi rivolte e brigantaggio, rancore nei democratici, nei nostalgici della monarchia borbonica, anche il popolo ormai non segue piu’ Napoleone. Ma il colpo mortale alla sua potenza arriva dalla sua campagna di Russia. Nel 1812 parte con un esercito di 700.000 uomini, convinto di battere I Russi in breve tempo, si porta via provviste per sole tre settimane. Ma il nemico si ritira e ritirandosi escogita il trucco di distruggere tutto cio’ che potrebbe servire ai Francesi, raggiunge comunque Mosca, che pero’ e’ in fiamme e qui senza viveri e’ costretto a battere in ritirata. Ormai e’ inverno e le malattie, la guerriglia e la fame distruggono l’esercito: solo 30.000 soldati fanno ritorno. A questo punto gli stati della coalizione (la VI ora): Inghilterra, Russia, Svezia, Prussia attaccano Napoleone che non ha altra scelta che abdicare e viene relegato nell’Isola D’Elba. In Francia viene ristabilita la  onarchia con Luigi XVIII (fratello del re ghigliottinato). Ma, nel 1815 Napoleone fugge dall’Isola D’Elba, entra in Parigi senza sparare un colpo Il nuovo Impero che si riformo al suo ritorno non dura molto, ha la durata infatti di 100 giorni. I famosi 100 gironi di Napoleone. Gli stati della coalizione infatti creano una VII coalizione decisi a distruggere definitivamente l’imperatore. E cosi’ avviene: il 18 Giugno 1815 a Waterloo in Belgio. Napoleone abdica per la seconda volta e questa volta viene relegato in una minuscola isola dell’Atlantico, a Sant’Elena, dove muore a 52 anni il 5 Maggio 1821. A. Manzoni gli dedica la sua famosa poesia che porta come titolo la data della morte e i Macchiaioli gli dedicano un quadro.

 

Ei fu,
cosi’ come immobile, stette la spoglia immemore
dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro                                                                                         

 

Alla sconfitta di Napoleone, 1815,  gli stati della coalizione si riuniscono nel congresso di Vienna e stabiliscono:
1) che l’Europa torni come prima della rivoluzione francese
2) che ogni sovrano riabbia il suo regno
3) di abolire la liberta’ di stampa, associazione ecc.

Inizia l’eta’ detta della restaurazione.
Austria, Prussia e Russia stringono il patto detto della Santa Alleanza, impegnandosi a prestarsi aiuto per
mantenere l’ordine ristabilito in Europa.

Dal congresso l’Italia esce cosi’:
Regno di Sardegna sotto I Savoia
Lombardo-Veneto sotto l’Austria
Stato Pontificio sotto il Papa
Regno delle due Sicilie sotto I borboni.
Granducato di Toscana, Ducato di Parma, Modena e Piacenza sotto principi imparentati con I governanti
Austriaci. C’e’ solo un tentativo, fallito, condotto da Gioacchino Murat, che tenta di riprendere il trono di Napoli, ma gli Austriaci lo prendono e  giustiziano. Si chiude per l’Italia il periodo della dominazione Francese ed ha inizio un periodo di servitu’ politica. Pero’ gli insegnamenti della Rivoluzione Francese e le esperienze del periodo Napoleonico, aiutano a tenere sveglio, soprattutto nella borghesia e certi intellettuali, il desiderio di liberta’ e indipendenza nazionale.  

 

DOPO IL 1815

 

Come detto La Santa Alleanza, nata dal patto tra Austria, Prussia e Russia al congresso di Vienna dopo la caduta di Napoleone, ha come impegno l’obbligo dei suoi componenti a prestarsi aiuto al fine di mantenere l’ordine stabilito in Europa e per reprimere ogni tentativo di ribellione dei popoli. Jacopo Ruffini, scrittore del 1800, descrive la situazione in Piemonte nel 1815 al ritorno di re Vittorio Emanuele I di Savoia. “Vittorio Emanuele si mostro’ dispotico e fece capire di odiare gli ideali di liberta’ ed uguaglianza. Per un cittadino era facile finire in galera: non era necessario nessun mandato di arresto> Non esisteva la liberta’ di stampa. libri e giornali se ne stampavano pochissimi. La parola “liberta’” non si poteva pronunciare.” In questo stato di cose, come impariamo da “uno sguardo alla letteratura”, si diffonde in Europa quel filone letterario che va sotto il nome di Romanticismo. Sono nati dalla rivoluzione francese gli ideali di Nazione e liberta’ che sono il mito dei romantici, permeati in piu’ da una patina di religiosita’. Nei primi anni successivi al 1815 nascono, dapprima con un carattere religioso, le “societa’ segrete”. Sono forze sociali che nascono, in tutta Europa, contro la Santa Alleanza, per stabilire i contatti e gli accordi fra i cittadini, al riparo dalla persecuzione di governi e polizie, per organizzare la lotta per la liberta’. Queste societa’ si riallacciano alla precedente massoneria, o societa’ dei muratori, sorta in Inghilterra ai primo del 1700, con il compito di diffondere I principi dell’illuminismo. I massoni erano divisi in logge, un’importanza del tutto particolare ha assunto in Europa, dopo il congresso di Vienna del 1815, la setta segreta della  Carboneria , cosi’ detta perche’ gli iscritti usano un gergo simile a quello  usato dai venditori di carbone. Ecco alcune espressioni usate dai carbonari e il loro significato 
Vendita = assemblea
foresta= luogo per l’insurrezione
cugino = patriota
ecc. ecc. 
I carbonari sono: militari, media e piccola borghesia: sono  le classi che faranno le rivoluzioni piu’ tardi nel
1820-1821 e del 1831. Il primo centro di diffusione della carboneria in Italia e’ il Regno di Napoli, dove pero’ il re borbone Ferdinando, dopo aver concesso in un primo momento la costituzione al popolo, chiama poi in aiuto gli Austriaci, che soffocano la ribellione e re-instaurano il governo assoluto e molti carbonari vengono condannati a morte o al carcere duro (1820). Le lotte tra conservatori (sostenitori della monarchia assoluta) e liberali (sostenitori di uno stato piu’ moderno, del suffragio universale, della nazionalita’) e la conseguente nascita della carboneria, fa scoppiare nel 1820-21 la rivoluzione anche: nelle colonie spagnole D’America, in Spagna, in Grecia (contro l’oppressore Turco). Tutte queste insurrezioni vengono soppresse nel sangue e il governo assoluto viene re-instaurato. Nel 1821 anche il Piemonte insorge. Rappresentante di questa rivoluzione e’ Santorre di Santatora, cresciuto nel culto della liberta’ alla scuola dell’Alfieri. I carbonari Piemontesi vogliono: la costituzione, la guerra contro l’Austria per cacciarla dall’Italia, accettano pero’, ed anzi, contano sulla monarchia sabauda il cui successore e’ il designato principe Carlo Alberto (data l’eta’ ormai avanzata del re Vittorio Emanuele I). cosi’ Santarosa ed altri liberali inofrmano il principe del progetto carbonaro che prevede lo scoppio di un complotto rivoluzionario per l’8 Marzo 1821. Dopo un primo appoggio, Carlo Alberto non ha il coraggio di appoggiare il moto rivoluzionario, e in Aprile del 1821 gli Austriaci  ristabiliscono l’ordine in tutto il Piemonte. Seguono due anni di condanne a morte o carcere a vita  (nella fortezza dello Spielberg in Bavira) per molti carbonari:   Federico Confalonieri, Silvio Pellico, Piero Maroncelli, fondatori tra l’altro del giornale “il Conciliatore”. Santarosa scappa in esilio e scrive parlando dei moti Piemontesi: “ Il risultato della rivoluzione e’ stato quello di asservire completamente l’Italia all’Austria; ma l’Italia, si badi bene, e’ conquistata, ma non sottomessa.” Il Pellico, in prigione, scrive il famoso libro “le mie prigioni” dove spiega le tristi vicende della sua prigionia. Questo libretto che commuove profondamente gli italiani, scava un abisso sempre piu’ profondo tra le popolazioni del Lombardo-Veneto e l’Impero Austriaco. Ma c’e’ qualcosa di nuovo: la Santa Alleanza trova nell’Inghilterra il suo primo oppositore: e’ opinione diffusa in Inghilterra che non si possono abbandonare i popoli sotto l’oppressione dell’assolutismo, dopo averli eccitati a combattere per la liberta’ contro la tirannide di Napoleone. Cosi’ nel 1823 , quando l’America Latina insorge di nuovo contro gli Spagnoli per avere l’indipendenza, la Francia non puo’ aiutare la Spagna a soffocare la ribellione perche’ l’Inghilterra minaccia la Francia addirittura di attaccarla nel caso volesse intervenire a fianco della Spagna. In conclusione la Spagna perde le sue colonie. Nascono cosi :
la Repubblica del Venezuela
la Repubblica della Bolivia
l
a Repubblica della Colombia
la Repubblica del Messico e tante altre.
Nel 1830 anche la Grecia vince la sua insurrezione contro I Turchi, aiutata dai Russi, nasce cosi’ il Regno indipendente
di Grecia e sul trono viene messo il principe tedesco Ottone di Baviera.

 

1830 - 1848

 

LE RIVOLUZIONI DEL 1830-1831 E L’EUROPA

LA FINE DELLA CARBONERIA

Anche in questi anni l’Europa e’ teatro di nuove rivoluzioni.

PARIGI :

 il popolo insorge contro la ricostituita monarchia assolutista e riesce a vincere. Viene messo sul trono Re Luigi Filippo D’Orleans, rappresentante della nuova classe dominante, quindi: commercianti e industriali. Portera’ la Francia ad un mirabile sviluppo economico-industriale.Il primo minstro francese in quest’epoca e’ Lafayette.

BRUXELLES :

I Paesi Bassi sono nati con il famoso congresso di Vienna. Qui, per sentimenti nazionalisitici, nasce la lotta tra I due popoli che qui si dividono il territorio: Belgi, di religione Cattolica, e Olandesi, di religione Protestante. Dalle lotte nascono I due nuovi stati liberi e indipendenti del Belgio e dell’Olanda.

VARSAVIA :

Anche in Polonia la rivoluzione mira all’indipendenza dai Russi.

INGHILTERRA :

Qui il governo e’ gia’ di ispirazione liberale. Vengono riconosciute le associazioni sindacali: Trade Unions. Francia e Inghilterra (contro la Santa Alleanza) firmano il “principio del non intervento” per il quale nessuno stato puo’ intervenire negli affari interni di un altro stato.

ITALIA :

Abbiamo visto come, dopo il fallimento dei moti del 1820-21, sia stata ripristinata la monarchia assoluta sia in Piemonte che nel Meridione, dove si sono insediati gli Austriaci. L' assolutismo monarchico arriva all’assurdo di proibire ad esempio la costutuzione di societa’ per la coltura del gelso e per l’illuminazione a gas. Questa repressione aumento’ il distacco tra popoli e governi. In Toscana le cose vanno meglio. Nella Romagna e nei Ducati sono ancora attive le societa’ dei carbonari tanto che, Ciro Menotti, confidando nell’aiuto francese (la Francia avrebbe potuto imporre con le armi all’Austria il  principio del non intervento) organizza l’insurrezione a Modena nel febbraio 1831. Ma Luigi Filippo non si sente di affrontare l’Austria in Italia dichiarando che “ il sangue dei Francesi appartiene solo alla Francia” Cosi’ Ciro Menotti viene fatto prigioniero e una volta ancora I moti rivoluzionari italiani vengono soffocati nel sangue dall’Austria.

SVIZZERA e GERMANIA :


Anche qui I governi si danno ordinamenti piu’ liberali. Contro tutti I movimenti liberali Austria, Prussia e Russia riaffermano il patto di Santa Alleanza. Ma ecco che in Francia la situazione interna si aggrava: tra Repubblcani, Bonapartisti, coloro che vogliono di nuovo I Borboni al trono, il movimento socialista, il governo francese si accosta sempre piu’ al regime autoritario e di conseguenza all’Austria, scostandosi nuovamente dall’Inghilterra e abbandonando il principio del non intervento. Da cio’ ha origine la crisi che culminera’ nel 1848. L’unica a continuare la sua politica liberale e’ l’Inghilterra che emana una serie di leggi all’avanguardia:
- abolizione della schiavitu’
- suffragio universale
- limitazione del lavoro minorile
- libero scambio
con una politica di accordi particolari inizia la sua espansione coloniale in Canada, Africa, Australia, Nuova Zelanda.
Il progresso tecnico- economico in questi anni (1830-1848) si intensifica , grazie alla locomotiva a vapore si sviluppa enormemente anche il traffico via terra. A rendere piu’ intensa e feconda la circolazione delle idee e dei rapporti economici concorre l’invenzione del francobollo (1840) Abbiamo l’uso sempre piu’ diffuso del telegrafo elettrico, la cui prima linea regolare viene impiantata dall’americano Morse. Nasce il capitalismo bancario, aumenta la folla appartenente al proletariato. Intanto in Italia gli ideali di indipendenza dallo straniero, di unione nazionale, nati ed importati dalla rivoluzione francese, consolidatisi e duffusi con la carboneria, rinforzati con I moti rivoluzionari degli anni 1820-21, sono sempre piu’ diffusi e sentiti. Questi ideali si incarnano in questi anni in Giuseppe Mazzini. Genovese, nato nel 1805, affiliato alla Carboneria, e’ costretto, in seguito al fallimento dei moto carbonari, a rifugiarsi in esilio. Da li’ fonda l’ASSOCIAZIONE DELLA GIOVINE ITALIA. L’associazione ha per pprogramma un’Italia  UNITA, INDIPENDENTE, LIBERA E REPUBBLICANA. A differenza della carboneria, la Giovine Italia, capito il principale errore dei carbonari, fa circolare le proprie idee tramite pubblicazioni e manifesti. Giuseppe Mazzini ha molti nemici in Italia e all’estero, le sue idee tolgono il sonno a molti governanti. C’e’ chi addirittura parla di “lebbra mazziniana” perche’ I progetti rivoluzionari mazziniani si diffondono velocemente tra il popolo. Ecco il giudizio del Metternich ( ancora primo ministro austriaco in questi anni): “ho dovuto lottare contro Napoleone, il piu’ grande dei soldati, sono riuscito a mettere d’accordo tra loro imperatori, re e papi. Eppure nessuno mi ha dato piu’ fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro. Si chiama Giuseppe Mazzini. Anche Mazzini come I Carbonari cerco’ di realizzare le sue idee organizzando moti e sommosse in varie parti d’Italia. La piu’ conosciuta e’ quella della Calabria, dove due ufficiali austriaci, I Fratelli Bandiera, disertori e iscritti alla Giovine Italia, sbarcano a Crotone nel 1844 e sicuri dell’appoggio della popolazione, tentano una sommossa contro I Borboni, regnanti del Meridione. Ma la popolazione non da’ loro alcun sostegno e I due vengono facilmente catturati e poi fucilati. Il loro martirio ha pero’ grande eco in tutta Europa e Mazzini capisce che non si ottiene nulla con I piccoli moti rivoluzionari organizzati qua e la’: e’ necessario che tutti gli italiani si uniscano contro lo straniero. Al tempo del Mazzini ci sono altri che pensano di ottenere l’indipendenza italiana ma con altri sistemi:
!) Cesare Balbo: vuole l’unione degli stati italiani sotto la guida del re di Sardegna. Scrive:” L’Italia raccoglie da Nord
a Sud popoli e province diversi tra loro, percio’ occorre un governo distinto per ciasciscuna di queste province: le confederazioni sono l’ordinamento piu’ rispondente alla natura e alla storia d’Italia. L’unico ostacolo, ma grandissimo, a qualunque confederazione italiana, e’ quella Signoria straniera che penetra nel fianco della penisola” (si riferisce all’Austria) Arriviamo al fatidico 1848 e succede un .... quarantotto, in Europa e in Italia.  

 

IL 1848

 

Distinguiamo due Europe: l’Europa Occidentale con costituzioni piu’ o meno ampie, dove la potenza economica della borghesia e’ grande e si contrappone alla misria del proletariato; l’Europa Centro-Orientale con un’economia ancora rurale, dove in molti paesi come Italia, Polonia e Ungheria non e’ ancora risolto il problema dell’unita’  nazionale. Quindi mentre nell’Europa occidentale si e’ alle prese con problemi di organizzazione sociale e di inserimento del proletariato, in quella centro-orientale giungono a maturazione I problemi di unita’ ed indipendenza. L’intrecciarsi di cosi’ complesse situazioni ci porta al vasto processo rivoluzionario del 1848-1849.

Cosi’ :

in Francia :

scoppiata la rivoluzione Luigi Filippo viene scacciato: nasce la seconda repubblica che pero’ non ha tendenze liberali-democratiche, ed anzi il presidente Luigi Bonaparte piu’ tardi (1852) si fa eleggere Imperatore e la seconda repubblica si trasforma in secondo impero.

In Germania :

I Tedeschi vogliono : l’unificazione della Germania (ora divisa) , l’indipendenza dall’Austria, la costituzione

Anche nell’impero Austriaco , con Ungheria, Polonia e Bosnia:

Nascono le rivoluzione, che pero’ falliscono. Al trono dell’impero  Asburgico sale  Francesco Giuseppe, energico e dispotico, regnera’ fino al 1916.

In Italia:

Il 18 Marzo 1848 Milano sotto la guida del repubblicano Carlo Cattaneo insorge contro gli Austriaci, la lotta si protrae per 5 giorni (le cinque giornate di Milano). Il 23 Marzo il maresciallo Radetzky abbandona Milano e con le sue truppe si ritira nel quadrilatero: le fortezze di Mantova, Peschiera, Verona, Legnago. Il 22 Marzo anche Venezia insorge e sotto la guida di Daniele Manin, scaccia il presidio Austriaco e re-instaura la gloriosa Repubblica di San Marco. I ducati emiliani insorgono pure, scacciando I loro sovrani. Brescia, altra citta’ insorta, per la sua resistenza agli Austriaci viene chiamata la Leonessa d”Italia. In  Piemonte il popolo e il futuro ministro Cavour spronano il re Carlo Alberto ad intervenire in aiuto dei milanesi, ancora non si sa in Piemonte che gli Austriaci si stanno ritirando nel quadrilatero. Cosi’ il 23 Marzo Carlo Alberto si decide e dichiara guerra all’Austria informando Milano e Venezia:” intervengo al vostro fianco per la causa italiana, le nostre truppe porteranno sulle loro bandiere lo scudo dei Savoia sovrapposto al tricolore, cio’ a dimostrare le mie intenzioni” Ma quando I Piemontesi raggiungono Milano gli Austriaci sono gia’ nel quadrilatero, I Milanesi si sentono delusi per la lentezza dell’intervento, e Carlo Alberto amareggiato per la fredda accoglienza ricevuta. I primi scontri tra Piemontesi e Austriaci avvengono ad Aprile. Spinti dalla pubblica opinione intervengono a fianco delle truppe Piemontesi anche il Granducato di Toscana con a capo Pepe , lo Stato Pontificio con a capo Durando, e il Regno di Napoli, volontari inoltre giungono da ogni dove, anche il Mazzini in nome della scacciata degli Austriaci, abbandona temporaneamente il suo sogno repubblicano per abbracciare la causa Piemontese, dall’Amercia arriva anche Giuseppe Garibaldi. Ma tutti si rendono presto conto che Carlo Alberto conduce la guerra in modo svogliato, e’ chiaro che il suo scopo e’ la annessione della Lombardia al Piemonte non la formazione dell’Italia; a cio’ si aggiunge il timore del Papa che possa avvenire un nuovo scisma, per cui per primo ritira le sue truppe, seguito poi a ruota dagli altri stati. Nonostante cio’ a Maggio  gli Austriaci vengono di nuovo sconfitti  a Peschiera e Mantova. Nel tripudio generale Carlo Alberto viene acclamato Re d’Italia e  Lombardia e Veneto decretano l’annessione al Piemonte. Ma, ripresa la guerra, gli Austriaci battono I Piemontesi a Custoza. Intanto anche Roma e’ insorta, il Papa e’ costretto a fuggire a Gaeta, viene proclamata la repubblica retta da Saffi, Mazzini e Armellini che dichiarano la fine del potere temporale. Ma il Papa da Gaeta chiede aiuto all’Europa: intervengono: Austria, Francia, Spagna, Regno delle Due Sicilie. Garibladi, tornato dall’America dove aveva combattuto per le repubbliche dell’Uruguay e del Rio Grande, guida la difesa di Roma con circa 10.000 volontari, ma dopo I primi successi  I Francesi  battono I Gribladini, perdono la vita Manara (eroe delle 5 giornate di Milano) e Mameli che l’anno prima aveva dato all’Italia quello che sarebbe diventato il suo inno nazionale. Il 2 Luglio (dopo aver approvato nell’ora piu’ oscura la costituzione della Repubblica)  Garibladi e’ costretto a fuggire da Roma con gli insorti e la moglie Anita. Braccato,  da tutti, perde anche la moglie che muore per le fatiche e gli stenti, e non riesce a raggiungere Venezia perche’ I Piemontesi , catturatolo, lo spediscono in esilio. Anche Venezia e’ costretta alla fine ad arrendersi agii Austriaci , vinta dalla fame e dal colera. Ma la speranza per la riscossa non e’ morta. Intanto pero’ tutto torna come prima del 1848: tutti I sovrani italiani rimasti o tornati al loro posto revocano  tutte le riforme concesse, si torna alla monarchia assoluta, tutti tranne il Piemonte.

CAVOUR E IL GRANDE MINISTERO

Il Piemonte e’l’unico che riesce ad evitare lla reazione. Siamo nel 1851 e il Piemonte e’  retto da Vittorio Emanuele II e dal primo Ministro  Camillo Benso di Cavour. Sopravvivono qui una Costituzione e un Parlamento. Il Cavour migliora l’economia Piemontese e crea uno Stato ricco ed efficiente, ha l’ambizione di creare un’Italia unica e indipendente sotto la monarchia Sabauda, Sa pero’ che non puo’ realizzare questo programma con le sole forze del regno Sabaudo, cosi’ cerca un accordo internazionale. L’occasione gli arriva dalla guerra che Francia e Inghilterra combattono contro la Russia nel 1853. Cosa e’ successo: la Russia ha dichiarato guerra alla Turchia per espandersi verso I Balcani, Francia e Inghilterra non vogliono che la Russia si affacci sul Mediterraneo, cosi’ scendono in campo a fianco della Turchia. Cavour tanto ha fatto che riesce ad allearsi  con Francia e Inghilterra contro la Russia ed invia I suoi bersaglieri , guidati dal generale Lamarmora, a combattere guerra di Crimea. Alla fine della guerra, al tavolo dei vincitori, ottiene 1) la promessa della Francia che se il Piemonte fosse stato occupato dall’Austria, la Francia sarebbe intervenuta per difenderlo;  2) in cambio la Francia avrebbe ricevuto il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza (accordi di Plombieres)

 

Facciamo una piccola parentesi per parlare del socialismo in Europa

Come detto,  agli inizi del 1800 nell’Europa Occidentale il grande sviluppo industriale crea larghe masse di operai schiacciate dalle miseria: il proletariato. Studiosi, filantropi e agitatori cominciano a formulare le prime teorie sociali atte a risolvere ,in un modo o nell’altro, il problema della collocazione sociale del proletariato. Durante la prima mtea’ dell’800, il costituirsi delle masse proletarie e’ una novita’ e non esistono leggi e regolamenti, capaci di risolvere gli inconvenienti sociali prodotti dalla nuova situazione.. Le industrie hanno bisogno di strumenti costosi che solo pochi ricchi borghesi si possono permettere, dall’altra parte l’operaio puo’ solo offrire le sue braccia per lavorare, coprendo quindi solo una funzione passiva nel processo produttivo. In piu’ c’e’ il problema della sovraproduzione, spesso per questo molti operai vengono spesso licenziati. In questa situazione gli operai tendono a sentirsi vittime della borghesia imprenditoriale, e sognano un radicale rivolgimento rivoluzionario per stabilire la giustizia. Iniziano le rivendicazioni degli operai. Per difendere I diritti degli operai nascono le organizzazioni sindacali. Le prime le troviamo in Inghilterra le Trade Unions (1834). Anche in Francia prolificano I teorici socialisti. In Germania Carl Marx si avvicina al socialismo nel 1843, quando si reca a Parigi. Qui conosce Engels e insieme I due formulano una nuova teoria politico-economica destinata ad avere fortuna nei decenni successivi in Europa e, piu’ tardi, in altri continenti. Carl Marx spiega le sue teorie nel “Capitale”: “l’operaio svolge un’attivita’ limitata, fatta di gesti sempre uguali, non ha la possibilita’ di superare la sua condizione di salariato che lavora per vivere e vive per lavorare. In questa situazione l’operaio e’ come privato della sua umanita’, il suo lavoro e’ disumanizzato e l’uomo e’ di conseguenza alienato.” Per uscire da questa situazione contradditoria in cui il denaro e’ tutto e il proletario nulla, il proletariato deve abbattere la borghesia, perche’ il corso della storia gli assegna proprio questo compito, come a suo tempo aveva affidato alla borghesia il compito di abbattere la vecchia noblita’ terriera. Per questo il socialismo di Marx e’ detto “scientifico” perche’ non e’ che il risultato di un’analisi della realta’ di fatto. Compito, quindi, dei lavoratori, e’ quello di prendere coscienza delle proprie condizioni (coscienza di classe), di riunirsi al di sopra di ogni distinzione nazionale e con un grande sforzo rivoluzionario abbattere la borghesia e affidare allo stato gli strumenti della produzione : fabbriche e terreni. Sara’ questo il comunismo.

 

LA SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA

 

Dopo Plombieres il compito di Cavour e’ uno solo: creare le premesse per una dichiarazione di guerra da parte dell’Austria. Cosi’ affida a Garibladi e ai suoi uomini  ( I cacciatori delle Alpi) il compito di provocare gli Austriaci con esercitazioni militari sul confine. Nel contempo: arma u numerosi volontari che giungono in Piemonte da ogni dove, emette un prestito pubblico, sottoscritto da molti cittadini, felici di aiutare la causa nazionale. A forza di provocazioni l’Austria il 23 Aprile 1859 dichiara guerra al Piemonte. Cavour uscendo dal parlamento dice: “il dado e’ tratto, esco dall’ultima riunione della camera piemontese, la prossima sara’ quella del Regno” Francesi e Piemontesi battono gli Austriaci e l’8 Giugno 1859 entrano trionfanti a Milano. Garibladi, diventato Generale dell’esercito Sardo,, occupa Como, Lecco, Bergamo e Brescia. Nell’entusiasmo dei successi molte popolazioni insorgono: Firenze, Parma, Modena, Bologna Ferrara cacciano I Duchi e Granduchi ed eleggono governi provvisori, governati da commissari provvisori inviati da Vittorio Emanuele II, in attesa che il plebiscito decida l’annessione al Regno di Sardegna. Gli Austriaci vengono di nuovo battuti a Solferino e si apre cosi’ la strada per Venezia. Ma.... giunge notizia che Napoleone III ha firmato con l’armistizio di Villafranca la cessazione delle ostilita’ contro l’Austria. Il Piemonte si vede cosi’ annessa solo la Lombardia. Il Veneto resta agli Austriaci. Napoleone ha veramente tradito, come pensano gli italiani?
Molte sono le ragioni dell’armistizio:

1) pericolo di un intervento Prussiano. La Prussia e’ contraria ad un notevole rafforzamento Francese in Italia.
2) Gli Austriaci sono battuti ma ancora combattivi.
3) Il popolo Francese e’ irritato per la guerra
4 )Ha subito grandi perdite in battaglia
5) Ma soprattutto ha la certezza di non poter creare uno Stato dell’ Italia Centrale sotto l’egemonia Francese com’era nei
suoi piani, data l’unita’ dimostrata dalle popolazioni.

Cosi’ per risolvere l’intricata situazione Cavour ottiene:

in cambio della cessione di Nizza e Savoia (indispensabile a Napoleone per dimostrare ai Francesi che il loro sangue non era stato versato invano),  il riconoscimento da parte di Napoleone del risultato dei plebisciti di Emilia e Toscana. I plebisciti all’unanimita’ sono favorevoli all’annessione, cosi’ nel 1860 il Regno di Sardegna e’ formato da:

Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna.

LA SICILIA

Anche la Sicilia scalpita: vuole l’annessione al regno d’Italia, Garibaldi indugia, teme di non avere il supporto della popolazione come successe ai fratelli Bandiera, ma qualche focolaio esplode e finalmente Garibaldi si decide.

LA SPEDIZIONE DEI MILLE : UNA GUERRA DI POPOLO

Nino Bixio, braccio destro di Garibaldi, s’impadronisce di due navi. Il 6 Maggio 1860, senza che sia ben chiaro se con o senza il consenso della Monarchia Sabauda, poco piu’ di 1000 uomini, volontari di ogni eta’ e ceto sociale, male armati e peggio equipaggiati, ma ricchi di entusiasmo, partono per la Sicilia, tra essi: Benedetto Cairoli, Ippolito Nievo, ma ci sono anche numerosi stranieri a segno della solidarieta’ europea. L’11 Maggio Garibladi e I suoi uomini sbarcano a Marsala. Il primo scontro avviene a Calatafimi, I Garibladini vincono e cio’ fa bene al loro morale, l’isola tutta insorge e I volontari che corrono da Garibaldi non si contano piu’. Palermo viene conquistata, e poi tutta l’isola, il governo viene affidato a Francesco Crispi. Inizia la marcia per Napoli tra l’entusiasmo della popolazione tutta e l’appoggio di Mazzini corso intanto a Napoli. A questo punto Cavour decide di intervenire per evitare che si venissero a creare due Italie: una Monarchica al Nord e una Repubblicana al Sud. Del resto e’ ora necessario un successo militare delle truppe regolari da contrapporre agli ormai numerosi successi di Garibladi. Cosi’, una volta convinto Napoleone della giusta causa, invade Umbria e Marche (che fanno parte dello Stato Pontificio) e batte l’esercito pontificio: puo’ ora raggiungere Napoli. I Borboni ormai sconfitti dai Garibaldini, si rifugiano a Gaeta e presso TEANO Vittorio Emanuele II si incontra con Garibladi che lo saluta al grido di :”Ecco il Re d’Italia”, intendendo con cio’ deporre nelle mani del monarca il Regno delle due Sicilie. I Piemontesi non furono certo grati a Garibaldi per l’annessione, tramite plebiscito, del Regno delle due Sicilie, Umbria e Marche, cosi’ in tutta poverta’, Garibaldi, parte diretto alla sua modesta abitazione nell’isola di Caprera (Sardegna) Intanto nel 1861 anhce Gaeta cade e finisce dopo 120 anni il predominio Borbonico nell’Italia del Sud. Il 18 Febbraio 1861 si riunisce a Torino il primo parlamento Italiano.

Mancano pero’ ancora Roma e Venezia, ma, mentre Cavour si dedica a questo problema, muore.

 

IN AMERICA

Mentre in Italia si combatte per l’unita’, nel 1861, in America viene eletto Presidente Abram Lincoln. L’unita’ dello Stato entra in crisi, inizia la guerra di secessione che durera’ 5 anni. Alla fine della guerra I sudisti vengono battuti, Lincoln abolisce la schiavitu’ dei neri.

 

L’ITALIA

 

Con la morte di Cavour e la proclamazione del regno d’Italia si chiude il periodo del Risorgimento. In mezzo secolo e’ successo di tutto. Nel 1815 il Metternich definiva l’Italia “un’espressione geografica”, nel 1861 l’Italia (anche se ancora mancano Roma e Venezia) e’ unita. Ma per capire la difficile situazione dopo l’unificazione basti una frase di D’Azeglio:”L’Italia e’ fatta: ora bisogna fare gli Italiani”. Gli Italiani: un popolo rimasto per tanto tempo legato alla servitu’ politica e al dominio delo straniero, diverso , tra l’altro, in ogni regione. I problemi del nuovo regno sono enormi:

1) Al Nord la situazione non e’ terribile ma al Sud e’ un disastro: nel Regno di Napoli su 1800 centri abitati ben 1600 sono isolati fra loro.
2) l’analfabetismo: al Nord e’ dell’88 % e al Sud del 90%.
3) l’industrializzazione: appena avviata al Nord, al Sud e’ inesistente
4) La miseria:soprattutto al Sud, crea terribili malattie come Malaria, pellagra, colera.
5) Il nuovo stato ha ereditato la terribile situazione finanziaria dei piccoli regni annessi.

Nel primo anno di vita il Regno D’Italia riscuote 479 milioni e ne paga 925. Questo deficit e’ destinato a salire e a raggiungere livelli preoccupanti.

6) Le varie regioni hanno pesi, misure, leggi e monete diverse, addirittura le differenze dialettali sono tali da rendere estranei un Napoletano e un Torinese.

7) l’obbligo alla leva crea malcontento al Sud, perche’ sottrae forza lavoro alle famiglie gia’ povere.

8) il brigantaggio: diffuso al Sud si intensifica dopo l’annessione e diventa una vera e propria lotta civile tra briganti e militari piemontesi. Tra il 1861 e il 1865 I briganti uccisi sono stati 5212, quelli arrestati 5044, quelli costituitisi 3597, total 14.000.   Dal canto loro le forze dell’ordine hanno perduto per malaria o in combattimento un numero di soldati superiore a quello dei caduti di tutte e due le guerre di indipendenza messe insieme. In seguito la gente del Meridione comincia ad emigrare Tra il 1861 e il 1985 si calcola siano emigrati 16 mulioni di persone.

9) Nei rapporti con le altre potenze non va meglio. L’Inghilterra e’ stata la prima potenza a riconoscere il nuovo stato, gli altri di seguito , ma di mala voglia convinto com’erano che la vita del nuovo regno sarebbe stata breve.

10) non ultrimo dei problemi mancano all’annessione Roma e Venezia.

 

 

LA DESTRA AL POTERE

 

LA QUESTIONE ROMANA

Di difficile soluzione e’ il problema di Roma: essa appartiene allo Stato Pontificio, ma e’ certo che l’Italia non pou’ rinunciare a Roma perche’ “solo nella citta’ Eterna concorrono - diceva il Cavour - tutti I motivi storici, culturali e morali che determinano la scelta della capitale di un grande stato.” Bisogna infatti a questo punto risolvere il problema della capitale, perche’ e ‘ causa di contrasto fra le varie regioni, mal disposte ad accettare il primato di Torino. Nel 1862 Garibaldi torna a Palermo e raccoglie volontari al grido di “Roma o morte”. Raccoglie migliaia di volontari, ma Napoleone III (protettore del papa) si agita e il governo Piemontese in uno scontro a fuoco e’ costretto a fermare I Garibladini. Lo stesso Garibladi nello scontro viene ferito ad una gamba. Dopo vari governi di destra che seguirono quello del Cavour( Ricasoli, Rattazzi) arriviamo al Ministero Minghetti nel 1863 e finalmente qualcosa accade. Seguendo la linea conciliante del Cavour, riesce a stipulare con Napoleone III “L’accordo di Settembre”. Con esso Napoleone accetta di ritirare le sue truppe da Roma entro 2 anni e, il governo italiano, si impegna non solo a non invadere Roma ma a difenderne I confini da ogni oppressione esterna. A garanzia di cio’ si chiede che la capitale vanga spostata a zona piu’ centrale, sara’ poi Firenze. Con questo accordo si riesce ad allontanare I Francesi da Roma senza negare al popolo romano la possibilita’ di insorgere e di chiedere l’annessione.

 

LA TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA

 

Anche la questione del Veneto deve essere risolta: l”austria occupa ancora le fortezze del Quadrilatero e da un punto di vista militare e’ una posizione pericolosa per l’Italia. Ancora una volta il Partito d’azione di Garibladi e Mazzini si fa interprete di questa necessita’. Ecco affacciarsi al quadro storico la Prussia. Qui il primo ministro e’ Ottone di Bismark, e vuole:
 l’unione dei 30 stati tedeschi che si trovano dal  congresso di Vienna sotto l’egemonia Austriaca.
Cosi’ inizia una febbrile attivita’ per il potenziamento dell’esercito, un esercito in grado di sconfiggere l’Austria e creare l’unificazione della Germania.
Alla preparazione militare Bismark accompagna quella diplomatica: riesce ad ottenere la neutralita’ della Francia e della Russia e l’alleanza dell’Italia, il cui intervento in guerra avrebbe costretto l’Austria a battersi su due fronti. Il trattato Italo-Prussiano che ne segue prevede in caso di vittoria l’annessione del Veneto all’Italia. Cosi’ il 16 Giugno la Prussia dichiara guerra all’Austria cui fa seguito l’Italia il 19 Giugno. Ma I generali italiani perdono su tutti I fronti, solo I Garibladini, sempre pornti, sconfiggono gli Austriaci ed iniziano l’invasione de Trentino. Ma e’ troppo tardi. La Prussia non vuole inimicarsi troppo l’Austria umiliandola e senza neanche avvisare l’Italia, firma con l’Austria un armistizio. Di fronte al pericolo di dover affrontare l’Austria da soli il governo italiano chiede una tregua e Garibaldi, raggiunto dall’ordine del re di porre fine alla sua vittoriosa avanzata su Trento, risponde con amarezza e generosita’ con il famoso telegramma di una sola parola;”obbedisco”. La Prussia con la pace di Praga estromette gli Asburgo completamente dalla Germania e li costringe a condividere il governo dell’Impero con il Regno di Ungheria, che da allora fu detto Austro-ungarico. L’Italia, tramite Napoleone, ottiene il Veneto, azione offensiva questo tramite ma giustificata dall’infelice esito delle operazioni militari. Almeno,per consolazione, I veneti unanimamente sanciscono l’annessione al Regno d’Italia. Segue un tentativo di Garibladi e Mazzini di liberare Roma nel 1863 ma l’intervento dei Francesi (che ritengono che il governo italiano sia d’accordo con I Garibladini e si ritengono pertanto liberi dal trattato di Settembre) soffocano nel sangue il tentativo. Intanto I Prussiani vogliono trasformare il Regno di Prussia in un vero e proprio Impero Germanico. Questo piano non va alla Francia, preoccupata di mantenere una posizione di predominio in Europa, cosi’ per un banale incidente I Francesi dichiarano guerra alla Prussia convinti di vincere in breve tempo. Ma sbagliano, perdono la guerra e pagano con la perdita dei ricchi bacini dell’Alsazia e della Lorena nonche’ subiscono una parziale occupazione del territorio Francese.

 

NASCE IL PRIMO REICH

Sulle rovine dell’impero Francese nasce un nuovo impero:orgoglioso della sua potenza militare, autoritario e aggressivo, deciso a far proprio quel potere egemoniaco sull’Europa che sino a qui e’ stato della Francia. Un’altra conseguenza della guerra Franco-Prussiana e’ la conquista di Roma da parte dell’Italia, Il generale Cadorna, il 20 settembre 1870, dopo aver superato una breve resistenza, voluta dal papa per dimostrare al mondo che cedeva solo alla violenza, entra con le sue truppe attraverso la breccia di Porta Pia in Roma. Il 2 Ottobre 187o un plebiscito decide l’annessione al Regno D’Italia e pone fine al potere temporale dei Papi. Per regolare I rapporti tra Stato e Chiesa il parlamento italiano approva le leggi delle Guerentigie:
1) viene lasciato al Papa il possesso del vativcano, Laterano e Villa Castel Gandolfo.
2) vengono riservati al Papa I diritti di organizzare la Chiesa su tutto il territorio nazionale.
3) viene assegnata alla Chiesa una rendita per il mantenimento della corte papale (3.000.000 = a quasi un miliardo e mezzo
La legge viene rifiutata da Pio IX che si chiude prigioniero in Vaticano e vieta a utti I cattolici di partecipare alla vita
politica, ma ormai la legge delle guerentigie e’ legge e restera’ valida e rispettata dallo Stato Italiano fino al 1929 con la stipula dei Patti Lateranensi. Nel 1876 la destra, dopo essere riuscita a portare il bilancio dello Stato a pareggio viene battuta. I meriti della destra sono stati: l’unificazione, la soluzione del problema di Roma e Venezia, la salvezza del paese dal crollo finanziario, l’estensione a tutto il territorio nazionale del sistema metrico decimale, la stesura di nuovi codici. Ma tutto questo e’ stato fatto guardando ai problemi sociali come problemi di polizia, ha aggravato la condizione delle classi sociali piu’ povere, ha creato un soffocante centralismo a danno delle autonomie delle regioni cosi’ diverse tra loro.

Cosi’ nel 1876 sale al Governo la sinistra con Agostino De Pretis.

 

    

 

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