RECENSIONI

a cura di Michele De Felice

 

 Banco Del Mutuo Soccorso/ Darwin

 

Il Banco Del Mutuo Soccorso è senza ombra di dubbio la formazione più rappresentativa della scena progressiva nostrana. Dopo l'esordio molto positivo del primo album, con in primo piano  "Il giardino del mago", una suite impeccabile di 18 minuti, la band ritorna con un concept-album ispirato alle teorie evoluzionistiche Darwiniane. Progetto assai rischioso ma assolutamente riuscito.

 

La musica del Banco è un perfetto mix di incantevoli passaggi stilistici alla Genesis, soprattutto al pianoforte con Nocenzi, e  prestazioni vocali "Andersoniane" del cantante Francesco Di Giacomo, capace di raggiungere livelli straordinari. Anche il Banco Del Mutuo Soccorso, come la P.F.M, cercherà senza tanta fortuna la via del mercato Inglese,  che forse era  troppo occupato a lodare le gesta dei gruppi di casa!

 

L'album scorre via fluido e costante con notevoli innesti di chitarra, mellotron e piano che in qualche modo riescono a creare atmosfere primordiali, dove viene semplice immaginarsi una danza di dinosauri o un ballo tribale. Non era sicuramente facile negli anni settanta trattare temi così delicati in modo così diretto; poteva anche starci la censura di un cultura bigotta che storicamente ha sempre fuggito il confronto con la teoria evoluzionistica della specie.  "L'evoluzione" è un brano epico di oltre 14 minuti, con un grande testo e trame armoniche davvero originali. La frase "Strati grigi di lava e di corallo, cieli umidi e senza colori, ecco il mondo sta respirando muschi e licheni verdi, spugne di terra fanno da serra al germoglio che verrà" soffoca quella visione antropocentrica dell' Universo a cui tutti eravamo abituati a credere. Segue "La conquista della posizione eretta", vero capolavoro progressivo, e anche qui non ci sono equivoci ( "Potessi drizzare il collo oltre le fronde e tenere ritto il corpo opposto al vento, io provo e cado e provo e ritto sto per un momento").

C'é anche spazio per una stupenda ballad al pianoforte che rievoca un amore primitivo nato 750.000 anni fa ("Lo so la mente vuole ma il labbro inerte non sa dire niente, si è fatto scuro il cielo già ti allontani resta ancora a bere") ed infine un inno alla storia.

 

Album sensazionale con grandissimi musicisti. E' uno dei più grandi concept in assoluto. L'unico mio rimpianto è quello di non aver potuto apprezzare il Banco all'epoca del mitico concerto tenutosi, tanti anni fa, nel mio paese!

 

›› Ritorna a [Recensioni progressive]

 

 

  Home    Contatti Prog Link   Noi Consigliamo!