RECENSIONI

a cura di Michele De Felice

 

 Yes / Fragile

 

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A determinare il successo di un album che ha fatto la storia del prog rock, non è soltanto l’ingresso nella band di un certo Rick Wakeman , talentuoso tastierista nonché personaggio estroverso e geniale, ma il proseguimento di un percorso musicale personalissimo intrapreso con il già ottimo “The Yes album”.

In “Fragile“ la classe pura dei musicisti affiora in ogni singola nota; l’'ispirazione è talmente elevata che c’è veramente di tutto e per tutti i gusti: dalle funamboliche performance tastieristiche di Wakeman in “Cans and Brahms" (rivisitazione della quarta sinfonia di Johannes Brahms) alle sperimentazioni chitarristiche di Howe nella celebre “Mood for a day".

 

La magnifica  “Roundabout”, la possente “South side of the sky” e la martellante “Heart of the sunrise” con Howe e Anderson in grande spolvero, risultano essere le grandi perle targate Yes, una delle poche  band assieme ai King Crimson ad aver continuato a sfornare album dignitosi fino ai giorni nostri. Cosa che per esempio non hanno saputo fare i Genesis del dopo Gabriel (affascinati dalle facili vendite abbandonarono il genere per una insipida pop music!).

 

Per gli estimatori del genere è onestamente doveroso non poter fare a meno dell’ascolto di “Fragile”, mentre è consigliabile a chi non ha mai conosciuto il “suono yes, quanto meno per sentire qualcosa di inimitabile e, concedetemelo, moderno!..Anche se ha più di trent’anni.

 

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