RECENSIONI

a cura di Michele e Valerio De Felice

 

 Camel Tribute/ Harbour of joy

 

Come tutte le grandi band della musica contemporanea anche i Camel possono vantare un tributo ufficiale. E non importa se le formazioni aderenti al progetto siano più o meno conosciute al pubblico progressivo, ciò che conta veramente è la testimonianza di affetto verso una band che tanto ha dato a questo genere musicale.

 

In più di due ore di musica, tra passato e recente, si alternano le melodie dei Camel, alcune curiosamente rivisitate, altre esageratamente modificate, ma tutte degne di un ascolto anche attento. Un doppio disco che vuole essere un esplicito omaggio alla formazione Inglese e forse anche un modo per far conoscere, attraverso i migliori brani, il suono Camel. Se vogliamo essere puntigliosi, come è giusto che sia verso questo tipo di prodotti discografici, non appare azzeccata la performance di alcune band, forse anche a causa della scelta di qualche brano sbagliato, o quanto meno non rappresentativo dei Camel.

Per esempio non ci è sembrato opportuno  dare spazio ad un brano come "Down on the farm" del periodo "Breathless", suonata dai Strange new toys, e lasciare fuori alcune pietre miliari  come "Lunar Sea" o "Spirit of the water". Certo non è mai esauriente concentrare in due cd un percorso artistico così longevo, e comunque i brani eseguiti coprono un periodo discografico vasto con predilizione della fascia più interessante; il maggiore spazio è riservato all'album Moonmadness con tre brani, "Air born", "Another night", "Song within a song", interpretati rispettivamente da Glass Hammer, Cast ed Algebra, eccessivamente penalizzato invece  l'album Nude con la sola "Drafted".

Molto interessanti i medley dei Fonya con "First light/ Rain dances/ the white raider" e dei New Credo con "Friendship/ little rivers and little rose/ migration/ hopless anger". Da segnalare ancora nel primo disco la briosa "Drafted" degli Aton's e la superlativa versione di "Never let go" eseguita dagli Evolution.

 

I bravissimi Mysia aprono il secondo disco rispolverando niente meno che la gotica "Pressure points", mentre deludono un pochettino i Notturno concertante cimentandosi con la difficilissima e maestosa "Ice"; manca la chitarra e quelle "note oramai indimenticabili", come dice Valerio nella sua recensione di "I can see your house from here", non sono le stesse suonate dalla tastiera.

I famosi Finisterre deliziano con una grande "Nimrodel", i Nostalgia  invece non lasciano il segno con la poca nostalgica "Long goodbyes". Dei Raindances che stravolgono "Rhayader" e Consorzio acqua potabile in "Harbour of tears" gli altri punti alti del secondo disco.

 E' un lavoro da ascoltare con curiosità e costante riferimento ai Maestri. Se dovessimo fare una classifica delle migliori band diremmo prima di tutto gli Algebra per l'emozionante versione di "Song within a song", suonata davvero con il cuore, poi i Mysia ed infine  a pari merito gli Evolution con Finisterre.

Che altro dire di questo Camel tribute: grazie Andy!

 

›› Ritorna a [Recensioni progressive]

 

 

  Home    Contatti Prog Link   Noi Consigliamo!