..iRECENSIONI

a cura di Michele De Felice

 

Pendragon/ Pure

 

L'ennesima fatica della storica prog band inglese arriva come un fulmine a ciel sereno. Mai mi sarei aspettato un lavoro così fresco ed attuale ad opera dei Pendragon. E questo non perchè la band di Nick Barett non avesse le qualità per farlo, ma piuttosto per una certa natura restrittiva che vedevo confinata nelle menti di Nick e Clive Nolan, tastierista della band.

 

Devo anche essere onesto nel dire che, della vastissima cerchia prog, poco mi affascina la corrente new-prog propriamente detta: band troppo spesso fossilizzate su un suono anni 80 pericolosamente clone dei Marillion. Era già comunque da "Not of this world", che notavo una certa tendenza mutevole del suono Pendragon, ancora più forte in "Believe". Con "Pure" evidentemente si raggiunge il vertice di una lunghissima carriera.

Parliamo dunque di questo capolavoro del new-progressive, ricordando il premio consegnato a Nick  da Steve Hackett in persona decretando "Pure" come miglior album del 2008 da Classic rock society.

 

L'intro, "Indigo" è nervoso, dinamico. La chitarra  è martellante, ancor di più la batteria (l' esordiente Scott Higham). Sono 13 minuti di assalto sonoro e riffs degni della scuola metal. In questo è prepotente l'influenza dello stile Steven Wilson, leader dei Porcupine Tree. La voce di Barrett anche se non è mai brillante, convince, ma il meglio del pezzo deve ancora arrivare; intorno al minuto 7 l'atmosfera diviene ancora più tesa, spezzata solo dalla malinconica chitarra che maestosa emerge dal nulla, e carica di delay accompagna verso il finale del brano.

Le tastiere non sono più onnipresenti ed incombranti come nei lavori precedenti. Clive fa ampio uso dell'elettronica e questo rende molto più moderno il suono. In "Eraserhead" è ancora più evidente la virata  verso sonorità più cattive; il brano è possente e con un ottima sezione ritmica.

Superba la suite in tre parti "Comatose": ritroviamo tutti gli ingredienti Pendragon: pianoforte, suoni dilatati, qualche violino ed infine il sempre perfetto chitarrismo di Nick, soprattutto nella parte centrale della prima parte "View from the seashore". La malinconica" Home and dry" chiude la suite con le consuete arie malinconiche che tanto sono care agli Inglesi. Il brano è magnifico, rilassante e ricco di rimandi ad un passato che riesce comunque a farsi spazio, fra le tante idee nuove.

 

"The Freak show" è ancora una volta energica. L'intro chitarristico ora prende totalmente forma metal. Il tutto poi si risolve in una stupenda ed orecchiabile ballata, con un refrain semplice ma di gusto. La finale "It's only me" è in pieno stile Pendragon; sonorità fluide ed ovattate, liriche struggenti e finale Latimeriano di Nick, che ancora una volta si dimostra degno discepolo del grande Andy.

Sconvolgente. Non avrei altro aggettivo per definire "Pure". Sono stati necessari 25 anni ma alla fine  Nick Barrett ha definitivamente concepito il suo album perfetto.

 

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