RECENSIONI

a cura di Valerio De Felice

 

Camel/ Rajaz

 

Il 1999 è un anno fondamentale per i Camel. Consolidato, ormai, il quartetto Latimer, Stewart, Bass e Scherpenzeel, con la collaborazione di Barry Phillips al violoncello, la band crea , a mio avviso, un altro grande capolavoro della loro longeva carriera: Rajaz.

 Un disco costruito con sonorità orientali e dai contenuti caldi che si evincono, peraltro, dalla stessa copertina, bellissima come al solito.

L'album si divide in 8 brani in cui ognuno dei musicisti trova la propria collocazione in favore dell'intera opera, rispettando un'armonia che permette di realizzare un album favoloso, sia per la raffinatezza delle composizioni, sia per l'omogeneità delle tracce che sembrano seguire un unico filo conduttore, che l'ascoltatore non fatica a ricercare.

 

Già a partire dalla prima traccia "Three Wishes" si intuisce il tema del disco. Tastiere e sintetizzatori preannunciano, lentamente, suoni ed immagini arabeggianti con un ingresso d'atmosfera irrobustito dalla chitarra di Andy e delle ampie linee melodiche.
Segue poi "Lost And Found", veloce ed aggressiva, con la bellissima variazione di tempo a metà brano, "The Final Encore" e la favolosa title track "Rajaz", una delle mie preferite. Il brano inizia con un arpeggio di chitarra a cui Latimer aggiunge un testo fatto di poesia e d'immaginazione, talmente intenso da mettere da parte temporaneamente la batteria di Stewart, che solo dopo 3 minuti   irromperà per introdurre il solo di chitarra.

 A fare da sfondo allo scenario non mancano i bellissimi incroci del flauto di Latimer con il violoncello di Phillips. Il tutto si conclude con l'assolo di Andy che chiude gli ultimi minuti del pezzo ed apre la rilassante "Shout", una bellissima acoustic ballad, semplice e leggera.

 

"Straight To My Heart" sembra quasi un'autobiografia, ed anche in questo brano è possibile apprezzare l'originalità degli Inglesi e la notevole tecnica di esecuzione.

Dopo la grandiosa instrumental "Sahara" il disco si chiude con la lunga e suggestiva "Lawrence", dedicata al leggendario Lawrence D'Arabia, le cui sonorità sembrano quasi evocare i luoghi e le atmosfere  dove visse e si affermò il mito!

Un disco irripetibile, consigliato a chi riesce  a sognare grazie alla musica.

 

Lawrence

(Latimer/Hoover)

 

All across this barren land,

elder voices tell

stories of a desert ghost,

the legend of a man

swallowed by the sand.

 

High up on the red dunes,

a prophet in the wind...

a vision like a mirage,

rises from a man

swallowed by the sand.

 

Fading...

into the shadows

of the legend ..you became.

Fading...

into the mystery

and the romance..of your fame.

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