RECENSIONI

a cura di Michele De Felice

 

Coral Caves/ Promo 2006

 

Quando si ha fra la mani un disco promo di una band emergente è facile cadere nella tentazione di ascoltarne il contenuto superficialmente, magari andando a cercare le sbavature, legittime, di (auto)produzione, oppure finire per dare inutili valutazione sulla scelta stilistica. Nel caso della band palermitana Coral Caves, il discorso è ancora più improponibile poichè i giovani musicisti sembrano molto decisi ad andare controcorrente, proponendo musica prog anni  '70, quella che buona parte della critica specializzata chiama ironicamente "retroprog".

 

Io invece, sarà perchè sono un estimatore della musica progressiva, trovo questi Coral Caves davvero coraggiosi, e la loro musica abbastanza personale, pur ritrovando nelle quattro canzoni che compongono il demo non pochi riferimenti ai pilastri del genere. L'idea di riprendere certe atmosfere datate non spaventa la band, lo stile infatti è decisamente impostato sulla ricerca di melodie taglienti e sofferte, atmosfere psichedeliche  e liriche barocche, mentre il cantato del bravissimo  Saviano appare molto cantautorale e a tratti ricorda l'espressività di Leonardo Sasso de La Locanda delle fate

Lontani da un un ipertecnicismo di matrice crimsoniana, i Coral caves, come lo stesso Saviano dichiara in un intervista, sono figli della "Scuola di canterbury", quelle sonorità intimiste e riflessive dei Soft machine, Caravan, Camel, Hatfield & the North.

 

Si parte forte con "Senza di me". Chitarra acustica ed elettrica si intrecciano con il solo di  Gallotta a dimostrare quanto siano presente i Pink Floyd nelle loro musica; il brano è scorrevole e leggero, le liriche sono mature, scavano dentro l'anima, ricordano come spesso nella vita ci si trova impotente verso un mondo che va avanti comunque, mentre qualcuno è fermo ..su una barca senza remi..

Anche la successiva "Cliff of Moher" continua a regalare bei vocalizzi con ottimi inserti del tastierista Arcoleo che a più riprese accelera il brano."Eterno ritorno" presenta maggiore sperimentazione con parti strumentali molto incisive. Flauto, tastiera e chitarra creano intensi momenti di appagamento di ..un'anima scalza di puro candore.. bravi davvero in questo brano e ottima anche la sezione ritmica del batterista Vacca sui virtuosismi di chitarra e tastiera, molto gradevoli all'ascolto.

Il mio pezzo preferito è comunque "Il dolce canto della terra" che ha tutte le carte in regola per diventare una suite (la durata del brano è una condizione necessaria ma non sufficiente per la promozione a questo titolo!). Sono 13 minuti di ottimo prog rock che spesso mi riporta alle tanto amate sonorità dei Camel del periodo "The snow goose". Emozionante la voce del cantante, stupefacente ancora una volta la sezione strumentale, capace di ravvivare stati d'animo contrastanti; il flauto sofferto alla Latimer, il break di tastiera tanto maestoso quanto gelido e poi il sollievo  con la morbida chitarra acustica.

Sono rimasto molto colpito da questo lavoro e spero davvero che la musica dei Coral Caves vada avanti e progredisca. Il cammello di  neve vi augura tanta fortuna.

 

http://www.coralcaves.tk/

 

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