RECENSIONI

a cura di Michele e Valerio De Felice

 

 E.L.P/ Omonimo

 

Il supergruppo per eccellenza, amato e odiato dal pubblico di tutte le età, nasce, non certo per caso, dall'unione di tre grandissimi personaggi della scena progressiva: kate Emerson, Greg Lake e Carl Palmer.

 

Emerson, forse il più grande tastierista dei 70's, vanta studi di musica classica ed è tra i primi musicisti ad aver intrapreso il cammino progressive con i Nice, la band in cui ha militato per qualche anno. Lake è conosciutissimo al pubblico per aver fatto parte del progetto King Crimson, che abbandona molto presto per divergenze con il leader Robert Fripp, ed infine Carl Palmer, batterista tutto estro ed improvvisazione maturato in un altro gruppo colosso della scena progressiva inglese: gli Atomic Rooster.

L'album d'esordio quindi, con queste premesse  non può che risultare un monumento del genere. I temi sono di natura catastrofico-apocalittica, le atmosfere forzatamente dark. E' senz'altro un disco di rock sinfonico diretto magistralmente dalle tastiere di Emerson, vero trascinatore del gruppo, incapace di placare l'irruenza del suo forte ego.

 

Dal vivo la band arricchisce le prestazioni strumentali con appariscenti effetti speciali, un pò come i Genesis, ma la mancanza di un chitarrista di ruolo non sempre riesce a premiare il coraggioso tentativo di far musica con solo tre persone (Rush a parte...).

Da segnalare comunque il grande successo riscontrato durante il concerto de "L'isola di Wight" del 1970, la risposta anglosassone a Woodstock dell'anno prima, vero esordio del trio.

 

Il brano d'apertura del disco, "The barbarian" è a mio avviso uno dei più riusciti: perfetta armonia di tutti e tre i musicisti. "Take a pebble" è un brano la cui prima parte è scritta per la voce di Lake con nostalgia dei King Crimson, mentre nella parte centrale inizia a salire in cattedra Emerson, per chiudere nuovamente con il melodico timbro della voce di Lake.

Quando la band decide di  non insistere sulle atmosfere epiche ("The three Flates"), ne viene fuori una semplice e dolce canzone per chitarra acustica nella finale "Lucky man".

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