RECENSIONI

a cura di Michele De Felice

 

 Genesis/ Nursery Cryme

 

E'il primo disco importante della scuola Genesis. Angosciante la cover che raffigura una bambina di nome Cynthia Jane de Blaise con una mazza da croquet nell’attimo dopo la decapitazione del piccolo Henry Hamilton di solo 8 anni.

Nursery Cryme (gioco di parole con Nursery ryme) è già un lavoro maturo e sbalorditivo seppure i musicisti siano tutti giovanissimi. Steve Hackett è appena entrato a far parte della band con referenze ed ambizioni notevoli; è lui stesso a presentarsi, in una inserzione, come musicista in cerca di un gruppo con cui oltrepassare i "labili confini del rock", e certo la sua mano si sente e come! Testi visionari, canzoni impegnate ed impegnative, uso notevole di flauti e del tanto amato mellotron sono le fondamenta sui cui i Genesis costruiscono la loro musica, che abbandona la forma canzone e si proietta verso composizioni articolate dove non esistono schemi.

Non sarà sicuramente il miglior disco della loro carriera, ma forse è uno dei più amati dai fans; “The Musical Box” è un manifesto del genere. Efficace soprattutto dal vivo e con un finale trionfale, risulta essere uno dei momenti più suggestivi del progressive rock. Nel complesso il disco è, come già detto, ottimamente suonato, le melodie sono brillanti e mai banali. Manca forse una produzione adeguata a ciò che si vuole evidentemente esprimere. I punti più alti, oltre all’ ineguagliabile “The Musical Box” sono “ The Return of The Giant Hogweed” e “The Fountain Of  Salmacis”, quest’ultima ispirata al mito di Ermafrodito. Non per tutti.                                                 

Mi preme ricordare a qualche illuso  che l'inventore del "tapping" non è il famoso chitarrista Van Halen, ma  il nostro Steve Hackett, qualche decina di anni prima!  Mettete su "The return of the Giant Hogweed" e ve ne accorgerete.

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