RECENSIONI

a cura di Valerio De Felice

 

King Crimson/Starless and bible black

 

Distanti dalle morbide melodie dell’album d’esordio “In the court of the crimson king”, la band realizza un disco che ha il sapore di una gradevole  performance live. Utilizzando una nuova tecnica, infatti, brani suonati dal vivo vengono registrati su disco in sala studio ed il risultato è una piacevole sensazione di partecipare ad un live-show della band inglese.

 

Il disco è inconfondibilmente “Crimsioniano”,  vicino alle marcate acidità di “Lark’s tongues in aspic , ma nello stesso tempo molto differente. Qui i toni sono molto più cupi, oscuri,  ed i musicisti spaziano tra improvvisazioni jazzate e furiose ripartenze, palesando uno spirito creativo libero, talvolta ossessivo.

Dopo la fulminea “The Great Deceiver”,  e “Lament”, segue il primo brano in cui ci si diverte in una free-session davvero superba ed apre uno dei più bei pezzi del disco :”The night watch”, ispirato all'opera di Rembrant  "La ronda di notte". L’intro favoloso concede un tessuto sonoro su cui domina una romantica melodia, che le sovrapposizioni di chitarra, violino e tastiera, abbelliscono ancora di più.

 

Riprendono ancora le improvvisazioni e gli stacchi fulminei di Fripp, sempre creativo, con elementi progressivi che emergono in ogni singolo brano. L’ultima improvvisazione, “Fracture”, è la sintesi di una spiccata abilità artistica della band, di una completa rigenerazione dei modelli stilistici del tempo, e di una ostinata ricerca di una scrittura sempre originale e mai ripetitiva!

Ottimo disco!!

 

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