RECENSIONI a cura di Valerio De Felice |
Pink Floyd/ The dark side of the moon |
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Il nome della formazione inglese, originaria di Cambridge, deriva da due bluesmen, Pink Anderson e Floyd Council. Negli anni i Pink Floyd sono stati sempre in anticipo rispetto alle mode del periodo, spesso sono stati loro a fare tendenza, mettendo in risalto spiccate doti camaleontiche sin da principio.
Se la storia dei Genesis si muove attraverso le figure di Peter Gabriel e Phil Collins, con risultati esaltanti in un caso ed imbarazzanti nell'altro, quella dei Pink floyd invece passa attraverso menti geniali quali Sid Barrett prima, David Gilmour e Roger Waters dopo, in entrambi i casi con successi passati alla storia. Il termine "Progressive" può essere anche restrittivo per una band come i Pink Floyd, il cui percorso artistico, seppur carente di tecnicismo cristallino, spazia fra psichedelia pura ("The piper at the gates of down") e post-progressive ("The dark side of the moon"), in un contesto emotivo unico di atmosfere lugubri, nostalgiche, visionarie, suggestive, epiche e desolate dove aleggia lo spettro di un pessimismo mai celato.
La cura del suono accanto ad una esasperata propensione alla sperimentazione, è maniacale: spesso si utilizzando artifici strumentali arcaici ma di grande impatto sonoro che dal vivo creano scenari davvero inconsueti. L'album in questione raccoglie tutto quello che la band negli anni ha seminato, con un riscontro commerciale pauroso, se si pensa che ancora oggi il disco continua a vendere centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo! Per l'interconnessione strumentale dei brani sembra quasi un concept-album; i toni pacati e i momenti di alienazioni contagiano tutte le tracce. Ci sono canzoni ingenue ma delicate ("Time", "Money"), tutte le altre sono stupende icone della musica dei Pink Floyd.
L'ascolto di "Breathe In The Air", primo brano del disco, induce una inspiegabile sensazione di rilassatezza dove le calde note di Gilmour ci trasportano in un'atmosfera serena, tranquilla, che libera la mente da qualsiasi pensiero. Seguono altri capolavori come "Time", "The Great Gig In The Sky", "Us And Them", "Brain Damage", tutte esageratamente suggestive. Il finale di "Eclipse" fa accapponare la pelle.
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