Nell’immenso azzurro del cielo del mezzogiorno non vi saran più stelle lucenti, stormire di fronde negli assolati meriggi d’estate, né stridere roco di grilli in amore. Non più danze di lucciole tra le alte selci. Un infinito velo di angoscia ci avvolge col funereo manto del dolore senza fine. Ci chiediamo senza tregua perché, perché una mano che rifiutiamo definire umana ha sotteso l’arco  letale verso quanto abbiamo di più bello e prezioso: le nostre creature.

 

        Tu, bellissima Melissa Bassi, ti trovavi ignara all’appuntamento con la morte nel luogo dell’apprendimento e del progresso, verso un’aspettativa di vita di sicuro successo: bellezza, fascinoso sorriso, apprezzamento degli insegnanti della scuola dedicata ad altri due martiri  di questa nostra inquieta, a volte mostruosa società.

 

        Non riesco a placare lo sdegno prorompente dal profondo. Simili mostri vanno non solo neutralizzati, vanno distrutti e le misere spoglie disperse nell’immondezzaio più lercio. Il cuore si arresta, così come il tuo, piccola Melissa, sedicenne privata di sogni e speranze così come gli splendidi occhi luminosi, l’affascinante sorriso incorniciato da una ciocca di morbidi capelli castani.

 

        Tutto s’infrange davanti al muretto  della scuola Morvillo-Falcone di Brindisi questa mattina, alle 7,45. Crolla anche il senso della vita per chi, come i tuoi adorati genitori, avevano riposto nella loro bimba ogni valore ed ogni speranza.

       

Quale che sia l’abbietto disegno della fazione terroristica o malavitosa, noi la rigettiamo con odio e disprezzo. Mostri voi siete, protagonisti di gesta nefande. Avete cancellato l’avvenire di una tenera adolescente, i nostri figli, il nostro futuro.

 

        Non potevi pensare alla morte, tutto era in te pregnante ottimismo, dolce Melissa. Chiunque s’affacci alla tragica piazza, sede della Professionale di Brindisi, riveda il tuo delicato viso d’angelo di Mesagne, paese a me caro perché residenza  del mio fraterno, indimenticabile amico, Dott. Bruno Volpe.

 

        A te, creatura, rivolgo amore e rimpianto commisti a sete implacabile di giustizia. A voi, genitori angosciati, il mio profondo cordoglio e un singhiozzo soffermo nell’arida gola. Un Nonno e genitore trepidante.

 

 

Donato Paradiso 

 

S. Spirito  19 maggio 2012

  

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