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IL BRIGANTE ANTONIO TOSOLINI detto MENOTTO

Il brigantaggio, già da secoli endemico in molte parti delle province della Repubblica Veneta, ha un consistente sviluppo negli ultimi decenni di questa .
Scrive il Bianco : "Nel corso della seconda metà del 1700 era radicato soprattutto lungo la fascia confinaria con gli Stati asburgici, nella zona alpina e prealpina.
Le imprese di alcuni briganti divennero ben presto famose, trovando ampia risonanza nelle carte di polizia, nei resoconti dei rettori e tra gli abitanti.
Le bande potevano contare anche sul sostegno delle popolazioni locali.
Non si vogliono qui enfatizzare fenomeni e sentimenti - continua il Bianco - che in ogni caso si presentano con straordinaria uniformità e continuità all'interno della società contadina di ogni epoca, né si possono attribuire a questi briganti i tratti e le prerogative di agitatori o di banditi sociali. Tuttavia il comportamento e le azioni di alcune delle bande che operarono in Friuli, poterono godere in alcuni casi di ampli consensi fra la popolazione rurale."

Nell'area tricesimana operò una di queste famose bande. Capo il brigante Tosolino Antonio, detto Menotto.
E' un ramo di Tosolini ancora oggi ben presente nel comune di Tricesimo. Piace notare che un suo attento discendente ancora ricorda che mezzo secolo fa, quando c'era qualche tradizionale baruffa di borgata, un malvagio gli ricordava che era uno di quelli 'dal piciat'.
Questa fu la fine del brigante, anzi un po' peggiore.
Dalle documentazioni giudiziarie e dai rapporti di polizia c'è modo di ricostruire la storia e la fine della banda.
Antonio Tosolino detto Menotto (1759-1794) di Adorgnano è figlio di Giacomo (1722-1792) e di Costantini Domenica di Tricesimo. Settimo di 11 figli, quasi tutti giunti ad età adulta. Dai fratelli del nostro  Antonio discende il ramo Menot di Adorgnano Est. Diversi dei fratelli più giovani sono coinvolti o partecipi della attività del brigante.
Giuseppe (1752-1815), detto Jefon, è nel 1793-94 nelle prigioni di Capodistria, ritornerà poi ad Adorgnano dove muore. La sorella Valentina, nata nel 1770 è perseguita, per l'accusa di fare la vivandiera della banda, il fratello Leonardo (1773-***) pure è accusato di favoreggiamento assieme al cognato Morandini Giobatta, marito di Domenica.
Capo indiscusso della banda è Antonio, luogotenente Dionisio Martinuzzi detto Picin di Tricesimo.
Si riportano alcuni brani da verbali e relazioni dell'Autorità.
"Cinque seguaci dei principali capi infasti alla comun quindi fuggitivi dalla galera, e proscritti Antonio Menotto, e Dionigio Martinuzzi detto Picin por l'arresto dei quali furono disposti li più stringenti ordini, s'attrovano a quest'ora in carcere. Sono essi Leonardo Tosolin detto Menotto fratello del detto Antonio, Giuseppe del Fabro di Castions, Gio. Batta Barcobello, Gio. Batta Dordolo detto organista, ed Antonio Pascutto, li due ultimi di Tricesimo, e gli altri di Adorgnano."
" Comparivano di notte armati, il Menotto di quattro pistolle, di uno schioppo, e del coltello, il Martinuzzi di una pistolla, e dello schioppo."
"Per lo più a Tricesimo, in Adorgnano, ed in altri circonvicini villaggi della patria stessa si trasferivano dove trovavano dei parenti, e degli amici.
Il Menotto fu per più volte e di giorno, e di notte visto a mangiare nella stessa sua casa in Adorgnano con Dionisio Martinuzzi, ed allora che il Menotto si ritirava in luoghi reconditi del suo rifuggio, o nelle boscaglie, recava ad esso il cibo a vicenda or la madre, ed or la sorella sua. Leonardo il fratello del Menotto stesso uno degli arrestati racconta di essersi egli pure stato una qualche volta in sua compagnia."
"Nelle osterie poi nelle quali si trasferivano non solo di notte, ma dopo qualche tempo resisi più arditi, anco di giorno, se ne stavano guardinghi, e giunti quand'erano in esse, non permettevano che alcuno se ne andasse inanzi di loro"
"A Giorgio Mossuto di Adorgnano inanzi il Natale prossimo scorso tagliavano la parte destra della sua capigliatura, onde farlo publicamente palese, e indicarlo come delatore. Per l'istesso motivo havino radato tutto il capo a Leonardo del Fabro pur di Adorgnano, ed amputavano ad esso parte dell'orecchio."
"Certo Romeuzzo abitante in Braida Matta sotto Tricesimo fu mentr'era a cena maltrattato nella propria casa d'Antonio Menotto che vi s'introdusse armato, non foss'altro se non perché lo imputava che avesse sparlato di lui.
Anco Carlo Colautti di Tricesimo incontrò per una ugual causa un simile destino".
"Con guanciata fu percosso Gio. Batta Colaon di Colgal sotto Tricesimo all'ostaria di Giorgio Carnielutto".
"Perché Giacomo del Fabro s'era opposto nella pubblica vicinia alla parte che dava a favore di Leonardo Menotto, disegnò Antonio Menotto di far vendetta per il fratello."
" Con ardita e temeraria sfacciataggine il Menotto entra nelle osterie del territorio e si mette a suonare la chitarra, circondato dall'ammirazione della gente e fuggendo, avvertito, solo all'apparir della sbiraglia in perlustrazione, attratta dalla calca.
Nonostante la sorveglianza e i controlli, entra in Tricesimo e fa ciò che vuole, come negli ultimi giorni di Carnevale quando disegnò sulle mura del castello del nobil huomo Francesco Valentinis, signore dei luoghi, tre grandi croci, simbolo di premeditata insidia alla vita del nobile e della sua famiglia.
I comuni, 40 e più villaggi che avrebbero dovuto pattugliare notte e giorno, non si danno il minimo pensiero di perseguire, arrestare et estirpare questa ria setta di persone facinorose, malviventi infami e proscritti. Oltre alla loro maliziosa mancanza, si rileva che parteggiano apertamente con essi, e meriterebbero i più severi castighi."
"In questa mattina nel far del giorno, cioè prima della nona ora, fu la madre dell'empio Antonio Tosolin detto Menotto nella bottega del Signor Andrea Turchetti in Adorgnano a farsi la provista di brazi un e mezzo tela, e cordoncino color celeste, qual disse che servir si dovea per far costruire un paro bragoni.
La quantità della medesima denota piuttosto la facitura di un abito intiero, e siccome non ha costei presso di sé altri figli, così presumibile è il nostro sospetto, che servir habbi detto lavoro per il malvagio suddetto, e che per esser tempo piovoso, non che per farsi prender le necessarie misure, s'attrovi essere rinchiuso, e nascosto nella propria paterna habitazione nella detta Villa d'Adorgnano."

Fra il 1793 e il 94 la banda ha fine. Nel 1793 in una notte a Rizzolo viene ucciso da una schioppettata un po' misteriosa il Martinuzzi. I verbali adombrano il Menotto quale autore, per dissidi interni alla banda. Altri componenti e collaboratori vengono catturati e nel 1794 è la volta di Antonio.
La sentenza ufficiale della Serenissima : " Antonio Tosolin detto Menotto, retento, sia condannato ad esser per il ministro di giustizia, in appartato luogo di queste prigioni, segretamente e nei modi soliti strozzato sicchè muoia; ed eretta poscia nella strada più frequentata che conduce a Tricesimo e a Adegliacco, un'eminente forca, sia per il ministro di giustizia appeso per starvi sino alla fatal sua consunzione, attaccandogli al petto il cartello colla seguente iscrizione, Antonio Tosolin detto Menotto per gravissimi delitti."