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Intervista: Tony Levin
a cura di Marco Machera

 

Veramente non mi sarei mai aspettato di riuscire ad intervistare una leggenda vivente come Tony Levin, il famoso bassista di Peter Gabriel e King Crimson. E' prevista per il 4 Aprile l'uscita del nuovo album della sua band, intitolato "Resonator". In questa intervista Tony ci anticipa qualcosa sul disco e sui progetti futuri, che vedranno la Tony Levin Band impegnata in un tour che comprenderà ben sei date nella nostra penisola. Per i dettagli vi rimando a www.tonylevin.com

Durante il tuo ultimo concerto a Roma con la band, hai suonato un paio di brani in anteprima dal tuo nuovo cd "Resonator". Ho avuto l'impressione che le canzoni fossero più Heavy Rock del solito. "Resonator" è un lavoro meno Progressive rispetto ai tuoi precedenti album?

Questa è una buona domanda. Prima di tutto, si, abbiamo suonato del materiale in anteprima durante l'ultimo tour di Ottobre, ma molte delle nuove canzoni verranno presentate nei prossimi shows. "Resonator" è un mix di sonorità Progressive e Heavy Rock (ci sono anche delle ballad - una novità assoluta per i miei album). E' così nuovo, l'ho registrato da talmente poco tempo che non riesco ancora ad esprimermi facilmente sul disco. Dato che verrà pubblicato ad Aprile in Italia, spero che molte persone possano ascoltarlo e decidere da soli in quale categoria porre l'album.

Il materiale di "Resonator" è il frutto di un lavoro di gruppo o i pezzi sono stati prevalentemente scritti da te?

I nuovi brani sono principalmente scritti da me. Ma, come ho fatto in passato, ho incluso uno strumentale al quale hanno collaborato tutti i membri della band. E' il modo migliore per far si che ognuno di loro suoni quello che gli è più naturale suonare, e quando si tratta di ottimi musicisti, il risultato è quasi sempre garantito. Quella canzone si chiama "Shadowland". Inoltre, abbiamo anche registrato un arrangiamento rock di "Sabre Dance", un'opera classica di Aram Kachaturian.

Jesse Gress mi ha confermato che tuo fratello Pete (tastiere) è diventato un componente stabile del gruppo. Ha apportato delle novità al vostro sound?

Ho voluto Pete sia sul disco che in tour. Innanzitutto, fammi dire che Larry Fast (anche lui ex-Peter Gabriel, nda) è un tastierista eccezionale. Tutti i suoni che tira fuori dai synth sono unici - e il suo approccio Progressive lo rende un elemento prezioso all'interno del gruppo. Mi ritengo fortunato ad averlo con me. Pete ha contribuito a creare degli aspetti nuovi nella nostra musica - suona prevalentemente l'Hammond, e il pianoforte - e adora fare gli assoli. Prima, Jesse si occupava di tutti gli assoli, perchè né io né Larry amiamo suonarli. Ora è tutto più bilanciato. Poi, ho voluto un altro che potesse cantare, per due ragioni: potremo riprodurre dal vivo le complesse armonie vocali che ci sono sul disco, e in più, possiamo eseguire, per divertirci, quello che qui negli Stati Uniti chiamiamo un "Barbershop Quartet", cioè una 'piece' vocale senza accompagnamento. Fui io a convincere Peter Gabriel ad avere un Barbershop sul suo primo album da solista e nel tour che lo seguì. Ho aperto i miei concerti in questo modo lo scorso Ottobre, e probabilmente lo rifaremo anche questa volta, magari aggiungendone un altro.

Ci sono degli ospiti su "Resonator"?

Il nucleo dell'album è essenzialmente la band che poi farà anche il tour - Jesse, Jerry Marotta, Larry Fast e Pete Levin. Comunque, sul CD appare anche il mio collega e amico dei King Crimson, Adrian Belew, che suona la chitarra su "Throw The God A Bone". E un altro amico chitarrista, Steve Lukather, suona sulla canzone "Utopia". Questi sono gli unici ospiti, a meno che tu non voglia contare anche la mia cagnolina Lilly, che "canta" qualche latrato su di un pezzo.

Hai usato solo il tuo Music Man Sting Ray su "Resonator", oppure hai anche rispolverato qualche altro strumento?

Come puoi aspettarti, ho usato diversi bassi sul CD. La canzone di apertura si intitola "Break It Down", e parte solamente con la linea di basso, un ritmo costante suonato con le Funk Fingers (le due piccole bacchette che Tony applica alle dita della mano destra per ottenere un suono percussivo, simile allo slap, nda). Volevo aprire l'album con una trovata originale, qualcosa che non ascolterai mai sul disco di un altro artista. Per quella canzone, ho usato un mio vecchio Music Man Sting Ray, che è stato in parte bruciato durante un incendio, ma che suona ancora meglio adesso. Poi viene "Places To Go", che ha una parte di basso molto prominente. Si tratta di un brano con solo basso e voce, con un pò di percussioni. Ho usato una tecnica inusuale, con il pollice e le unghie delle dita, e il miglior basso per questo tipo di cose è il nuovo Stealth Bongo Bass (sempre della Music Man). Quindi, puoi già trovare un basso piuttosto vecchio e uno nuovissimo. "Throw The God A Bone" è stata registrata con un Music Man Sting Ray a 4 corde, e su "Utopia" ho suonato la melodia con il mio Music Man fretless. "Shadowland" l'ho suonata sul contrabbasso elettrico NS Electric Upright, con l'archetto. Su "Crisis of Faith" c'è un assolo di violoncello suonato con un NS Electric Cello. E ovviamente, c'è il Chapman Stick su "Sabre Dance". Quindi, come puoi vedere, ci sono tanti approcci diversi sul CD. Ma personalmente, non lo faccio per avere più bassi possibile su di un album - li scelgo pensando a quale strumento si possa adattare meglio ad una certa canzone.

Come e quando hai sentito il bisogno di mettere su una band tutta tua?

Per prima cosa, ho registrato un CD da solista. Dopo averne fatti altri, ovviamente avevo voglia di suonare dal vivo questo materiale. Ho la fortuna di essere amico di alcuni grandi musicisti - e se riusciamo a far coincidere la disponibilità di tempo di ognuno, possono venire in tour con me, per molti meno soldi di quanti ne prenderebbero con qualunque altro progetto. Ora che suoniamo da diverso tempo insieme, sento veramente di avere una band - ognuno ha il suo spazio. Questo e' molto più divertente per me, piuttosto che essere un "frontman".

Apporterete dei cambiamenti alla scaletta del nuovo tour?

Si, sarà differente. Ovviamente, verrano incorporati molti pezzi del nuovo album. E stiamo lavorando anche a delle piccole sorprese. Credo che un buon concerto debba contenere una parte di nuove canzoni, e una parte di materiale meno recente che la gente conosce meglio - addirittura materiale che non si trova su nessun album, anche delle jam diverse ogni sera. Grazie alle nostre collaborazioni con Peter Gabriel, alla mia con i King Crimson, e alla tradizione "Synergy" di Larry Fast ("Synergy" è il moniker dei dischi solisti di Fast, nda), abbiamo molti classici tra i quale scegliere - e ora siamo impegnati a cercare di far suonare i nuovi brani dal vivo così come suonano su CD.

Tom Griesgraber vi seguirà di nuovo in tour? Suona lo Stick incredibilmente bene...

Tom è un grandissimo stickista. E il suo duo con Jerry (Marotta, nda) è veramente speciale. Veramente non so dirti chi aprirà i nostri concerti durante il tour italiano - è una cosa di cui solitamente si occupano i promoters, sia in Europa che negli USA.

Cosa consiglieresti a chi imbraccia lo Stick per la prima volta?

E' uno strumento molto versatile - puoi suonarci una parte solista, o solo il basso. O ancora tutti e due insieme. La tecnica è insolita, ma non così difficile come sembra. Ho visto persone suonare lo Stick con facilità, perchè pensano ad esso come a uno strumento nuovo, e non come a una chitarra o ad un basso, da suonare con la tecnica del tapping che, sinceramente, è piuttosto facile.

Siamo arrivati alla domanda di rito: hai degli aneddoti divertenti da raccontarci a proposito degli svariati tour di cui hai fatto parte?

Ho molti aneddoti che mi fanno ridere. La maggior parte delle volte a proposito di disguidi in tour o sul palco - accade molto spesso, e forse solo ripensandoci in un secondo momento puoi riderci su. Con la Peter Gabriel band, una volta la corrente è andata via nel bel mezzo di un concerto a Parigi. Peter iniziò a parlare al pubblico aspettando che la corrente ritornasse... e aspettavamo, aspettavamo. Ad un certo punto, il batterista (era Jerry) iniziò a suonare qualcosa, e Peter cominciò a ballare. Divertente, ma la corrente non tornava. Quindi, uno per uno, ci fece andare al centro del palco per il nostro piccolo balletto - da soli - di fronte a migliaia di persone (Larry Fast non lo fece!). Recentemente invece, e probabilmente sono l'unico a pensare che sia divertente, l'ingegnere del suono di Peter Gabriel mi ha contattato per registrare una traccia di basso - veramente di fretta, gli serviva in uno o massimo due giorni. Perciò l'ho registrata qui a casa e gliel'ho spedita. Poi, accidentalmente, mi hanno chiesto se fossi stato disponibile ad andare in Italia per uno show con Peter, la settimana seguente. Avevo una session già programmata e non potevo spostarla facilmente, per cui ho declinato l'offerta a malincuore. Solo la sera stessa in cui lo vidi in TV, capii di che tipo di show si trattasse... era la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Torino. C'era Peter, con altri musicisti (David Rhodes e Ged Lynch, nda), e stavano suonando "Imagine" di John Lennon. Era la mia parte di basso quella che stavo ascoltando, ma... non avrei mai immaginato che quel "piccolo concerto in Italia" fosse lo spettacolo che mezzo mondo stava guardando quella sera! Forse, se l'avessi saputo, avrei potuto fare in modo di esserci...

Con i King Crimson? Nel 2004 sei ufficialmente rientrato nella band e avete fatto delle sessioni di prova a Nashville. Tour o nuovo album in vista?

Niente progetti per i King Crimson al momento. Abbiamo fatto qualche prova, ma non sento Robert Fripp da un pò, per cui non so come si svilupperanno le cose.

Hai suonato con molti artisti, sia inglesi che americani. C'è differenza, sul piano musicale, tra un inglese e un americano?

C'erano molte differenze, soprattutto nell'approccio della sezione ritmica. Adesso credo ce ne siano molte di meno. E lasciami aggiungere che in Italia ci sono grandi musicisti. Ormai la grande musica Rock non proviene più solo dall'Inghilterra e dall'America.

Cosa puoi dirci della tua esperienza con artisti italiani?

Alcuni dei momenti migliori della vita "on the road" li ho vissuti con degli artisti italiani. E inoltre ho registrato su alcuni grandi album, dei quali però non ho partecipato ai tour. Dico sempre alla gente americana quale grande musica viene prodotta in Italia. Gli artisti con cui ho suonato io sono ovviamente solo una piccola parte di quelli che sono in attività li - è un paese con una forte tradizione musicale, è una grande varietà di stili musicali. Mio padre è scomparso un anno fa - mi viene spesso in mente il fatto che di tutti i dischi che aveva, sui quali ho suonato io (e ce ne sono tanti!), il suo preferito era "Macrame" di Ivano Fossati. Tendo sempre a non scegliere un mio album preferito, ma se proprio dovessi farlo, sceglierei quello.

Sai per caso se Peter Gabriel sta scrivendo del materiale per un nuovo album?

No, mi dispiace, non lo so.

Siamo alla fine. Sei contento di tornare a suonare in Italia per questo tour?

Molto. E' chiaramente il nostro paese preferito dove fare concerti - e dove passare un pò di tempo. Sono sicuro che questo sarà un grande tour, e la mia speranza è che ci dia l'opportunità di tornare a suonare in Italia più spesso.

Un ringraziamento speciale a Mary Lou Arnold per aver reso possibile l'intervista.

 




 

 

 

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