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Scoprire la Siria, un crocevia di civiltà con molte ragioni per amarla


Possiamo davvero definirlo uno "stato canaglia"? Bisogna valutare la sua situazione geo politica - Straordinarie tracce di storia dalla romanità ai crociati

di Giulio Badini



I monumentali resti di Palmira, la maggior metropoli romana nel deserto


DAMASCO - Non si può certo dire che la Siria goda di buona fama in Occidente. Gli Stati Uniti l’hanno inserita nella lista degli “stati canaglia”, punendola con sanzioni economiche e diplomatiche per il suo sostegno agli Hezbollah e le simpatie filoiraniane, mentre per ogni crisi in Medioriente spunta sempre, a ragione o a torto, il suo nome.
Bisognerebbe però sforzarsi di vedere le cose anche dal punto di vista di Damasco, già fortemente intaccata nella sua integrità fisica, umiliata nell’orgoglio nazionale, oberata da milioni di profughi palestinesi e libanesi prima e iracheni oggi che pesano non poco sulla sua fragile economia, minacciata nella stessa sopravvivenza dalla politica americana e israeliana.

5000 combattenti in questo castello con provviste per resistere a cinque anni di assedio


Qal'at al-Hosn, a 65km ad ovest of Homs ed a 75 a sud est di Tartous, è la più famosa cittadella medioevale del mondo. A 650km sul livello del mare, fu costruita per controllare il valico di Homs attraverso cui si accedeva al Mediterraneo. Anticamente l'importanza di questo corridoio era immensa e per gli invasori rappresentava una conquista di cruciale importanza; pertanto le aggressioni al Crac erano continue. Il Sultano Mamelucco Beybars, che sconfisse i Mongoli e liberò Antiochia, riuscì a prendere la fortezza dopo averla posta sotto assedio per due mesi (1271). Il Crac è costruito sul sito ove sorgeva precedentemente il castello dell'emiro di Homs per accogliere le guarnigioni curde ed il nome è una variazione della parola araba Qal'a. La cittadella occupa un'area di 3. 000mq, ha 13 vaste torri oltre a numerosi locali adibiti, un tempo a stalle, dormitori, corridoi, ponti. Poteva ospitare 5. 000 soldati, i loro equipaggiamenti e provviste per cinque anni.

Questa nazione del Vicino Oriente, grande poco oltre la metà dell’Italia ma abitata da un terzo di persone, confina infatti con la Turchia, separate da odi atavici per la rivendicazione territoriale su Antiochia, un tempo siriana, l’Iraq con tutto quello che rappresenta e ne consegue, il tormentato Libano (siriano fino al 1926), la Giordania, con la quale non è mai corso buon sangue, e infine Israele, contro il quale ha combattuto tutte le guerre possibili e che occupa tuttora le alture siriane del Golan.
Viste dalla Siria le prospettive cambiano, e non poco. Un paese moderno e efficiente, pulito e sicuro, islamico ma laico e niente affatto integralista, dove si consuma liberamente alcol, le donne non portano veli e gli uomini vestono all’occidentale, pieno di paraboliche, cellulari e internet, dove da millenni convivono in armonia etnie, lingue e religioni diverse che altrove invece si massacrano, dove le chiese affiancano le moschee e i musulmani visitano normalmente i monasteri cristiani.

Per quanti amano la storia, l’archeologia e l’arte, e subiscono il fascino dell’Oriente levantino, la Siria dovrebbe costituire una meta imprescindibile. Nessun’altra nel Mediterraneo può offrire una così ricca varietà e successione di civiltà, ognuna delle quali ha lasciato tracce significative.
E la storia parte molto da lontano, tanto lontano da travalicare nella preistoria. In quell’ampia porzione di territorio compreso tra i fiumi Eufrate e Tigri, la Mesopotamia definita dagli storici la “Mezzaluna fertile”, 10 mila anni or sono avvenne una delle più significative trasformazioni tecniche, sociali e culturali che abbia mai interessato l’umanità, la cosiddetta rivoluzione neolitica.
Qui l’uomo imparò a coltivare le piante e ad addomesticare gli animali, modificando totalmente la propria alimentazione ed economia, qui fu inventata la ceramica e l’alfabeto cuneiforme, qui furono realizzate le più antiche opere idrauliche e sorsero le prime città, qui l’uomo concepì i concetti di divino e di arte, qui nacquero le dinastie reali, gli insediamenti coloniali, le prime vie del commercio, gli eserciti di conquista, le professioni specializzate e le classi sociali. E tanto altro ancora, come ci attestano gli insediamenti protostorici di Ugarit, Mari, Ebla e di altri minori ancora in via di scavo e di scoperta.
In questa terra si sono addensati, condensati e sovrapposti 5 mila anni di storia e di civiltà: Sumeri, Amorriti, Aramei, Assiri, Babilonesi, Fenici, Persiani, Greci, Seleucidi, Romani, Bizantini, Arabi, Mamelucchi egiziani e turchi Ottomani, ognuna lasciando testimonianze eccelse da farne un museo a cielo aperto.
Il nero teatro romano di Bosra, ammirato anche da Maometto, i monumentali resti di Palmira, la maggior metropoli romana nel deserto e caposaldo delle antiche vie carovaniere dell’incenso e della seta, la basilica bizantina di San Simeone Stilita, la moschea omayyade di Damasco, una delle più antiche città del mondo abitata ininterrottamente da 5 millenni e prima capitale del califfato arabo, la cittadella fortificata di Aleppo, i monasteri cristiani di Saydnaya e Maaloula dove si prega ancora in aramaico, la lingua di Gesù, i suq storici di Damasco e Aleppo ridondanti di spezie e di manufatti artigianali pregiati, tanto per citare solo i siti più rimarchevoli, sono dei veri capolavori degni di figurare nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Dai suoi porti partirono le navi fenicie per i primi commerci nel Mediterraneo, qui nacque e si sviluppò il Cristianesimo (la Palestina e il Libano facevano parte in passato della Siria), qui si assistette alle gesta, non sempre gloriose, dei Crociati per la liberazione di Gerusalemme e del Santo Sepolcro, i quali eressero stupendi castelli, come il noto Crak dei Cavalieri.

COME ANDARCI - l’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, - www.deserti-viaggilevi.it), propone in Siria un originale itinerario di 8 giorni che, oltre a visitare tutti i principali luoghi storici, archeologici e artistici, prevede un pernottamento in un monastero cristiano e uno in un campo tendato beduino nel deserto. Partenze mensili di gruppo con voli di linea da Milano fino al 3 maggio 2008, individuali settimanali minimo due persone, guida italiana, quote da 1.300 euro con pensione completa nei migliori alberghi.




Volete organizzarvi per un carnevale inconsueto e antichissimo? Ecco gli appuntamenti nella repubblica ceka (partendo dal carnevale di Praga)

“Siate quello che vorreste essere” è l’imperativo del “Carnevale Boemo” di Praga, il festival dei talenti, della creatività e dei sensi che animerà la capitale ceca dal 31 gennaio al 5 febbraio 2008. Per una settimana il carnevale boemo invaderà le strade della città e per praghesi e turisti sarà impossibile non partecipare ai festeggiamenti e unirsi alle sfilate in maschera.
Nel “Salone del carnevale” all’interno del Clam-Gallas Palac, uno dei più ricchi e grandiosi palazzi barocchi di Praga, si potrà realizzare il proprio travestimento in maschera e seguire dal vivo la creazione artigianale di costumi e maschere. Chiunque potrà poi partecipare a “Divertimento furioso”, il concorso per eleggere il costume più bello e originale che si tiene il 2 febbraio sulla Piazza della città vecchia (Staromestske namesti) e alla serata di gala con musica e spettacoli dal vivo “Galacticos” al Clam-Gallas Palac. A completare il programma del carnevale boemo non può mancare l’appuntamento con la gastronomia. La rassegna culinaria “Cuisine d’alchimiste” accompagna la settimana dei festeggiamenti e propone menu cechi nei ristoranti della città che aderiscono all’iniziativa. Per maggiori informazioni: www.carnevale.cz

In Moravia il carnevale si chiama “Fasank” e i festeggiamenti più tradizionali si tengono a Strani, nella regione della Moravia orientale (www.vychodni-morava.cz). Dal 1° al 6 febbraio 2008 le strade della cittadina si animano di musica folcloristica, danza e teatro. La festa raggiunge il suo culmine in 2 febbraio con l’uccisione del maiale, una tradizione molto sentita in tutta la Repubblica Ceca, il mercato dell’artigianato locale e le performance dei gruppi folcloristici. La sfilata di carnevale è in programma quest’anno il 5 febbraio accompagnata dalla tradizionale “Danza delle spade”.

La città di Kadan (www.mesto-kadan.cz) in Boemia Nordoccidentale festeggia un carnevale dal sapore letterario dedicato alla figura del soldato Svejk, il protagonista privo di spirito militare inquadrato nell'esercito austroungarico del famoso romanzo di Jaroslav Hasek. Il 16 febbraio il corteo mascherato partirà dal castello per raggiungere il monastero francescano. Ad attenderlo un mercato dell’artigianato e stand gastronomici.






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di Lun, 24 dic 2007