Conoscenza e ricerche sul territorio o altrove


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Le proposte turistiche degli inviati de "Il Vascello"


Il Barbarossa e Federico II: storia nostrana

sulle tracce degli Hohenstaufen


La strada degli Staufen nelle terre di personaggi che hanno segnato
profondamente la storia d'Italia (e non solo)


Fotografie e testo dal nostro inviato Antonio Leoni


STOCCARDA - Cremona città imperiale e degli Staufen? Dal 29 settembre al 14 ottobre Cremona, con "i violini del re", celebra Andrea Amati proponendosi prima di tutto come capitale mondiale della liuteria. Dal che pare guadagnerà dal'Unesco, si spera in tempi brevi, il titolo di patrimonio mondiale dell'umanità. La lunga fila di visitatori internazionali ed estimatori del violino affluiscono tutti, senza eccezioni, in un'altra evidenza storica di questa città medioevale, il palazzo comunale dove con discrete celebrazioni si sono appena ricordati gli 800 anni della fondazione. É qui che si ammira la più celebre collezione di capolavori liutari, pezzi unici del valore di milioni di euro.



I tre rilievi - Stüifen, Rechberg, Hoenstaufen - che quasi disegnano come immagini azzurrine all'orizzonte l'ondeggiante panorama del Giura Svevo dove si sviluppò l'epopea degli Staufen


Per giungere alla sala dei violini, tedeschi, giapponesi, americani, inglesi, i più fervidi e spesso fanatici ammiratori o collezionisti dei grandi violini cremonesi, attraversano il cortile quadrato al centro del rosso palazzo in mattoni e un po' stupiti si domandano perché sia intitolato a Federico II.
Ebbene, se Cremona è universalmente conosciuta come città del violino, altrettanto legittimamente potrebbe definirsi, effettivamente, una città degli Staufer, per quanto a lungo ne condivise i destini e le ambizioni.
Nell'epoca comunale era strategica sul Po ed esercitava sul fiume un potere difeso a fil di spada, era dunque un caposaldo essenziale per chi ambisse a controllare il turbolento mondo dei Comuni dell'Italia Settentrionale, rispondendo in pieno al sogno degli imperatori Hoehnstaufen di resuscitare sotto il loro dominio il Sacro Romano Impero.
Cremona fu città imperiale ed ebbe strettissime relazioni e lunga presenza degli Hohenstaufen, combattè con loro e per loro (oltre che per i propri imponenti interessi politici e commerciali), in particolare al fianco di Federico Barbarossa e, appunto, di Federico II .

I cremonesi nutrono ancor oggi, novecento anni dopo, una vera venerazione, un ricordo sorprendentemente vivo di questi due personaggi. Pochi di loro, peraltro, sanno che da una trentina d'anni nel Baden Württemberg è bene organizzata una Strada degli Staufer, che accompagna fisicamente la grande storia della dinastia Hohenstaufen.


Un mito per i collezionisti


Giengen: il paradiso degli orsacchiotti in peluche di Margarete Steiff



Se nel vostro viaggio avete con voi dei bambini, ebbene c'è una città che non potete perdere, un vero e proprio paese di balocchi. E' Giengen, dove ha sede la la Steiff, la più prestigiosa fabbrica di peluche al mondo, dove ogni orsacchiotto (il simbolo della intera città) e qualsiasi altro pupazzo viene ancora realizzato interamente a mano. Il che alimenta un collezionismo diffuso soprattutto in Giappone e negli USA. In America, avvenne la prima grande esportazione dei peluche creati da Margarete Steiff, una donna costretta sulla sedia a rotelle che aveva intrapreso questa attività per vincere il proprio handicap. Si pensi che a una recente asta, un peluche storico della mitica fondatrice, è stato esitato alla ... modica cifra di 145 mila euro!
In particolare non si può perdere il Die Welt Museum, dove si possono acquistare peluche Steiff a prezzi abbordabili, sia pure non proprio economici (però nei numerosi negozi della città si possono trovare alternative assai meno impegnative) e soprattutto dove si deve assistere allo spettacolo dell' Adventure Museum nel quale la fondatrice ed i peluche agiscono in una storia su percorsi e piani mobili con realismo ed invenzioni, luci e suoni che fanno davvero sgranare gli occhi, non solo ai bambini.

Si snoda nelle terre dominate da tre rilievi, Hoenstaufen, Rechberg e Stüifen (solo 78 metri), che contraddistinguono, direi quasi disegnano come immagini azzurrine all'orizzonte l'ondeggiante panorama del Giura Svevo.
Ecco allora una proposta davvero entusiasmante, da praticare nel piacere e nei colori dell'autunno o nel fiorire della primavera, un pellegrinaggio quasi religioso nelle terre di personaggi che hanno segnato tanto profondamente la storia d'Italia, e non solo.
Un buon volo della Lufthansa porta a Stoccarda ovvero nel cuore del Baden Württemberg, ed una rapida visita a Rotenberg, al tronfio mausoleo dei conti von Württemberg, può aprire lo sguardo alla regione e su Stoccarda, dove il panorama è dominato dalla presenza della Mercedes.
La prima tappa non può non portarci che alle radici della famiglia Hoenstaufen, in cima alla collina, detta anche Collina dell'Imperatore, dove la loro prima dimora, il "castro Stoufen" è oggi ridotto a tracce, ancorché ben ritrovate e conservate, sull'esito di un recupero romantico che infiammò i tedeschi alla fine dell'Ottocento.


Dai suoi 684 metri non solo si possono osservare le terre di ben sette re ed imperatori ma si può godere la vista della dimora - castello di Büren dove, secondo la tradizione, appare il primo antenato di Federico Barbarossa, semplicemente chiamato Friedrich da cui nacque il duca Federico I di Svevia, nonno del Barbarossa. E se avete voglia di piccole curiosità, in un semplice ristoro, trovate persino la birra marca Staufer, artigianale, tanto per dire la suggestione della casata.
Büren offre il godimento di un ristoro ben più sostanzioso ed anche qualche sorpresa storica. Se siete accorti ed avete organizzato bene il viaggio (per tutti gli eventi del Giura Svevo consigliamo +49 7125/948106 -www.schaebischealb.de) potete imbattervi in uno dei numerosi tornei medioevali che si tengono durante le stagioni buone nei prati alla sua ombra, dove sarete in breve immersi in tutte le suggestioni, i costumi, gli uomini, i cavalli e le armi di un vero torneo cavalleresco medioevale. Non perdetevi, però, prima di lasciare Hohenstaufen, il piccolo ma esauriente centro di documentazione ai piedi della collina, con significativi reperti dei "nostri" imperatori.
La nuova tappa, in questo viaggio l'abbiamo goduta alle prime ombre della sera, è una tipica città, anche dal punto di vista urbanistico e architettonico, della cultura degli Staufer: Schäbisch Gmünd. In particolare non trascurate la chiesa di San Giovanni sulla piazza del Mercato, edificata ai primi del XIII secolo dove potrete godere delle suggestioni popolaresche di una incredibile serie di fregi e sculture romaniche.



Il torneo medioevale cavalleresco di Büren e sopra una veduta del castello omonimo che probabilmente vide la nascita della casata degli Hoenstaufen


Nel secondo giorno di un viaggio che potete organizzare sapientemente in un week end di tre o quattro giorni, nella ideale congiunzione tra nascita e tramonto di una dinastia suggerirei di raggiungere il grande monastero di Lorch, che risale al 1090 e fu edificato da Federico di Büren.

É un luogo di sepoltura degli Staufer, non di tutti, evidentemente.
Domina il sarcofago del Duca Fderico I e vi ha trovato l'ultima dimora la regina Irene di Bisanzio. Vi colpirà anche il quadro circolare di ben 30 metri per 4 metri e mezzo di altezza realizzato negli scorsi anni novanta da Han Kloss che ricostruisce l'intera storia della dinastia sino alla decapitazione di Corradino a Napoli, tragico esito dell'epopea.
Una divagazione barocca e un ottimo pranzo possono condurre all'enorme monastero di Neresheim con la sua chiesa che è anche un esemplare dimostrazione dell'abilità dell'architettura e della pittura barocche in un susseguirsi di tromp d'oeil stupefacenti.
Non sarà facile resistere alle tentazioni della cucina badiale, ma tenetevi un po' d'appetito per la sontuosa cena che si può organizzare al castello Katzenstein dove c'è anche qualche camera per soggiornare. Katzenstein, ovvero il Castello dei Gatti: è così soprannominato perché nella grande torre furono imprigionati i nemici degli Staufen che, anelando alla libertà, presero a simbolo il gatto, felino mai schiavo del padrone.
Non potete, infine, perdervi Göppingen ed in particolare la collegiata di Faurndau che è una delle testimonianze più rilevanti del tardo romanico nel sud della Germania. Ed un altro castello con rovine imponenti che danno la misura della importanza, lo visiterete a Rechberg.



Le rovine del castello di Rechberg


Per chiudere questo viaggio sulla strada degli Staufer concedevi infine una visita ed un pranzo nel monastero di Adelberg, con cucina italiana. É un friulano che amministra il ristorante nei giardini dove si tengono concerti tutto l'anno, anche di musica leggera. Personalmente mi sono imbattuto nella ,in Laura Pausini, popolarissima anche in Germania.
Ad Alderberg ritroviamo, nei documenti e nelle azioni, i grandi personaggi che hanno motivato il nostro viaggio, Federico Barbarossa, i figli Federico, Enrico e Filippo. Nel 1188 presero parte alla cerimonia di consacrazione dell'altare abbaziale, e con numerosi privilegi e donazioni fecero di Alderberg un monastero ricchissimo.
Ritornati a loro e non senza un ultimo sguardo alle colline che scandiscono le storia degli Hohenstaufen (da qui la vista complessiva è particolarmente agevole, il paesaggio si concede a una quieta sinfonia della natura), si possono ora collegare meglio le emozioni e le suggestioni che sono calate dall'arcano, nel cortile di una città padana. Giusto il tempo per riprenderci il nostro volo Lufthansa ed avere voglia di inseguire altre tracce di un sogno che poteva cambiare il mondo.





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di Gio, 20 set 2007