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Quando Charlot ci faceva ridere a Natale...


E raccontava quello che oggi è il nostro presente


Carissimo direttore, abbiamo vissuto Natale, il Santo Natale, il giorno 25 del mese di dicembre; migliaia e migliaia di auguri! E tutti abbiamo fatto grande festa,forse….tutti!
In questa ormai consolidata annuale ricorrenza, mi torna alla mente un lontano 25 dicembre del 1977. Finivano anche i mie “primi trent’anni!” E moriva, nella vicina Svizzera, Charlie Chaplin, il regista-attore-compositore di indimenticabili film capolavoro, meglio conosciuto col nome di Charlot.
E così appunto, in una fredda notte di Natale del 1977, di trent’anni fa, si spegneva forse uno dei più suggestivi interpreti del cinema “muto”…prima e successivamente…”parlato”, rigorosamente in “bianco e nero”….prima ed a “colori”….poi.
Dotato di quell’irresistibile “estro comico” al pari di quello stesso espresso dai fantastici e godibili altrettanto famosi Stanlio ed Olio, lui il Charlot, con due baffi da far invidia al Massimo (D’Alema per l’anagrafe), impugnando quella inseparabile “giannetta” (chiamata….bastone in “volgare cremonese”, che tanto bene farebbe sul groppone di qualcuno!), ha fatto conoscere ad innumerevoli schiere di giovani e di meno giovani, una maschera fredda, al tempo stesso sottile, interprete creativa in grado di confrontarsi con il suo tempo, soprattutto di penetrare anche dentro a quel futuro, futuro che per noi mortali di oggi altro non è che il nostro ...PRESENTE.
Ed è riuscito ad anticipare situazioni tragi-comiche con fare patetico, al tempo stesso, realista. Ricordo volentieri alcuni dei suoi film. Tempi Moderni (1936). Il protagonista quel “vagabondo” Charlot fa un po’ di tutto: dal magazziniere all’operaio, dal cantante al manovratore inarrestabile di una catena di montaggio. Un po’ come sta succedendo ai nostri tempi.
Ritmi frenetici, corse sfrenate, impossibilità di arrestarsi e di riflettere, gente “schizzata” in ogni dove. Poi Il Dittatore (1940), uno dei suoi primi film parlati. Forse il suo film più importante, soprattutto coraggioso. Pensiamo solo che Chaplin nasce a Londra il 16 aprile del 1889, a soli 4 giorni di distanza dal suo futuro “gemello” (e si fa per dire!) Adolfo Hitler.
Scene stupende quelle in cui interpreta magistralmente il “dittatore” per antonomasia, palleggiando ironicamente quel mappamondo…..inconsistente, che volteggia qua e là per la stanza. Il finale poi è un autentico “schiaffo morale” alla platea….e non solo a quella!. Con un monologo che passerà alla storia si rivolge direttamente allo spettatore esprimendo tutto il suo disprezzo per ogni forma di totalitarismo, sia esso di destra che di sinistra. Stupenda interpretazione, soprattutto inappuntabile insegnamento per le future generazioni!
L’ultimo, forse il meno incisivo della sua lunga carriera di regista, forse il meno riuscito, risponde al numero 83: La Contessa di Hong Kong (1967). Alla suggestiva pellicola volentieri assicurarono la loro partecipazione, in quanto protagonisti, due grandissimi attori del calibro di Loren “signora” Sofia ed il Marlon Brando. Che aggiungere, direttore carissimo, in chiusura: semplicemente che a quei tempi si rideva, e ancora si rideva, eccome si rideva… e ci si divertiva, ci si entusiasmava ..con poco, quasi niente, anche e soprattutto a NATALE. Ed era un VERO NATALE! Che dire invece, oggi….dei nostri tempi? CHE C’E’ RIMASTO POCO DA RIDERE, forse….neppure a Natale! Mah! “Il mondo è un tiranno, ma solo gli schiavi gli ubbidiscono” (Thomas Selle).
Giorgino Carnevali


Via Jacini occupata dalle auto ed è area pedonale
La farsa della ZTL


Caro direttore,

ho letto le considerazioni del Sindaco di Cremona relative alla "classifica" dell' Ecosistema Urbano 2008, dove la nostra città precipita dal 10° al 44° posto: viene sottolineato, nonostante tutto, il miglioramento di alcuni parametri, ad esempio le "isole pedonali" per le quali siamo al 5° posto (passiamo da 1,29 a 1,3 mq per abitante, ben 0,01 mq in più a testa). A questo proposito Le invio una foto scattata qualche giorno fa, del tratto di strada di Via Jacini che è segnalato (credo che pochi lo sappiano) come Area Pedonale: non essendo controllato, viene usato dagli automobilisti come comodo transito Verso C.so V. Emanuele II e/o sosta gratuita. Del resto anche il rispetto della ZTL (le sue dimensioni ci regalano un 14° posto in classifica) è ormai lasciato a pochi automobilisti corretti, i più "furbi", non essendoci controlli, fanno quello che vogliono. Al di là delle classifiche, l'ecosistema urbano della nostra città è malato, sarebbe ora di pensarci seriamente, non vorrei precipitare l'anno prossimo ancora più in basso.

C.I.

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Giuste le osservazioni per le auto. Ma lo stato dell'inquinamento prodotto dalla Tamoil, con tabelle impressionanti (si vada a leggere) meriterebbe a Cremona una classifica ben peggiore se gli escamotage e i rilevamenti inadeguati della qualità dell'aria non mostrassero una fisionomia di Cremona a dir poco irreale



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Via Dante - via Trento Trieste: sensi unici ignorati dal bando internazionale?


Caro direttore,
leggo con piacere su “Il Vascello” e sui quotidiani cartacei che, finalmente, è stato approvato il progetto per convertire in sensi unici contrapposti via Dante e viale Trento e Trieste (e contestualmente riqualificare piazza Libertà e piazza Risorgimento).
Un intervento che “Il Vascello” e chi scrive hanno più volte auspicato, in un'ottica di razionalizzazione della viabilità sullo stile di città come, ad esempio, Brescia.
Meglio tardi che mai, dunque. Eppure... a noi, che siamo maliziosi, viene in mente un interrogativo.
Nei mesi scorsi è stato dato grande risalto al concorso di idee per riqualificare l'area della stazione.
Ebbene: in nessuno dei progetti vengono rappresentati via Dante e viale Trento e Trieste a senso unico. In nessuno!
Non nel contestato progetto vincitore (che, tra l'altro, demolirebbe parzialmente il cavalcavia del cimitero), non nel progetto terzo classificato (che prevederebbe addirittura la pedonalizzazione di viale Trento e Trieste da piazza Risorgimento all'incrocio con via Palestro), né negli altri.
Viene da pensare, quindi, che nel bando del progetto la conversione a senso unico delle due arterie non fosse contemplata. Ma l'articolo di “La Cronaca” dice che lo studio di fattibilità per i sensi unici è del 2006...
Ci chiediamo dunque: non sarebbe stato opportuno inserire nel bando per il concorso di idee anche il fatto che via Dante sarebbe diventata a senso unico? Chi ha redatto il bando non ha pensato che avrebbe potuto fare una differenza sostanziale nella progettazione delle aree che si affacciano su via Dante? Oppure (ma è un pensiero che vorremmo scacciare) tra i vari uffici del Comune c’è carenza di comunicazione?
L’impressione che ne esce è di una certa miopia da parte del Comune nell’elaborare il bando per il concorso di idee... tralasciando in questa sede ogni discorso sulla sua effettiva utilità.

Lorenzo Madini


La vendita Snum e... altro


In città siamo tornati ai ...nefasti degli anni Sessanta


Caro direttore,
paradossalmente mi vien da dire che, per fortuna, tra poco me ne parto per una diecina di giorni, via da tutto. Così non cederò per un po' al gusto masochistico di leggerla tutti i giorni... non mi fraintenda, il riferimento non è certo alle sue qualità professionali ma alla "qualità" delle notizie che le tocca dare.
Nulla da aggiungere al suo ultimo pezzo sul ritorno ai "fasti" edilizi degli anni 60 e 70, tra i peggiori che la storia urbanistica di Cremona ricordi ( il piccone demolitore del ventennio - senza che questo suoni ad assoluzione degli scempi compiuti - aveva almeno qualche ambizione, qualche pretesa di grandezza... qui è tutto solo brutto, ridicolo e meschino).
Il paradosso è che, via di questo passo, ci troveremo con una città con più case che abitanti!
Ma ciò che mi lascia francamente sbalordito è il misto di inettitudine, di presunzione e protervia di questa Amministrazione : sordi a tutto, incapaci non dico di visione ma nemmeno di un mimimo barlume di autocritica, pessimi perfino nell'ordinaria manutenzione da "buon amministratore di condominio", come qui a Milano si autodefiniva Albertini. Un muro di gomma contro cui tutto si affloscia, un piccola misera casta che mira solo ad autoconservarsi... e purtroppo i muri di gomma son più resistenti e più duri a cadere di quelli di pietra.
Badi bene, questo (purtroppo) lo dice uno che ha quasi sempre votato centro sinistra e che non ha -nel contesto di Cremona- interessi o ambizioni di nessun tipo.

Mario Dadda

PS Le rubo ancora qualche attimo su due dettagli (ma sono i dettagli i migliori indicatori dello stile e del carattere),da osservatore esterno.
A) L'illuminazione di piazza della Pace : più la osservo, più mi rendo conto che è una autentica, insensata schifezza. Se uno poi si mette di scorcio con Via Beltrami, l'effetto è pessimo. Non son stati nemmeno capaci di contare i lampioni necessari, tanto è vero che ne manca uno (...ovviamente verrebbero addotte improbabili ragioni tecniche). Tutto questo senza uno straccio di motivazione, di logica o -se si vuole- di difesa della propria scelta. Senza nemmeno l'umiltà di dire che ne verrà fatto dei precedenti e molto più dignitosi lampioni.... eppure sempre di denaro pubblico si tratta!
B) L'apertura dei nuovi uffici verso piazza Stradivari. Se ben ricordo (ne aveva parlato anche il Vascello) doveva trattarsi di questione di pochi mesi...infatti sul cartello la data di fine lavori è stata precettata. Perchè mai? Verrebbe da dire che manco la ristrutturazione di casa propria san gestire con trasparenza!


Il ritrovamento del mosaico di Piazza Marconi: non sono stati anche rinvenuti i resti di una conceria?


Alfeno Varo è una ipotesi attendibile


Caro direttore,
bellissime le foto degli scavi in Piazza Marconi, vien voglia di saperne di più (...se penso che a Rimini, con evidenze forse meno importanti, stanno inaugurando la "domus del chirurgo"... Vabbè, altra città, altro film...e per fortuna che l'attuale sindaco passa per uomo di cultura!). L'attribuzione della domus ad Alfeno Varo è affascinante e per nulla peregrina. Tra l'altro, se i ricordi di vecchie letture non mi ingannano, Orazio - parlando malignamente di Varo e della sua famiglia - dice che avevan fatto fortuna partendo dalla "sutrina" paterna, cioè qualcosa tra la fabbrica di scarpe (per i tempi) e la conceria di pelli. Se non vado errato, sotto la domus, è stato trovato un laboratorio per la lavorazione di ossa e pelli : coincidenza interessante, non crede? Ma forse il bravo giornalista di Cronaca (Fabrizio Loffi - ndr) ne ha già parlato (non conosco il pezzo), in questo caso mi scuso per la ripetizione. Tornando a Piazza Marconi, gli archeologi dovrebbero essere forse meno timidi (su questa amministrazione nulla c'è da sperare) e far capire meglio alla città che tipo di straordinarie risorse potrebbero venire da questo scavo.

M. D.

PS - a proposito di Cremona romana, in via Plasio -sotto la scuola- ci sono resti di una casa romana (mosaici, murature etc), che una volta avevano un impianto di illuminazione...

Altrove -con un minimo di intelligenza- avrebbero magari affidato la cura e la manutenzione ai ragazzini della scuola... micromarketing... sempre per la serie che l'attuale sindaco è uomo di cultura!


Il caso della ciclabile di via Trebbia


Il Comune: ci era sfuggito il cartello, manca un censimento della segnaletica!



Caro Direttore,

nei giorni scorsi è stata pubblicata una lettera, sottoscritta da alcuni cittadini, sull’anomalia di un cartello stradale presente in via Trebbia che indica la presenza di una pista ciclabile. Ai firmatari, che riceveranno quanto prima direttamente la mia risposta, dico che il cartello in questione è stato posizionato presumibilmente alcune decine d’anni fa ed era sfuggito all’attenzione di questo ufficio, poiché manca un censimento della segnaletica stradale esistente. Ogni cartello, infatti, dovrebbe essere coperto da apposita ordinanza sulla circolazione stradale, in questo caso è mancante, pertanto il segnale verrà prossimamente rimosso.
Ritengo inutile replicare all’ironia con cui si ritiene l’individuazione di questo percorso necessario ad ampliare i chilometri di pista ciclabile; è invece opportuno portare all’attenzione dei firmatari il lavoro che si sta facendo nel campo della mobilità ciclabile.
Nel gennaio 2007 la Giunta Comunale ha approvato il Piano della rete ciclabile, tra qualche giorno visibile on-line sul sito internet del Comune di Cremona, nel quale sono riportati i percorsi esistenti e quelli da realizzare in un’ottica di rete di collegamento sul territorio urbano ed extraurbano e, come si potrà notare, il tratto di Via Trebbia, oggetto della lettera, non è incluso. E’ invece previsto un collegamento che dalla tangenziale, lungo Via Trebbia, raggiunge Via Massarotti e da questa, attraverso Via S. Tecla, Via Vecchia e Via dei Mille, Corso Garibaldi.
Sono recentemente stati approvati dalla Giunta Comunale i tre progetti definitivi per la realizzazione dei percorsi previsti dal Piano per raggiungere il Boschetto, per il collegamento tra la pista di Via Postumia e l’Ospedale e per il collegamento Centro/Ospedale/Via S. Rocco sino al percorso esistente in quest’ultima via. I tre progetti sono stati finanziati ed i lavori saranno assegnati, mediante gara, inizieranno presumibilmente nella primavera prossima.
Si è altresì provveduto a chiedere finanziamento ad una fondazione bancaria per la realizzazione di un tracciato che da Via del Sale, lungo Via Boscone mediante un ponte di nuova costruzione sul cavo Morbasco, già finanziato, arrivi in Via Bosco e da qui fino in Via Giordano, bypassando quest’arteria particolarmente trafficata.
Vale inoltre la pena segnalare che tra gli obiettivi per il 2008 del Settore Mobilità e Traffico vi è anche la revisione, la pubblicizzazione e l’eventuale riadattamento dei percorsi ciclabili esistenti; per la realizzazione di questo obbiettivo si chiederà anche la collaborazione del gruppo di lavoro di Agenda 21 al quale partecipano diverse associazioni che promuovono l’utilizzo della bicicletta.
Nella speranza di essere stato sufficientemente esaustivo e dichiarandomi, come sempre, disponibile ad ulteriori informazioni a chiunque fosse interessato ad approfondire l’argomento, colgo l’occasione per porgere distinti saluti

Enrico Bresciani, Direttore del Settore Mobilità Traffico e Trasporti del Comune di Cremona

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Certo, la mancanza di un censimento della segnaletica non è cosa da poco. Potrebbe spiegare la sovrapposizione disordinata che si nota in molti luoghi della città, spesso senza rispetto delle evidenze monumentali o panoramiche. Quanto al caso specifico, c'è però anche una segnaletica orizzontale, o no?


"Il Vascello non è stato obiettivo sui dati IPSOS"


Caro Direttore,
il suo giornale on line "Il Vascello" presenta il suo parere sull'indagine IPSOS sulle opinioni dei cremonesi. Ma non riporta alcun dato di quella indagine. Di più: non riporta alcuna presentazione o dichiarazione dei diretti interessati (sindaco, assessori, dirigenti Ipsos). Di più ancora: in tre parole riesce a banalizzare il lavoro di un'azienda come la Ipsos, leader nazionale nel settore delle indagini demoscopiche, ed a farla passare quasi che fosse un giullare di corte che presenta i dati a misura del cliente, che si vende per quattro denari. Non conta nulla il prestigio di quella sigla, non conta nulla che abbia presentato un'indagine basata su 1.000 interviste a cremonesi (quando indagini da lei presentate come "la bocca della verità", normalmente possono contare su 1.000 interviste .... in tutta Italia!).
Per fortuna che per chi é curioso come me basta andare sul sito del Comune di Cremona per poter leggere quello che sul Vascello non leggerà mai.
Sono sicuro che lei non pubblicherà questa mia lettera. Ma voglio comunque farle sinceri complimenti per il fatto che lei é un professionista davvero "obiettivo", e per questo le presento sincere congratulazioni. Infatti come fotografo l'ammiro molto davvero. Ma l'obiettività del giornalista, purtroppo, lascia alquanto a desiderare.
Buon Natale.
Guido Mecenate

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Non so se il signor Mecenate - che non abbiamo il piacere di conoscere (il cognome non è consueto a Cremona e non lo abbiamo trovato sulla rubrica del telefono, ma qusto non vuol dire nulla... abbiamo lettori anche all'estero) - ha visionato un altro giornale che non ha neppure citato la percentuale di consensi ottenuta da Corada. Noi i dati li abbiamo dati eccome, attraverso le percentuali. Le vada a rileggere. Ma manteniamo le nostre opinioni. Le pare obiettiva la domanda, ad esempio, a proposito della sicurezza, quando si chiede se il giudizio è "enfatizzato" dai giornali locali? Il verbo non mette in bocca la risposta? Lo stesso rapprentante dell'IPSOS ha ammesso che non si tratta di una domanda formulata in modo adeguato. Difatti la conclusione che non solo noi abbiamo tratto è che se c'è senso di insicurezza è... colpa dei giornali. Come vede, anche i "grandi" possono sbagliare. Ma non finisce qui. L'intervista telefonica presenta una serie di ostacoli di carattere psicologico, perchè chi risponde sa che viene riconosciuto con nome, cognome ed indirizzo e tende quindi a non esporsi. Potremmo proseguire a lungo in una serie di osservazioni. Abbiamo qualche esperto in materia in famiglia che formula altre osservazioni. Comunque se le percentuali che abbiamo eposto la soddisfano ne prendiamo atto. E perchè non dovremmo pubblicare la sua lettera? Qui sì che ci fa davvero torto.


Come la casta paga i giornali e nel contempo invita i cittadini a risparmiare la carta

Caro direttoore, come mi ha fatto ridere Prodi, l'uomo più spassoso dell'anno, che nella nuova Finanziaria ci incita a fare economia sulla carta! A NOI?!?
Di quale carta dovremmo fare economia? Della carta igienica? Quando lo Stato ripaga le copie non vendute dai vari giornali con rimborsi così onerosi da costringere la povera Unità a produrre ogni notte 16.000 copie in più di scarto sicuro, che saranno buttate al macero, per poter intascare 250.000 euro l'anno per contributi per copie stampate e non vendute?
Ma le cifre sono anche peggio: sa che ne vende solo 60.000, ne manda in edicola 80.000 e ne stampa 120.000. A che scopo? Per distruggere qualche foresta in più? E poi dicono A NOI di risparmiare?!?!
"Europa", il quotidiano della Margerita che non compra nessuno, vende meno di 5.000 copie ma ne stampa 30.000 per usufruire di 3 milioni di euro l'anno di contributi pubblici.
3 milioni di euro sono la cifra stanziata a Milano per rottamare caldaie o auto inquinanti.
Quante spese utili si potrebbero fare con questa carta destinata al macero ma profumatamente pagata dallo Stato?
E almeno contenesse qualcosa di utile! Non un solo foglio contiene qualcosa che possa essere conservato come notizia di valore. cartaccia, che va ad aumentare lo spreco parassitario.
E a fronte di tanto scialo non un solo aumento dei giornali letti in Italia IN SESSANTA ANNI!
Sarebbe stato meglio comprarci computer per le scuole o pagarci insegnanti inglesi di madrelingua o ristrutturare i nostri fatiscenti istituti scolastici o dare, come in Germania e in Francia, dei contributi pe ri mutui-casa delle giovani coppie!
Ma lo sapete che rimborsiamo anche le spedizioni postali del giornaletto di Sky-tv di Murdock?
25 milioni di euro l'anno! che nell'ultima Finanziaria corrispondono all'integrazione nazionale per gli asili!

Riccardo Guidetti



Dossier


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di Sab, 5 gen 2008