"Il Vascello" e la conoscenza

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Nell'aula magna del "Ghisleri" la storica lapide dedicata agli alunni caduti nella prima grande guerra mondiale


E' stata recuperata la lapide commemorativa dedicata agli alunni del Regio Istituto Tecnico di Cremona, Caduti nel primo conflitto mondiale. Una cerimonia ha celebrato l'evento presso l’aula magna dell’I.I.S. “Arcangelo Ghisleri”, Via Palestro,35 – Cremona.
Tutti gli Istituti scolastici secondari che ebbero vittime durante la grande guerra (e così anche nel secondo conflitto mondiale) eressero dei monumenti commemorativi.
L’Istituto Tecnico di Cremona attuò le iniziative per ricordare i propri caduti in guerra sul finire del 1920. Il Consiglio dei professori affidò l’incarico al preside Ermanno Fabbri e al professor Pietro Baroncelli, architetto, al quale in particolare venne affidato il compito di presentare un progetto per la lapide.
A partire dal 2 dicembre del 1920, con scadenza pressappoco mensile il preside dell’Istituto Tecnico rendeva note , sul quotidiano di Sacchi “La Provincia”, poi abbandonato dagli agrari per sostenere "Cremona nuova" del più potente Roberto Farinacci, le offerte pervenute alla scuola per l’erezione della lapide.
Sacchi, con la sua “La Provincia” diffuse e valorizzò l’iniziativa. Oltre a rendere note le sottoscrizioni, per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza, pubblicò un servizio effettuato presso lo studio dello scultore Aldo Balestreri, scelto dall’Istituto Tecnico per realizzare il monumento.
Il giorno della cerimonia fu fissato per il 28 aprile 1921.
Quando venne inaugurata la lapide, l’Istituto Tecnico era collocato nel grande edificio situato nell’attuale Via Felice Cavallotti, nel quale avevano sede anche il Ginnasio Liceo “Daniele Manin”, le Scuole Tecniche, la Biblioteca Nazionale.
Nello stesso anno scolastico 1920-21 l’Istituto Tecnico aveva riaperto il corso di Agrimensura (soppresso nel 1875 per carenza di iscritti).
Da allora l’Istituto Tecnico cambiò sede due volte, con l’ultima, che è quella attuale, non fu più possibile esporre il monumento perché i criteri costruttivi con il quale era stato costruito il nuovo edificio non permettevano di fissare alle pareti interne una lastra di marmo dal peso di oltre 800 Kg.
Il monumento venne confinato nelle cantine del nuovo edificio e ivi rimase per oltre quarant’anni, praticamente fino ai nostri giorni, pagando il prezzo del trascorrere del tempo, dell’avvicendarsi di coloro che serbavano la memoria storica con nuove generazioni loro malgrado ignare del passato e dei mutati scenari dell’Istituto Tecnico.
L’intento è stato quello di trovare una collocazione che potesse ridare al monumento il doppio significato storico per il quale era stato realizzato vale a dire il ricordo di giovani vite immolate per la Patria e l’appartenenza di quelle giovani vite allo storico Istituto Tecnico, quando ad esso erano ancora accorpati i corsi che ormai da decenni vivevano di vita propria (Fisico-Matematico, Commercio e Ragioneria, Agrimensura poi Geometri).
Con questo spirito i Consigli d’Istituto dell’l’I.T.G. “Pietro Vacchelli”, del Liceo Scientifico “Gaspare Aselli” e dell’I.T.C. “Eugenio Beltrami” decisero di comune accordo di collocare il monumento dell’aula magna, ambiente quest’ultimo frequentato dalle comunità scolastiche delle tre scuole, accollandosi equamente i costi di tale operazione.
La messa in posa della lapide è stata realizzata grazie al progetto realizzato dal prof. Renato Rota coadiuvato dal collega Mario Calvi entrambi del “Vacchelli”, mentre i rilievi e i disegni tecnici sono stati eseguiti dall’alunno Andrea Generali aiutato dai compagni di classe, nell’anno scolastico 2005/06.
Il restauro conservativo e il conseguente posizionamento sono stati realizzati dalla ditta Saiani e Balzarini di Cremona.


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Una mostra da non perdere all'ADAFA dal 15 dicembre


Il balzo surrealista di Giordano Garuti



di Renzo Margonari


Iniziare in tono aulico una seppur breve riflessione sull'imprevista ultima stagione creativa di Giordano Garuti è forse il modo meno adatto per illustrare il suo essere. Non posso diversamente, però, nel momento che mai stavolta i suoi dipinti hanno toccato il senso estremo (oppure la vetta, secondo la soggettiva visione di chi li osserva) della problematica surrealista, applicando la teoria dell'automatismo psichico.
Da sempre l'arte di Garuti va verso una ricerca progressivamente indirizzata alla conquista della massima libertà espressiva, approssimandosi all'obiettivo verso quale Andrè Masson, con Ernst, puntavano l'arma del proprio pensiero estetico, esercitando, il primo la più irriflessiva gestualità (si fa per dire), e il secondo, con quella "lasciando che la materia esprima se stessa".
I I Surrealismo è una ricerca continua di libertà. Conosco pochi artisti così pervicaci e intensamente motivati, ossessionati dalla libertà nel pensiero e nella vita, così surrealisticamente incoerenti e selvaggiamente incoercibili.
Eppure, non c'è nulla nei quadri di Garuti che si allontani troppo all'ordine formale e strutturale, classificamente inteso. Direi, anzi, che vi è persino un eccesso
d'armonia e poiché gli elementi espressivi sono ridotti all'osso, questo istintivo appare evidentissimo, classico. Resta, poi, da considerare il fatto pittorico in sè, esito tecnicamente ragguardevole non solo per l'evidente abilità necessaria nel realizzarne la conduzione, ma pure quale esito di una ricerca sempre mutevole e rinnovata nei modi per ben più di mezzo secolo.
Giacché le vicende umane mi hanno condotto ad essere amico di Garuti, so che nella vita egli è sempre stato animato dal desiderio insopprimibile di conoscere e far conoscere, vivendo avventure esistenziali e fisicamente rischiose che ben pochi avrebbero il coraggio di affrontare, come nei suoi viaggi, "i passi perduti". Essendo istintivo etnologo ed esploratore nelle piè impervie parti del mondo, fuori di sè, schifando la cosiddetta "società civile", e non è da meno - e non potrebbe essere diversamente - esplorando il proprio animo, vagando tra i meandri della psiche.
Nessuna delle molte precedenti forme espressive esplorate in pittura è mai stata così speculare alla sua natura.
Giordano insegue l'immagine come una belva caccia la preda: ma non c'è premeditazione o pensiero antecedente. Gli interessa catturarla e cibarsene perchè tale è la natura, la necessità istintiva. La caccia è più importante della cattura. È il suo modo di vivere. Non c'è alcun'interferenza morale. La cosa succede e basta. Si deve dipingere e basta. Anche la belva conosce che l'esperienza conduce al risultato, e l'esperienza poco divide col ragionamento, non è programmabile, discende dall'incommensurabile processo di adattamento maturato dalla specie. Innanzitutto, accerto che Giordano appartiene alla specie "fagocitarius" della famiglia "pictor", dipinge per necessità di sopravvivenza, inestinguibile desiderio di conoscere, usando il suo senso naturale. Volutamente ignora le diatribe dei filosofi dell'arte, le meschinità speculative della critica, i capricci guidati dalla finanza del mercato artistico: questi aspetti, che pur gli sono noti, scivolano sulla sua fame di sperimentazione senza lasciare traccia. Esiste solo la caccia alla nuova idea, ad un'altra immagine. Conosce benissimo le forme dei maestri: anzi, posso dire che è un rozzo filologo, un conneisseur piuttosto dotato, ma questa scienza non interferisce col suo lavoro creativo.
Quando dipinge segue istintivamente l'atavico richiamo graffista dei primordi figurativi. Le sue attuali immagini sono "puro automatismo psichico". Le articolazioni meccaniche del suo strumento "mente-mano" sono ormai talmente raccorciate da costituire un unico elemento dal funzionamento simultaneo. Prima di tutto c'è l'attuazione della pittura. II pensiero viene dopo.
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All'Adafa, via Palestro Cremona dal 15 dicembre al 6 gennaio.

Un percorso tematico sul fiume Po al Museo Civico di Storia Naturale


Si aggiunge al Parco della Liuteria ed al Percorso Astronomico all'interno del "Vecchio Passeggio"

Il Museo Civico di Storia Naturale ospiterà in futuro un percorso tematico sul fiume Po ideato da Riccardo Groppali, docente di Conservazione della Natura all'Università degli Studi di Pavia.

La Giunta del Comune di Cremona, accogliendo tale proposta, ha stabilito che questo percorso sarà collocato - previo ripristino dei danni provocati dalla grandine - nella serra presente nel parco del Vecchio Passeggio, a suo tempo utilizzata per i laboratori didattici durante la mostra sulla Postumia.

Il percorso sarà progettato in modo che possa essere facilmente trasferito in continuità con il percorso museale. La presenza del Percorso sul fiume Po all'interno del parco del Vecchio Passeggio potrà essere fruibile non solo per le scolaresche e per i visitatori del Museo Civico di Storia Naturale, ma anche per la cittadinanza che, sempre più numerosa, ha ripreso a frequentare questa area verde.

Questa sezione tematica, insieme al Parco della Liuteria (cioè delle essenze utilizzate per la realizzazione degli strumenti tipici della liuteria) ed al Percorso Astronomico, ora in fase esecutiva, costituirà un ulteriore e forte motivo del museo e del parco stesso.

Per quanto riguarda la realizzazione del percorso didattico i conservatori delle sezioni interessate (Storia Naturale ed Archeologia) parteciperanno attivamente rispetto alla traccia elaborata dal prof. Riccardo Groppali sia per quanto riguarda la progettazione, sia per quanto riguarda la realizzazione del percorso in base ai contenuti scientifici di competenza.

In linea di massima il percorso tematico sul Po sarà costituito dai seguenti settori: Po e Cremona nel passato, con le immagini degli scavi di via Massarotti e l'eventuale esposizione di alcuni reperti, oltre ad una scelta di cartografie per alcuni dei periodi successivi; Po e ingegneria idraulica nel passato, che valorizzerà le figure di tecnici cremonesi che hanno contribuito a garantire la convivenza tra fiume, città ed attività produttive; Po e ambiente, con schemi, disegni ed immagini fotografiche per fare conoscere i pesci presenti nei vari tratti fluviali e per spiegare la continua evoluzione degli ambienti prossimi al fiume. Po e reperti, con frammenti di fossili rinvenuti su spiagge fluviali.


Conferenze ed altro nelle "Pagine del tempo"


Sono proposte dagli ex dell'Aselli

Al suo secondo anno di vita, l’Associazione ”gli ex dell’Aselli” propone fra le sue attività del 2007 / 08 un percorso culturale sul tema del Tempo.

“Le pagine del tempo” è il titolo dato al progetto che si sviluppa in un periodo che va da ottobre 2007 a maggio 2008, con sei conferenze e due visite guidate, rivolte non solo ai soci ma anche alla cittadinanza.
I relatori sono importanti e ci hanno dato titoli accattivanti per le loro conferenze. Ecco il programma restante:
dopo la conferenza di martedì 11 dicembre su “Il concetto di tempo: dalla filosofia all’informatica” relatore Fabio A. Schreiber Professore ordinario di Technologies for Informations Systems del Politecnico di Milano che si occupa di sistemi di basi di dati per piccoli e piccolissimi dispositivi (telefoni cellulari, elaboratori palmari)
Seguono: Venerdì 25 gennaio ore 17 “Il tempo e la memoria “ relatore Giovanni Levi – Professore ordinario di Storia Moderna dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Direttore di riviste italiane e straniere ha scritto numerosi libri tra cui una “Storia dei giovani” e un testo sulla storia del consumo in età moderna.
Venerdì 14 marzo ore 17 “Da Stonehenge al Pantheon” relatore Giulio Magli - Professore straordinario di Analisi Matematica del Politecnico di Milano è il maggior esperto italiano di Astronomia archeologica e ci guiderà attraverso i misteri e le scoperte compiute nello studio delle civiltà del passato.
Ma le pagine del Tempo parlano anche di Arte e di Cinema e ce le illustrano due “ex” dell’Aselli.
Venerdì 11 aprile ore 17 “ Kronos e Saturno: il tempo nell’arte” relatore la Dott.ssa Lia Bellingeri – Conservatore del Patrimonio Artistico della Fondazione Città di Cremona; si occupa in particolare di storia dell’arte cremonese fra ‘300 e ‘600.
Venerdì 9 maggio ore 17 “Come manipolare il tempo: il cinematografo” relatore il Dott. Luca Beltrami - Responsabile del Progetto “Cinema Scuola” del Comune di Cremona, in particolare si occupa della promozione del cinema di qualità rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e della formazione dei docenti.


Tutte le conferenze si svolgeranno al Museo Civico in Sala Puerari, ad eccezione della prima che si terrà al Museo di Storia Naturale in Viale Trento Trieste 35/b.
Accompagnati dal Prof. Alessandro Maianti, presidente del Gruppo Astrofili Cremonesi, vedremo alcune delle Meridiane del nostro territorio.
L’ultima pagina per questo anno sociale sarà dedicata alla visita del Museo di Storia della Scienza di Firenze, un vero piccolo gioiello non sempre conosciuto.



La pagina è aggiornata alle ore 21:05:01
di Mar, 11 dic 2007