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Dimmi che lo vedi anche tu. | ||||||||||||||
Dimmi che lo vedi anche tu quest'orizzonte dove le lacrime dei sogni e dei desideri possono confluire in glorioso unire, lo senti, è il mio cuore, che ad ogni alito di speranza vibra e sa amare anche una voce sconosciuta e ora il silenzio che allontana che compie il misfatto del dubbio parlare tacere, ma stasera le stelle fanno da falò per le nostre divinità sono dipinte sull'anima che hai intagliato come una tela per la mia fantasia, per il tuo silenzio, e ho cercato demoni e beffe della vita per darmi una ragione, una ragione per cui sempre sul più bello è un miraggio, e ora dimmi che la stella del desiderio che è calata nei cristalli dei miei occhi ha incrociato anche i tuoi. |
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Gocce in caduta libera | ||||||||||||||
Strade scoscese lungo la mente la mia coscienza è perdente e risparmiatevi dal mio sguardo voi che di falso peccato fate baluardo la vostra santità rinnega Maddalena il vostro tradimento è da ultima cena. La carta pretende far morale e giustizia ed il potere solo soldi e milizia ma in questo ballo in maschera ci sono ancora gocce in caduta libera e la storia lo ha insegnato questo mondo ne sarà inondato. L'arte vive in celle fastose prostituendo le mani talentuose non chiedendosi della disperazione una bocca affamata rovina l'ispirazione ormai i maestri allenano le loro lingue per esibirsi in spettacolari lusinghe. La vita rincorre la morte in un gioco che sa di sorte mentre il re-boia parifica i salmi con una mano semina pace, con l'altra armi e scopro dell'innocente l'ingiusta agonia atroce sacrificio dell'immemore follia. E il silenzio si fa confusione dopo aver riscoperto l'acquazzone gocce in caduta libera con determinazione al di fuori d'ogni canalizzazione e la storia lo ha insegnato questo mondo ne sarà inondato. |
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Io vento | ||||||||||||||
Io, puledro sperduto in questa prateria allagata dallo sputo di Bacco, cosa potrò mai alleviare a quest'umanità vagante, come potrò mai concedermi tregua se è la vita ad essere condanna. Io vento, tempesta, uragano, che apre le porte per poi sbatterle all'uscita come e cosa potrò fare per scagionare e alleviare il dolore che scaturisce ad ogni domanda che aborto trova per risposta? L'arguzia dell'ubriaco potrà mai far spazio nella mente come la breccia di un'idea sacrosanta? Il concetto di valore contrapposto all'interesse oppure semplice immaturità è la teodicea del mio agire? Qual Dio se non il mio cuore potrà mai condannarmi? |
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L'ultimo gesto | ||||||||||||||
Cerco nelle tasche dell'anima un motivo degno per non barcollare tra tristezza e un'insana malinconia. Avrei mille e più ragioni per tirare la veste alla morte, ma non sarà la cecità di un attimo a far d'eternità un'intuizione. Strascichi di ricordi a far da guida a un'anima troppo stanca ma la storia è troppo lunga per essere attraversata dalla purezza di due ali senza artigli. Mi chiedo con franchezza quale sarà l'ultimo gesto degno di questo palcoscenico, e avaro d'emozioni mi trafiggo cuore ed anima per uno spunto che doni poesia. Ma la poesia è magia, è l'arcobaleno di mille colori nel cielo dipinto senza colori, e ancora una volta mi chiedo come, quando e perché, ma che senso hanno mille domande che non trovan risposta. Potrei chiedere in prestito alla fantasia mille parole, sarebbero l'estremo tentativo di lasciare una traccia su una spiaggia orfana di orme cancellate dalla marea del tempo. E ora son giunto alla fine possa calare il palcoscenico con anticipo, la fine come eterno tentativo di una silenziosa eternità. Forse è stato solo una puntata persa quella di una vita spenta tra un gargarismo stanco di un contreau e un avanzo di pizza fra le dita. Annaspo nel credere ad un'eguale possibilità quella riconosciuta ad ogni uomo di vivere e lasciarsi vivere secondo la propria morale ma sconsolato m'accascio contro un muro e m'accorgo che è pura illusione la libera espressione. Ma la Poesia è magia, è l'arcobaleno di mille colori in un cielo senza più colori, guardo e mi rattristo: un muro completamente bianco mancano i graffiti degli ultimi Artisti di strada. Vorrei un mondo colorato, intriso dallo stridere dell'anima, e a volte senti che una regola è profondamente inadeguata, perché semplicemente non sente il pulsare del cuore. Spazzerei via ricordi e nostalgia per poter ricominciare dalla purezza di un'anima che non ha mai saputo conoscere la convenienza di un compromesso. L'orizzonte è lontano ma quanti passi sono stati fatti per veder sorgere il Sole che attendevo. dov'è più quel sole? Gelido scende lo scenario di un'epoca senza più speranza senza più pietà, orfana di eroi e di idee. Ma la Poesia è magia è un pezzo di cielo rubato a Dio, a un Dio orfano delle proprie speranze, del proprio amore infinito per suo figlio che non comprende più. E mi verrebbe voglia di sputare in viso a potenti e ai vili che assecondano il loro gioco di supremazia, e alla fine so di aver sbagliato ho preso lista dei mie fallimenti ho lasciato sterile la mia voglia di comprendere. Ma cosa volete che questo sia se non il casino delle mie idee il rigurgito annacquato di un nuovo pretesto quello di coltivare sogni in un campo arido. Ma cosa volete che vi dica, siamo tutti il risultato di una vita andata così senza un itinerario ben preciso, abbiamo perso bussola e speranza ancor prima che la sera delle stelle dei desideri potesse riconciliarci con la vita. E l'Anarchia di un mondo di uomini liberi e uguali resta la proiezione di un mondo egualitario dove non esista più la parola che possa diminuire l'immensa dignità del miserabile e della sua grande capacità di sognare. Ma la Poesia è magia è l'ultimo rantolo del ribelle la fase di ricostruzione del grande spirito, quello che pervade la gioia di essere un guerriero, un guerriero dell'anima. |
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Avamposto della mia ragione | ||||||||||||||
Mastico i resti di un'anima, trasudo angoscia da ogni poro della mente annaspo nell'inseguire chimere mascherate cerco l'ultimo sigillo, cerco uno scrigno dalle mille serrature l'avamposto della mia ragione, barcollo tra pseudo-certezze, quelle dell'ultimo baraccone quelle dell'ultimo palcoscenico, recita regale per la regina del creato: un manto nero una maschera bianca una falce fedele per amica. Un campo di girasoli dal capo riverso mi sorride spavaldo, mi vorrebbe raccontare di mille carcasse che in quella curva hanno conosciuto come un fiore può sgocciolare sangue. Una nenia funerea mi stordisce confonde le mille strade della verità ma la verità è un'illusione è una ricetta bella e pronta per chi rinnega la forza del dubbio. Ma la verità grida grida fra corpi straziati dall'ignominia, l'uomo ama ammazzarsi ammazzarsi per una ragione, ma il non senso di un assassinio risiede nella precarietà del creato. Tutta una vita è destinata al resoconto di una decina di righe lette da un parroco annoiato, la comunione, il sangue di Cristo, la benedizione, e per favore ora andate in pace senza scannarvi prima dell'uscita dalla chiesa. |
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Il mio nome | ||||||||||||||
I poeti che brutte
creature ogni volta che parlano è una truffa (F. De Gregori - Le storie di ieri) A volere tutto troppo spesso si annaspa tra un desiderio e un'illusione forse solo il sudario di un'emozione, ma se le stelle fossero amnesie di un Dio orfano della propria creazione allora saprei che il progetto ultimo di queste mie parole è dare colore ad un orizzonte l'orizzonte di mille pensieri troppo stanchi per girare il mappamondo annacquato di un viaggio verso l'agguato di un ultimo ideale di vita del poeta e i suoi versi che a memoria cita, ma è la pazzia degli uomini savi che governano il mondo. Ho bevuto tanto vino che se fossi un angelo vedrei doppia la strada che porta al dipinto di un'anima, affresco della notte fatto di vita e morte fatto di acqua santa e sangue e volerei via lontano lontano dove lo sguardo si perde e si riconcilia con l'infinito, lontano fra i frammenti di un sogno e la spavalda arroganza di chi osa guardare sempre oltre anche quando il confine della propria ombra cade perpendicolarmente sotto un cielo oscuro. La mia libertà l'ho venduta per un piatto di utopie condite bene ma alla lunga troppo pesanti da digerire e allora ho aggiunto l'acqua al vino e qualche ideale l'ho dipinto sull'anima credere in un mondo di fratelli dove i colori non fossero più fardelli credere in un mondo di uguali e un mondo senza i suoi mali ma poi ho ucciso la speranza con le mie ali intrappolate in una gabbia dalle sbarre di cristallo e allora ho comprato un pappagallo per farmi ripetere in un assurdo monologo il mio nome da stronzo. |
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Cannella e Vaniglia | ||||||||||||||
Se
avessi dato al destino Ma Dio avrà qualche hobby
E se anche l'odio fosse |
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Una speranza perdente | ||||||||||||||
Il potere serpente Potrei fare dei miei dubbi Alla fine mi ritroverò solo
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