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Marco Saya

Marco Saya è nato 47 anni fa a Buenos Aires dove ha trascorso "i suoi primi tre anni" per poi trasferirsi a Rio de Janeiro per circa 7 anni. Dal 63' risiede a Milano e dopo aver ultimato studi classici ed un tentativo universitario ad Ingegneria Elettronica ha sentito e deciso che la musica e la chitarra jazz (hobby che già coltivava a 14 anni) sarebbero state la sua vita e professione. Scrive testi per canzoni, tentando di avvicinarsi alla poesia e più in generale alla scrittura che è stato un passo naturale e spontaneo. Non ha temi preferenziali; tutto ciò che accade nel quotidiano e che è realmente vissuto merita di essere raccolto in semplici e sincere parole, come pagine di un diario.

"Saya ci propone pensieri filtrati attraverso un'intelligenza lucida, impregnata di sottile e tagliente ironia, che diviene vera e propria "lirica misurata in una metrica quasi musicale", non a caso la sua qualità di musicista jazz irrompe in una vena letterario-poetica nuova, fuori dagli schemi usuali della poesia tradizionale; si leggono i suoi "pensieri" con la melanconia trasognata di Bill Evans e con il brio satirico di Dizzy Gillespie. Musica, lucidità e arte della parola, formano un tutt'uno, in un composto agrodolce, affascinante e intrigante, leggendolo, si finisce per condividere i suoi concetti... i suoi paradossi, la sua visione della realtà (che è poi in fondo... più paradossale di qualsiasi descrizione!!!).
Leggetelo con sottofondo musicale di Sun Ra

The SAN RA Arkestra

Perché mai?

Tra

Voglia di te

Troppe volte

Amplesso

Sono contento

Allucinazioni (sparse)

utenti.quipo.it/barbieri/
saya.htm
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"Accademia di Talia"

 

   perché mai?

 

Perchè mai dovrei crescere?
Un bambino vuole vivere l'eterno gioco
Il righello disegna angoli ottusi
Foglie morte vestono l'innocenza di una pelle liscia

Perchè mai dovrei essere?
Chissà chi di anonime sembianze
Un vecchio grammofono riga il solito solco
Crepe di un soffitto che ci piove addosso

Perchè mai dovrei amare?
Immagine speculare di me storpio
Candida illusione di un bicchiere pieno a metà
Sete interiore di vuoti da colmare

Perchè mai dovrei vivere?
Gli altri hanno di nuovo deciso
Vecchia fiaba, un cucciolo senza Biancaneve
Sette vite sprecate per un gatto randagio

Perchè mai è tutto così?
Succede il tempo che abbraccia la morte
L'infinito dell'orizzonte terra di nessuno
L'occhio non arriva ad afferrarne il confine


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   tra

 

Tra cose non dette
Tra frasi fatte
Tra il tempo che passa
Tra una chitarra scordata
Un musicista stanco
Un poeta fasullo
Un artista ed un pagliaccio
Tra un bambino che gioca
Tra amori fugaci
Tra casa e ufficio
Tra brevi stagioni
Un acquazzone e l'altro
Ricordi e presente
Una lavatrice e un ferro da stiro
Tra le solite cose
Tra oggetti smarriti
Tra momenti impolverati
Una strada e una piazza
Una luce e l'altra
Treni in partenza
Tra occasioni perdute
Finzioni e realtà
Tra condoni edilizi
Potenti e deboli
Ricchi e spiantati
Un tira e molla
Tra una cosa e l'altra
Miserie e ignominia
Tra vizi e virtù
Tra abusi e sopprusi
Tra luoghi comuni
Un piatto di minestra
Un bicchiere di vino
Un amico che sparisce
Una donna oramai lontana
Tra un padre e una madre
Tra noi

Trallalà...la solita vita...
Trallalà...la solita merda...
Trallalà...la solita inutile storia...


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   voglia di te

 

Voglia di te

Profumo di donna
Aroma di lenzuola stropicciate
Gusto salato di sapori ancestrali
Follia di pelle arsa e desiderata

Voglia di te

Sogni bagnati risvegliano piaceri solitari
Pensieri di ninfee popolano il talamo vuoto
Folletti e gnomi infuocati scoccano
Dardi infuocati su seni turgidi
Coppe di champagne per affrettati amanti

Voglia di te

Gabbie di uccelli liberano il loro battito d'ali
Fragranza di una veste che scivola
Occhi sottosopra ci guardiamo
Ultima volta prima di perderci

Voglia di te

Afrodite, squisita padrona di casa,
Dirige la perversa melodia
Succubi concubine aliene dalle teste nascoste
Ridono i riccioli intrecciati da dita affamate

Voglia di te

Profumo di donna
Aroma di lenzuola stropicciate
Gusto salato di sapori ancestrali
Follia di pelle arsa e desiderata


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   troppe volte

 

Troppe volte

Giochi di bignè su bocche voluttuose
Massaggi di carezze accennati in discesa
Sale la febbre di giocolieri impazienti
Scacco di un re ad una regina che aspetta

Troppe volte

Viso d'angelo sonnecchi, ridono gli occhi semichiusi
Labbra appagate soffiano appena
Una chitarra sul letto strimpella nuda
Menestrello di corti boccaccesche pizzica altre corde

Troppe volte

Il gioco ricomincia su arpeggi sfiorati
Melodia suadente su una pelle di velluto
Pause di istanti anticipano note d'amore
Libera l'improvvisazione l'ultimo assolo di piacere

Troppe volte

Ricordi di un sapore lontano
Gusto di un sesso che manca
Stanco il menestrello suona su un letto vuoto
Aspetta un vassoio di bignè e nulla più


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   amplesso

 

Sensi

Dolcemente ti svegliano
Improvvisamente ti assalgono
Ora tacciono stanchi di piacere

Sensi

Una mano scivola tra i tuoi solchi umorali
Bocche si modellano su sessi infuocati
Penetrano istanti di vita prima di morire
Gocce seminali spengono l'incendio di pelli roventi

Sensi

Ti abbracciano
Con dolce aggressività ci congiungono
Si ritirano appagati
Titolo: Sono contento
Sono contento

Non scarabocchio più il tuo nome dove capita
Riflesso lontano di un amore offeso
Naufragato e affondato senza superstiti.

Sono contento

Il risentimento cede il passo all'indifferenza
Panacea di rimpianti assopiti
Sepolti da giovani cicatrici.

Sono contento

Immagini di un volto nuovo,pulito,sincero
Aspettano da qualche parte...
Questo maledetto tempo, ora non più
Il nemico da sempre temuto e osteggiato.

Sono contento

Un blues sospirato in dodici battute
Dodici i battiti di passione per una diversa stagione
Improvvisazione di pause incerte follemente da vivere
Note lunghe per arrivare alla fine dell'assolo.

Sono contento

Liberato dalla tua assenza
Finalmente libero dalla tua presenza.


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   sono contento

 

La vita accade

Il tempo dissolve la fretta di dimenticarti
Nuovi attimi
Embrioni di attese emozioni
Sbocciano improvvisi
Petali dai misteriosi colori
Di te mi rimarrà l'odore
Sapore di antiche guerre in terre lontane
Oblio per un paesaggio d'amore
L'illusione di un languido blues ritrovato
in una vecchia soffitta

Ed intanto...
la vita accade
Scena muta di parole sole
Un palcoscenico sordo illuminato dalla cecità di
Pensieri posticci

Sempre uguali
Sempre gli stessi
Sempre Noi


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Allucinazioni  (sparse)
Omaggio a Gregory Corso

 

Mi ricordo di quando gli occhiali
Erano un lontano ricordo e la vista
Già sfocata dalle pellicole della vita
Rendeva meno amaro il contorno e
L'incipiente cecità mi rendeva felice

*

Semplicemente il tempo precipita
Da quella carrozzella in cui adagiato
Guardavo il girotondo di farfalle e
Un carillon anticipava il metronomo
Che a 250 all'ora come un cuore impazzito
Scoppiava semplicemente...

*

Ho ancora la voglia di riflettere in un
Angolino nascosto dallo sguardo di sconosciuti
Che non capiscono il cammino di chi vuole
Solo (a piedi nudi) calpestare l'erba e sentirne
Il profumo di un aratro che passa

*

Perchè è così difficile
del tutt'uno afferrarne il senso
E gridare al mondo che esiste
(Esisto) ma il mondo non ascolta ?

*

Sento di morire a poco a poco
Tanto ci mettiamo poi che ci si
Mette di mezzo questa maledetta
Tecnologia di cavi e tubicini non più
Rigettati da un corpo che assorbe un 'immortalità
Non desiderata...

*

Vorrei cambiare luogo
Vorrei cambiare logo
Il marchio mi brucia
Vacche profanate e...
Un tir ci conduce sull'autostrada...

*

Un poeta scrive con la penna che
Trema per il dire sicuro di cose tra
La diffidenza differenza di spessori
E l'accetta li rende così uguali...

*

La nevrosi mi affascina
Penso di essere sopra
Sopra a tutti passano i pensieri
Non incrocio menti
Forse sono a dormire!

*

E' proprio vero!
Invecchiando torniamo crisalidi
Un pò cretine e la saggezza
L'abbiamo lasciata alle spalle
Un bambino ci ricorda che dietro
L'angolo c'è uno scivolo e
L'altalena ci illude per un attimo...

*

C'è troppa violenza per le strade
C'è troppa guerra di parole e di fatti
C'è troppa cattiveria - in giro -
Figlia di un padre egoista e di
Una madre puttana che ha venduto
Il proprio latte a vitelli clonati...

*

Non vi dovete stupire se affermo che
credete di vivere nel benessere di una truffa
Usuraia che vi chiederà tassi sempre più alti
E trascinerà i poveri resti nel limbo bivio
Bivacchi di barboni che vi nutriranno per
L'ultimo pasto

*

Se dovessi rappresentare il tempo che vivo
Sarei imbarazzato nella scenografia di una
Parete bianca che avvolge quattro cocci
Di bottiglia lasciati lì per caso da uno sprovveduto
Il cui alito confonde l'ordinaria puzza

*

Il dettaglio non conta!
La misura...meglio se un'extra large!
Nasconde il particolare insignificante!
Una tasca bucata perde il resto!

*

Esplorazione di magma di lettere
Apostrofi di uno spazio che aggancia
L'inizio di una processione di croci
Il paese osserva da punti di domande...

*

Tra poco
A momenti
Attimi atrofizzati
Fermi alla fermata
Alla solita coda
Aspettando il turno
Saliamo impacciati
Il girone dei viaggiatori
Per scendere di nuovo
Stacchiamo un ticket
Una fetta di salame
Pronti a ricominciare...

*

L'amore pretende un dono
Che non posso regalare
Perchè l'ho già prestato
Alla vita che non restituisce

*

Amo leggere chi ha lasciato un segno
Tra i vagiti del tempo colgo lo spunto
Per urlare silente dall'oggi plumbeo
E non scrive cio che vede...

*

Comunico senza tanti fronzoli
Scappiamo da questo scempio
Distruggiamo il non senso
Torniamo a essere normali
Nella pazza incredulità
Riprendiamoci gli oggetti smarriti

*

L'altro giorno camminavo e camminavo
Nel frattempo riflettevo e consideravo
Tra un passo e l'altro lo sguardo chino
Cercava una giustificazione del presente
Giaceva sul ciglio della strada aspettando
il rosso del semaforo
Occhio di un io-Dio ferito e morente

*

Da bambino non mi ricordo di
Giochi di balocchi con una Madre
Tante Madri attorno a me mi
Accompagnavano nel rituale di
Marciapiedi battuti da altri bambini
Per raggiungere la scuola più vicina
Dove Madri diverse ci educavano
Al disegno di un acquarello che
Non conoscevamo ma la tavolozza
Ci aiutava a edificare i colori di
Future vite dai contorni sfumati e irriverenti

*

Sento che sono tempi difficili
Duri da accettare per un tiepido
Piatto di minestra alla sera quando
Le brutture della vita rimbalzano dallo
Schermo su i nostri occhi (non più stupiti)
E la digestione tarda a venire come
L'amore che fugge e non vuole più
Incontrarci...

*

Talvolta penso alle periferie
Favelas costellazioni di poveri
Che non hanno un sole che li
Possa riscaldare
Che non hanno una notte
Che li accompagni nel lungo sonno
Che non hanno nulla che
Li possa convincere a restare
Solo un pallone sgonfio
Regala un sorriso al piccolo
Ragazzino che gioca la sua partita...

*

Perchè devo leggere i grandi del passato?
Perchè devo scrivere di paradisi perduti?
Perchè non vivo il mio presente?
Perchè cammino cieco e la paura dei nostri giorni
Arretra la storia che insegna a essere giudicata dopo...?
E' questo? Dobbiamo aspettare cinquant'anni per
Rappresentare questa merda di tempo che pretende
Da subito cantori coraggiosi e non carte truccate
Di un poker-strip e i vestitini non si
Scrostano dal corpo?

*

Ora so
Il fiore non guarda la natura
Le stagioni gli hanno rovinato
La festa di quel dì quando gioioso
Scherzava con l'amico Sole che
Gli ha ora voltato le spalle per un'aria
Nuova, melodia dispersa di polveri
(quali?... non importa...), che salite
al suo cospetto reclamano l'oscuramento...

*

La mattina inizia il dramma di un atto
così scontato e povera arte minimale
nei gesti di un fantoccio pedone che
si reca nei bordelli dove la recita di sè
plaude il significato privato dalla vita

*

Quante volte guardo fuori dalla finestra
E la tristezza m'abbraccia quasi a
Volersi scusare per il dolore (non mio)
Che reca al postino e recapita lettere
A caso di non desiderate nuove...

*

Mi piace improvvisare quel poco
Che rimane dell'esser libero...
La scelta di una briosche e un cappuccio
Quand'è caldo e con la schiuma!

*

Talvolta suono la chitarra
Talvolta il pianoforte
Talvolta il basso
Sempre le percussioni
Un'armonica a bocca
Quando penso a una pelle diversa
Sono bianco, pallido,
l'anima nera è sempre lì...
un colore nascosto
urla sommesse e strozzate
vogliono gridare ma non possono
l'involucro bianco reprime la libertà!

*

A cinquant'anni ti rendono la vita complicata
Cominci a puzzare e il pesce lo pulisci male...
Non sai più in quale pescheria soggiornare!
Per un drink ti guardano male perchè non sei più un bianchetto...
Ti tolgono gli spazi, le panchine sono già occupate dai vecchi,
Sul bus non c'è mai posto a sedere, l'ufficio diventa un bughigiattolo,
la donna ti lascia per uno più giovane e i figli ti chiedono i soldi!

Poveri stolti!

A cinquant'anni mi rendete la vita più semplice...
Libero...
Di essere solo
Di pensare
Di andare alla deriva con l'accompagnatore di turno...
Di dire di NO
Di crepare come voglio!

*

La depressione non guarda in faccia
Nessuno (un intruso) all'improvviso
Diventi tale da molestare la mente
Ora sana che non ricorda il bene
Che le hai voluto...

*

Rumori di urla ridda di ventriloqui
Tiro alla fune tra pace e guerra
In mezzo bambini come palle da tennis
Sballottati vincono e perdono
Il set si apre e appare il giullare
Trastulla con il gioco di tanti morti
Soldatini di plastica pronti a bruciare
Da fiammifero gettato lì... in mezzo...

*

Che schifo la mia strada apro il cancello
Erbacce mi guardano barbe incolte
Incrociano la polvere solleva lo sguardo
Tira a campare per adagiarsi su pelo
Un tempo lucido di quello incorniciato
Tra argentei riccioli ricco decoro su
- Mensola spolia -

*

Sta per succedere che apro il frigo
vuoto spessore di bianca plastica
riempio il mio teschio anche Lui
Vuoto e aspetta la prossima volta
Sta per succedere che scendo dal letto
Le pantofole in bagno sorreggono
L'anoressico smaltimento di rifiuti
La lampadina ha i fili scoperti
Sta per succedere che la notte
Anticipi i ritmi di un dopo come un altro
Mi sveglio quasi subito
Tempo buttato via...

*

Ho sentito dire che il senso dell'onnipotenza
Vuole diventare Dio e far parte di una pagina
Sgualcita di un libro di storia scritto dal suo
Facchino di fiducia che come strillone venderà
Qualche copia legata da spago rugoso prima del macero

*

C'era una volta il poeta e scriveva
Del suo tempo intriso di emozioni
C'è oggi un poeta che scrive del
C'era una volta perchè il tempo
È sempre quello e le emozioni
Aspettano da qualche parte...


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