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Nepomuceno, chi era costui?

Chi percorre il piccolo ponte, che unisce i due tratti di Via della Madonna tra il Viale Avvalorati e gli Scali delle Pietre,incontra un'effigie marmorea barocca raffigurante, come sta scritto sulla base del monumento, San Giovanni Nepomuceno; ma chi era mai costui?

San Giovanni Nepomuceno
   

La statua, intanto, fu collocata nel 1739 dagli Ufficiali Imperiali in occasione della visita a Livorno dell'Imperatore Carlo VI d'Asburgo e della figlia Maria Teresa d'Austria, sposa di Francesco I di Lorena che era divenuto Granduca di Toscana in successione alla dissolta dinastia medicea.
Nei paesi nordici si trova spesso la statua del Santo sui ponti, a Roma la si vede sul Ponte Milvio; lo si invoca generalmente nei pericoli dell'acqua ed anche come protettore della buona reputazione degli innocenti accusati.


 

Giovanni Nepomuceno, di famiglia poverissima, nasce a Pomuk in Boemia tra il 1340 ed il '50. Divenuto sacerdote nel 1380, si dedicò allo studio del diritto canonico prima a Praga e poi a Padova, dove nel 1387 fu promosso "doctor decretorum".
Nel 1389 divenne vicario generale dell'Arcivescovo di Praga, Jenstein, ed elemosiniere alla corte del re Venceslao IV, sovrano di Boemia.
Scoppiata nel 1393 la lotta tra l'Arcivescovo ed il re Venceslao, quest'ultimo voleva limitare i poteri vescovili, l'ira del re ricadde sul vicario generale, per avere questi, forte della sua scienza canonica, difeso vigorosamente la libertà della Chiesa e del suo Arcivescovo. Fattolo arrestare, dopo misteriosi interrogatori e torture, fu gettato nottetempo dal ponte Carlo di Praga nella Moldava ed ivi fatto annegare (19 o 20 marzo del 1393).
Nel 1721 la Chiesa riconosceva il culto e il 19 marzo 1729 Benedetto XIII lo dichiarava santo consacrando la tradizione del suo martirio per il sigillo sacramentale.


Divergenze sull'accusa.
La versione riportata è basata su documenti e cronache del tempo; principalmente sull'atto di accusa contro Venceslao IV presentato a Bonifacio IX dall'arcivescovo Jenstein il 23 aprile 1393, ma scoperto solo nel 1752 dopo la canonizzazione di G. Nepomuceno. La tradizione, invece, riporta che sia stato fatto uccidere da Venceslao per essersi rifiutato di rivelare la confessione della Regina Sofia. Questa versione, la cui origine è oscura anche perché Nepomuceno non era mai stato nominato confessore della Regina, è attestata la prima volta da Tommaso Ebendorfer nella Chronica regum Romanorum del 1459 e da Paolo Zidek nella Spravovna del 1477 e si diffuse con il culto del Santo durante la Controriforma


Divergenze sulla data di morte.
Un errore epigrafico incorso nella restaurazione del sepolcro di Nepomuceno nel 1534 indusse il cronista Venceslao Hàjek z. Liboçan (Kronika çeskà, Praga 1541) a distinguere due Nepomuceno: uno martire della confessione annegato il 16 maggio 1383 e il vicario generale parimenti fatto annegare nel 1393.
Tale ipotesi che ebbe, che ebbe sostenitori fino a tempi recenti, oggi si ritiene comunemente priva di fondamento e si ammette il solo Giovanni Nepomuceno ucciso nel 1393.

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