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Il rudere di Gregorio XI
   

Questo incontro è stato proprio singolare! Cercavo in una di quelle strade senza fondo, contorte, tipiche di Livorno, che presentano ancora qualcosa dei campi o dei parchi di ville andate distrutte, un negozio specializzato in Carta.
Avevo percorso la parte stretta e finale di Via Roma con l'ingresso di Villa Henderson (ora Museo di Storia Naturale), ero entrata in Via Rosa del Tirreno costeggiando le rovine di Villa Orlando e, secondo le indicazioni di un'amica, dovevo varcare sulla destra una "breccia" di un muro per trovarmi al negozio… quasi in mezzo ai campi.
Proprio di fronte al negozio
INCONTRO uno strano rudere… tutto recintato per benino [ Rudere di Gregorio XI - vista laterale ] con appeso un cartello, anzi più di uno, bianco, cioè senza scritta: forse l'acqua piovana aveva provveduto a cancellare cosa c'era scritto.
Perché conservarlo in mezzo a costruzioni di recentissima data?
Quando si dice le coincidenze!
Sul comodino ho la biografia di Santa Caterina da Siena scritta da Edgarda Ferri che a pag. 133 scrive:

"Il 29 ottobre 1376, Gregorio XI si era imbarcato nel porto di Genova.
Il 7 novembre, il governatore di Pisa Pietro Gambacorti gli aveva reso omaggio a Livorno donandogli 4 vitelli, 8 castrati, 4 botti di vino fresco, 10 sacchi di pane, 50 libbre di confetti, 100 libbre di cera, 50 paia di capponi.
Dopo una settimana, una galera pisana comandata da Andrea, figlio di Pietro, scortava fino a Piombino la flotta papale, costretta per una tempesta ad approdare nei porti elbani di Ferraria e Longone.
Il 5 dicembre, la galera pontificia raggiungeva Corneto, il primo dei porti in terra pontificia."

La casa diroccata era stata la momentanea dimora del papa?

Cerco conferma.
E nel libro "Gli Agostiniani e la Chiesa di S. G. Battista in Livorno" del Canonico Eufrasio Mai / prof. Fabrizio Dal Canto, a pag. 35 si riporta:

[ Avignone - Palazzo dei Papi ]"Nella seconda metà del '300 e in particolare nell'ultimo decennio di questo secolo, Livorno era diventato un borgo abbastanza accogliente.
Nel novembre del 1276 vi prese dimora per dieci giorni papa Gregorio XI, che, dietro, le insistenti preghiere di Santa Caterina da Siena, aveva deciso di lasciare la sede di Avignone, per ritornare a Roma.
Il Pontefice con i Cardinali e i Prelati del suo seguito furono ricevuti nel nostro borgo dalle autorità della Repubblica Pisana.
Di questo soggiorno di Gregorio XI a Livorno riferisce una Cronichetta dell'Incerto riportata da Manni:
A dì 13 settembre Papa Ghirigoro (sic) uscì di Pignone… e venne con molto cavillo per mare… e venne al Porto Pisano… I Pisani li misono a Livorno, e fecionli onore… ed ivi ammalò il cardinale di Nerbona. Venne a Pisa, ivi morì. Poi il Papa istato dieci giorni nel Castello di Livorno si partì, e entrò in nave per andare a Roma.
A seguito del Pontefice c'era il vescovo di Sinigallia, che nel suo diario di viaggio scritto in latino dà notizie sulla dimora in Livorno accennando a pranzo leggero (leve prandium), a vivande saporite (saporitus cibus), al vin dolce (merum dulce) e alla generosità dei Pisani per i doni offerti al Papa (Pisanorum est solemnis Comunitas cum suis gratiosis muneribus).

Appurato che la Casa è quella, anche da altre fonti, non torna comunque la data dell'avvenimento fra i due testi citati.
Nella Storia della Chiesa edita dalle Paoline, infatti, trovo che l'ingresso a Roma di Gregorio XI, dopo settanta anni di esilio avignonese dei Papi, avvenne il 17 gennaio 1377.

[ Rudere di Gregorio XI - vista laterale ] 

Commento:
forse, non riuscendo a restaurare l'edificio, non sarebbe preferibile una semplice lapide?


Maggior fortuna ha avuto un altro "rudere" soggiorno di Papa Gregorio XI, oltre che di Santa Caterina da Siena, Urbano VI e Pio VII: LA CERVARA, abbazia di San Girolamo al deserto o al monte di Portofino, fondata nel 1364 da Padre Lanfranco, a picco sul mare di Santa Margherita Ligure. Nota per essere stata la paradisiaca prigione di Francesco I di Francia dopo la sconfitta di Pavia (1525), La Cervara alternò periodi di gloria e potere ad altri di abbandono e desolazione. Il recente restauro ha restituito l'antico splendore alle strutture architettoniche ed alla sua funzione culturale e sociale. Notabile il chiostro cinquecentesco, la galleria dell'imperatore ed il giardino all'italiana con i bossi modellati a filare e in forme geometriche, affacciato sul golfo del Tigullio e affiancato da un gigantesco glicine.


 

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