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ASCOLTA SI FA SERA

di Giuliana Parigi

La bottega artigiana era nel cuore di Firenze in Borgo San Frediano.
Qualche minuto prima delle sette e mezzo di sera, Guido, chiudeva il laboratorio, accendeva la vecchia radio su Rai 2 e ascoltando il giornale radio, metteva in ordine gli attrezzi, i pezzi, spazzava, puliva. Quella sera dalla radio ne uscì una musica ampia e lenta e qualcuno che annunciava una strana rubrica "Ascolta si fa sera".
Un certo Padre Mariano cominciò a parlare delle cose di Dio.
Guido andò per sintonizzare la radio. Lo infastidivano i discorsi di chiesa. Era fermo ai sacramenti del battesimo, cresima e comunione.
Per il matrimonio aveva deciso lui: in municipio!
Ma quella voce lo incantò.
Ed anche quelle parole del titolo... ascolta si fa sera … lo catturarono.
Non riusciva però ad ascoltare e pulire.
Dalla pila delle tavole ne prese una e cominciò a lavorare.
Sera dopo sera, Guido impresse su quella tavola una splendida anfora con fiori e cornice.
Si sorprese a pensare che in cinquanta anni di lavoro era la prima volta che costruiva qualcosa senza che ne avesse avuto ordinazione da nessuno. Trovò bella la sua anfora e, poiché non doveva darla a nessuno, la mise in vetrina. Cominciò una processione di forestieri e cittadini tutti a chiedere di quell'anfora. E chi magnificava gli eterei steli, chi il fulgore dei fiori, chi la leggerezza della brocca, molti la sontuosa cornice o l'elegante basamento. Tutti la proporzione dell'insieme.
Alla fine Guido si convinse di aver fatto un capolavoro come le porte del paradiso del battistero e lo prese una smania.
Lui non aveva figli; solo un nipote che gli dava uggia solo nominarlo.

A chi avrebbe lasciato la sua anfora?

 

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