La nostra è una cittadina
piccola, in collina ma che domina il mare. Geograficamente parlando
è un gioiello. C'è anche un fiume che l'attraversa;
gli argini grandi come strade, alberati e pieni di sedili sono
la passeggiata dall'infanzia alla vecchiaia.
Mia madre, che ha sempre vissuto qui, diceva di aver "sostato
a tutti i cantoni". Già, perché in prossimità
dei due ponti ci sono quattro piazzette, i "cantoni"
appunto. Uno è per le giovani coppie con carrozzine e
pargoletti; dominio degli adolescenti in banda è quello
più largo. Le coppiette scelgono il più ombreggiato
e lontano dal centro e gli anziani il più soleggiato ed
il più vicino. Noi di mezza età lo percorriamo
indietro e avanti più volte, silenziosamente, temendo
di fermarsi: potrebbero affiorare le nostre inquietudini, le
nostre insoddisfazioni, i nostri rimpianti. Non siamo più
giovani e ancora non vogliamo invecchiare. Ma la passeggiata
fa parte di un rito, come ribellarsi?
La sarta Paola da un paio di anni ha comprato casa proprio sulla
passeggiata.
-Ha fatto i quattrini con i nostri vestiti!- dice mia sorella
che considera questa la parte residenziale.
Dalla finestra osservo. C'è qualche barca che risale il
fiume, qualcuno che pesca, qualche mamma e qualche anziano. Tutto
è sonnacchioso, del resto sono appena le dieci del mattino.
Una volta l'anno il fiume
ed i suoi argini accolgono tutta la città. E' per l'Epifania.
In un punto dell'argine c'è una grande grotta; qui viene
allestito un presepe con statue grandi come persone. Il 6 gennaio
le barche dei Re Magi solcano il fiume per raggiungere il Bambin
Gesù. Alla partenza le persone mettono nelle barche i
doni che verranno distribuiti ai poveri.
Le barche sono riccamente addobbate ed ogni quartiere ha la propria,
ed anche chi le conduce è vestito in costume.
Qui tutti ci si conosce più o meno bene; tutti conoscono
la storia di Claudia e Lucia (che sarei io). Alla vigilia delle
nozze Claudia rubò il fidanzato alla sua migliore amica
Lucia.
Dopo due anni Lucia sposò l'antico fidanzato di Claudia,
cioè Pietro con il quale sono sposata da ventiquattro
anni.
Davanti alla tazza di tè
finii per raccontare alla signora Paola "dove" avevo
visto quell'abito: allora sì che non lo voleva più
fare!
-Questo non è un sogno, è una premonizione. Succederà
senz'altro qualcosa di poco simpatico. Del resto la sua amica
Claudia è un cataclisma naturale! Meglio perderla che
trovarla.-
-Non esageriamo. Certo da quando se ne è andata via lei,
in città non succede più nulla! Elettrizzava feste,
cerimonie, incontri.-
-A rammentare il diavolo spuntano le corna. Non parliamone più
o ce la vediamo arrivare. Se proprio vuol cambiare "pelle"
perché non si fa questo abito. E' un modello di Ferrè,
audace ma portabilissimo ed adatto, tutto sommato, a lei.-
L'abito era rosso, drappeggiato su un fianco, con uno strano
scollo sul dietro. Mi piacque; discutemmo sul colore e sul tipo
di stoffa. Nell'accompagnarmi alla porta, la signora Paola si
fece molto seria e mi stupì con le sue parole:
-Lei si ricorda quando venne a dirmi che in un "quasi sogno"
aveva visto mia figlia sottobraccio all'avvocato Nelli che spingeva
una carrozzina?-
-Mi pare, perché?-
-Allora ne ridemmo insieme; mia figlia non sapeva nemmeno che
l'avv. Nelli fosse al mondo! Ma dopo qualche mese mia figlia
rimase in stato interessante dell'avvocato Nelli. E' per quello
che andò in Inghilterra. Per avere il bambino lontano
dalle chiacchiere. Qui perse quasi subito il bambino, l'avvocato
la lasciò. Io ero all'oscuro di tutto. Poi la serenità
è tornata e anche il buon senso. Ora va tutto bene. Nessuno
conosce questa storia.-
-Sono coincidenze...-
Ma le parole mi sono morte in gola, perché alla mente
mi tornano altre "coincidenze".
Sono salita sull'argine
e passo dopo passo mi dirigo verso il ponte per andare dall'altra
parte. I pensieri vorrebbero prendere possesso di me; ho deciso
di resistere, di farli tacere, di non permettere loro di invadermi
e farmi soffrire. In questo momento sia le vicende familiari,
sia Claudia, sia il passato..... non vanno proprio! Ricorro al
trucco: mi concentro sulla passeggiata, su i miei passi, li conto.
Fisso le cose che il mio sguardo incrocia ed elenco il colore,
la forma, il profumo, la vicinanza, la gradevolezza...
L'aria è tersa quasi frizzante e presaga della primavera.
Bellissimo il rumore del fiume! Gli alberi, ancora spogli, mi
regalano tutto lo spazio che voglio per scrutare il cielo sopra
tutta la città e tutti i suoi cittadini. Quante volte
questo contenitore celeste, lassù per tutti, a buon mercato,
mi ha ridato pace. Certo è un simbolo di Colui che manda
il sole e la pioggia su buoni e cattivi. Quanta bontà
e quanta saggezza!
Sto tentando di scrivere qualcosa a Pietro; da un po' di tempo
le cose fra noi non vanno molto bene. O meglio è Pietro
(ma sarà solo una mia impressione?) che è cambiato:
sembra sempre assente e preso da qualcosa di molto grave. Mi
guarda come se non mi vedesse, non risponde a tono alle mie domande,
si dimentica a volte perfino di salutarmi quando esce per andare
allo studio.
Sono amica intima di Maria, la sua segretaria da sempre, così
mi sono permessa di chiedere se c'erano problemi in ufficio.
Pietro ha sempre preferito tenere staccati casa e lavoro....
con mio gran dispiacere. Mi sono sentita sempre defraudata da
tutto quel tempo lontano da me; in fondo sta più nello
studio che in casa.
-Va tutto bene- mi ha assicurato Maria però anche a lei
appariva "teso e preoccupato". Se ci fossero stati
problemi di salute non ho nessun dubbio che il nostro medico
me lo avrebbe detto. E allora? Provo a scrivere come abbiamo
sempre fatto quando qualcosa non andava. Chissà perché
il colloquio diretto è sempre stato un problema per noi.
Colpa dell'educazione, dice il nostro dottore, oppure... nessuno
dei due è così sicuro dei sentimenti propri e dell'altro.....
Il tempo si è improvvisamente guastato: un vento fortissimo
fa sbattere tutto e accumula nuvole su nuvole. Nere e spesse
hanno fatto arrivare il buio prima del previsto e tutto ad un
tratto. Altrettanto improvvisa arriva l'acqua; giù a scrosci
che il vento butta con forza contro i vetri. Vado per chiudere
le serrande: in strada il traffico si è fermato, impossibile
vedere ad un palmo di naso. Che acquazzone! Sembra agosto! L'aria
si è fatta fredda. Guardo piovere e arrivano anche tuoni
e lampi. Mi piace quando piove così, mi mette allegria.
Non penso più alla lettera. Tra poco, lo so, uscirò
ad annusare l'odore di terra bagnata, a guardare il colore nuovo
del fiume e come scorra più forte, vigoroso, impetuoso,
giovane. Ha tante vite il mio amato fiume, tante facce, tanti
colori, odori. Chissà se racconta tutte le nostre cose,
giù a valle , fino al mare..... Le mie le sa perché
gliele racconto spesso; tante le intuisce con la saggezza che
gli viene dagli anni.
-Pronto, casa Serri.-
-Lucia, sono Alessio. Hai visto che acqua? Scommetto che eri
alla finestra a goderti il temporale!-
-Ci puoi giurare; e tra poco, quando spiove esco.-
-Ho un invito da farti da parte mia e di Dora. Finalmente siamo
venuti in possesso di quel rustico appena fuori città;
ti ricordi?-
-Quello a Fontebruna?-
-Esattamente. Abbiamo pensato di inaugurarlo con una delle riunioni
che facevamo un tempo. Quelle a tema per intenderci, con un esperto
esterno. E' ancora da finire e di conseguenza da arredare. Ma
abbiamo già pensato come organizzarci. L'invito ovviamente
è anche per Pietro. Ci sarà un bel po' di gente.-
-E' un'idea magnifica, Alessio! Ho voglia di ritornare in pista;
non so però Pietro. Mi pare in un periodo nero, ne sai
qualcosa?-
-E' un bel pezzo che non lo vedo veramente. Ci siamo visti sempre
per incontri di lavoro. Sarà stanco. Non preoccuparti,
ama ancora la "sua luce" !-
-Dove e quando ci troviamo?-
-Sabato prossimo, nel primo pomeriggio ; ti ricordi la strada?-
-Si, Alessio benissimo. Ciao a sabato e grazie. Baci a Dora.-
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