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Claudia nel sogno - scena seconda
di Giuliana Parigi

 


La nostra è una cittadina piccola, in collina ma che domina il mare. Geograficamente parlando è un gioiello. C'è anche un fiume che l'attraversa; gli argini grandi come strade, alberati e pieni di sedili sono la passeggiata dall'infanzia alla vecchiaia.
Mia madre, che ha sempre vissuto qui, diceva di aver "sostato a tutti i cantoni". Già, perché in prossimità dei due ponti ci sono quattro piazzette, i "cantoni" appunto. Uno è per le giovani coppie con carrozzine e pargoletti; dominio degli adolescenti in banda è quello più largo. Le coppiette scelgono il più ombreggiato e lontano dal centro e gli anziani il più soleggiato ed il più vicino. Noi di mezza età lo percorriamo indietro e avanti più volte, silenziosamente, temendo di fermarsi: potrebbero affiorare le nostre inquietudini, le nostre insoddisfazioni, i nostri rimpianti. Non siamo più giovani e ancora non vogliamo invecchiare. Ma la passeggiata fa parte di un rito, come ribellarsi?
La sarta Paola da un paio di anni ha comprato casa proprio sulla passeggiata.
-Ha fatto i quattrini con i nostri vestiti!- dice mia sorella che considera questa la parte residenziale.
Dalla finestra osservo. C'è qualche barca che risale il fiume, qualcuno che pesca, qualche mamma e qualche anziano. Tutto è sonnacchioso, del resto sono appena le dieci del mattino.

Una volta l'anno il fiume ed i suoi argini accolgono tutta la città. E' per l'Epifania. In un punto dell'argine c'è una grande grotta; qui viene allestito un presepe con statue grandi come persone. Il 6 gennaio le barche dei Re Magi solcano il fiume per raggiungere il Bambin Gesù. Alla partenza le persone mettono nelle barche i doni che verranno distribuiti ai poveri.
Le barche sono riccamente addobbate ed ogni quartiere ha la propria, ed anche chi le conduce è vestito in costume.
Qui tutti ci si conosce più o meno bene; tutti conoscono la storia di Claudia e Lucia (che sarei io). Alla vigilia delle nozze Claudia rubò il fidanzato alla sua migliore amica Lucia.
Dopo due anni Lucia sposò l'antico fidanzato di Claudia, cioè Pietro con il quale sono sposata da ventiquattro anni.

Davanti alla tazza di tè finii per raccontare alla signora Paola "dove" avevo visto quell'abito: allora sì che non lo voleva più fare!
-Questo non è un sogno, è una premonizione. Succederà senz'altro qualcosa di poco simpatico. Del resto la sua amica Claudia è un cataclisma naturale! Meglio perderla che trovarla.-
-Non esageriamo. Certo da quando se ne è andata via lei, in città non succede più nulla! Elettrizzava feste, cerimonie, incontri.-
-A rammentare il diavolo spuntano le corna. Non parliamone più o ce la vediamo arrivare. Se proprio vuol cambiare "pelle" perché non si fa questo abito. E' un modello di Ferrè, audace ma portabilissimo ed adatto, tutto sommato, a lei.-
L'abito era rosso, drappeggiato su un fianco, con uno strano scollo sul dietro. Mi piacque; discutemmo sul colore e sul tipo di stoffa. Nell'accompagnarmi alla porta, la signora Paola si fece molto seria e mi stupì con le sue parole:
-Lei si ricorda quando venne a dirmi che in un "quasi sogno" aveva visto mia figlia sottobraccio all'avvocato Nelli che spingeva una carrozzina?-
-Mi pare, perché?-
-Allora ne ridemmo insieme; mia figlia non sapeva nemmeno che l'avv. Nelli fosse al mondo! Ma dopo qualche mese mia figlia rimase in stato interessante dell'avvocato Nelli. E' per quello che andò in Inghilterra. Per avere il bambino lontano dalle chiacchiere. Qui perse quasi subito il bambino, l'avvocato la lasciò. Io ero all'oscuro di tutto. Poi la serenità è tornata e anche il buon senso. Ora va tutto bene. Nessuno conosce questa storia.-
-Sono coincidenze...-
Ma le parole mi sono morte in gola, perché alla mente mi tornano altre "coincidenze".

Sono salita sull'argine e passo dopo passo mi dirigo verso il ponte per andare dall'altra parte. I pensieri vorrebbero prendere possesso di me; ho deciso di resistere, di farli tacere, di non permettere loro di invadermi e farmi soffrire. In questo momento sia le vicende familiari, sia Claudia, sia il passato..... non vanno proprio! Ricorro al trucco: mi concentro sulla passeggiata, su i miei passi, li conto. Fisso le cose che il mio sguardo incrocia ed elenco il colore, la forma, il profumo, la vicinanza, la gradevolezza...
L'aria è tersa quasi frizzante e presaga della primavera. Bellissimo il rumore del fiume! Gli alberi, ancora spogli, mi regalano tutto lo spazio che voglio per scrutare il cielo sopra tutta la città e tutti i suoi cittadini. Quante volte questo contenitore celeste, lassù per tutti, a buon mercato, mi ha ridato pace. Certo è un simbolo di Colui che manda il sole e la pioggia su buoni e cattivi. Quanta bontà e quanta saggezza!
Sto tentando di scrivere qualcosa a Pietro; da un po' di tempo le cose fra noi non vanno molto bene. O meglio è Pietro (ma sarà solo una mia impressione?) che è cambiato: sembra sempre assente e preso da qualcosa di molto grave. Mi guarda come se non mi vedesse, non risponde a tono alle mie domande, si dimentica a volte perfino di salutarmi quando esce per andare allo studio.
Sono amica intima di Maria, la sua segretaria da sempre, così mi sono permessa di chiedere se c'erano problemi in ufficio. Pietro ha sempre preferito tenere staccati casa e lavoro.... con mio gran dispiacere. Mi sono sentita sempre defraudata da tutto quel tempo lontano da me; in fondo sta più nello studio che in casa.
-Va tutto bene- mi ha assicurato Maria però anche a lei appariva "teso e preoccupato". Se ci fossero stati problemi di salute non ho nessun dubbio che il nostro medico me lo avrebbe detto. E allora? Provo a scrivere come abbiamo sempre fatto quando qualcosa non andava. Chissà perché il colloquio diretto è sempre stato un problema per noi. Colpa dell'educazione, dice il nostro dottore, oppure... nessuno dei due è così sicuro dei sentimenti propri e dell'altro.....
Il tempo si è improvvisamente guastato: un vento fortissimo fa sbattere tutto e accumula nuvole su nuvole. Nere e spesse hanno fatto arrivare il buio prima del previsto e tutto ad un tratto. Altrettanto improvvisa arriva l'acqua; giù a scrosci che il vento butta con forza contro i vetri. Vado per chiudere le serrande: in strada il traffico si è fermato, impossibile vedere ad un palmo di naso. Che acquazzone! Sembra agosto! L'aria si è fatta fredda. Guardo piovere e arrivano anche tuoni e lampi. Mi piace quando piove così, mi mette allegria. Non penso più alla lettera. Tra poco, lo so, uscirò ad annusare l'odore di terra bagnata, a guardare il colore nuovo del fiume e come scorra più forte, vigoroso, impetuoso, giovane. Ha tante vite il mio amato fiume, tante facce, tanti colori, odori. Chissà se racconta tutte le nostre cose, giù a valle , fino al mare..... Le mie le sa perché gliele racconto spesso; tante le intuisce con la saggezza che gli viene dagli anni.
-Pronto, casa Serri.-
-Lucia, sono Alessio. Hai visto che acqua? Scommetto che eri alla finestra a goderti il temporale!-
-Ci puoi giurare; e tra poco, quando spiove esco.-
-Ho un invito da farti da parte mia e di Dora. Finalmente siamo venuti in possesso di quel rustico appena fuori città; ti ricordi?-
-Quello a Fontebruna?-
-Esattamente. Abbiamo pensato di inaugurarlo con una delle riunioni che facevamo un tempo. Quelle a tema per intenderci, con un esperto esterno. E' ancora da finire e di conseguenza da arredare. Ma abbiamo già pensato come organizzarci. L'invito ovviamente è anche per Pietro. Ci sarà un bel po' di gente.-
-E' un'idea magnifica, Alessio! Ho voglia di ritornare in pista; non so però Pietro. Mi pare in un periodo nero, ne sai qualcosa?-
-E' un bel pezzo che non lo vedo veramente. Ci siamo visti sempre per incontri di lavoro. Sarà stanco. Non preoccuparti, ama ancora la "sua luce" !-
-Dove e quando ci troviamo?-
-Sabato prossimo, nel primo pomeriggio ; ti ricordi la strada?-
-Si, Alessio benissimo. Ciao a sabato e grazie. Baci a Dora.-
 


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