in questo sito   la storia di questa notte   amici   ospiti   artisti   Sant'Agata   Livorno   Firenze   rilancio   realized   home

 


Claudia nel sogno - scena quarta
di Giuliana Parigi

[ Tiziano - Venere Anadiomene ]


Riconosco subito in quale ospedale mi hanno portata: come ospedale è un vero rottame ma ha il più bel panorama del mondo! Sono parole di mia madre che c'è stata, purtroppo ricoverata a lungo. Prima di fare il punto sulla mia situazione, sui perché e sui per come; sul come e sul quando sono finita lì, mi prendo uno stacco, proprio immergendomi nel panorama.

Difficile descrivere la dolcezza di quelle colline che fanno corona su ogni lato; le tante tonalità di verdi, le varietà degli alberi, la rotondità delle colline, le stupende e discretissime ville che da tanti anni impreziosiscono la natura, già bellissima di suo. Aspiro a pieni polmoni l'aria, immagino i profumi come se fossi là fuori a passeggiare a passeggiare per sempre nuove stradine piene di fascino ed anche di... ricordi. Quelle stradine sono legate agli anni dell'università di Carlo quando lo raggiungevo e le consumavamo; consumandoci di progetti, sogni, risate, scherzi infantili e baci.

-Signora Serri! Che gioia vederla ritornare tra noi! Sono il Prof. Federici. E' capitata qui da me oramai da più di un mese, in ben brutte condizioni. Quando è svenuta, nella villa della sua amica, ha battuto violentemente la testa nello spigolo in marmo del caminetto. Una ferita mica male! In più choc e coma. Fa le cose in grande lei. Ma, in grande si è anche ripresa molto bene e tutto sommato, velocemente.
Fino ad ora abbiamo lavorato noi e... il suo corpo alla sua insaputa. D'ora in poi dovrà collaborare e ci conto molto.-
Mi sorride questo professore mentre scorre la mia cartella clinica; sto per chiedergli alcune spiegazioni. Mi previene.
-Per ora niente domande; l'affaticherebbero troppo. Si fidi e si abbandoni ancora per un po' alle nostre mani. Se crede, come me, si abbandoni alla volontà del Signore. "Scrive diritto sulle righe storte", che gran mistero.
Le annuncio una visita, diciamo fra una mezz'ora. Se gradisce farsi trovare in poltrona, le manderò l'infermiera. Da sé, per ora, non faccia assolutamente nulla. Brava signora Serri, buongiorno.-
Sono talmente spossata che non mi viene nemmeno la curiosità di sapere chi verrà; o forse è perché penso sia Pietro. Camicia da notte verde pallido pulita, pettinatura con crocchia, trucco e.... mi sono fatta prestare gli orecchini dall'infermiera: a Pietro sono sempre piaciuti. Un po' di colonia e mi sento pronta.

Ero pronta per Pietro non certo per un Ispettore di Polizia, un avvocato ed un altro che non ho capito chi fosse.
-Concedo un colloquio di sola mezz'ora; la signora non sarebbe in grado di andare oltre. Questo il Prof. Federici lo disse rivolto ai miei visitatori. A me sottolineò che potevo interrompere il colloquio in qualsiasi momento o addirittura decidere di non cominciarlo affatto.-
-Per il momento, signora, le rivolgerò un'unica domanda. Cerchi di essere più precisa possibile. Le chiedo anche un'altra cortesia: non mi faccia nessuna domanda.
Ecco, vorrei sapere da lei cosa ricorda di quel sabato pomeriggio, nei minimi dettagli. Anche cose che a lei potrebbero sembrare insignificanti o addirittura ridicole.-
-Certo è ben strano. E' la seconda volta in poche ore che mi si chiede di rispondere e non di domandare; permette che avrei diritto al contrario!? Ma sono troppo stanca per ribellarmi. Ecco dunque il mio racconto.....

Alla fine mi resi ben conto dalla loro faccia che non ero stata di nessun aiuto. Ma per scoprire cosa?
-Sono sfinita, Le chiedo scusa ma vorrei interrompere qui.-
-Certo. Grazie. Non la disturberemo più. Ma se le tornasse in mente qualcosa, sa dove trovarmi. Di nuovo grazie, buona fortuna, buona guarigione.-

L'infermiera entrò con un gran mazzo di rose rosse: Pietro, a modo suo, si metteva accanto a me. Appena a letto e con una bella puntura mi addormentai, felice di quelle rose e con nessuna voglia di capire.
Il risveglio, al mattino dopo, fu ugualmente sorprendente. Accanto al mio letto c'era Don Stefano il mio Parroco ed anche amico di casa da lungo tempo. Cordiale, sereno e rasserenante come sempre...... ma poi arrivarono le pillole amare. A lui era toccato l'ingrato compito di aprirmi gli occhi. Per questo si era fatto precedere dai fiori: le rose non erano di Pietro.

A Fontebruna, quel pomeriggio di sabato, Claudia era stata uccisa; si sospettava di Pietro : delitto passionale. Pietro si era fatto una settimana di carcere, poi era uscito. Non capii perché l'avessero scarcerato e non mi interessava. Chiesi invece ansiosa dove fosse ora e perché non era lì. Finalmente ero io a domandare. Pietro era fuggito; nessuno ne sapeva più nulla.
-Don Stefano, Lei crede davvero che sia stato Pietro?-
-L'animo umano è comprensibile nel profondo, solo al Signore; però ho fortissimi dubbi che questa sia la verità. E tu?-
-Proprio in quei giorni riflettevo sul nostro matrimonio; sul nostro rapporto e sulla poca comunicazione che c'era fra di noi. Ma sono convinta che Pietro è del tutto innocente. Certo, detto a Lei, era strano in quel periodo e il suo arrivo a casa di Dora con Claudia mi lasciò e mi lascia tuttora sbigottita. Ma un perché ci deve essere, lo sento con tutta me stessa. La ringrazio di essere venuto. Ritorni, se può, stasera. Ora vorrei stare un po' da sola.-
-Ti ho portato il tuo libro di preghiere e la tua Bibbia. Cerca lì forza e luce, cara "luce" ! Questa sera non mancherò.-
Ho pianto, ho pregato, ho pensato, ho scavato nella mia memoria e nella mia anima. E' duro, è duro.......

Mi hanno dimessa. Come per tutti, il ritorno a casa da un lungo periodo di degenza, mi ha trovato con uno stato d'animo contraddittorio. Felice ma a disagio. Quasi non fosse più casa mia. Malinconie improvvise, paure, senso di solitudine. Difficoltà a riprendere anche gi orari, il vivere quotidiano. Ti senti estranea a te stessa, fai fatica a rioccuparti della tua persona.
Per me poi, c'è il vuoto di Pietro: da quattro mesi nessuno ha notizie.
In questi casi di svuotamento per disgrazie su disgrazie, sono le piccole cose del vivere quotidiano una delle medicine per guarire e reinserirti.

Alessio, in tutto questo tempo, insieme alla segretaria di Pietro, si è occupato dell'amministrazione domestica e di quella dello studio. Ora toccava a me.
Mentre sto passando carte su carte mi risuona la voce di Pietro da un tempo molto lontano. Aveva avuto guai seri di salute:
-Dovesse succedermi qualcosa, nella cassaforte di casa ci sono le mie disposizioni - e mi aveva dato la combinazione per aprirla. Sono passati ben dieci anni; è questo il momento per farlo?
Ho passato la giornata a pensarci, a valutare pro e contro. Spenta la televisione vado a letto : - Ho deciso, la apro - dico forte .

 


 ritorno a "Altre Notti"