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Giuliana Parigi

 

Una particolare notte

cap.   1. la ragazza scalza
cap.   2. il tarassico
cap.   3. la "zingara"
cap.   4. storie intrecciate
cap.   5. il temporale
cap.   6. a casa di Deiva
cap.   7. Serena: appare e scompare
cap.   8. San Lorenzo
cap.   9. l'Apocalisse
cap. 10. Paolo
cap. 11. la nuova casa
cap. 12. la signora con il ventaglio
cap. 13. Irina
cap. 14. la fine di un incubo
cap. 15. matrimoni

La faccia di Paolo, per Martina era spaventata e terrea, per Deiva commossa. Quando arrivò erano ancora lì nel parco.
" Vedete quella finestra con un foulard appeso? Andate in quella direzione; guardate su e salutate!"
Paolo dette l'esempio e prese in braccio il bambino. Il cane li seguiva festante giocando con le scarpe del piccolino. Una mano salutava di là dal vetro e si vedeva che buttava baci.
Paolo prese la mano del bambino e cominciò a muoverla a mo' di saluto.
Qualcuno ritirò il foulard e la finestra rimase vuota. Si accese una luce.
" Andiamo." Disse brusco Paolo dando il bambino a Martina.
" Ma sono d'accordo che devo risalire." Deiva fece per incamminarsi.
" Non ora. La signora si è sentita di nuovo male. Mi ha fatto prendere uno spavento! Forse si era stancata, emozionata..."
La voce di Paolo era come spezzata.
Salirono in silenzio sulla panda verde. Fabio si addormentò quasi subito ed anche Pallino si accucciò.
Stavano quasi arrivando che Paolo disse:
" Dobbiamo passare subito da casa della signora. Mi ha dato le chiavi."
" Subito? Sono stanca. E a far cosa, poi?"
" Martina credo proprio ti convenga fare uno sforzo. Quando siamo lì vi spiego."
La casa della signora era un villino a due piani: lei abitava al terreno, ma era di sua proprietà anche il sopra dove vivevano, in affitto, due anziani coniugi che spesso erano lontani, ospiti di un figlio. La signora era sola nel senso che non aveva nessun parente. Paolo dava tutte queste informazioni pacatamente mentre apriva la casa. Si era ripreso e pareva padrone della strana situazione.
" Ma tu la conoscevi già?"
" In un certo senso sì. Ma è una storia lunga e con quello che dobbiamo fare qui stasera c'entra poco."
" Dobbiamo fare qui?"
" Lasciami parlare Martina. Non essere sempre irruente."
La guardò sorridente e le detto un pizzicotto sulla guancia.
Deiva non aveva aperto più bocca: qualcosa le pesava sul cuore ma non sapeva decifrare.
Avvertiva come se un altro avvenimento importante si abbattesse sulla sua vita... positivo o negativo?
L'ingresso era angusto, ma si apriva subito su una bella e accogliente sala abbastanza grande e che dava sul giardino come poterono vedere mentre Paolo apriva le imposte.
[ A. Issupoff - Giovane donna - 1937 ]Deiva fu colpita da un grande quadro che troneggiava sopra il caminetto: di sicuro il ritratto della signora da giovane.
" Metti il bambino su quel divano e voi sedete un momento qui. Pallino vai in giardino."
E chiuse fuori il cane. Che non oppose resistenza... in fondo era il suo territorio.
" Dunque. Ora dovete decidere quali mobili vi possono servire per la vostra nuova casa: è un regalo della signora. Devo farne un elenco subito prima che..."
" Subito? Ma non so nemmeno la metratura della casa e poi fino a dopo l'epifania dove li mettiamo?" disse agitata Martina
Deiva invece si commosse e chiese il perché di un dono così grande.
" E non è tutto! Ho le chiavi e la combinazione della cassaforte. Prenderete i soldi che vi serviranno per mantenere Pallino. La signora ha gradito davvero tanto il desiderio di tenerlo con voi... e poi la presenza del bambino... le vostre storie....
E prenderete anche un gioiello per una, in suo ricordo. Di quello che vedete in giro potete prendere non solo i mobili, ma stoviglie, serviti, biancheria ecc... ecc... Solo ciò che vi serve davvero però... vi consiglia di non essere ingorde....."
" E il resto?" chiese Martina che cominciava a sentire la testa che le girava e pensava di sognare e si dava dei buffetti sulle guance.
" Ecco appunto. L'urgenza. C'è un testamento. Prevede che tutta l'eredità della signora, non avendo eredi, vada in beneficenza. Ovviamente tutto quello che c'è al momento del suo decesso... E qui arrivate voi... prima di chiudere gli occhi può donare quel che vuole... al limite anche tutto! Quando avrete scelto, farò l'inventario di ciò che rimane. In modo che le cose da voi scelte possono rimanere ancora qui finché non andrete nella nuova casa. Tutto chiaro?"
E si avviò verso la parete dello spogliatoio dov'era la cassaforte.
" Non ho capito l'urgenza."
" Deiva. Dispiace dirlo, ma la signora è molto, molto grave e può lasciarci da un momento all'altro."
" Ma non torna più qui? Lei mi aveva proposto..."
" Lo so. Avresti accettato?"
" Penso di sì. Data la vicinanza delle case, potevo aiutare anche Martina."
" Glielo dirò. Le farà tanto piacere. Ma ha deciso, o meglio è la sua malattia che ha deciso, non tornerà più in questa casa."
" Quand'è così prenderò la camera azzurra dove voleva dormissi!" E cominciò a piangere disperata.
Martina su suggerimento di Paolo andò a prendere la pianta della nuova casa.
A buio le scelte erano fatte. Martina cercava di acchiappare più roba che poteva, Deiva al contrario e Paolo mediava.
Furono, però, tutte e due d'accordo di lasciare i soldi a Paolo perché li gestisse lui.
Ne ebbero un grande imbarazzo: la cifra era considerevole!
Uscirono mesti:
Deiva aveva appeso all'abito una spilla e Martina indossava un paio di orecchini.
Nessuno aveva voglia di parlare; si lasciarono e ognuno andò a letto senza nemmeno cenare.

Paolo sarebbe tornato il giorno dopo, appena libero, per il famoso inventario. Trascorsero una giornata inquieta, con mille dubbi e domande senza risposta. Sembrava loro un sogno... velato di una grande mestizia.
Come ringraziare la signora? Avrebbero dovuto chiederle se veramente Paolo aveva capito giusto?
Era il caso di farle sapere cosa avevano scelto… poteva ripensarci... non essere d'accordo....
Era sicuro il tenere lì la roba o era meglio portarla via subito? Chi aveva le chiavi oltre a Paolo......?
Ci si poteva fidare di Paolo... gli avevano dato anche i soldi! Sicuri che la signora non avesse eredi? O dopo si sarebbero trovate impelagate in qualche guaio?
L'unica era andare a parlare a cuore aperto con la signora. Stava davvero male come diceva Paolo? E a lui cosa ne veniva di profitto?
Quel che era loro capitato appariva talmente straordinario ed inverosimile che non riuscivano a capacitarsi. E sì che fra tutte e due di avventure ai limiti del credibile ne avevano già passate!
Non avevano in mano nessun pezzo di carta… solo la parola di Paolo.
Gira e rigira si tornava sempre a lui.

Deiva si agitò tutta la notte nel suo grande e lussuoso letto. Ma la mattina si organizzò per andare dalla signora. Avrebbe potuto parlarci? Ma che dirle? Non era certo facile parlare... di morte imminente...
In cuor suo sperava che tutto tornasse come prima. La signora si riprendesse e lei sarebbe andata ad abitare in quel villino. Per i mobili della casa di Martina poteva aiutarla dal suo conto in banca... magari inventando qualche piccola bugia... a fin di bene...
Ci fosse stato Salvo!
Le cose si rivelarono più semplici di quello che aveva previsto.


 

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