La faccia di Paolo, per
Martina era spaventata e terrea, per Deiva commossa. Quando arrivò
erano ancora lì nel parco.
" Vedete quella finestra con un foulard appeso? Andate in
quella direzione; guardate su e salutate!"
Paolo dette l'esempio e prese in braccio il bambino. Il cane
li seguiva festante giocando con le scarpe del piccolino. Una
mano salutava di là dal vetro e si vedeva che buttava
baci.
Paolo prese la mano del bambino e cominciò a muoverla
a mo' di saluto.
Qualcuno ritirò il foulard e la finestra rimase vuota.
Si accese una luce.
" Andiamo." Disse brusco Paolo dando il bambino a Martina.
" Ma sono d'accordo che devo risalire." Deiva fece
per incamminarsi.
" Non ora. La signora si è sentita di nuovo male.
Mi ha fatto prendere uno spavento! Forse si era stancata, emozionata..."
La voce di Paolo era come spezzata.
Salirono in silenzio sulla panda verde. Fabio si addormentò
quasi subito ed anche Pallino si accucciò.
Stavano quasi arrivando che Paolo disse:
" Dobbiamo passare subito da casa della signora. Mi ha dato
le chiavi."
" Subito? Sono stanca. E a far cosa, poi?"
" Martina credo proprio ti convenga fare uno sforzo. Quando
siamo lì vi spiego."
La casa della signora era un villino a due piani: lei abitava
al terreno, ma era di sua proprietà anche il sopra dove
vivevano, in affitto, due anziani coniugi che spesso erano lontani,
ospiti di un figlio. La signora era sola nel senso che non aveva
nessun parente. Paolo dava tutte queste informazioni pacatamente
mentre apriva la casa. Si era ripreso e pareva padrone della
strana situazione.
" Ma tu la conoscevi già?"
" In un certo senso sì. Ma è una storia lunga
e con quello che dobbiamo fare qui stasera c'entra poco."
" Dobbiamo fare qui?"
" Lasciami parlare Martina. Non essere sempre irruente."
La guardò sorridente e le detto un pizzicotto sulla guancia.
Deiva non aveva aperto più bocca: qualcosa le pesava sul
cuore ma non sapeva decifrare.
Avvertiva come se un altro avvenimento importante si abbattesse
sulla sua vita... positivo o negativo?
L'ingresso era angusto, ma si apriva subito su una bella e accogliente
sala abbastanza grande e che dava sul giardino come poterono
vedere mentre Paolo apriva le imposte.
Deiva
fu colpita da un grande quadro che troneggiava sopra il caminetto:
di sicuro il ritratto della signora da giovane.
" Metti il bambino su quel divano e voi sedete un momento
qui. Pallino vai in giardino."
E chiuse fuori il cane. Che non oppose resistenza... in fondo
era il suo territorio.
" Dunque. Ora dovete decidere quali mobili vi possono servire
per la vostra nuova casa: è un regalo della signora. Devo
farne un elenco subito prima che..."
" Subito? Ma non so nemmeno la metratura della casa e poi
fino a dopo l'epifania dove li mettiamo?" disse agitata
Martina
Deiva invece si commosse e chiese il perché di un dono
così grande.
" E non è tutto! Ho le chiavi e la combinazione della
cassaforte. Prenderete i soldi che vi serviranno per mantenere
Pallino. La signora ha gradito davvero tanto il desiderio di
tenerlo con voi... e poi la presenza del bambino... le vostre
storie....
E prenderete anche un gioiello per una, in suo ricordo. Di quello
che vedete in giro potete prendere non solo i mobili, ma stoviglie,
serviti, biancheria ecc... ecc... Solo ciò che vi serve
davvero però... vi consiglia di non essere ingorde....."
" E il resto?" chiese Martina che cominciava a sentire
la testa che le girava e pensava di sognare e si dava dei buffetti
sulle guance.
" Ecco appunto. L'urgenza. C'è un testamento. Prevede
che tutta l'eredità della signora, non avendo eredi, vada
in beneficenza. Ovviamente tutto quello che c'è al momento
del suo decesso... E qui arrivate voi... prima di chiudere gli
occhi può donare quel che vuole... al limite anche tutto!
Quando avrete scelto, farò l'inventario di ciò
che rimane. In modo che le cose da voi scelte possono rimanere
ancora qui finché non andrete nella nuova casa. Tutto
chiaro?"
E si avviò verso la parete dello spogliatoio dov'era la
cassaforte.
" Non ho capito l'urgenza."
" Deiva. Dispiace dirlo, ma la signora è molto, molto
grave e può lasciarci da un momento all'altro."
" Ma non torna più qui? Lei mi aveva proposto..."
" Lo so. Avresti accettato?"
" Penso di sì. Data la vicinanza delle case, potevo
aiutare anche Martina."
" Glielo dirò. Le farà tanto piacere. Ma ha
deciso, o meglio è la sua malattia che ha deciso, non
tornerà più in questa casa."
" Quand'è così prenderò la camera azzurra
dove voleva dormissi!" E cominciò a piangere disperata.
Martina su suggerimento di Paolo andò a prendere la pianta
della nuova casa.
A buio le scelte erano fatte. Martina cercava di acchiappare
più roba che poteva, Deiva al contrario e Paolo mediava.
Furono, però, tutte e due d'accordo di lasciare i soldi
a Paolo perché li gestisse lui.
Ne ebbero un grande imbarazzo: la cifra era considerevole!
Uscirono mesti:
Deiva
aveva appeso all'abito una spilla e Martina indossava un paio
di orecchini.
Nessuno aveva voglia di parlare; si lasciarono e ognuno andò
a letto senza nemmeno cenare.
Paolo sarebbe tornato il
giorno dopo, appena libero, per il famoso inventario. Trascorsero
una giornata inquieta, con mille dubbi e domande senza risposta.
Sembrava loro un sogno... velato di una grande mestizia.
Come ringraziare la signora? Avrebbero dovuto chiederle se veramente
Paolo aveva capito giusto?
Era il caso di farle sapere cosa avevano scelto
poteva
ripensarci... non essere d'accordo....
Era sicuro il tenere lì la roba o era meglio portarla
via subito? Chi aveva le chiavi oltre a Paolo......?
Ci si poteva fidare di Paolo... gli avevano dato anche i soldi!
Sicuri che la signora non avesse eredi? O dopo si sarebbero trovate
impelagate in qualche guaio?
L'unica era andare a parlare a cuore aperto con la signora. Stava
davvero male come diceva Paolo? E a lui cosa ne veniva di profitto?
Quel che era loro capitato appariva talmente straordinario ed
inverosimile che non riuscivano a capacitarsi. E sì che
fra tutte e due di avventure ai limiti del credibile ne avevano
già passate!
Non avevano in mano nessun pezzo di carta
solo la parola
di Paolo.
Gira e rigira si tornava sempre a lui.
Deiva si agitò tutta la notte nel suo grande e lussuoso
letto. Ma la mattina si organizzò per andare dalla signora.
Avrebbe potuto parlarci? Ma che dirle? Non era certo facile parlare...
di morte imminente...
In cuor suo sperava che tutto tornasse come prima. La signora
si riprendesse e lei sarebbe andata ad abitare in quel villino.
Per i mobili della casa di Martina poteva aiutarla dal suo conto
in banca... magari inventando qualche piccola bugia... a fin
di bene...
Ci fosse stato Salvo!
Le cose si rivelarono più semplici di quello che aveva
previsto. |