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Il bacio di Giuda ... fa discutere ancora
   

IL QUESITO:

"... il destino di Giuda non era già segnato e necessario proprio per la redenzione? Cristo, d'altronde, non è venuto -secondo la tradizione cristiana- per salvare tutti e, quindi, anche Giuda? E come si può, allora, giustificare una frase come quella del Vangelo di Giovanni (17,22) in cui Gesù dichiara: "Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura"?
(Marco Piazza - Milano)


LA RISPOSTA:

" Il quesito è ben formulato, anche se la questione sollevata è, come facile intuire, piuttosto ardua.
omissis
Le domande a cui tenteremo di rispondere in modo essenziale e schematico sono due di taglio teologico.
Se il tradimento era iscritto nel disegno di Dio che comprendeva la morte salvifica del Figlio, quale responsabilità poteva cadere su chi ne doveva essere lo strumento di attuazione? Non è forse vero che Gesù dichiara che "nessuno (dei discepoli) è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura"?
Secondo interrogativo: Giuda fu alla fine salvato o condannato, fermo restando che Matteo nella disperazione del tradimento introduce anche il pentimento ed il rimorso (27,3)?
omissis
Il primo quesito è particolarmente complesso perché coinvolge un tema dal doppio profilo: da un lato, c'è la libertà efficace o potente di Dio che opera nel mondo e nella storia; dall'altro, c'è la libertà delle scelte umane, pur affermata dalle Scritture.
L'evangelista Giovanni, che introduce il progetto di tradimento da parte di Giuda già in Galilea, è convinto che Giuda sia stato conquistato da Satana e che l'apostolo abbia fatto una scelta cosciente nei confronti del male (6,60-70). Lo ripeterà anche durante l'ultima cena: "Mentre cenavano, già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota di tradire Gesù... Dopo quel boccone (ricevuto dalle mani di Gesù) Satana entrò in Giuda" (13,2-27). Anzi, Giovanni è convinto che la molla che ha fatto cedere Giuda alla tentazione del tradimento sia stata la cupidigia (si legga 12,4-6 ma anche Matteo 26,14-16), che potrebbe essere interpretata in chiave politica, secondo quanto si è prima detto sulle illusioni messianiche dell'Iscariota.
Possiamo a questo punto introdurre l'altro elemento, quello del progetto divino, espresso dalla frase "perché si adempisse la Scrittura" (presente non solo nel Vangelo di Giovanni, ma anche in Atti 1,16). Per comprendere appieno il valore di questa dichiarazione bisogna ricordare che nella Bibbia Dio è spesso considerato alla radice anche del male: "Io formo la luce e creo le tenebre" in Isaia 45,7 "faccio il bene e provoco il male": E questo è dovuto al fatto che si vuole idealmente impedire che qualcosa sfugga all'onnipotenza divina o che si pensi di ricondurre il male a un'altra divinità di tipo negativo. Si tratta, quindi, di un'espressione destinata a esaltare la convinzione che anche la libertà umana con le sue follie e le sue vergogne non sfugge al piano generale di Dio.
In questa luce, allora, si possono intrecciare le due libertà: quella di Giuda, che opta coscientemente e responsabilmente per il tradimento aderendo a Satana, e quella di Dio, che inserisce questo atto umano infame nel suo progetto efficace di redenzione. L'efficacia dell'azione divina è formulata proprio con l'espressione "perché si adempisse la Scrittura", volendo così mostrare che Dio non è preso in contropiede né travalicato dalla scelta di Giuda, ma piuttosto che essa è ricondotta all'interno del disegno salvifico che si attuerà proprio con la morte di Cristo.
Più semplice è la soluzione del secondo quesito. Il mistero degli ultimi istanti di Giuda resta noto solo a Dio. Non sappiamo se in quel momento egli si sia rivolto a Dio o l'abbia rifiutato. Si narra che la mistica Santa Caterina da Genova (XV secolo) in una visione avesse saputo allusivamente da Cristo che Giuda era salvo. Don Primo Mazzolari in una sua famosa predica, considerava Giuda come "il prediletto di Gesù", nonostante il tradimento, proprio per la legge dell'amore per il nemico insegnata dallo stesso Cristo. Sappiamo che ora la Chiesa concede il funerale religioso al suicida, purché non abbia compiuto quel gesto con un'esplicita, precedente dichiarazione di disprezzo per la vita e per il Creatore.
Travolto dal male compiuto, ma anche dal rimorso e dal dramma, Giuda rimane allora affidato solo al mistero della sua coscienza e a quella di Dio che "scruta i cuori e i reni dell'uomo". La sua libertà... non fu certo cancellata da una specie di Fato greco, simile a quello che condurrà Edipo a divenire parricida e incestuoso. Questa stessa libertà può, perciò, essere approdata all'ostinazione o alla disperazione, ma anche ad un estremo, segreto appello, accolto dall'infinita volontà salvifica divina.
(Gianfranco Ravasi)

[ Giotto - Cappella degli Scrovegni ]
[ da Il Sole 24Ore del 18.06.2000 ]
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