ARMENI:
- il popolo unito dalla Bibbia
- martedi' 25 settembre 2000: il
Papa in Armenia
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Armeni:
il popolo unito dalla Bibbia
Se si chiede ad un armeno se è
cristiano, ci si sente rispondere: "E' naturale, sono Armeno!".
Nel 2001 ricorre in Armenia il 1700° anno della fondazione
del Cristianesimo quale religione di Stato. Per un armeno essere
cristiano va oltre il concetto religioso, è una seconda
pelle, come dichiaravano i martiri che la Chiesa Armena ha avuto
per secoli. Chiesa armena apostolica, precalcedoniana, gregoriana,
autocefala, ortodossa. Apostolica perché fondata
dagli apostoli Taddeo e Bartolomeo. Precalcedoniana perché,
non avendo potuto partecipare al Concilio di Calcedonia del 451
che sancì le divisioni fra le chiese sulla questione della
natura di Cristo, in quanto impegnati nella guerra contro i persiani
mazdeisti, è rimasta ferma all'idea che esista una sola
chiesa di Cristo. Gregoriana perché fu San Gregorio
l'Illuminatore che nel III secolo convertì il re Tiridate,
e con lui tutto il popolo. Autocefala perché governata
autonomamente da un Vescovo, il Katholikos. Ortodossa
perché retta e vera, fedele ai principi dettati da Cristo.
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Per 1700 anni gli Armeni non sono stati
fratelli separati, eretici, scismatici, ma "fratelli dimenticati"
(vedi nota a piè di pagina)
sino a quando, dopo l'incontro fra il Katholikos Karekin I ed
il Papa Giovanni Paolo II, quest'ultimo ebbe a dire: "La
conversione dell'Armenia, tradizionalmente collocata nell'anno
301, dette ai vostri antenati la coscienza di essere il primo
popolo ufficialmente cristiano, prima che il cristianesimo fosse
riconosciuto come propria religione dall'impero romano... Con
il Battesimo della Comunità Armena ... nasce un'identità
nuova del popolo che diverrà parte costitutiva e inseparabile
dello stesso essere Armeno ("Osservatore Romano", 18
febbraio 2001). La fondazione del cristianesimo
fu un accadimento che sconvolse il mondo armeno, una vera rivoluzione
sociale: ai Nakharar, i governatori dell'Armenia, arbitri della
vita e della morte dei propri sudditi, il popolo, intonando salmi
nelle piazze, strappò il potere assoluto e i potenti compresero
il significato del cambiamento, diventando i più convinti
sostenitori del cristianesimo. E il cristianesimo, da religione,
si trasformò in cultura. L'alfabeto armeno, di
36 lettere, fu inventato da Mesrob Mashtoz per tradurre la Bibbia,
declamata in armeno, ma scritta in siriaco, quindi utilizzato
per testi scientifici, filosofici, pedagogici. I manoscritti
tradotti in armeno, alle volte introvabili in altre lingue, sono
conservati a Yerevan, la capitale dell'Armenia, nel Matenadaran,
il museo del libro, sacro agli Armeni. Così scrive lo
storico Adontz: "La Bibbia armena inaugurò l'inizio
di una nuova era durante la quale il Popolo Armeno, imparando
l'uso della penna, prese posto nel mondo civilizzato".
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Il Cristianesimo divenne strumento politico
del popolo quando, dopo la disfatta nella battaglia di Avarayr
del 451 (coincidente con il Concilio di Calcedonia) contro i
Persiani Mazdeisti che li volevano convertire, le vedove armene
dei combattenti riuscirono, attraverso una guerriglia portata
avanti per anni, a strappare allo Shah di Persia i primi diritti
umani e civili: "Nessuno sarà giudicato
in base alla propria condizione sociale; ognuno sarà giudicato
per i propri atti; nessun provvedimento potrà essere preso
per sentito dire, ma solo per diretta conoscenza di causa; nessuno
sarà costretto ad abiurare alla propria fede." Ai nostri giorni quando il governo islamico prese
il potere in Iran, si cercò di restringere i diritti della
diaspora armena persiana (250mila persone, numerose scuole, chiese,
istituzioni, alcuni rappresentanti in Parlamento), il Vescovo
armeno Manoukian si recò da Khomeini appellandosi al trattato
di Avarayr ed ottenne soddisfazione. Dopo
le invasioni, le persecuzioni e le deportazioni degli arabi,
dei bizantini, dei mongoli, dei selgiuchidi, dei persiani, dei
turchi, non vi furono più Stati Armeni, fatta eccezione
per il regno di Ani (IX - XI secolo) e il regno di Cilicia (XI
- XIV secolo). La statualità fu conservata dalla Chiesa
armena con i suoi conventi fortificati che erano centri sociali,
università, rifugi. All'inizio del XX secolo con il genocidio
del popolo armeno residente da sempre in Anatolia, attuato dal
governo dei Giovani Turchi nel 1915, dall'Armenia storica scomparvero
migliaia di chiese, conventi, scuole, istituzioni armene. Furono
sterminate un milione e mezzo di persone e tutto il clero.
[in proposito vedasi:
Naim
Bey, eroe scomodo] |
L'Armenia orientale attuale, è
circa un quinto del territorio storicamente abitato dagli armeni:
ex provincia (Oblast) zarista, ex Repubblica dell'Ararat indipendente,
ex Repubblica Sovietica, dal 1991 è una Repubblica indipendente
che fa parte della CSI. L'Armenia oggi, dopo il
devastante terremoto del 7 dicembre 1988, il blocco energetico,
le conseguenze della guerra con l'Azerbaigian per il territorio
conteso del Nagorno Karabagh, la chiusura dei confini con la
Turchia, tuttora invalicabili, l'instabilità della confinante
Georgia, la fine del sistema economico sovietico integrato, sta
riprendendosi. Sono visibili alcuni segni di ripresa: la mendicità,
inesistente in epoca sovietica, aumentata durante gli anni novanta,
è in netto calo; la fuga degli intellettuali, degli scienziati
e dei professionisti (si calcola che su 3.800.000 abitanti circa
un milione abbia scelto l'espatrio) sembra arrestarsi. L'Armenia
oggi è un luogo di interesse strategico ed economico importante,
al punto che, anche l'Italia, ha aperto la sede dell'Ambasciata
Italiana a Yerevan. |
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Pietro Kuciukian |
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martedi' 25 il Papa in Armenia un viaggio ed un evento storico!
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Etchmiadzin è il Vaticano
degli Armeni. Qui sorse la prima chiesa cristiana del mondo,
per volontà di re Tridate III. Era l'anno 301: dodici
anni prima che Costantino consentisse libertà religiosa
ai cristiani dell'Impero Romano. Il papa armeno
Karekin II, il Katholicos, abita qui, in un grande edificio circondato
da un giardino pieno di pace, di fronte alla Chiesa che è
la San Pietro di questi cristiani. E per la prima
volta un Papa verrà qui, in visita, nel cuore della Chiesa
Armena. E' il terzo "tabù" violato
da Wojtyla, già entrato nel Tempio ebraico di Roma e nella
Moschea di Damasco.
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Un incontro religioso? Di più.
Un evento che, dice lo stesso Karekin in un'intervista concessa
al "Venerdì" di Repubblica, riapre una ferita
ignorata ancora da molti, un orrore coperto per decenni da una
congiura della storia e da convenienze diplomatice: il genocidio
che nel 1915 riuscì quasi a cancellare questo popolo dalla
faccia della terra. Il dolore è nostro, la perdita
è nostra: ma l'interesse di ottenere giustizia è
di tutta l'umanità. |
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! A
fine 1999 segnalavamo su questo sito una .... dimenticanza Labronica ! |