Editoria veneziana/5
Biblioteca Marciana

La ricerca di fondare a Venezia una biblioteca di spessore mondiale ha origine ben prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili. Maggior impulso e una logica ancor più stringente è imputabile allo sviluppo della storia dell’editoria.
Per questi motivi la Biblioteca Marciana è considerata tra le più importanti al mondo.
La Biblioteca Marciana presenta circa un milione di volumi, tra i quali circa 13.000 manoscritti. Gli incunaboli sono 2.883; le cinquecentine 24.055.
Viene giudicata ricchissima per quanto riguarda la cultura greca, la storia veneta, l'editoria veneta.




La Marciana, accresciuta negli ultini cento anni da importanti donazioni (la raccolta Teza: circa 30 mila volumi, in buona parte relativi alle civiltà orientali; la raccolta Tursi, circa l5 mila volumi di viaggiatori stranieri in Italia), svolge una funzione importante nella vita culturale veneta e al servizio degli studiosi di tutto il mondo.
La Biblioteca sorta nell’area marciana (cioè la Libreria di San Marco, patrono e simbolo della Repubblica Veneta) ha ricevuto l’imput al mecenatismo del cardinale Bessarione, che donò, nel 1468, la sua raccolta composta da circa 750 codici, cui egli aggiunse poi altri 250 manoscritti e alcune opere a stampa.
Venezia accettò solennemente il dono.
Si realizzava il disegno di una "pubblica Libreria" a Venezia; un disegno che già Francesco Petrarca aveva concepito un secolo prima, nel 1362, senza peraltro poter condurre a termine il suo progetto (lasciò un centinaio di volumi che furono dispersi).
Solo nel 1537 fu iniziata la costruzione della Libreria, ideata da Jacopo Sansovino: la Biblioteca, dopo il suo trasferimento nella sede definitiva, si arricchì grazie a donazioni e a lasciti. Si ricordano, fra i più importanti:
    * 1589: Melchiorre Guilandino di Marienburg (2.200 libri a stampa);
    * 1595: Jacopo Contarini da S. Samuele (divenuto operante solo nel 1713, all'estinzione della famiglia; 175 manoscritti e 1500 opere a stampa);
    * 1619: Girolamo Fabrici D'Acquapendente (13 volumi con preziose tavole anatomiche a colori);
 


      * 1624: Giacomo Gallicio (20 manoscritti greci);
      * 1734: Gian Battista Recanati (216 manoscritti fra cui i codici "francoveneti" di casa Gonzaga); 
      * 1792: Tommaso Giuseppe Farsetti (350 manoscritti e libri a stampa);
    * 1794: Amedeo Svajer (oltre 340 manoscritti, fra i quali il testamento di Marco Polo);
    * 1797: Jacopo Nani (oltre 1000 manoscritti, in buona parte greci e orientali);
La Marciana incrementò poi le sue raccolte grazie al trasferimento ad essa di parte delle biblioteche di alcuni monasteri, come SS. Giovanni e Paolo di Venezia e S. Giovanni di Verdara di Padova (fine secolo XVIII), nonchè per effetto dell'obbligo imposto agli stampatori di depositarvi un esemplare di ogni libro pubblicato, come previsto da una legge veneta del 1603 (la prima in Italia in materia).
Dopo la caduta della Repubblica, la concentrazione di libri e di documenti che si trovavvano a Venezia subì un cambiamento: dall'anarchia colta delle famiglie e degli ordini religiosi si passava all'impostazione bonapartiana.

La stampa e l'editoria a Venezia, archivi e biblioteche:

Marciana, San Marco
Querini Stampaglia, Santa Maria Formosa
Archivio di Stato, Frari



Così la Biblioteca venne arricchita a seguito della concentrazione in essa di parte delle biblioteche degli enti religiosi soppressi; la biblioteca dei Gesuati osservanti alle Zattere in cui era confluita la ricca raccolta di Apostolo Zeno.
La Marciana rimase nella sua sede originaria fino al 1811; in quell'anno essa fu, per decreto del Regno ltalico, trasferita nel Palazzo Ducale.
Fra i lasciti ottocenteschi, si ricordano:
    * 1814: Girolamo Ascanio Molin (2.209 opere a stampa di gran pregio, oltre a 3.835 incisioni e 408 disegni, passati in gran parte al Museo Correr);
    * 1843: Girolamo Contarini (906 manoscritti e 4.000 libri a stampa);
    * 1852: Giovanni Rossi (470 manoscritti, raccolta di drammi in musica veneziani, "leggi e costumi").
Nel 1904 la sede della Biblioteca fu spostata nell'edificio sansoviniano della Zecca. NeI 1924 la Marciana riebbe, in aggiunta alla Zecca, anche il palazzo della Libreria, nonchè parte dell'edificio delle Procuratie Nuove. Ora essa occupa, pertanto, non solo la sua storica sede, la Libreria, ma altresì la Zecca edificata dal Sansovino tra il 1537 e il 1547.


Editoria veneziana/3 Editoria veneziana/4
La storia dell'Archivio di Stato presso i Frari

Nella Repubblica di Venezia non si è mai avvertito il bisogno di riunire gli archivi in una unica sede; fu compito degli occupanti (francesi, prima, e austriaci, post Campoformido), affrontare il tema che per l’amministrazione era uno dei tanti problemi di gestione di una realtà così diversa da quella che era vissuta nel loro mondo.  L’imprinting dalla schematizzazione venne da Napoleone Bonaparte che iniziò ad avviare il progetto per concentare le carte in tre distinte sedi. Secondo lo schema preferito dal generale che era un appassionato di tecnica di archiviazione. La prima sede doveva essere dedicata all'archivio politico, la seconda per l'archivio giudiziario ed infine una per quello finanziario.
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Biblioteca Querini

La Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia è considerata la biblioteca civica dei veneziani, generosamente donata alla città dal Conte Giovanni che nel suo testamento del 1868 la volle aperta, a differenza e completamento delle altre, fino a notte tarda e anche nei giorni festivi.
Il nucleo originario delle collezioni comprende manoscritti, incunaboli, rare edizioni a stampa, carte geografiche antiche e incisioni e si è formato nel corso di oltre 7 secoli di storia della famiglia Querini Stampalia. Lo zoccolo della raccolta si è costituito a partire dal 1869, è in continuo aggiornamento; parte dei volumi sono a diretta disposizione del pubblico nelle sale organizzate a scaffale aperto.
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